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Monday, February 28, 2022

Rendimento Btp in caduta all'1,7%, scommesse sulla Bce - Ultima Ora - Agenzia ANSA

(ANSA) - MILANO, 28 FEB - Lo spread tra Btp e Bund tedesco chiude a 157 punti base, in calo di 3 punti rispetto a venerdì scorso, in una seduta positiva per tutti i titoli di stato, percepiti come beni rifugio nell'attuale clima di incertezza e paura sui mercati. Il Btp decennale italiano ha brillato in Europa riducendo 12,8 punti base il suo rendimento, sceso all'1,70%: il mercato vede dilatarsi la tempistica di una stretta monetaria da parte della Bce (prezza un aumento dei tassi di 19 punti base in ottobre contro i 25 di venerdì) alla luce delle parole caute di alcuni componenti dell'Eurotower come Fabio Panetta e Mario Centeno.
    Dopo lo scoppio del conflitto in Ucraina la Bce deve prendere "decisioni con cautela" perché "il mondo è divenuto più cupo e i nostri passi dovrebbero essere più piccoli", ha detto Panetta.
    Mentre Centeno, pur auspicando "una normalizzazione" della politica monetaria, ha ammesso che il conflitto potrebbe impattare su quando si materializzerà. "Uno scenario vicino alla stagflazione non è fuori dalle possibilità" per cui "dobbiamo calibrare le nostre politiche su questo". (ANSA).
   

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Sunday, February 27, 2022

Borsa, crollano i future a Wall Street: Nasdaq -3%, S&P 500 -2,9 - Ultima Ora - Agenzia ANSA

(ANSA) - NEW YORK, 27 FEB - I future sui listini di Wall Street crollano. Quelli sul Dow Jones perdono oltre l'1,5%, quelli sul Nasdaq cedono il 3% e quelli sullo S&P 500 il 2,9%.
    (ANSA).
   

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Bonus sociale per pagare le bollette, i requisiti e come ottenerlo: facciamo chiarezza - ContoCorrenteOnline.it

Come ottenere il bonus sociale per il caro bollette di luce e gas? I requisiti di reddito ed anche della fornitura.

Non basteranno per tutti, gli interventi dello Stato italiano sui rincari di bollette per la luce ed il gas. Certo, c’è l’azzeramento delle aliquote, l’abbassamento dell’IVA, più l’incremento del denaro messo a disposizione per la produzione interna di gas. Ma per poter risparmiare, c’è bisogno di alcuni requisiti legati all’ISEE. Vediamo cosa bisogna avere.

Bollette luce e gas (Web)
Bollette luce e gas (Web)

Il Bonus Sociale, non riguarda infatti tutti, ma è pensato per le famiglie che dovessero versare in condizioni di scarsa stabilità economica. Esse, possono accedervi se l’ISEE non superasse gli 8.265 euro all’anno, mentre per una famiglia numerosa con almeno quattro figli, la soglia si alza a 20.000 euro di ISEE all’anno. Terza opzione, far parte di un nucleo familiare percettore di Reddito o Pensione di cittadinanza.

Come ottenere il bonus e risparmiare sulle bollette

Se si potesse raggiungere una delle opzioni citate, basterà presentare la DSU e richiedere l’ISEE, col calcolo dell’indennità che quindi avviene in automatico. Altrimenti, si potranno comunque seguire alcune linee guida per poter risparmiare sul gas. Per chi invece riesce ad ottenere la possibilità del bonus, ricordare che è anche cumulabile al Bonus disagio Fisco. Ma i requisiti non sono soltanto reddituali, ecco cos’altro bisogna sapere.

Essi, riguardano la stessa fornitura, per chi non ha la possibilità di adempiere al cento per cento al suo costo. Infatti, si può richiedere di rateizzare il pagamento in una soluzione di 10 rate da almeno 50 euro, o anche in un numero minore di rate, ma sempre con la stessa soglia da pagare. La rateizzazione va richiesta e non è ovviamente, passibile di moratorie.

Quali sono i requisiti a cui dovrà rispondere la nostra fornitura, affinché ci sia accordato il bonus? Chi mostra la condizione economica da premiare, deve essere anche il titolare del contratto di fornitura. Il bonus, si può richiedere soltanto per servizi di uso domestico e attivi al momento della richiesta. Il gas quindi, non può ricevere supporto da un contatore superiore alla classe massima utilizzata per le utenze domestiche ed inoltre va fatta dichiarazione di utilizzo dello stesso, per riscaldamento e cottura del cibo. Così, è anche per l’acqua, e qualora le due forniture fossero ad ordine condominiale, i requisiti da rispettare sarebbero gli stessi.

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Cessione del credito, le novità nel testo del Decreto Frodi 13/2022 pubblicato in Gazzetta Ufficiale - Informazione Fiscale

Cessione del credito, è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il testo del Decreto contro le frodi in edilizia. Dal superbonus ai bonus casa ordinari, ma anche per le imprese del turismo, il DL n. 13 del 25 febbraio 2022 riscrive le regole: tornano le cessioni multiple, ma limitate e vigilate. Dal 1° maggio stop alle cessioni parziali.

Cessione del credito, il testo del Decreto Frodi n. 13 del 25 febbraio 2022 è stato finalmente pubblicato in Gazzetta Ufficiale.

Le novità approvate dal Consiglio dei Ministri del 18 febbraio diventano definitive: ripartono le cessioni del credito multiple, con la possibilità di tre operazioni, ma con nuovi limiti e sotto l’occhio vigile dell’Agenzia delle Entrate.

Dopo la prima cessione del credito, sia per il superbonus che per i bonus casa ordinari, saranno consentiti altri due trasferimenti solo in favore di banche e intermediari finanziari iscritti all’albo previsto dall’articolo 106 del Testo Unico in materia bancaria e creditizia o verso imprese di assicurazione autorizzate ad operare in Italia.

Novità che si applicheranno anche alle cessioni relative al superbonus dell’80 per cento per le imprese turistiche e al credito d’imposta per la digitalizzazione di agenzie di viaggio e tour operator.

Dal 1° maggio 2022 saranno inoltre vietate le cessioni parziali del credito d’imposta, successivamente alla prima comunicazione dell’opzione all’Agenzia delle Entrate. Dalla stessa data debutterà il “bollino blu”, il codice identificativo attribuito ai crediti d’imposta che dovrà essere indicato ai fini delle ulteriori cessioni del credito.

Il testo del decreto contro le frodi in materia edilizia, il DL n. 13 del 25 febbraio 2022, conferma inoltre l’inasprimento delle sanzioni per le false asseverazioni, così come le novità in materia di assicurazione ad hoc, con massimale pari all’importo dei lavori.

Cessione del credito, le novità nel testo del Decreto Frodi 13/2022 pubblicato in Gazzetta Ufficiale

Il testo del decreto legge n. 13 pubblicato in Gazzetta Ufficiale del 25 febbraio 2022 riscrive nuovamente le regole in materia di cessione del credito e, come prima cosa, dispone l’abrogazione della stretta prevista per il superbonus e i bonus casa dall’articolo 28 del decreto Sostegni ter.

Riparte parzialmente, con un sistema di vigilanza più serrato, il mercato della cessione del credito.

Viene nuovamente riscritto l’articolo 121 del decreto Rilancio n. 34/2020, che disciplina per l’appunto le regole per la monetizzazione dei bonus edilizi.

