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Tuesday, February 28, 2023

L'Italia dirà 'no' al bando dei motori endotermici al 2035 - Agenzia ANSA

A Bruxelles, alla riunione degli ambasciatori dei Paesi dell'Ue, l'Italia esprimerà una posizione contraria alla proposta di Regolamento europeo che prevede il bando alla produzione e vendita di auto e van con motori termici al 2035. Lo scrive il ministero dell'Ambiente e della Sicurezza energetica in un comunicato.

    Pur condividendo gli obiettivi di decarbonizzazione, l'Italia sostiene che i target ambientali vadano perseguiti attraverso "una transizione economicamente sostenibile e socialmente equa", pianificata e guidata con grande attenzione, per evitare ripercussioni negative per il paese sia sotto l'aspetto occupazionale che produttivo.

    L'Italia ritiene inoltre - questa la posizione che verrà espressa - che la scelta dell'elettrico non debba rappresentare, nella fase di transizione, l'unica via per arrivare a zero emissioni. Il successo delle auto elettriche dipenderà molto da come diventeranno accessibili a prezzi concorrenziali.

    Una razionale scelta di neutralità tecnologica a fronte di obiettivi ambientali condivisi deve consentire agli Stati membri di avvalersi di tutte le soluzioni per decarbonizzare il settore dei trasporti, tenendo conto delle diverse realtà nazionali, e con una più graduale pianificazione dei tempi.

    "L'utilizzo di carburanti rinnovabili, compatibili con i motori termici", afferma il ministro Gilberto Pichetto, "contribuirà ad una riduzione delle emissioni senza richiedere inattuabili sacrifici economici ai cittadini". 
   

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Stop alle auto a diesel e benzina dal 2035, ministero dell'Ambiente: “Alla riunione degli… - Il Fatto Quotidiano

Domani a Bruxelles, alla riunione degli ambasciatori dei Paesi dell’Ue, l’Italia esprimerà una posizione contraria alla proposta di Regolamento europeo che prevede il bando alla produzione e vendita delle auto e van con motori termici dal 2035. Lo ha fatto sapere il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica guidato da Gilberto Pichetto Fratin. Una giravolta non da poco: lo scorso novembre il governo Meloni, pur notoriamente contrario alla normativa, tramite i propri rappresentanti diplomatici aveva invece dato il via libera alla misura durante la riunione del Coreper I. L’accordo di novembre arrivava dopo l’intesa storica trovata nel trilogo di ottobre, a pochi giorni dall’insediamento di Giorgia Meloni a Palazzo Chigi. Poi, a febbraio, tutto il centrodestra italiano ha invece votato contro al Parlamento europeo.

Pichetto ora scrive che l’Italia, pur condividendo gli obiettivi di decarbonizzazione, sostiene che i target ambientali vadano perseguiti attraverso “una transizione economicamente sostenibile e socialmente equa”, pianificata e guidata con grande attenzione, per evitare ripercussioni negative per il Paese sotto l’aspetto occupazionale e produttivo. L’Italia ritiene – questa la posizione che verrà espressa – “che la scelta dell’elettrico non debba rappresentare, nella fase di transizione, l’unica via per arrivare a zero emissioni. Il successo delle auto elettriche dipenderà molto da come diventeranno accessibili a prezzi concorrenziali”.

“Una razionale scelta di neutralità tecnologica a fronte di obiettivi ambientali condivisi”, continua il comunicato, “deve consentire agli Stati membri di avvalersi di tutte le soluzioni per decarbonizzare il settore dei trasporti, tenendo conto delle diverse realtà nazionali, e con una più graduale pianificazione dei tempi”. L’obiettivo dunque è ottenere deroghe sui cosiddetti carburanti sintetici. “L’utilizzo di carburanti rinnovabili, compatibili con i motori termici”, afferma il ministro Pichetto, “contribuirà ad una riduzione delle emissioni senza richiedere inattuabili sacrifici economici ai cittadini”.

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Unicredit, Orcel alza il suo stipendio e il bonus ai dirigenti: Gadhia si dimette - Corriere della Sera

Diventano un caso le dimissioni del 10 febbraio della consigliere Jayne-Anne Gadhia dal consiglio di Unicredit. Un passo indietro che arriva a qualche settimana di distanza dalle decisioni del board sull’incremento di stipendio del ceo Andrea Orcel. E proprio la notizia dell’aumento, uscita a dicembre su alcuni giornali, ha spinto la banca — riporta il Financial Times — a individuare la «fonte» di alcuni giornalisti. Gadhia sarebbe stata ascoltata dal presidente Pier Carlo Padoan e dal capo del legale Gianpaolo Alessandro. Gli audit non hanno fatto emergere dettagli significativi e mentre la banca alla fine ha deciso di concludere l’indagine, Gadhia ha ritenuto «insostenibile» mantenere l’incarico e ha deciso di dimettersi per una questione di principio, ricostruisce il quotidiano britannico. Prima della rinuncia a Unicredit Gadhia aveva assunto la presidenza di Moneyfarm, secondo il percorso già impostato a gennaio quando appunto era stata nominata al vertice della fintech.

La supervisione dei compensi

In qualità di presidente del comitato nomine Gadhia era incaricata di supervisionare i compensi per il top management e di cercare il sostegno degli investitori, che sulle remunerazioni voteranno in assemblea il 31 marzo. Per il 2022, la remunerazione fissa del ceo è confermata a 2,5 milioni su base annuale, invariata rispetto al 2021, per quella variabile a 5 milioni, visto che ha raggiunto e superato il 100% degli obiettivi, tenuto conto della crescita record dei conti. Il primo marzo ci sarà la pubblicazione dei documenti assembleari legati alla politica di remunerazione praticata dall’istituto da cui si dovrebbe evincere l’aumento dello stipendio annuale del ceo in una forchetta compresa tra il 20 e il 40%.

I rendimenti degli azionisti

Intanto Unicredit si appresterebbe ad aumentare di circa il 20% il bonus complessivo per il 2022 per i dipendenti non esecutivi e 900 top manager, dopo un anno in cui l’istituto di credito italiano ha battuto le aspettative di profitto e aumentato i rendimenti per gli azionisti. Sarebbe una grande ricompensa per chi lavora in Gae Aulenti dopo un anno in cui la banca ha realizzato utili per 5,2 miliardi, un taglio dei costi del 2% e aumentato la remunerazione dei soci del 40%. Il titolo ieri ha chiuso con + 4,6% a oltre 19 euro, tra i massimi del mese di febbraio, trascinando al rialzo tutti i titoli bancari. La capitalizzazione è arrivata a 37 miliardi.

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Superbonus, quanti cantieri e lavori in casa possono saltare nel 2023 - Money.it

Con lo stop alla cessione del credito e allo sconto in fattura per tutti i bonus edilizi, senza soluzione al problema dei crediti incagliati nei cassetti fiscali delle banche, rischiano di saltare migliaia di cantieri in tutta Italia. A lanciare l’allarme è l’Ance, Associazione nazionale costruttori edili, secondo cui il governo Meloni ha fatto un passo falso.

I rappresentanti dei costruttori, infatti, sostengono che l’esecutivo stia “impedendo” i lavori per l’efficientamento energetico in casa e mettendo in crisi tutto il settore. Confimi Industria aggiunge che molti cantieri ex-novo non partiranno proprio e si sarà costretti a limitare gli interventi nelle abitazioni, con i vari Superbonus, Ecobonus e bonus infissi che non sono più attraenti come in passato.

Superbonus, a rischio 115mila cantieri e 170mila lavoratori

L’Ance si dice molto preoccupata, parlando di una “situazione esplosiva venutasi a creare dopo l’approvazione del decreto legge sulla cessione dei crediti, che non risolve in nessun modo il problema dei crediti incagliati legati ai bonus edilizi”. Si tratta di 19 miliardi di euro già maturati, ma non pagati.

Se questi non venissero sbloccati ci sarebbero a rischio “115.000 cantieri di ristrutturazione delle case in tutta Italia, oltre 32.000 imprese e 170.000 lavoratori, che raddoppiano se si considera l’indotto”. A dirlo è Stefano Betti, vicepresidente di Ance, in audizione alla commissione Finanze della Camera.

Stop alla cessione del credito dei bonus edilizi, l’Italia va in recessione?

Secondo l’Ance, quindi, innanzitutto bisogna utilizzare gli F24 a compensazione dei crediti maturati e “attivare immediatamente il circuito degli acquisti da parte di istituzioni e aziende statali”. Quindi Betti aggiunge che non si può solo invitare le banche a comprare.

Per l’associazione, quindi, “l’effetto complessivo del decreto porterà il Paese in recessione, andando oltre l’annullamento della lieve crescita prevista nelle ultime stime della Commissione Ue (+0,8%)”. Betti, pertanto, chiede di prevedere, in modo selettivo e in funzione degli spazi di finanza pubblica disponibili, “la possibilità di fare cessioni per alcune tipologie di soggetti, in particolare gli incapienti, e/o di interventi”.

Quanti cantieri edili saltano nel 2023

Ma a prescindere dai cantieri già avviati che sono bloccati, quanti interventi ex novo rischiano di saltare dopo il decreto del governo Meloni? Secondo i rappresentanti di Confimi Industria, sempre in audizione alla commissione Finanze della Camera, ci sarà quest’anno un calo fra il 30% e il 40% degli interventi di riqualificazione energetica e di ristrutturazione edile. Tradotto: decine di migliaia di cantieri in meno.

I fatturati delle imprese produttrici e la relativa tenuta occupazionale potrebbero subire una perdita simile, “con ricadute anche sugli obiettivi comunitari di transizione energetica”. Secondo Confimi, poi, è urgente lo sblocco dei crediti, ma una volta fatto “non ci sarà la possibilità di rispettare le scadenze preventivate”.

L’associazione chiede quindi di prorogare tutti gli interventi di messa in salvaguardia, che secondo loro dovrebbero avere la possibilità di completare i programmi almeno entro il 31 dicembre 2024. Tra le varie proposte Confimi chiede poi di “portare il periodo previsto per la detrazione dei crediti di imposta a dieci anni” e “reintrodurre la cessione dei crediti d’imposta e lo sconto in fattura per gli incapienti fiscali”.

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Monday, February 27, 2023

Bonus in scadenza a febbraio, ecco quali sono e come fare domanda - Sky Tg24

Assegno unico, bonus acqua potabile, bonus Imu per le imprese turistiche e bonus cultura sono le agevolazioni in scadenza per il prossimo 28 febbraio. Per non perdere queste agevolazioni o non vedersi ridotti gli importi è necessario fare domanda o aggiornare la documentazione entro la fine del mese

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Mps: Axa avvia accelerated bookbuilding a istituzionali per cedere quota (RCO) - Il Sole 24 ORE - Il Sole 24 ORE

Mantiene 0,0007%.Non vuole posto cda o influenzare strategia (Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) - Roma, 27 feb - Axa annuncia la vendita delle azioni Mps. Il gruppo assicurativo che detiene attualmente una partecipazione in Banca Monte dei Paschi di Siena pari a 100.008.907 azioni (detenute direttamente o indirettamente, pari a circa il 7,94% del capitale sociale) annuncia in una nota l'avvio della cessione di 100.000.000 azioni della Banca, in collocamento privato mediante accelerated bookbuilding riservato a investitori istituzionali. Al completamento dell'offerta, si legge, Axa manterra' (direttamente o indirettamente) lo 0,0007% del capitale della Banca. In qualita' di partner di joint venture di lunga durata, indica la nota, "Axa ha supportato la banca partecipando al suo piu' recente aumento di capitale come investimento finanziario. Poiche' Axa non desidera farsi rappresentare nel consiglio di amministrazione della Banca nella prossima assemblea generale annuale degli azionisti o influenzare la piu' ampia strategia a lungo termine della Banca, ritiene opportuno vendere la partecipazione acquistata nell'aumento di capitale. L'offerta non pregiudica in alcun modo la partnership di Axa con la banca o l'impegno nei confronti dell'Italia".

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(RADIOCOR) 27-02-23 18:02:48 (0495)NEWS,ASS 3 NNNN

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Stellantis, dopo i profitti record vanno a casa altri 2mila lavoratori. Dal 2021 persi in Italia 7mila posti - Il Fatto Quotidiano

Dal gruppo Stellantis, nato nel 2021 dall’unione tra la francese Psa e l’italiana Fca, usciranno altri 2mila dipendenti italiani. La riduzione di organico verrà completata entro fine anno e interessa quasi tutti gli stabilimenti italiani. Fim, Uilm, Fismic, Uglm e Associazione Quadri, ma non la Fiom, hanno firmato oggi un accordo quadro con l’azienda per uscite incentivate su base volontaria con incentivi più cospicui per i lavoratori con età elevata. L’accordo, che per divenire operativo richiederà specifiche procedure nelle singole realtà produttive, interesserà il 4,4% dell’occupazione totale in Italia. Le misure riguardano per lo più mansioni non direttamente collegate alla produzione. Sono coinvolti gli stabilimenti di Cassino, Mirafiori, Enti Centrali, Pratola Serra, Termoli e Cento, mentre alla ex Sevel di Atessa è prevista l’apertura di un contratto di espansione con la stabilizzazione di alcuni lavoratori in somministrazione.

Poco meno della metà delle uscite riguarderà impiegati, di cui 800 degli enti centrali di Mirafiori. A coloro che raggiungeranno la pensione entro quattro anni verrà riconosciuto un incentivo tale da garantire per i primi due anni (sommato alla Naspi) il 90% della retribuzione e per gli ulteriori due anni il 70% della retribuzione più i contributi volontari. A coloro che non agganciano la pensione, invece, verrà riconosciuto un incentivo variabile a seconda della età. La Fiom ricorda come dal 2021 ad oggi l’organico di Stellantis sia stato ridotto di 7mila lavoratori. “Abbiamo ribadito la nostra contrarietà a proseguire su questa strada in assenza di un piano che preveda la rigenerazione dell’occupazione”, afferma Simone Marinelli, coordinatore nazionale auto per la Fiom Cgil, spiegando la decisione di non firmare l’accordo. “Stellantis continua sulla strada della riduzione del personale. Mirafiori è lo stabilimento in cui la fuoriuscita è stata la più corposa in Italia in questi ultimi due anni. Non va bene”. Così Edi Lazzi, segretario generale della Fiom torinese. “Invece di utilizzare le risorse economiche per incentivare i lavoratori ad andarsene, Stellantis dovrebbe usarle per fare investimenti in nuove produzioni di auto e di assunzioni di giovani per rilanciare gli stabilimenti in Italia a partire da Torino e Mirafiori” aggiunge Lazzi

Il gruppo guidato da Carlos Tavares e partecipato al 14,3% dalla Exor della famiglia Agnelli Elkann ha da poco diffuso i dati di bilancio 2022 che mostrano un utile record di 16,8 miliardi di euro. Agli azionisti verranno distribuiti quasi 6 miliardi di euro tra dividendi e riacquisti di azioni. Due miliardi lo stanziamento per i premi ai dipendenti di tutto il modo. Come tutti i gruppi automobilistici, anche Stellantis si sta orientando verso un modello produttivo caratterizzato da volumi stabili o in calo ma prezzi delle vetture più alti, sistema che garantisce meno costi e più profitti e richiede meno personale.

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Sunday, February 26, 2023

Contatore gas, con questo metodo semplicissimo dimezzi la bolletta: nessuno lo sa fare - PASSIONEtecnologica.IT

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Contatore del gas – Passionetecnologica

La situazione da un punto di vista economico ed energetico in Italia e in Europa non è di certo delle più floride, soprattutto ultimamente.

Il caro energia sta infatti dilagando in tutto il territorio europeo, creando non poco malcontento in tutto il continente. Tutto è iniziato per la precisione quando sono scoppiati i primi conflitti in Ucraina, che hanno portato delle conseguenze importanti a livello di tutta l’Europa.

In primis ricordiamo l’aumento sconsiderato del costo delle materie prime alimentari, come l’olio di semi di arachidi e altri prodotti affini, che si sono chiaramente riflettute in un livello d’inflazione nel settore alimentare mai visto prima d’ora.

A questo si è associato poi l’aumento del costo dell’energia elettrica e del gas metano, indistintamente, i quali hanno chiaramente portato le principali aziende fornitrici (come può essere Enel Energia ad esempio) ad aumentare conseguentemente il costo delle bollette mensili dell’energia.

Questo ha creato un malessere a livello di tutto il continente europeo. Per fortuna il governo italiano (così come quello di altre nazioni dell’Europa) hanno provveduto celermente, cercando di fronteggiare il caro energia nel miglior dei modi, così da aiutare le fette di popolazione più bisognose.

Aiuti e consigli utili

Ricordiamo in particolare il decreto Aiuti-Bis e il decreto Aiuti-Ter, che hanno introdotto il bonus energia da 150 euro detraibili direttamente dal costo delle bollette mensili, così come tutte le agevolazioni e detrazioni fiscali rivolte a chi è interessato ad acquistare elettrodomestici di nuova generazione,  i quali consumando meno permettono risparmi considerevoli di energia alla fine dell’anno, dal momento che hanno una più alta classe d’efficienza energetica.