Stando alle novità previste dall’articolo 1 del decreto legge n. 13/2022, sia per lo sconto in fattura che per la cessione del credito, il credito d’imposta maturato, successivamente alla prima cessione libera, potrà essere ulteriormente trasferito altre due volte, ma esclusivamente in favore di:

  • banche e intermediari finanziari iscritti all’albo previsto dall’articolo 106 del TUB (decreto legislativo n. 385/1993);
  • società appartenenti a gruppi bancari iscritti all’albo previsto dall’articolo 64 del TUB;
  • imprese di assicurazione autorizzate ad operare in Italia ai sensi del decreto legislativo 7 settembre 2005, n. 209,

Si specifica che per quel che riguarda l’opzione per lo sconto in fattura, le nuove regole si applicheranno al fornitore in capo al quale matura il credito d’imposta relativo alla riduzione del corrispettivo per i lavori eseguiti o i beni ceduti.

Un’apertura, seppur limitata, alle cessioni del credito multiple, che si applicherà immediatamente. Per l’avvio delle novità si rende necessario attendere un nuovo aggiornamento al software dell’Agenzia delle Entrate per l’esercizio delle opzioni.

Le stesse regole si applicheranno anche ai bonus Covid cedibili ai sensi dell’articolo 122 del decreto Rilancio, quali ad esempio il credito d’imposta per la sanificazione e per i canoni di locazione.

Partiranno invece dal 1° maggio 2022 le novità relative al divieto di cessione parziale del credito e all’attribuzione del “bollino blu”.

Decreto legge n. 13 pubblicato in Gazzetta Ufficiale del 25 febbraio 2022
Scarica il testo del decreto legge contenente misure urgenti per il contrasto alle frodi e per la sicurezza nei luoghi di lavoro in materia edilizia, nonché sull’elettricità prodotta da impianti da fonti rinnovabili

Cessione del credito, dal 1° maggio 2022 stop alle cessioni parziali e codice identificativo: le novità nel testo del Decreto Frodi

Debutteranno dal 1° maggio 2022 le ulteriori novità previste in materia di cessione del credito.

Così come previsto dal comma 3, articolo 1 del decreto legge n. 13/2022, i crediti derivanti dalle opzioni per la monetizzazione del superbonus e degli altri bonus casa non potranno essere ceduti parzialmente dopo l’invio della prima comunicazione all’Agenzia delle Entrate.

Si fermano quindi le cessioni parziali, e sarà introdotto un codice identificativo univoco per il trasferimento dei crediti fiscali. Il “bollino blu” dovrà essere indicato nelle eventuali successive cessioni, secondo le modalità che verranno definite dall’Agenzia delle Entrate con apposito provvedimento.

Cessione del credito limitata anche per il superbonus alle imprese turistiche e per il bonus digitalizzazione per agenzie di viaggio e tour operator

La stretta alla cessione del credito tocca anche le imprese turistiche.

Il decreto Frodi n. 13/2022 interviene infatti anche sulle regole previste nell’ambito del superbonus dell’80 per cento introdotto dal decreto legge n. 152 del 6 novembre 2021.

Anche in tal caso, sarà possibile effettuare tre operazioni di cessione del credito, che potrà essere trasferito esclusivamente per intero una sola volta, fatta salva la possibilità di ulteriori due cessioni in favore di banche, intermediari finanziari, società appartenenti a gruppi bancari o imprese di assicurazione autorizzate ad operare in Italia.

Saranno considerati nulli i contratti che prevedono operazioni differenti da quelle disposte dal nuovo provvedimento, senza periodi transitori. Sarà un provvedimento dell’Agenzia delle Entrate a stabilire le modalità attuative, anche in merito alla tracciabilità del credito d’imposta.

Stessa stretta anche per il credito d’imposta del 50 per cento previsto per la digitalizzazione di agenzie di viaggio e tour operator.

Decreto Frodi, pesanti sanzioni in caso di asseverazioni false e assicurazioni professionali da rifare

Sono numerose e profonde le modifiche introdotte alla disciplina del superbonus e dei bonus casa, e la cessione del credito diventa ad ostacoli anche per le agevolazioni specifiche previste per il comparto turistico.

Tra le novità, il testo del decreto legge n. 13 del 25 febbraio 2022 conferma inoltre l’obbligo di CCNL specifico per le imprese, così come l’inasprimento delle sanzioni previste in caso di asseverazioni false.

I tecnici abilitati che espongono informazioni false o che omettono di indicare informazioni rilevanti sui requisiti tecnici dell’intervento o sulla sua realizzazione, ovvero che attestano falsamente la congruità delle spese, rischiano il carcere da 1 a 5 anni e sono puniti con una multa da 50.000 a 100.000 euro.

Scatta inoltre l’obbligo di adeguare le assicurazioni professionali. Il massimale dovrà essere pari all’importo dei lavori oggetto di attestazioni e asseverazioni, e sarà necessario stipulare una polizza per ciascun intervento.

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Non buttiamoci a capofitto nell'acquisto di azioni - ilGiornale.it

E’ terribile che le Borse rimbalzino perché Kiev sta per cadere. Un conto è il profitto un conto è il cuore. La legge della Borsa è terribile. E’ la cosa più infamante per chi si occupa di mercati finanziari è che la guerra in Ucraina venga presa come deterrente per un rialzo dei tassi a marzo. BCE e FED hanno già apertamente riconosciuto che dovranno tenere conto del mutato quadro internazionale. A maggior ragione se Kiev cade subito senza tenerla troppo per le lunghe. Con il cuore invece siamo per l’Ucraina e confidiamo che la volontà di un popolo possa piegare l’acciaio delle armi.

Se vogliamo cercare una ragione logica che spieghi un gesto folle come questo francamente io non l’ho trovata. E mi pare che l’unica soluzione che si possa dare al mistero di una invasione che può solo complicare la situazione della Russia sia che la guerra in Ucraina venga vinta o che venga persa è da ricercare nella mente del premier Putin. Diversi commentatori che seguo hanno alzato le mani e hanno ammesso che forse a Putin durante la pandemia gli sia successo qualcosa a livello inconscio o psicologico. Uno degli inconvenienti delle dittature è quando il boss perde la testa per qualsiasi ragione. Della serie non serve scervellarsi o conoscere le date delle tappe della rivoluzione russa: se una cosa non ha senso non ha senso. E l’invasione dell’Ucraina non ha senso. E si ritorcerà contro la Russia per i decenni a venire aprendo scenari terrificanti per il governo in carica, tra i quali non è escluso che ad un certo punto ai soldati di leva russi mandati allo sbaraglio non venga la voglia di puntare il fucile dalla parte sbagliata della barricata.

Ma stiamo alla realtà dei fatti: la domanda è se il mercato azionario abbia terminato il ribasso. Tecnicamente i supporti hanno tenuto sia a Borsa Italiana sia sugli indici Usa.


Ma io aspetterei ancora prima di suonare le trombe del rialzo e di sostenere che questa è una occasione per comprare. Tra il rimbalzare nei pressi dei supporti e il rialzo ci passa un bel po’ e la situazione in Ucraina è uscita dai binari della logica e può succedere di tutto e tanto più quanto Putin sarà vieppiù con le spalle al muro: o sporcarsi le mani in una interminabile guerriglia o mollare in qualche modo la presa.