Nonostante tutto questo però, numerose famiglie rischiano di andare incontro alla soglia di povertà, dal momento che non riescono ad arrivare alla fine del mese, soprattutto quando sono composte da 5 o più membri e percepiscono un solo reddito.Per questo motivo abbiamo deciso di fornirvi qualche consiglio e accorgimento utile, così da risparmiare anche cifre importanti alla fine dell’anno.

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Autolettura – Passionetecnologica

In particolare oggi ci focalizzeremo sul contatore del gas, in cui è essenziale l’autovettura (da parte del cliente stesso, ovviamente), in modo tale da render conto dei consumi reali e non fittizi. Si tratta di un’operazione molto rapida da eseguire, che permette di risparmiare davvero tanto se fatta con criterio e intelligenza. Nel nostro caso vi consigliamo di praticare l’autolettura indicativamente alla metà del bimestre. Sulla bolletta è inoltre indicato quando effettuare l’autolettura, in modo da segnare con precisione quanto effettivamente abbiamo consumato in quel determinato periodo.

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Skoda, il nuovissimo SUV costerà meno di 25 mila euro: comfort e alta qualità, è boom di acquisti - Mondofuoristrada.it - Mondo Fuoristrada

La Skoda spinge forte sull’acceleratore come dimostra l’ultimo SUV costruito dalla casa costruttrice ceca. I dettagli.

Il bello, o uno dei fattori migliori sicuramente, dell’automobilismo sta nella continua sfida dei costruttori. Anche aziende rinomate infatti sono costantemente chiamate a mettersi in gioco, perché nessun successo passato, presente e futuro è scontato, mai. Uno dei marchi più conosciuti e apprezzati in assoluto all’interno del mercato automotive è decisamente Skoda.

Skoda, questa nuovissima auto sta facendo impazzire gli automobilisti 25 febbraio 2023 mondofuoristrada.it
Skoda, questa nuovissima auto sta facendo impazzire gli automobilisti mondofuoristrada.it

L’azienda ceca si è fatta presto strada con egregi risultati, e adesso si accende nel 2023 con una novità davvero economica. Parliamo di un SUV che costa poco più di un’utilitaria. Scopriamno qualcosa in più a riguardo, per quel che sembra essere una delle offerte più economiche e convenienti di questo inizio di 2023.

Il 2023 inizia così: ecco la nuova vettura che conquista il mercato

L’auto di riferimento in questo articolo è la Skoda Karow, versione 2023. Un crossover famoso per la sua affidabilità e per l’ottima guidabilità che da sempre contraddistingue tale modello. Non un salto nel futuro, considerando le motorizzazioni esclusivamente a benzina e diesel, ma di certo conveniente.

Le prestazioni e i consumi denotano infatti una ricerca da parte di Skoda di realizzare una macchina utilizzabile ogni giorno e senza spendere particolarmente tanto. Caratterizzata da un design compatto ed interni spaziosi, comodità a passeggerie  conducente è sicuramente consentita.

Il bagagliaio è al top del segmento; l’automobile in questione è disponibile anche in versione 4X4. Una scelta ideale, quest’ultima, per tutte quelle persone che desiderano detenere un modello a quattro ruote in grado di andare tanto sull’asfalto quanto su ogni altro terreno percorribile. Lo sterzo – leggero – favorisce guida rilassata e manovrabilità straordinaria.

Skoda Karoq, dal prezzo alle varianti: che bella sorpresa

Adesso arriviamo al prezzo della Skoda Karow, una vettura che ha tutto il potenziale di convincere all’interno del mercato automotive di quest’anno. Si parte dai 25mila euro circa per l’auto a benzina per arrivare alla vettura alimentata a diesel da 31500. Per il modello a benzina, le opzioni motoristiche non mancano affatto: sono ben tre, con la più potente da ben 190 cavalli di potenza massima.

Skoda Karoq (Web source) 25 febbraio 2023 mondofuoristrada.it
Skoda Karoq (Web source) mondofuoristrada.it

Il diesel non fa sorridere al solito modo, con un motore 2.0 TDI Ambition da 116 e 150 cavalli, ma comunque è un’ottima alternativa. In ogni caso, tutte le versioni dell’offerta Skoda Karoq presentano una dotazione di base comprendente autoradio, fari a LED, frenata di emergenza, sensori di parcheggio, sensore luci, e sensore pioggia.

Ma anche controllo automatico velocità, controllo adattivo velocità, airbag laterali, airbag testa, ginocchia, bluetooth, avviso cambio corsia e molto altro. Una vettura davvero molto versatile ed eccezionale sotto tanti punti di vista. Sicuramente, per il 2023, questo crossover farà davvero una splendida figura.

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Saturday, February 25, 2023

Stellantis, l’ad Carlos Tavares potrebbe guadagnare 23,5 milioni di euro - Corriere della Sera

Lo stipendio dell’amministratore delegato di Stellantis Carlos Tavares potrebbe arrivare a toccare i 23,5 milioni di euro di compensi totali per il 2022. La cifra si raggiungerebbe se ai 14,9 milioni ricevuti per il 2022 (2,1 milioni in meno del 2021) si raggiungeranno, entro il 2026, obiettivi, finanziari, commerciali o tecnologici, portando così la remunerazione del 2022 a 23,5 milioni.
L’annuncio arriva mentre alcuni sindacati del gruppo, nato dalla fusione nel 2021 di Peugeot-Citroen e Fiat-Chrysler, hanno dichiarato che i 2 miliardi di euro di bonus distribuiti ai suoi 264.000 dipendenti in tutto il mondo sono insufficienti. L’anno scorso Carlos Tavares aveva ricevuto 14,9 milioni di euro in stipendi, bonus e pensioni, di cui 7,5 milioni legati alle sue prestazioni.

Il meccanismo

La cifra stellare che potrebbe raggiungere quest’anno è dovuta al fatto che la maggior parte del suo reddito (91%) è variabile, soggetto cioè alle sue prestazioni, spiega Stellantis nella sua relazione finanziaria annuale. Oltre ai 14,9 milioni di euro, Tavares potrebbe dunque ricevere azioni da qui al 2026, il cui importo è fissato in base al raggiungimento degli obiettivi finanziari, commerciali o tecnologici. Ecco perché la sua remunerazione totale potrebbe raggiungere i 23,5 milioni per l’anno scorso. È “in linea con quella dei suoi colleghi europei e americani”, ha dichiarato sabato all’Afp un portavoce di Stellantis. Per il 2021, la remunerazione del capo portoghese potrebbe ammontare a 19 milioni di euro, secondo gli stessi calcoli che includono i bonus a lungo termine pagati per diversi anni. L’anno scorso Carlos Tavares era in cima alla lista delle remunerazioni dei dirigenti del CAC 40 (le maggiori aziende francesi in termini di capitalizzazione di mercato), attirandosi le ire dei suoi azionisti e anche di Emmanuel Macron, che in aprile ha giudicato “scioccante ed eccessivo” l’importo “astronomico” della sua remunerazione.

Risultati

Intanto, il gruppo automobilistico è reduce da un secondo anno eccezionale con un utile netto record di 16,8 miliardi di euro. Nonostante il calo dei volumi di vendita, il produttore è riuscito a difendere i propri margini aumentando i prezzi. Il presidente di Stellantis, John Elkann, dovrebbe ricevere 5,8 milioni di euro per il 2022. L’americano Richard Manley, ex amministratore delegato di Fiat-Chrysler, riceverà invece 51,2 milioni di euro nel marzo 2022 per il suo contributo alla fusione. Giovedì scorso, in occasione della pubblicazione di questi risultati eccezionali, Stellantis ha anche annunciato il pagamento di 4,2 miliardi di euro di dividendi ai suoi azionisti.

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Nuovi Suv Dacia 2023-2024, 2 auto a sorpresa con aumento qualità importante a 25mila euro - Business Online

Se c'è un segmento di mercato su cui Dacia sta riuscendo a fare la voce grossa è quello dei suv. Merito del Duster che ha avuto il potere di democratizzare questa tipologia di auto ovvero renderla accessibile a tutti e allo stesso tempo anche desiderabile per via del prezzo contenuto e della qualità apprezzabile. C'è quindi molta curiosità intorno alle prossime mosse del marchio di origine rumena:

  • Dacia Bigster

  • Dacia Fastback

Dacia Bigster

Dacia sta pianificando l'introduzione di un nuovo suv di segmento C denominato Bigster, che permetterà al produttore di ampliare la sua gamma e di affermarsi in un segmento di mercato. Con una lunghezza di 4,60 metri, 12 centimetri in più rispetto ad una Renault Kadjar e 25 centimetri in più rispetto a un Duster, permetterà a Dacia di competere nel segmento dei compatti.

Questa volta l'attenzione è anche al comfort degli occupanti, grazie alla presenza di sette posti e all'utilizzo di tecnologie di ibridazione. La concept car Dacia Bigster, presentata durante la strategia di elettrificazione del gruppo Renault è stata l'anteprima del modello di produzione previsto per il 2024 che includerà alcuni elementi del design distintivo della concept.

La struttura robusta del suv, caratterizzata da parafanghi larghi e un cofano scolpito, è pensata per mostrare un aspetto massiccio e imponente. La griglia del radiatore ospiterà il nuovo logo del marchio, a simboleggiare l'evoluzione del brand.

Al momento non sono state fornite informazioni ufficiali sui dettagli tecnici del veicolo, ma non è da escludere che il suv possa essere equipaggiato con un motore 1.2 TCe abbinato a un sistema di ibridazione E-Tech. La dotazione di serie della Dacia Bigster dovrebbe includere una serie di accessori elettronici come i vetri anteriori elettrici, l'aria condizionata manuale, il cruise control, la radio e gli specchietti regolabili elettricamente.

Il prezzo di partenza della Bigster potrebbe essere attorno ai 25.000 euro, leggermente inferiore alla media del costo dei veicoli di segmento C presenti sul mercato. Il lancio del suv rappresenterà una svolta per il gruppo in quanto Dacia punta a offrire un prodotto di qualità superiore scommettendo su innovazione tecnologica e design distintivo.

Dacia Fastback

Dacia Fastback è il nome di un rendering creato dal sito Auto-Moto he immagina l'aspetto di un potenziale nuovo suv Dacia. L'ipotetica Dacia Fastback è stata immaginata con tecnologie di elettrificazione, come il sistema di ibridazione da 145 CV impiegato su modelli come Clio, Captur, Megane e Arkana.

Il marchio Dacia continua a godere di un successo in costante crescita anno dopo anno, con Duster e Sandero, in particolare nella versione robusta Stepway, che rappresentano i modelli di punta. Ma i modelli meno popolari come Lodgy o Dokker, fanno più fatica ad attirare clienti. Da qui l'intenzione di scommettere con maggiore decisione su suv.

Per ampliare la propria gamma di veicoli, Dacia punta quindi a sviluppare nuovi modelli che si andrebbero ad affiancare alla Spring, il primo modello 100% elettrico, e introdurre altre carrozzerie come un suv familiare. Dacia è dunque chiamata a rivedere la propria strategia per far fronte alla concorrenza e migliorare le vendite dei modelli meno popolari, possibilmente adottando tecnologie avanzate di propulsione e offrendo dotazioni di serie più complete.

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Perché ora il gasolio è tornato a costare meno della benzina - Il Post

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Da qualche giorno il gasolio costa meno della benzina: in tempi normali questa è una situazione che non fa notizia perché il suo prezzo è sempre stato minore di quello della benzina. Tuttavia, da agosto il rapporto si era ribaltato e il diesel era diventato il carburante più caro per una serie di motivi legati alla guerra, ai rincari dei prezzi del petrolio e alle sanzioni.

Il gasolio è il carburante più usato a livello industriale e nei trasporti, viene anche talvolta usato come combustibile per il riscaldamento. Per questi motivi ha sempre ricevuto un trattamento fiscale di favore e le accise, ossia le tasse di importo fisso che gravano su ogni litro di carburante venduto e che contribuiscono quindi a determinare il prezzo per il consumatore, sono inferiori rispetto a quelle sulla benzina – più usata invece per il trasporto privato.

Con l’inizio della guerra il calo delle importazioni di diesel dalla Russia, che forniva all’Unione europea circa il 30 per cento del suo fabbisogno, ha fatto aumentare notevolmente le quotazioni, che hanno anche superato quelle della benzina, annullando del tutto il vantaggio fiscale. Il prezzo del gasolio è stato superiore a quello della benzina per tutta la primavera, per poi tornare tradizionalmente sotto durante l’estate.

A settembre è tornato però a salire, sia in vista del periodo invernale (il gasolio è usato anche come fonte di riscaldamento) sia perché gli operatori hanno iniziato ad acquistarne in quantità massicce per fare scorta, dato che a livello di Unione europea si stava discutendo di imporre un embargo, ossia un divieto di importazione, al petrolio russo. È poi stato effettivamente introdotto: per i prodotti grezzi dal 5 dicembre dello scorso anno, per quelli raffinati (incluso il gasolio) dal 5 febbraio.

Secondo le dichiarazioni del presidente di UNEM (Unione Energie per la Mobilità) Claudio Spinaci, riportate da diversi giornali, i movimenti di mercato non erano insoliti per il gasolio, che anche prima della guerra era soggetto a fluttuazioni che a volte lo portavano sopra il prezzo della benzina. Gli aumenti però erano compensati dalle minori accise, quindi il consumatore non se ne accorgeva quasi mai. La guerra invece ha fatto aumentare talmente tanto le quotazioni che il vantaggio fiscale del gasolio non è riuscito a compensare i rincari.

Ora la situazione è piuttosto cambiata e i mercati energetici sono più stabili. Di fatto non si teme più la mancanza di gasolio e questo ne ha fatto diminuire i prezzi. Spinaci spiega che «queste tensioni si sono poi attenuate con il progressivo riequilibrarsi dei mercati internazionali e da novembre è emersa una chiara tendenza ribassista che oggi ha riportato entrambi i prodotti [benzina e gasolio] vicini ai livelli precedenti alla guerra, con un differenziale di prezzo tornato ai livelli storici. […] Poi non va dimenticato che, come per il gas, le scorte di gasolio sono alte, le temperature sono tutto sommato miti e ci si sta avvicinando a un periodo in cui la domanda di gasolio tende a diminuire a differenza di quella della benzina».

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Friday, February 24, 2023

Wall Street, l'andamento nella seduta del 24 febbraio 2023 - SoldiOnline.it

wall-street_1I principali indici azionari statunitensi hanno registrato ribassi nell'ordine dell'1-2% nell'ultima seduta della settimana, sui timori di una ripresa dell’inflazione negli Stati Uniti, che potrebbe costringere la FED a proseguire con la stretta monetaria.

Il Dow Jones ha chiuso in calo dell’1,02% a 32.817 punti, mentre l’S&P500 ha perso l’1,05% a 3.970 punti. Segno meno anche per il Nasdaq (-1,69% a 11.395 punti).

Giornata decisamente negativa per Tesla (-2,57% a 196,88 dollari).

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Performance negativa per le Piazze del Vecchio Continente - Borsa Italiana

News Image (Teleborsa) - Giornata negativa per Piazza Affari, che chiude le contrattazioni in ribasso, assieme agli altri Eurolistini. Wall Street, intanto, prosegue gli scambi in rosso, con l'S&P-500 che arretra dell'1,16%.

Lieve calo dell'Euro / Dollaro USA, che scende a quota 1,055. Prevale la cautela sull'oro, che continua la seduta con un leggero calo dello 0,66%. Il Petrolio (Light Sweet Crude Oil) mostra un guadagno frazionale dell'1,10%.

Sui livelli della vigilia lo spread, che si mantiene a +183 punti base, con il rendimento del BTP decennale che si posiziona al 4,33%.

Tra i mercati del Vecchio Continente lettera su Francoforte, che registra un importante calo dell'1,72%, tentenna Londra, che cede lo 0,37%, e scende Parigi, con un ribasso dell'1,78%.

Sessione negativa per Piazza Affari, con il FTSE MIB che lascia sul parterre l'1,07%; sulla stessa linea, chiude in retromarcia il FTSE Italia All-Share, che scivola a 29.226 punti.

In frazionale calo il FTSE Italia Mid Cap (-0,37%); con analoga direzione, in ribasso il FTSE Italia Star (-1,21%).

Al termine della seduta della Borsa di Milano, risulta che il controvalore degli scambi nella seduta odierna è stato pari a 3,33 miliardi di euro, in rialzo del 10,63% rispetto ai precedenti 3,01 miliardi; mentre i volumi scambiati sono passati da 0,71 miliardi di azioni della seduta precedente agli odierni 0,65 miliardi.