Quindi starei molto attento a buttarmi come un falco sulle azioni perché come un elastico ci potrebbe rimbalzare in faccia. Un conto è comprare selettivamente qui e là un altro conto è farsi una endovena d’azioni.
Magari la prossima settimana, ma non questa.

Quello che possiamo fare nel frattempo è affidarci al nostro ranking che nonostante bombe e dolore non cambia mai: l’ITI c’è sempre, pronto a dare delle risposte ignaro di quello che succede fuori. Trovate gratis il ranking di ITI ogni giorno entro le ore 19.30 per segnalarvi le migliori azioni italiane:


Da diverso tempo le azioni San Lorenzo campeggiano nei piani alti dell’Independent Trend Index. Come abbiamo segnalato nel grafico, la spinta da maggio a ottobre ha portato i prezzi ad aumentare di oltre il 95%. Un rialzo importante seguito come normale da una congestione che però, passatemi il termine, è un rialzo che non ce la sta facendo. Mi spiego meglio: la congestione c’è e si vede, ma anziché essere totalmente immobile è tendente al rialzo, tanto che qualche giorno fa si è verificata la rottura dei massimi storici. Ad ogni modo si balla poco, ragion per cui potrebbe essere vicino il momento di un nuovo sprint. A lasciarci perplessi sono invece i volumi che, in qualsiasi condizione di trend, restano piatti.
La società, attiva nel lettore degli yacht di lusso, ha chiuso il 2021 con ricavi netti dalla vendita per quasi 586 milioni di euro (+28% rispetto all’anno precedente). In forte crescita anche l’Ebitda, che è passato da 70,6 a 95,5 milioni di euro (+35,5%). A fine anno la posizione finanziaria netta era positiva per ben 39 milioni rispetto ai 3,83 di inizio anno.

Secondo il management della società il 2022 si chiuderà con ricavi compresi tra 700 e 740 milioni di euro, in aumento rispetto al 2021. Stimato tra i 122 e i 130 milioni, invece, il margine operativo lordo rettificato. Per l’anno in corso i vertici stimano investimento tra 45 e 48 milioni di euro, mentre a fine anno la posizione finanziaria netta dovrebbe restare positiva e collocarsi tra i 62 e i 66 milioni.

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Attenzione, ecco cosa succede se ti scade il Bancomat: “Pazzesco!” - Tech Cave

Il termine Bancomat ha iniziato a diffondersi a partire dagli anni 80 del secolo scorso, essendo ufficialmente la nomenclatura che identifica un circuito di pagamento ad oggi tra i più diffusi del nostro paese.


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Con questo termine vengono spesso associate operazioni come il prelievo di contante ed il pagamento telematico attraverso sportelli ATM e POS adibiti al pagamento anche se non fanno parte del medesimo circuito.

Storia

Bancomat esiste dal 1983, anno in cui fu resa disponibile la prima versione di questa forma di tessera magnetica, inizialmente utilizzabile esclusivamente per il prelievo di contante presso qualsiasi ATM compatibile nel paese, e dal 1986 utilizzabile anche attraverso i POS. Nel corso degli anni il termine Bancomat ha assunto una connotazione generica, identificando queste operazioni anche slegate dal circuito stesso come Visa e Mastercard.

Le carte Bancomat hanno acquisito funzionalità sempre maggiori come il servizio Bancomat Pay che permette il passaggio di denaro attraverso due utenti utilizzando i numeri della rubrica presnete nello smartphone.

Attenzione, ecco cosa succede se ti scade il Bancomat: “Pazzesco!”

Come quasi tutte le tessere adibite ai servizi legati al denaro, anche le carte Bancomat hanno una scadenza, solitamente a 5 anni dall’emissione. Trattandosi nello specifico di carte di debito collegate a conti correnti, nella maggior parte dei casi è l’istituto di credito che si prodiga ad avvisare l’utente della scadenza, solitamente con qualche mese di anticipo.

Una carta Bancomat scade ufficialmente, e diventa quindi inutilizzabile a partire dal primo giorno successivo al mese riportato sulla tessera: quindi una carta che ha la scadenza 04/2022 sarà utilizzabile fino all’ultimo giorno di aprile del 2022, per poi disattivarsi in automatico a partire dal giorno successivo.

Generalmente l’attivazione di un nuovo bancomat provoca l’inutilizzo di quello precedente, anche se ancora valido. Nella maggior parte dei casi questa operazione è gratuita oppure ha costi non così elevati (si parla al massimo di 10 o 15 euro).

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Saturday, February 26, 2022

Superbonus, Cgia: "Misura sbilanciata a favore dei ricchi" - Adnkronos

"Con il Superbonus 110 per cento abbiamo erogato lo stesso importo speso fino ad ora con il reddito di cittadinanza" a rilevarlo è la Cgia. "A differenza di quest’ultima misura, però, i vantaggi hanno interessato pochissime persone, in particolar modo facoltose, con un livello di istruzione medio-alto e con proprietà immobiliari ubicate nei centri storici delle grandi città, in particolar modo del Centronord. Insomma, è una misura molto costosa, fortemente sbilanciata a favore dei ricchi e, come vedremo in seguito, anche distorsiva del mercato" aggiunge la Cgia.

A seguito di 107.588 asseverazioni depositate al 31 gennaio scorso, lo Stato, con il Superbonus del 110 per cento, dovrà farsi carico di una spesa di poco superiore a 20 miliardi di euro. Se teniamo conto che in Italia sono presenti quasi 12,2 milioni di edifici residenziali, stimiamo che, fino ad ora, questo provvedimento abbia interessato solo lo 0,9 per cento del totale degli immobili destinati ad uso abitativo. In altre parole, consentendo ai proprietari che riqualificano i propri immobili una detrazione fiscale del 110 per cento, spendiamo 20 miliardi per migliorare l’efficienza energetica di una infinitesima quota di edifici presenti nel Paese, sottolinea l’Ufficio studi della Cgia.

Il 110 per cento, pertanto, secondo la Cgia non va “bocciato” per aver provocato comportamenti fraudolenti. Anzi. Secondo i dati dell’Agenzia delle Entrate, dei 4,4 miliardi di irregolarità riscontrate, “solo” 132 milioni di euro sono ascrivibili a questa misura. Il Superbonus va criticato, invece, perché presenta un costo in capo alla fiscalità generale spaventoso e non proporzionale al numero di edifici che vengono “efficientati”. Pertanto, secondo gli artigiani mestrini, la soglia di detraibilità delle spese sostenute andrebbe abbassata quanto prima, portata, ad esempio, al 60-70 per cento, anticipando il decalage stabilito dall’ultima finanziaria.

"Così facendo, si obbligherebbe il proprietario dell’immobile a una significativa compartecipazione alla spesa dell’intervento manutentivo. Sia chiaro, nessuno disconosce il ruolo che in questi ultimi anni hanno avuto i bonus nel rilanciare l’edilizia, nel far emergere il nero e nel migliorare la qualità delle nostre abitazioni; ci mancherebbe. Tuttavia, la convinzione di aver speso troppo e di aver “drogato” il mercato edilizio è molto elevata" evidenzia la Cgia.