Tra i 439 titoli trattati, 167 hanno chiuso in ribasso, mentre 118 azioni hanno chiuso la sessione odierna in progresso. Stabili i restanti 154 titoli.

Tra le migliori Blue Chip di Piazza Affari, ben impostata Saipem, che mostra un incremento dell'1,95%.

Tonica ERG che evidenzia un bel vantaggio dell'1,71%.

Piccolo passo in avanti per Telecom Italia, che mostra un progresso dell'1,36%.

I più forti ribassi, invece, si sono verificati su Pirelli, che ha archiviato la seduta a -3,76%.

Interpump scende del 3,59%.

Calo deciso per Iveco, che segna un -2,56%.

Sotto pressione DiaSorin, con un forte ribasso del 2,37%.

In cima alla classifica dei titoli a media capitalizzazione di Milano, Danieli (+3,05%), Carel Industries (+2,84%), Intercos (+2,29%) e Datalogic (+1,76%).

Le peggiori performance, invece, si sono registrate su doValue, che ha chiuso a -7,90%.

Soffre Salcef Group, che evidenzia una perdita del 2,47%.

Preda dei venditori Wiit, con un decremento del 2,34%.

Si concentrano le vendite su Italmobiliare, che soffre un calo del 2,26%.

(Teleborsa) 24-02-2023 18:02

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Anche Ericsson taglia il personale: 8.500 licenziamenti in tutto il mondo - la Repubblica

MILANO - Il colosso svedese delle telecomunicazioni Ericsson licenzierà 8.500 dipendenti in tutto il mondo come parte di un vasto piano per tagliare i costi. È quanto riferisce Reuters, citando una comunicazione inviata dall'azienda ai dipendenti. Il taglio equivale a circa l'8% dei 105 mila dipendenti nel mondo della società, che lunedì aveva già annunciato l'intenzione di tagliare circa 1.400 posti di lavoro in Svezia.

"Il modo in cui verranno gestite le riduzioni dell'organico varierà a seconda delle pratiche locali del Paese", ha scritto l'amministratore delegato Borje Ekholm nella nota inviate ai dipendenti in cui si comunicavano i lcienziamenti. "In diversi Paesi le riduzioni del personale sono già state comunicate questa settimana", ha aggiunto.

Il taglio di Ericsson è il primo a coinvolgere una grande compagnia di telecomunicazioni dopo la raffica di licenziamenti che ha toccato Big Tech. In Italia l'azienda impiega circa 3000 dipendenti. Contattata da Repubblica l'azienda su possibili effetti per i lavoratori italiani l'azienda fa sapere di non avere nulla da aggiungere rispetto alla comunicazione già inviata a livello globale.

Anche Basf taglia 2600 posti

Maxi tagli anche per Basf. La multinazionale - riporta Bloomberg -  taglierà 2.600 posti di lavoro, circa il 2% della sua forza lavoro globale, per ottenere risparmi sui costi e fronteggiare i tagli del gas russo. L'agenzia Usa evidenzia che l'azienda ha "anche interrotto anticipatamente il suo programma da 3,2 miliardi di dollari di riacquisto di azioni". La competitività dell'Europa è "sempre più penalizzata da una eccessiva regolamentazione, processi di autorizzazione lenti e burocratici e, in particolare, costi elevati per la maggior parte della produzione", ha detto Martin Brudermüller, amministratore delegato di Basf.

L'anno scorso la bolletta del gas di Basf è aumentata di 2,2 miliardi di euro rispetto al 2021, anche se il consumo è diminuito del 35%. L'azienda ha già ha dichiarato di puntare a tagli dei costi annuali per 500 milioni di euro, in quanto non si aspetta che i prezzi del gas tornino ai livelli pre-guerra.

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Thursday, February 23, 2023

Borsa Italiana, il commento della seduta del 23 febbraio 2023 - SoldiOnline.it

Il Cane a sei zampe chiude in forte ribasso dopo la presentazione del piano strategico. In deciso progresso, invece, Pirelli. Ancora positivo il trend di Stellantis

mercato-azionario-positivoI maggiori indici di Borsa Italiana e le principali piazze finanziarie europee hanno chiuso la seduta in territorio positivo, con rialzi frazionali.

Il FTSEMib ha messo a segno un progresso dello 0,65% a 27.278 punti, dopo aver oscillato tra un minimo di 27.132 punti e un massimo di 27.449 punti. Il FTSE Italia All Share ha recuperato lo 0,69%. Segno più anche per il FTSE Italia Mid Cap (+0,99%) e il FTSE Italia Star (+0,68%). Nella seduta del 23 febbraio 2023 il controvalore degli scambi è salito a 3,01 miliardi di euro, rispetto ai 2,94 miliardi di mercoledì.

Il bitcoin si è riportato a 24.000 dollari (circa 22.500 euro).

Lo spread Btp-Bund si è ristretto sotto i 190 punti, con il rendimento del Btp decennale che è sceso al 4,35%.

L’euro è tornato sotto gli 1,06 dollari.

ENI ha subito uno scivolone del 5,36% a 13,358 euro. Il Cane a sei zampe ha comunicato i risultati finanziari preliminari del 2022, esercizio in cui il colosso petrolifero ha beneficiato di un contesto economico più favorevole. Di conseguenza, ENI ha evidenziato un forte miglioramento dei ricavi e della redditività. Dopo la diffusione dei risultati finanziari dell'esercizio 2022, il Cane a sei zampe ha presentato alla comunità finanziaria il Piano Strategico per il periodo 2023-2026 e ha fornito alcune indicazioni sulla politica dei dividendi nel periodo in esame. Inoltre, il colosso petrolifero ha ufficializzato la distribuzione della terza tranche del dividendo 2023 (relativo all’esercizio 2022). La cedola sarà di 0,22 euro e sarà staccata il 20 marzo.

Al contrario, Saipem ha messo a segno un progresso del 3,92%.

In ripresa i bancari.

Spiccano i rialzi del BancoBPM (+2,42%) e di UniCredit (+1,92%).

Pirelli ha guadagnato il 3,08% a 4,953 euro. Il gruppo degli pneumatici ha diffuso i risultati finanziari del 2022, esercizio che ha visto una crescita dei principali indicatori economici, risultati generalmente migliori del consensus degli analisti. Alla luce della performance registrata nel 2022, il management di Pirelli ha fornito i target finanziari per il 2023.

È rimasto positivo il trend di Stellantis. Le azioni del colosso automobilistico hanno registrato un progresso del 3,61% a 16,804 euro. Dopo la diffusione dei risultati finanziari dell'esercizio 2023 alcune banche d'affari hanno incrementato il target price sul titolo.

Chiusura negativa per Telecom Italia TIM alla vigilia del consiglio di amministrazione che dovrà decidere in merito all’offerta non vincolante ricevuta da KKR per NetCo. Il titolo della compagnia telefonica ha perso il 2,36% a 0,3025 euro.

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Wednesday, February 22, 2023

Inflazione in rallentamento a +10% a gennaio grazie al calo dei prezzi energetici - Il Fatto Quotidiano

A gennaio l’inflazione ha frenato ancora ma restando di nuovo a doppia cifra: +10% su base annua, dal +11,6 del mese prima. La stima preliminare era +10,1%. L’Istat sottolinea che si è registrato un “netto rallentamento” che “risente dell’andamento delle componenti più volatili dell’indice dei prezzi al consumo, fortemente condizionato dall’inversione di tendenza dei Beni energetici regolamentati (-12% su base annua)”. Ma se le quotazioni dell’energia si sono raffreddate, i prezzi degli altri beni e servizi – in particolare “gli alimentari lavorati, gli altri beni (durevoli e non durevoli) e i servizi dell’abitazione” – continuano a volare. Col risultato che la componente di fondo dell’inflazione – quella al netto degli energetici e degli alimentari freschi – accelera ancora. L’aumento del cosiddetto carrello della spesa, cioè il paniere di beni alimentari, per la cura della casa e della persona, scende a +12% dal +12,6% del mese precedente, ma si accentua la dinamica dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +8,5% a +8,9%).

L’inflazione più marcata si registra a gennaio nelle Isole (+11,7%, in lieve rallentamento da +13,9% di dicembre), segue il Nord-Ovest (+10%, da +11,4% del mese precedente). Tassi inferiori alla media nazionale si registrano invece nel Sud (+9,9%, da +11,7%), nel Nord-Est (+9,7%, da +11,5%) e nel Centro (+9,6%, da +11,0%). Lo comunica l’Istat, diffondendo i dati definitivi dei prezzi al consumo a gennaio. Nei capoluoghi delle regioni e delle province autonome e nei comuni non capoluoghi di regione con più di 150mila abitanti, indica ancora l’Istat, l’inflazione più elevata si osserva a Catania (+12,6%), Genova (+11,8%) e Palermo (+11,7%), mentre le variazioni tendenziali più contenute si registrano ad Aosta (+7,6%) e, ultima, a Potenza (+7,5%). Sopra la media nazionale si piazza Milano (+10,8%), sotto Roma (+8,9%).

“Ottima notizia. Effetto gas sul calo dell’inflazione”, commenta l’Unione nazionale consumatori. Secondo cui “vanno prorogati il taglio degli oneri di sistema e la riduzione dell’Iva sul gas al 5% anche per il secondo trimestre 2023. La riduzione delle bollette, infatti, è fondamentale per continuare a calmierare i prezzi. L’emergenza inflazione è ben lungi dall’essere risolta. Il costo della vita resta insostenibile. Per una coppia con due figli, l’inflazione al 10% significa una stangata pari a 3.167 euro su base annua, di cui 969 solo per mangiare e bere. Per una coppia con un figlio, la spesa aggiuntiva annua è pari a 2.931 euro, 875 per cibo e bevande. In media per una famiglia il rincaro è di 2.514 euro. Il primato spetta sempre alle famiglie numerose con più di 3 figli con una scoppola pari a 3558 euro, 1157 solo per i prodotti alimentari”, conclude il presidente Massimiliano Dona.

Per Federconsumatori “alla luce di questa situazione si rende sempre più indispensabile un intervento del Governo per l’attuazione di politiche di sostegno ai redditi e al potere di acquisto delle famiglie, soprattutto quelle con minore capacità di spesa. Provvedimenti che si devono concentrare soprattutto sul contrasto al caro-energia: a partire dalla sospensione dei distacchi per morosità, dalla previsione di una garanzia per la rateizzazione lunga delle bollette, dalla costituzione di un Fondo contro la povertà energetica e dal contenimento del costo dei carburanti che incidono fortemente sulla determinazione dei prezzi di beni e servizi”. Le risorse? “Attraverso il potenziamento della lotta ai fenomeni speculativi, all’evasione e all’elusione fiscale, prevedendo al contempo un aumento della tassazione su extraprofitti (non solo in campo energetico) e rendite finanziarie”.

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Borsa Italiana, il commento della seduta del 22 febbraio 2023 - SoldiOnline.it

Giornata negativa per i bancari. In rialzo, invece, Stellantis dopo la diffusione dei risultati del 2022. Bene anche Telecom Italia TIM. In rosso le utilities

mercato-scende_2I maggiori indici di Borsa Italiana hanno terminato la giornata con ribassi nell'ordine del punto percentuale, mentre le principali piazze finanziarie europee hanno registrato variazioni fraizonali. Secondo Pierre Veyret – analista tecnico di ActivTrades - gli investitori temono un peggioramento delle condizioni di politica monetaria, con le condizioni macro che costringono le banche centrali ad adeguarsi attraverso ulteriori aumenti dei tassi. L'esperto ha segnalato che lo STOXX50 rimane appena sopra il limite inferiore del canale rialzista a 4.215 punti. "Un breakout di questo livello invaliderebbe la tendenza rialzista nel breve termine, mentre un’eventuale tenuta porterebbe ad un consolidamento del mercato", ha puntualizzato Pierre Veyret.

Il FTSEMib ha perso l'1,12% a 27.102 punti, dopo aver oscillato tra un minimo di 26.868 punti e un massimo di 27.389 punti. Il FTSE Italia All Share ha subito un calo dell'1,09%. In rosso anche il FTSE Italia Mid Cap (-0,78%) e il FTSE Italia Star (-0,53%). Nella seduta del 22 febbraio 2023 il controvalore degli scambi è salito a 2,94 miliardi di euro, rispetto ai 2,32 miliardi di martedì.

Il bitcoin è sceso sotto i 24.000 dollari (meno di 22.500 euro).

Lo spread Btp-Bund ha oscillato tra i 190 e i 195 punti, con il rendimento del Btp decennale ha superato il 4,45%.

L’euro è sceso sotto gli 1,065 dollari.

Giornata negativa per i bancari. Spicca il calo di BPER Banca (-4,39%).

Male anche IntesaSanpaolo (-3%) e UniCredit (-2,67%).

FinecoBank (-4,77%) ha registrato la peggiore performance di giornata al FTSEMib.

Al contrario, Stellantis ha registrato un rialzo del 2,21% a 16,218 euro. Il colosso automobilistico ha diffuso i dati finanziari relativi al 2022, esercizio chiuso con un aumento dei ricavi e della redditività. Inoltre, Stellantis ha fornito anche alcune indicazioni finanziarie per l’esercizio in corso e ha definito l’ammontare del dividendo 2023 (relativo all’esercizio 2022).

Sotto i riflettori Telecom Italia TIM dopo la flessione subita nella seduta precedente. Il titolo della compagnia telefonica ha guadagnato il 2,79% a 0,3098 euro. La compagnia telefonica ha comunicato di aver ricevuto da KKR la richiesta per la proroga al 24 marzo 2023 del termine per l’offerta indicativa e non vincolante sull’infrastruttura fissa del gruppo. Telecom Italia TIM ha confermato che il consiglio di amministrazione per discutere dell’offerta non vincolante di KKR e assumere le decisioni del caso si terrà il 24 febbraio 2023.

Enel (-1,43%) ha guidato il calo delle utilities. Performance peggiori per Snam (-2,48%) e Terna (-2,04%).

All’Euronext Growth Milan SolidWorld Group sulle montagne russe (+3,53% a 3,52 euro, dopo aver oscillato tra un minimo di 2,97 euro e un massimo di 3,71 euro), dopo il forte rialzo messo a segno nelle precedenti quattro sedute. Il prezzo del titolo era passato dai 2,02 euro della chiusura del 15 febbraio 2023 ai 3,4 euro del 21 febbraio.

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Tuesday, February 21, 2023

Il primo biodiesel di Eni prodotto con il 100% di materie prime vegetali arriva nelle stazioni di servizio. Ecco come trovarlo - DMove.it

Eni ha reso disponibile il suo primo diesel prodotto con il 100% di materie prime rinnovabili. Si chiama HVolution e si trova in 50 stazioni di servizio. Entro marzo si potrà trovare complessivamente in 150 punti vendita in Italia.

La tecnologia biodiesel affonda le radici dalla volontà di Eni di trasformare nel 2014 gli impianti di Venezia e Gela in bioraffinerie. È nata così Ecofining, la tecnologia proprietaria di Eni che permette di trattare materie prime vegetali di scarto e olii non edibili per produrre il biocarburante HVO (Hydrotreated Vegetable Oil, cioè olio vegetale idrogenato).

HVOlution è quindi il biocarburante di Eni prodotto al 100% da HVO puro e, prima di arrivare all’effettiva commercializzazione, è stato testato da diversi clienti della società per il movimento di mezzi aeroportuali e di veicoli commerciali della logistica.

Una piccola parte di HVOlution è comunque già stata utilizzata da migliaia di utenti in tutta Italia, dato che dal 2016 rappresenta il 15% del carburante Eni Diesel+.

Per quanto sia prodotto al 100% con materie prime rinnovabili, HVOlution non ha un’impronta carbonica azzerata, tuttavia il suo utilizzo mira a ridurre le emissioni di CO2 tra il 60% e il 90%.

La compatibilità del proprio motore con HVOlution, equivalente al codice prodotto EN 15940 (XTL), è consultabile sul libretto di manutenzione del veicolo, ma dovrebbe essere garantita per tutti i nuovi turbodiesel di Volkswagen, da 2 e 3 litri, così come i nuovi diesel di Stellantis.

Per trovare le 50 stazioni dotate di HVOlution consigliamo di recarsi sul sito Eni Station Finder e applicare alla ricerca il filtro per tipo di carburante. I prezzi al litro non dovrebbero essere molto distanti da quelli di Diesel+.