Con il Superbonus inoltre "il meccanismo consente di detrarre fiscalmente molto più di quanto un proprietario è chiamato a spendere per ristrutturare un edificio, ha innescato una bolla inflattiva preoccupante, alimentata anche dal forte aumento dei prezzi registrato nell’ultimo anno da tutte le materie prime". "A fronte di un boom della domanda che, tra l’altro, per legge deve essere soddisfatta entro un determinato periodo di tempo, il Superbonus 110 per cento ha contribuito a far schizzare all’insù i prezzi di moltissimi materiali (ferro, acciaio, legno, sabbia, laterizi, bitume, cemento, etc.) e altri sono pressoché introvabili (lana di roccia, polistirene, ponteggi, etc.)" sottolinea.

Per la Cgia è importante, altresì, sottolineare anche il trend delle imprese attive presenti nel settore delle costruzioni. Secondo i dati delle Camere di Commercio, infatti, nel 2021 il numero complessivo è cresciuto di 10.699 unità (+ 1,4 per cento circa rispetto al 2020), portando lo stock nazionale a raggiungere quota 754.886. Di particolare rilievo il risultato ottenuto nel Mezzogiorno: in 12 mesi le aziende sono aumentate di oltre 7 mila unità, di cui quasi 3 mila hanno la sede in Campania e poco meno di 1.800 in Sicilia. Dati puntuali ancora non ce ne sono, ma questo boom è sicuramente riconducibile agli effetti legati alla numerosità di bonus che per legge sono stati introdotti in questi ultimi anni nell’edilizia. Non solo. Pare di capire che una buona parte di queste nuove attività siano guidate da imprenditori stranieri che “presidiano” in misura sempre più significativa questo settore, spesso abbassandone il livello di qualità ed efficienza.

A livello regionale la Cgia riferisce che è il Veneto ad aver registrato il ricorso più numeroso al Superbonus 110 per cento in relazione agli edifici residenziali esistenti. Con 13.933 asseverazioni, l’incidenza percentuale di queste ultime sul numero degli edifici residenziali esistenti è pari all’1,3 per cento, scende nel Lazio e in Toscana all’1,2 per cento e all’1,1 per cento in Emilia Romagna e in Lombardia. Le regioni meno coinvolte, invece, sono la Calabria e il Molise (entrambe con un’incidenza dello 0,6 per cento), la Sicilia e la Liguria (entrambe con lo 0,5 per cento) . A livello nazionale, infine, l’importo medio delle detrazioni a fine lavori previsto è pari a 187.437 euro per edificio residenziale. Il picco massimo lo scorgiamo in Basilicata (299.026 euro), Abruzzo (244.127 euro) e Campania (238.952 euro). Chiudono la graduatoria, invece, Toscana (153.373 euro), Veneto (146.171) e Friuli Venezia Giulia (144.177 euro).

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La stangata dell’euro: in 20 anni i prezzi sono aumentati del 150%, ma gli stipendi solo del 50% - La Stampa

Dal 1° gennaio al 28 febbraio del 2002 euro e lira hanno circolato insieme. Poi dal 1° marzo 2002 la lira ha perso definitivamente corso legale. Sono passati 20 anni da allora e sono stati attraversati da molte polemiche sui rincari causati dall’arrivo dell’euro. Ma di quanto sono aumentati i beni e i servizi? E che cosa è salito di più?

La risposta la rivela una indagine condotta dall’associazione dei consumatori Consumerismo No Profit e dal Centro Ricerca e Studi di “Alma Laboris Business School”, società specializzata in Master e Corsi di Alta Formazione e specializzazione per professionisti, che ha messo a confronto i prezzi di un paniere di 100 elementi tra beni e servizi, analizzando le differenze esistenti tra i listini al dettaglio in vigore ai tempi della lira e quelli odierni.

Si scopre così che i prezzi di alcuni beni sono addirittura triplicati negli ultimi 20 anni: è il caso del cono gelato che nel 2001 costava 1.500 lire (0,77 euro), mentre oggi viene venduto nelle gelaterie in media a 2,50 euro (+224,7%). Una semplice penna a sfera ha subito un incremento del +207,7%, passando dalle vecchie 500 lire (0,26 euro) a 0,80 euro.

Più caro mangiare fuori. «La classica margherita consumata in pizzeria ha subito un rincaro del +93,5%, il supplì è aumentato quasi del 124%, e il tramezzino al bar addirittura del +198,7% - spiegano Consumerismo e Alma Laboris Business School - La colazione al bar (cappuccino e cornetto) costa il 93,3% in più, mentre la pausa caffè è più salata del 55,2% (tuttavia negli ultimi giorni i listini dei pubblici esercizi stanno subendo ritocchi a rialzo a causa del caro-bollette)».

Lo studio spiega che col passaggio alla moneta unica sono cambiate anche le abitudini degli italiani: se nel 2001 la mancia minima al ristorante era pari a 1.000 lire a persona, oggi in media si lasciano 2 euro sul tavolo (+284,6%).

Brutte notizie anche sul fronte dei trasporti: oltre alla benzina, i cui listini alla pompa sono più che raddoppiati rispetto al 2001, oggi costa di più prendere l’autobus, con il biglietto che ad esempio a Milano è passato da 1.500 lire (0,77 euro) agli attuali 2 euro (+159,7%). Acquistare una automobile? Per una utilitaria bastavano 10.300 euro nel 2001, oggi la spesa (senza incentivi e rottamazione) si aggira attorno ai 16.150 euro per una piccola utilitaria di media categoria.

«Migliore la situazione per i prodotti per l’igiene e la cura personale: per shampoo, deodoranti, schiuma da barba, pannolini, carta igienica, spazzolini da denti, bagnoschiuma, i rincari sono al di sotto del +50%. Ma – avvertono Consumerismo e Alma Laboris – si spende di più per riempire la dispensa di casa: per i prodotti alimentari, tra quelli che hanno subito gli incrementi di prezzo più elevati troviamo i biscotti (+159%), la passata di pomodoro (+148%), il cacao (+143%), il sale (+134%), l’olio d’oliva (+114%), le uova (+103%)».

«Oltre ai prezzi, rispetto ai tempi della lira sono cambiati anche gli stipendi percepiti dagli italiani, che salgono rispetto al passato, ma ad una velocità inferiore – afferma l’amministratore di Alma Laboris Business School, Dario Numeroso – Se nel 2001 la retribuzione media lorda di un lavoratore era di circa 19.500 euro annui, oggi si aggira attorno ai 29.300 euro, con una crescita del +50,2% in 20 anni».

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Fisco: 28/2 prossima scadenza per la rata rottamazione-ter - Ultima Ora - Agenzia ANSA

(ANSA) - ROMA, 25 FEB - Nuova scadenza per i contribuenti che hanno aderito alla Rottamazione-ter e sono in regola i pagamenti precedenti. Il 28 febbraio 2022, lunedi' prossimo, come previsto dal Decreto Legge n. 119/2018, è il termine per saldare la prossima rata della definizione agevolata delle cartelle e mantenere le agevolazioni previste. Il versamento deve essere effettuato utilizzando il bollettino inviato da Agenzia delle entrate-Riscossione che riporta la scadenza del 28 febbraio 2022. In ogni caso, è possibile richiedere una copia dei bollettini, per questa scadenza e anche per le successive, sul sito internet https://ift.tt/Cqhdonv oppure scaricarli direttamente accedendo nella propria area riservata con le credenziali Spid, Cie e Cns.
    Lo ricorda Agenzia delle entrate-Riscossione spiegando che, anche per il termine di fine febbraio, la legge concede ulteriori 5 giorni di tolleranza quindi saranno validi i versamenti effettuati entro il 7 marzo 2022. In caso di pagamenti oltre i termini o per importi parziali, verranno meno i benefici della definizione agevolata e gli importi già corrisposti saranno considerati a titolo di acconto sulle somme dovute. (ANSA).
   