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Superbonus, Nomisma: "Risparmio in bolletta di 964 euro l'anno" | Forte riduzione delle emissioni di CO2 - TGCOM


Secondo il recente studio di Nomisma l'impatto economico complessivo del Superbonus 110% sull'economia nazionale è stato pari a 195,2 miliardi di euro, con un effetto diretto di 87,7 miliardi, 39,6 miliardi di effetti indiretti e 67,8 miliardi di indotto. Per valutare gli effetti finanziari del provvedimento, Nomisma segnala come già nel 2021 un'analisi prodotta dal Consiglio nazionale degli ingegneri (CNI) evidenziava che il disavanzo per le casse dello stato sarebbe stato compensato dalla generazione di Pil. Lo studio indicava come complessivamente un carattere di sostenibilità della misura sarebbe stato prevedibile in un orizzonte di 4 o 5 anni, periodo in cui, dati i precedenti, la domanda di ristrutturazioni e di efficientamento energetico degli edifici avrebbe potuto mantenersi su livelli elevati, attivando nel sistema economico ulteriori effetti di crescita. Complessivamente l'incremento del valore degli immobili oggetto di riqualificazione, nell'ipotesi che tutte le unità immobiliari riqualificate rientrino nelle classi energetiche inferiori, supererebbe i 7 miliardi di euro.

   
In uno scenario in cui si stima che in Italia il settore delle costruzioni consumi oltre il 30% dell'energia primaria (generata per il 93% da fonti non rinnovabili) e sia responsabile di circa un terzo delle emissioni di gas serra, risulta particolarmente rilevante anche una valutazione dell'impatto positivo a livello ambientale: dai risultati dello studio emerge una riduzione totale delle emissioni di Co2 in atmosfera, responsabile mediamente del 40% del totale con punte fino al 70% nelle grandi città, stimata in 1,42 milioni di tonnellate. Al riguardo, l'investimento per la transizione ecologica attraverso il Superbonus è di 59 euro per tonnellata Co2, contro 52 euro per trasporti e 95 per industria.

Questo per altro si riflette anche sul bilancio delle famiglie, con risparmi pari a circa 29 miliardi di euro (dati stimati da Nomisma sui cantieri già conclusi). Nello specifico, per chi ha beneficiato della misura il risparmio medio in bolletta, considerando anche il periodo straordinario di aumento dei costi dell'energia, è infatti risultato pari a 964 euro all'anno. Lo studio evidenzia anche una riduzione del 15,5% per un solo salto di classe energetica, 30,9% per un salto di 2 classi energetiche e del 46,4% per un salto di 3 classi. In termini di impatto sociale, sempre secondo lo studio di Nomisma, l'incremento è di 641.000 occupati nel settore delle costruzioni e di 351.000 occupati nei settori collegati.

Patuanelli: "Studio Nomisma pietra tombale sulle fake news del governo" - "Ultimo studio #Nomisma è pietra tombale su fake news del Governo. #Superbonus". Così, su Twitter il senatore M5S Stefano Patuanelli. Poche ore prima, a scagliarsi contro il governo per la marcia indietro sul Superbonus era stato Giuseppe Conte che, ospite a Quarta Repubblica, aveva attaccato il premier Giorgia Meloni e il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti: "Governo irresponsabile, parla di un buco di bilancio che non c'è".

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Monday, February 20, 2023

Eurovita, cosa sta succedendo? Tutti i rischi per i risparmiatori - Wall Street Italia

Il caso Eurovita sta tenendo banco da qualche mese dopo che il regolatore (Ivass) ha commissariato la compagnia assicurativa il 31 gennaio 2023 e bloccato i riscatti delle polizze vita da parte dei clienti fino al 31 marzo 2023. Vediamo cosa è successo e quali rischi corrono i clienti della società.

Cosa è successo a Eurovita

Ogni compagnia assicurativa, alla stregua delle banche, deve avere un adeguato livello di patrimonializzazione, definito come il rapporto tra i fondi propri (Own Funds) e il requisito di capitale di solvibilità (Solvency Capital Requirement – SCR) a una certa data. I primi sono calcolati a partire dalla valutazione del bilancio della compagnia a valori di mercato (Fair Value). L’SCR è determinato valutando i rischi sottostanti al business sviluppato secondo quanto previsto dalla normativa Solvency II. Eurovita attualmente ha un coefficiente di solvibilità sotto al 150%, la soglia di tolleranza delle autorità di controllo. Ivass ha pertanto chiesto una ricapitalizzazione da 200 milioni di euro. Il fondo di private equity Cinven, azionista di riferimento di Eurovita, si dice impossibilitato a mettere altre risorse all’interno della società assicurativa. Proprio per questo motivo aveva deciso di cedere il controllo della società. A farsi avanti erano stati alcuni potenziali acquirenti. Tra questi c’era il fondo di private equity JC Flowers, azionista di Eurovita fino al 2017, che si era dimostrato disposto a riacquistare la compagnia per circa 300 milioni. Ma la trattativa è saltata.

Cosa potrebbe accadere a Eurovita

Se la crisi della compagnia assicurativa dovesse protrarsi oltre il 31 marzo 2023, l’Ivass potrebbe decidere di mettere la società in:

  • amministrazione straordinaria, con conseguente scioglimento degli organi societari; la procedura potrebbe durare fino a un massimo di due anni.
  • liquidazione coatta amministrativa, con conseguente revoca dell’esercizio dell’attività e liquidazione fallimentare. Uno scenario inedito per un’assicurazione vita italiana, che non si è mai verificato nella storia.

I rischi per i risparmiatori

Lo scenario è diverso a seconda che i risparmiatori abbiano sottoscritto polizze ramo I (a gestione separata) o polizze multiramo (o ramo III). Le polizze ramo I sono investimenti finanziari con veste assicurativa in cui il portafoglio ha una gestione separata dal capitale della compagnia stessa. Se Eurovita fallisse, il patrimonio delle gestioni separate non rientrerebbe nel fallimento, ma sarebbe liquidato ai prezzi di mercato dei titoli presenti in portafoglio e decadrebbe la garanzia della restituzione del 100% del capitale versato. 

Le polizze ramo III sono formate da una gestione separata e da fondi assicurativi interni. Per la prima componente, tutto sarebbe considerato come per le polizza ramo I di cui abbiamo appena parlato. Per la seconda componente invece non ci sarebbe alcun tipo di garanzia se non quella di una valutazione di mercato come per una normale fondo di investimento.

Sulle somme da restituire pende la spada di Damocle del rialzo dei tassi d’interesse da parte delle banche centrali. Tali rialzi potrebbero generare cali dei prezzi dei titoli proporzionali alla durata dei titoli stessi. Ogni fondo ed ogni gestione separata, potrebbe avere portafogli completamente diversi, con valori e patrimonialità che andranno valutate al momento dell’eventuale liquidazione. Insomma una situazione tutta da definire e che non può essere in nessun modo considerata a priori senza conoscere la condizione e le scelte effettuate dai gestori.

In caso di liquidazione coatta amministrativa, i risparmiatori coinvolti saranno supportati dal liquidatore delle polizze, per la valutazione delle somme che verranno restituite loro.

E se lo Stato salvasse Eurovita?

L’attuale commissario di Eurovita, Alessandro Santoliquido, dovrà valutare meglio la situazione patrimoniale della società e cercare al tempo stesso un acquirente o un nuovo socio che possa garantire i 200 milioni di aumento di capitale previsto da Ivass. E se non ci riuscisse? Lo Stato Italiano potrebbe intervenire e salvare Eurovita, considerati:

  • l’esiguità del capitale richiesto (200 milioni);
  • il fatto che ci sono 400 mila clienti coinvolti, con 20 milioni di risparmi investiti;
  • gli esborsi statali, e quindi a carico dei contribuenti per Monte Dei Paschi, Carige, le sei banche fallite tra il 2015 ed il 2016, che sono stati superiori ai 20 miliardi di euro. 200 milioni per Eurovita sarebbero veramente un’inezia.

Infine, un’avvertenza per i risparmiatori: prima di sottoscrivere qualsiasi prodotto assicurativo, occorre prestare molta attenzione ai livelli di solidità delle assicurazioni e delle banche che li collocano. Per quanto riguarda Eurovita, l’unica speranza di salvezza è un cavaliere bianco che la rilevi Eurovita e scongiuri così il fallimento. Per il bene della compagnia, ma soprattutto dei risparmiatori italiani coinvolti.

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Borsa Italiana, il commento della seduta del 20 febbraio 2023 - SoldiOnline.it

Telecom Italia TIM ha registrato una flessione del 2,7%. In rosso anche UniCredit e Banca Generali. Wall Street è rimasta chiusa per festività

mercato-rossoI maggiori indici di Borsa Italiana e le principali piazze finanziarie europee hanno registrato ribassi frazionali nella prima seduta della settimana. La giornata è stata priva di indicazioni di Wall Street, che è rimasta chiusa per festività.