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Friday, February 25, 2022

Mercati puntano a guerra lampo. Europa in recupero, ma l'ottava chiude in rosso - Il Sole 24 ORE

5' di lettura

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Il rimbalzo nella seduta di venerdì 25 febbraio non salva il bilancio settimanale delle Borse europee che chiudono l'ottava in rosso e si apprestano a chiudere in ribasso anche febbraio, quando manca una seduta alla fine del mese. La guerra in Ucraina, con la rapida escalation culminata con l'ingresso delle truppe russe nel Paese e nella capitale Kiev, ha gettato i mercati nello scompiglio, alimentando volatilità e incertezza. Va detto che nell'ultima seduta della settimana i listini hanno puntato verso l'alto, con rialzi oltre il 3%, scommettendo su una guerra lampo in Ucraina. Un segnale incoraggiante in questo senso arriva dall'apertura di Mosca a inviare una delegazione a Minsk, capitale della Bielorussia, per intavolare colloqui con l'Ucraina, mentre l'esercito russo sta già entrando nella capitale. Kiev ha fatto sapere che considererà la proposta russa (in un videomessaggio il presidente ucraino si era rivolto a Vladimir Putin auspicando colloqui diretti). Sostegno anche dal fatto che le sanzioni decise da Stati Uniti e dagli alleati sono per il momento meno pesanti del previsto dal momento che la Russia non è stata estromessa dal sistema Swift, usato per le transazioni finanziarie globali - anche se il ministro francese, Bruno le Maire, ha detto che "l'opzione di ultima istanza Swift resta sul tavolo" - e anche il settore energetico non è stato duramente colpito.

Anche Wall Street chiude positiva. Il Dow Jones sale del 2,51% a 34.058,55 punti, il Nasdaq avanza dell’1,64% a 13.694,63 punti mentre lo S&P 500 mette a segno un progresso del 2,24% a 4.384,62 punti.

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Nell'ultima settimana il Ftse Mib ha perso il 2,77%, con la performance da inizio febbraio che mostra un calo del 3,88% (-5,75% da inizio anno). Il Dax40 di Francoforte nell'ottava ha lasciato sul terreno il 3,16% (-5,84% da inizio febbraio e -8,29% da inizio anno). Il Cac40 di Parigi ha perso il 2,56% in una settimana, il 3,53% da inizio febbraio e il 5,6% da inizio anno. L'Aex di Amsterdam è sceso del 2,29% nell'ottava, del 3,62% da inizio febbraio e da inizio anno l'8,78%, maglia nera tra i principali indici europei. Più contenute le perdite del'Ibex35 di Madrid: -1,2% rispetto a venerdì scorso, -1,47% da inizio febbraio e -2,61% da inizio anno. Ha retto meglio la Borsa di Londra, dove il Ftse100 ha limitato i danni nella settimana (-0,32%), mantenendo positivo sia il bilancio di febbraio (+0,34%) e da inizio anno (+1,42%).

Venerdì Europa in rialzo, Milano è tornata sopra 25.000 punti

Venerdì Piazza Affari (FTSE MIB), che veniva dal -4,1% della seduta precedente, è tornato sopra quota 25.000 punti. Netto anche il rialzo di Parigi (CAC 40) e Francoforte (DAX 40), mentre Londra la migliore in Europa. Gli indici della Borsa di Mosca salgono del 15% circa e anche il rublo recupera terreno su dollaro e euro. Alla luce della crisi nell'est Europa gli investitori iniziano a pensare che le banche centrali allunghino i tempi per la stretta monetaria e questo sta permettendo un ritorno sugli asset più penalizzati nell'ultimo mese a causa della prospettiva di tassi di interesse in rapida ascesa. «I tecnologici, già in rimonta sul Nasdaq nell'ultima seduta, e le utility sono i due settori su cui si sta ritornando in attesa di capire cosa faranno le banche centrali che probabilmente saranno meno aggressive», spiegano dalle sale operative. Al contrario sono al palo le banche che erano state favorite dalla possibilità di un prossimo ritocco al costo del denaro.

Si sgonfiano prezzi gas, sotto 100 euro a MWh

Rallenta la corsa dei prezzi del gas che, dopo avere fatto registrare un rialzo fino al 56% nella seduta precedente, si sono progressivamente sgonfiati, fino a scendere stabilmente sotto quota 100 euro al megawattora. Già nella mattinata i prezzi erano scesi sotto questa soglia, ma erano poi risaliti. Al momento il contratto scadenza marzo scambiato ad Amsterdam passa di mano a 95,7 euro al megawattora, in ribasso del 28,75%. In calo del 3,25% anche i prezzi del gas scambiato negli Stati Uniti (alla vigilia avevano fatto segnare rialzi attorno ai 5 punti).

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Mercati puntano a guerra lampo. Europa in recupero, ma l'ottava chiude in rosso - Il Sole 24 ORE
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Borsa Italiana, il commento della seduta di oggi (25 febbraio 2022) - SoldiOnline.it

Balzo di Enel dopo una sospensione per eccesso di rialzo. Forte volatilità per i titoli del settore bancario. Tonica STM. Al MidCap in difficoltà Maire Tecnimont

mercato-azionario-crescitaI maggiori indici di Borsa Italiana e le principali piazze finanziarie europee hanno registrato rialzi superiori al 3,5% nell’ultima seduta della settimana, dopo la forte correzione subita il giorno precedente. Amundi ha analizzato l'impatto sui mercati finanziari dell'invasione della Russia in Ucraina. Gli esperti hanno evidenziato che i mercati globali non stavano prezzando uno scenario di guerra e ora si stanno assestando vista la portata dell'intervento militare. "Ci vorrà del tempo prima che la situazione si stabilizzi", ha ipotizzato Amundi. Gli analisti indicano che nel frattempo "persisteranno incertezza e volatilità, con la possibilità di vedere alcuni eccessi di ribasso" e sottolineano che "non è il momento di provare a comprare al ribasso, perché il mercato non comprende ancora appieno l'impatto di questo shock geopolitico".

Il FTSEMib ha guadagnato il 3,6% a 25.773 punti, dopo aver oscillato tra un minimo di 24.797 punti e un massimo di 25.803 punti. Tuttavia, il principale indice di Borsa Italiana ha terminato la settimana con un calo del 2,77%. Il FTSE Italia All Share ha messo a segno un progresso del 3,54%. Segno più anche per il FTSE Italia Mid Cap (+3,08%) e per il FTSE Italia Star (+3,2%). Nella seduta del 25 febbraio 2022 il controvalore degli scambi è sceso a 4,27 miliardi di euro, rispetto ai 5,36 miliardi di giovedì.

Alle 17.30 il bitcoin era tornato sotto i 39.500 dollari (circa 35.000 euro).

Lo spread Btp-Bund ha oscillato intorno ai 160 punti.

L’euro è risalito a 1,125 dollari.

Seduta spumeggiante per le utilities. Enel ha guadagnato il 5,77% a 6,549 euro, dopo uno stop per eccesso di rialzo.

Forte volatilità per i titoli del settore bancario, che hanno chiuso in territorio positivo, dopo la pesante correzione subita il giorno precedente.

Spiccano i progressi del BancoBPM (+2,17% a 3,151 euro), IntesaSanpaolo (+2,72% a 2,4775 euro) e UniCredit (+3,81% a 12,58 euro).

In altelena i titoli del settore petrolifero, dopo che il prezzo del greggio a New York (contratto con scadenza ad aprile 2022) è sceso a 91 dollari al barile.

Saipem è scesa dello 0,78% a 1,0125 euro.

Performance migliore per ENI (+3,13% a 13,78 euro).

STM ha guadagnato il 4,4% a 38,295 euro. Il gruppo italofrancese ha segnalato che nel 2021 Apple ha contribuito al 20,5% dei ricavi complessivi, rispetto al 23,9% dell’anno precedente e al 17,6% del 2019. Il colosso di Cupertino continua a essere il maggiore cliente di STM. Il gruppo italofrancese aveva terminato il 2021 con un giro d’affari complessivo di 12,76 miliardi di dollari.

Moncler è salita del 4,99% a 54,7 euro. Il gruppo dei piumini ha comunicato i risultati finanziari preliminari relativi al 2021, esercizio chiuso con ricavi per 2,05 miliardi di euro, in aumento del 42% rispetto agli 1,44 miliardi realizzati l’anno precedente. In forte miglioramento anche il risultato operativo adjusted, che è balzato da 368,82 milioni a 603,07 milioni di euro; di conseguenza, la marginalità si è attestata al 29,5%. Il risultato finale è stato positivo per 411,37 milioni di euro. Il consensus elaborato dalle banche d'affari aggiornato al 18 febbraio 2022 e pubblicato sul sito internet di Moncler indicava un giro d'affari in aumento del 38% pari a 1,99 miliardi di euro, un risultato operativo per 573 milioni di euro (con una marginalità del 28,8%) e un utile netto di 386 milioni di euro.

In frazionale rialzo Inwit (+0,52% a 8,9 euro). La società ha comunicato i risultati finanziari del 2021, esercizio chiuso con ricavi per 785,15 milioni di euro (in aumento del 18,4%) e un margine operativo lordo di 714,88 milioni di euro. Il consensus elaborato dalle banche d'affari aggiornato all’11 febbraio 2022 e pubblicato sul sito internet di Inwit indicava un giro d'affari di 785 milioni di euro e un margine operativo lordo di 715 milioni. Inoltre, il management di Inwit ha fornito alcune stime finanziarie per il 2022 e ha confermato la politica dei dividendi per i prossimi esercizi.

Al MidCap in rialzo Juventus FC (+2,97% a 0,3402 euro), dopo la diffusione dei risultati finanziari del 1° semestre dell’esercizio 2021/2022, periodo ancora caratterizzato dalla diffusione della pandemia da Covid-19 e dalle conseguenti misure restrittive imposte da parte delle autorità. Il club bianconero ha chiuso il periodo in esame con una perdita netta di 118,96 milioni di euro e ha segnalato che l’esercizio 2021/2022 è previsto in significativa perdita, mentre l’andamento economico è atteso in sensibile miglioramento dall’esercizio 2022/2023.

Pessima giornata per Maire Tecnimont (-10,7% a 3,12 euro), dopo la diffusione dei risultati finanziari del 2021. I vertici della società hanno segnalato che ad oggi, il portafoglio ordini del gruppo per circa 1,5 miliardi di euro si riferisce alla Russia, pari al 17% del portafoglio complessivo.

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Wall Street cambia rotta dopo annunci sanzioni, DJ chiude a +0,28% - Yahoo Finanza

Image from askanews web site
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Roma, 24 feb. (askanews) - Alla fine è stato quasi un rally a Wall Street. Gli annunci del presidente Usa Joe Biden, su quelle che concretamente saranno le nuove sanzioni anti russe per l'invasione dell'Ucraina, sono state accolte apparentemente con un sospiro di sollievo dagli operatori.

Le misure congelano asset di proprietà russa per centinaia di miliardi di dollari, colpendo le attività in valuta estera delle maggiori banche tra cui la statale Vtb e Sberbank, ma probabilmente nel clima di incertezza che aveva preceduto le decisioni erano lievitate ipotesi anche peggiori, per le prospettive economiche e finanziarie (non solo russe).

A Wall Street l'indice Dow Jones ha prima ridotto i cali, poi virato al rialzo nell'ultima mezzora e chiuso con un più 0,28%. Lo S&P 500, che aveva svoltato in precedenza ha chiuso al più 1,49% e ancor più il Nasdaq, l'indice dei titoli tecnologici che ha siglato la seduta spuntano un brioso più 3,34%.

Analogamente il petrolio ha drasticamente ridotto i rialzi, infiammati dalle mosse di Mosca. Il barie di Brent, che aveva superato quota 100 dollari per la prima volta dal 2014, con un picco sopra 105 dollari, in serata ha ridotto i guadagni al più 2,64% a 99,40 dollari. Il West Texas Intermediate è salito fino a 100,54 dollari per poi ritracciare, dopo Biden, a 93,40 (+1,42% nell'after hours).

Altrettanto evidente l'altalena sull'oro: dopo aver segnato un massimo da oltre un anno in mattinata, a 1.976 dollari l'oncia, il tradizionale bene rifugio, su ci si erano riversati acquisti nella fase di maggiore incertezza dei mercati, ha invertito la rotta e in serata perde l'1,76% a 1.887 dollari.

E allo stesso modo l'euro, risentendo del balzo del dollaro, un altro tipico "safe asset" nelle fasi di tensione e volatilità, è prima sceso fino a 1,1105 dollari in mattinata, sui minimi da 18 mesi, poi è risalito fino a 1,1201. Perfino il rublo della Russia - che Biden ha rilevato aver toccato un minimo storico oggi - è riuscito a recuperare qualcosa. Il biglietto verde ha raggiunto un nuovo massimo a quasi 90 rubli, in serata il dollaro ritraccia a 84,75 rubli.

Tra le sanzioni decise oggi non compare l'estromissione delle istituzioni russe dal circuito interbancario Swift. Biden ha rivendicato che le misure prese sono "anche peggiori" e che comunque l'estromissione da Swift "è sempre una opzione". Secondo le ricostruzioni del Financial Times alcuni Paesi non sarebbero scettici con questa ipotesi.

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Prezzi di benzina e gasolio in aumento. Con il conflitto il petrolio sopra i 100 dollari - La Gazzetta dello Sport

Gli effetti del conflitto tra Russia e Ucraina iniziano a farsi sentire anche sui prodotti energetici, con il petrolio Brent che ha superato i 100 dollari al barile. Il gas naturale per ora è in controtendenza a 115 euro al mWh, ma un’escalation potrebbe portare benzina e gasolio a 3 euro al litro

Andrea Tartaglia @ andrea_tarta

La guerra in Ucraina incide profondamente sul settore energetico, con effetti tangibili sul prezzo di benzina, gasolio, Gpl e metano auto. Conseguenze inevitabili dei conflitti, qualcosa di già visto in occasione delle tensioni e dei confronti armati in Medio Oriente, altra area fortemente strategica in quanto a produzione di greggio e gas. La vicinanza del fronte, e il coinvolgimento diretto degli approvvigionamenti che dalla Russia arrivano in Europa attraversando il territorio ucraino amplifica gli effetti, che al generalizzato aumento dei prezzi aggiunge anche la riduzione di forniture. Come si traduce tutto questo nel costo per il rifornimento al benzinaio? Proviamo a capirlo.