Il FTSEMib ha chiuso in calo dello 0,56% a 27.597 punti, dopo aver oscillato tra un minimo di 27.590 punti e un massimo di 27.852 punti. Il FTSE Italia All Share ha perso lo 0,52%. Segno meno anche per il FTSE Italia Mid Cap (-0,14%) e per il FTSE Italia Star (-0,23%). Nella seduta del 20 febbraio 2023 il controvalore degli scambi è sceso a 2,18 miliardi di euro, rispetto ai 2,85 miliardi di venerdì.

Il bitcoin ha toccato i 25.000 dollari (oltre 23.000 euro).

Lo spread Btp-Bund si è riportato a 185 punti, con il rendimento del Btp decennale che ha superato il 4,3%.

L’euro è rimasto sotto gli 1,07 dollari.

Telecom Italia TIM ha registrato una flessione del 2,71% a 0,305 euro. Secondo quanto scritto su Il Sole24Ore nel week-end restano le incertezze su un’offerta della Cassa Depositi e Prestiti per l’infrastruttura di rete della compagnia telefonica, in attesa del consiglio di amministrazione del 24 febbraio, chiamato a decidere in ordine all’offerta non vincolante ricevuta da KKR. Intanto, dopo la diffusione dei risultati finanziari dell’esercizio 2022 gli analisti di Fitch hanno confermato il rating “BB-”. Tuttavia, gli esperti non escludono un possibile miglioramento dell’outlook da “Negativo” a “Stabile”, qualora la compagnia telefonica dovesse confermare il recente andamento dell’EBITDA, sostenuto da un miglioramento delle attività domestiche e da una più forte generazione di cassa.

Ancora spunti importanti tra i bancari.

È proseguito il rally del Monte dei Paschi di Siena (+7,98%).

In forte calo UniCredit (-2,85% a 19 euro). Il 27 febbraio 2023 l’istituto guidato da Andrea Orcel entrerà nell’indice Euro STOXX 50 in sostituzione di Linde.

In rosso Banca Generali (-2,47% a 33,16 euro). La compagnia ha distribuito la seconda tranche del dividendo relativo all'esercizio 2021 per un ammontare di 0,8 euro per azione.

Enel ha perso lo 0,06% a 5,35 euro. Il colosso elettrico ha comunicato che la controllata Enel Argentina ha siglato e perfezionato un accordo per la vendita del 75,7% detenuto dal gruppo nella società di generazione termoelettrica Enel Generación Costanera. Contestualmente, Enel ha firmato l'accordo per la cessione del 41,2% detenuto nella società di generazione termoelettrica Central Dock Sud. Il corrispettivo totale ammonta a 102 milioni di dollari.

Chiusura decisamente positiva per Saipem (+3,23%).

All’Euronext Growth Milan non si è fermata la corsa di Ulisse Biomed (+6,13% a 3,115 euro), dopo il balzo messo a segno la scora settimana. Il prezzo del titolo è passato dagli 1,064 euro della chiusura del 10 febbraio 2023 ai 2,935 euro del 17 febbraio.

Focus anche su Digital360 (+0,84% a 4,8 euro), dopo la diffusione dei risultati preliminari dell’esercizio 2022, chiuso con ricavi in aumento dell’85% e un EBITDA in crescita del 75%.

SolidWorld Group è rimasta sospesa per eccesso di rialzo, consolidando il rally in atto da tre sedute. Il prezzo del titolo era passato dai 2,05 euro della chiusura del 15 febbraio 2023 ai 3,33 euro del 17 febbraio.

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Spunta blu su Instagram e Facebook a pagamento: cosa comprende l'abbonamento e quando arriverà in Italia - Corriere della Sera

Non solo la certificazione di autenticità del profilo, ma anche più visibilità e un'assistenza dedicata. La sperimentazione in Australia  e Nuova Zelanda

Dal 2019, nella pagina di accesso a Facebook c'è scritto «È gratis e lo sarà sempre». Vero, per iscriversi o accedere al social di Mark Zuckerberg - o a Instagram, piattaforma gemella nella galassia Meta - non è mai stato necessario pagare. Ora però la società - che negli scorsi mesi ha ammesso di aver sbagliato i calcoli sulla sua strategia di business e ha dovuto licenziare 11mila dipendenti - ha deciso di trovare una forma di guadagno «extra» dai tanti, tantissimi utenti che sfruttano questi social per crearsi un nome e - ovviamente - anche generare introiti. La spunta blu è la chiave, proprio come è già successo su Twitter. Per ottenerla sarà a breve necessario sottoscrivere un abbonamento chiamato «Meta Verified», che non solo comprende il certificato di autenticità del profilo, ma anche altre funzionalità specificatamente pensate per personaggi celebri e influencer.

Quando arriverà in Italia?

Mark Zuckerberg ha annunciato, attraverso il suo Channel -  la nuova funzionalità di Instagram - e poi sul blog ufficiale, la novità di «Meta Verified», che viene sperimentata già questa settimana in due Paesi, Australia e Nuova Zelanda. Per gli altri Paesi non c'è ancora una data, ma solo una rassicurazione che arriverà «soon», presto. È probabile che Meta voglia prima fare le dovute analisi sul funzionamento dell'abbonamento e sulle reazioni degli utenti, prima di espanderlo a livello globale. È ipotizzabile che non lo vedremo arrivare da noi, in Italia, prima di qualche mese. Per sottoscrivere «Meta Verified» bisognerà pagare 11,99 dollari al mese (che salgono a 14,99 dollari su iOS).

I requisiti per ottenere «Meta Verified»

Cosa comprende? Intanto la famosa «spunta blu», quel simbolo che certifica che il profilo appartiene davvero alla persona che porta quel nome. È bene specificare che bisognerà acquistare un abbonamento «Meta Verified» per ogni account che si gestisce. E non è possibile trasferire l'abbonamento da Instagram a Facebook e viceversa. Per ottenerlo bisogna essere maggiorenni e, per ora, è una funzionalità pensata solo per gli individui (e non per i profili Business). Ci sono altre regole: 
- Il profilo deve essere associato al nome completo della persona, con una foto profilo dove appare in modo chiaro il volto
- Bisogna avere attivato la autenticazione a due fattori
- Bisogna dimostrare di essere stati attivi, con una cronologia di post soddisfacente
- Bisogna presentare un documento di identità
Nell'Help Centre viene anche specificato che «Meta Verified» supporta solo profili con il proprio nome indicato per esteso e che «una volta che il profilo viene verificato, non si può cambiare il nome, lo username, la data di nascita o la foto senza ripetere il processo di verifica».

Stelle su Facebook e sticker su Instagram

Oltre alla certificazione della propria identità con la spunta blu, «Meta Verified» porta anche altre funzioni pensate per le celebrità social. Gli utenti con abbonamento avranno accesso a un supporto dedicato - con esseri umani a rispondere alle loro richieste - così come a un monitoraggio di account fake che profano a «rubare» la loro identità. Poi i loro profili avranno diritto a una linea prioritaria nei commenti su altri profili e saranno messi in evidenza nella pagina Explore e nel carosello di Reels su Instagram. Avranno anche diritto a «sticker esclusivi» nelle Storie di Instagram. Per quanto riguarda Facebook, secondo quanto scritto su Twitter dall'analista Matt Navarra, «Meta Verified» prevede anche cento «Star» gratuite al mese. Si tratta di una funzione che consente di guadagnare dalle dirette streaming. Chi segue la diretta può acquistare queste «stelle» e inviarle all'influencer che sta trasmettendo. Chi ha sottoscritto l'abbonamento ne potrà inviare cento ogni mese gratuitamente, per «dare supporto agli altri creator». Non c'è traccia invece di una riduzione di pubblicità per la bacheca dei profili con «Meta Verified».

Più sicurezza o più visibilità?

Intanto dall'Australia, dove l'abbonamento arriverà a giorni, iniziano a girare i primi commenti della comunità di coloro che usano Facebook e Instagram come strumenti professionali. Al Sydney Morning Herald la studentessa Elle Ray di Melbourne (che conta 57mila follower su Instagram) ha detto che non ha nessun dubbio sull'abbonamento. Si iscriverà sicuramente: «L'aspetto principale per me è che si riceve assistenza, una persona che ti assiste con i tuoi problemi. È un essere umano in carne e ossa, una cosa a cui non molti creatori hanno accesso al momento. Sarà molto importante, soprattutto quando qualcuno si spaccia per te». Ma, come puntualizza Sarah Frier, giornalista di Bloomberg, la vera novità non sta nell'ambito sicurezza ma in quel «visibilità e reach incrementati» che porterà chi sottoscrive l'abbonamento ad espandere la sua presenza social più facilmente. 

20 febbraio 2023

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