Prezzo del petrolio sopra quota 100 dollari

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La fase ascendente dei prezzi dei carburanti per autotrazione è iniziata a novembre 2020 per ragioni del tutto diverse da quelle belliche, effetto della rapida ripartenza post-covid delle attività produttive globali alla quale non è corrisposta una altrettanto rapida accelerazione della produzione di petrolio. Il prezzo del greggio ha alternato lunghe accelerazioni a brevi fasi di riposizionamento. Flessioni illusorie, come quella registrata tra ottobre e novembre 2021, preludio in realtà di una rinnovata spinta verso l’altro sulla scia del prezzo delle materie prime che ha portato il Brent europeo dai 71 dollari al barile del periodo natalizio ai 93 di inizio febbraio. Poi è arrivata l’apertura delle ostilità che ha impresso un’ulteriore accelerazione, le ultime rilevazioni vedono il Brent europeo sopra quota 100 dollari (101 dollari in apertura delle contrattazioni del 25 febbraio dopo aver toccato i 102,48 dollari al barile) e il Wti americano a 95 dollari al barile dopo il picco di 97,40 dollari registrato il giorno precedente. Per entrambe le tipologie si tratta dei prezzi massimi raggiunti dal 2014.

Si raffredda il prezzo del gas naturale

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Sul fronte del gas naturale, gennaio si è aperto con un sensibile raffreddamento del Prezzo unico nazionale dell’energia (Pun), sceso a 224 euro per ogni MWh dopo che a dicembre aveva toccato la quota record di 281 euro/MWh, ma comunque ben lontano dai 60 euro di inizio 2021. Tendenza alla diminuzione proseguita a che a febbraio nonostante l’apertura delle ostilità, dal momento che la Russia ha garantito le forniture e, parallelamente, i paesi europei stanno attivandosi per aumentare le forniture di gas da fornitori diversi. Al 25 febbraio il costo di un mWh si è attestato a 115 euro, dopo aver toccato i 134 euro nei giorni precedenti.

I rischi di un’ulteriore escalation

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Questa la situazione aggiornata al 25 febbraio, con le rilevazioni dei prezzi medi dei carburanti effettuate da Quotidiano Energia che vedono la benzina a quota 1,992 euro/litro in modalità servita e 1,859 euro/litro al self service. Per il diesel servono in media 1,870 euro/litro serviti e 1,733 euro/litro al self, il Gpl si attesta a a 0,836 euro/litro e il metano auto a 1,860 euro/kg. Per le prossime settimane molto dipenderà dall’evoluzione del contesto bellico, un’ulteriore escalation potrebbe portare al blocco delle forniture di petrolio e gas dalla Russia con impatti pesantissimi sul prezzo dei carburanti. Secondo le valutazioni dei centri di ricerca specializzati, uno stop a oleodotti e gasdotti farebbe schizzare gasolio e benzina fino a 3 dollari al litro. Prezzi da crisi energetica.

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Sanzioni Ue contro Putin e Lavrov, ma resta il nodo swift. - ANSA Nuova Europa

L'Ue sta lavorando nuove sanzioni che, secondo Berlino, includerebbe misure "severe" contro Putin e il ministro degli Esteri Lavrov. Europa spaccata sull'esclusione della Russia dal sistema Swift: la Francia a favore, la Germania frena, l'Italia precisa che non ha posto nessun veto. Forte rimbalzo nelle Borse europee, che si attendevano misure più dirompenti: Londra chiude a +3,91%, Parigi a +3,55%, Francoforte a +3,67% e Milano a +3,59%. Mosca recupera intorno al 20% dopo il crollo di ieri. La Banca centrale russa chiede agli istituti sotto la sua vigilanza di rinviare il pagamento di dividendi. 

Lagarde: 'Pronti a fare il necessario per stabilità dell'eurozona' - La Banca centrale europea è pronta ad adottare tutte le eventuali misure "per garantire la stabilità dei prezzi e la stabilità finanziaria nell'eurozona": lo ha detto la presidente della Bce, Christine Lagarde, in conferenza stampa all'Ecofin informale di Parigi. "Sappiamo che dall'invasione della Russia in Ucraina i prezzi del gas sono aumentati di circa il 22,2% per quanto riguarda le importazioni dell'eurozona dalla Russia. I prezzi attualmente sono 6 volte più alti rispetto allo scorso anno, il prezzo del petrolio è del 54% più alto rispetto all'anno scorso". Stiamo monitorando attentamente la situazione in Ucraina" e la "valutazione completa delle prospettive economiche" includerà "questi ultimi sviluppi" in vista "della riunione di politica monetaria del 10 marzo", ha aggiunto la presidente della Bce sottolineando che "opzionalità e flessibilità sono fondamentali" e che la liquidità sarà garantita.

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Le Borse di oggi, 25 febbraio. I listini Ue chiudono in rally, Milano +3,6%. Tregua sulle materie prime, scen… - La Repubblica

MILANO - I listini europei chiudono in forte rialzo dopo il contraccolpo registrato giovedì (costato oltre 330 miliardi di capitalizzazione al Vecchio continente) a seguito dell'invasione russa in Ucraina. Le notizie che giungono dal fronte, e le contromosse di sanzioni occidentali, restano la stella polare dei listini che cercano di scrollarsi di dosso la paura: le sanzioni europee per ora risparmiano il settore energetico e questo sgonfia i prezzi delle materie prime, mentre un lume di speranza arriva dalla notizia sull'apertura di Mosca a inviare una delegazione nella capitale bielorussa di Minsk per avviare colloqui con l'Ucraina.

A fine giornata Francoforte segna un rialzo del 3,67%, Parigi aggiunge il 3,55%, Londra il 3,9%. Anche Milano partecipa al recupero e il Ftse Mib segna un guadagno del 3,59%: il comparto energetico e le utility sono in particolare evidenza, anche sulla scorta delle previsioni di un percorso meno accelerato di rialzo dei tassi di cui beneficiano. Wall Street aiuta a ristabilire la fiducia sui mercati europei: alla chiusura degli scambi Ue, infatti, il Dow Jones sale dell'1,8%, lo S&P500 aggiunge l'1,7% e il Nasdaq cresce dell'1,1%. In prospettiva, ragionano da Unicredit, i flussi di avversione al rischio sembrano essersi placati ma il quadro rimane estremamente fragile. La volatilità, assicurano gli addetti ai lavori, la farà da padrona durante il conflitto. Anche la Borsa di Mosca, intanto, registra le sanzioni meno dure del previsto e rimbalza del 20%.

Anche il comparto energetico vede allentarsi la pressione. Sul mercato del gas il contratto TTF con scadenza aprile scende del 29%  a 94 euro per megawattora (MWh) dopo essere salito ieri a un massimo intraday di circa 140 euro/MWh. Il calo è arrivato quando i flussi di gas russi verso l'Europa sono aumentati nella giornata di oggi dopo che le utility europee hanno ordinato più combustibile fossile. Il timore sui mercati è ovviamente che Mosca metta in atto delle ritorsioni per le sanzioni Occidentali e riduca i flussi di gas verso l'Europa, ma per il momento l'opzione sembra scongiurata. Anche il petrolio perde quota: il Wti scende sotto 92 dollari dopo aver sfondato quota 100.

Lo spread tra Btp e Bund tedeschi chiude la giornata a 161,3 punti, in calo dello 0,53%,  con il rendimento del decennale italiano all'1,83%. Il Tesoro ha venduto 7 miliardi di Btp, con tassi in deciso rialzo. Il nuovo Btp a cinque anni Aprile 2027, è stato collocato per quattro miliardi di euro contro una domanda di quasi 5,5 miliardi, con rendimento che sale di 58 centesimi a 1,07%. Il Btp a 10 anni Giugno 2032 è stato venduto per tre miliardi (oltre quattro miliardi la domanda) con rendimento in rialzo di 43 centesimi all'1,81%. Venduto anche il CctEu aprile 2026, per 1,25 miliardi e con rendimento  a -0,10%.

Già le Borse asiatiche hanno chiuso in netto rialzo, proprio al traino del comparto tech: Tokyo +1,95%. Positivi anche Shanghai (+0,63%) e Shenzhen (+1,21%) mentre chiude in controtendenza Hong Kong che perde lo 0,78%. I listini sono sostenuti dall'andamento del comparto tecnologico.

Nel tentativo generalizzato di distensione, anche il rublo russo si è rafforzato, risalendo dai minimi storici: avanza dello 0,7% contro il dollaro a 84,72, dopo aver toccato ieri il minimo storico di 89,60. Nei confronti dell'euro, la divisa russa ha guadagnato lo 0,5% per essere scambiato a 94,78, dopo aver toccato ieri un minimo storico di 101,03. L'indebolimento del rublo dopo l'invasione dell'Ucraina dovrebbe intaccare gli standard di vita in Russia e spingere al rialzo un'inflazione già alta (vicina al 9%). Rimbalzo del Bitcoin, che sale del 2,52% a 39.363 Dollari.

La Banca centrale russa ha intanto annunciato misure per sostenere le banche russe sanzionate dagli Stati Uniti: "La Banca di Russia e il governo russo forniranno tutta l'assistenza necessaria alle banche sanzionate dagli stati occidentali", comprese le due maggiori banche del paese, VTB e Sberbank. Le altre banche colpite dalle sanzioni sono Sovcombank PJSC, Novikombank JSC, Otkritie Financial Corporation PJSC Bank; PJSC Promsvyazbank e JSC CB Russia. E anche la Banca centrale cinese è intervenuta sul suo mercato, con la più grande iniezione di liquidità settimanale da gennaio 2020 per mantenere la liquidità sui mercati a livello adeguato in vista anche delle scadenze di fine mese. L'intervento odierno, si legge in una nota, è stato di 300 miliardi di yuan (47,41 miliardi di dollari) nella forma di reverse repo a 7 giorni, a fronte dei 10 miliardi in scadenza. Nell'intera settimana, la liquidità netta immessa si è attestata a 760 miliardi di yuan (circa 120 miliardi di dollari).

Tra i dati macro di giornata, si segnala il brusco calo dei consumi delle famiglie francesi che a gennaio sono diminuiti dell'1,5% rispetto a dicembre. Sempre in Francia, l'inflazione è balzata a febbraio al +3,6% su base annua dal precedente +2,9%. Positivo il Pil del quarto trimestre del 2021 in Germania: è salito dell'1,8%, superando le stime ferme a +1,4%. Nel trimestre precedente il rialzo era stato del 2,8%. Nell'intero anno la crescita è così fissata al 2,9%, con un lieve rialzo sulle stime precedenti (+0,1 punti). Importante la rilevazione sull'inflazione Usa che continua a salire. A gennaio, la misura preferita dalla Fed per calcolarla, il dato Pce (personal consumption expenditures price index), è cresciuta dello 0,6% rispetto al mese precedente e del 6,1% rispetto a un anno prima, dopo il +5,8% di dicembre; è il dato più alto dal 1982. La componente "core" del dato, depurata dagli elementi volatili, è cresciuta dello 0,5% rispetto al mese precedente e del 5,2% rispetto a un anno prima, dopo il 4,9% del mese precedente, la più alta dall'aprile del 1983. Le attese per il dato 'core' erano per un +5,1%.

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Thursday, February 24, 2022

Ucraina, la guerra affonda i mercati: crolla la Borsa a Mosca, prezzo del gas alle stelle - TGCOM

Milano è stata comunque la Borsa peggiore tra le principali in Europa con un calo finale del 4%, appesantita da gruppi come Unicredit (-13%) piuttosto esposti sul mercato russo, con Piazza Affari che ha bruciato 30 miliardi di capitalizzazione.

Vecchio Continente e Russia - Il listino di Francoforte ha segnato un calo del 3,9%, Parigi e Londra del 3,8%. Una pessima giornata, con 331 miliardi di euro "persi" dai primi 600 titoli del Vecchio Continente. Molto peggio è andata per la Borsa di Mosca che è crollata di oltre il 30%. Ed è stata una giornata da panico per i titoli di Stato russi e ucraini: il bond a 10 anni di Mosca ha segnato rendimento in crescita di oltre 400 punti al 15,2%, mentre quello di Kiev è schizzato di ben 778 "basis point" a un tasso finale del 22,1%. Molto male anche per il rublo, che ha perso oltre il 5% contro l'euro e quasi il 7% rispetto al dollaro.

Gas, petrolio e oro - Quello che interessa di più all'Europa è comunque la forte corrente di acquisti sul gas naturale. Il prezzo del metano, dopo picchi anche maggiori in corso di giornata, ha concluso con un balzo del 51% a 134 euro al Megawattora, anche se resta lontano dal record a quota 166 raggiunto poco prima di Natale. Molto meno forte la corsa del petrolio, che in chiusura di seduta a New York si muove in rialzo attorno al 4% sui 96 dollari al barile, mentre il brent europeo resta oltre quota 100. Più calmo l'oro, che nella giornata ha tentato discreti rialzi, per poi tornare attorno alla parità sui 1.930 dollari all'oncia. In rialzi non drammatici sui listini mondiali i prezzi di mais (+3%) e grano, salito di circa il 5%.

Le decisioni della Bce - Il conflitto in Ucraina potrebbe anche ritardare l'uscita della Bce dai programmi di stimolo monetario. Lo hanno ipotizzato sia il governatore della banca austriaca, Robert Holzmann, componente del consiglio direttivo della Bce, sia l'altro membro Isabel Schnabel, spiegando che l'incertezza sull'invasione russa richiede un approccio graduale e basato sui dati economici. Così lo spread tra Btp e Bund tedeschi a 10 anni ha chiuso in forte calo a 164 punti, con un rendimento del prodotto del Tesoro all'1,81%.

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Bonus auto, grosse introduzioni molto presto: “Non solo per mezzi elettrici” - INRAN

Il Ministero per lo Sviluppo Economico annuncia nuove misure ed agevolazioni per il Bonus auto, che offriranno vantaggi a tanti altri cittadini.

Vetture elettriche in carica
Automobili elettriche in ricarica (Pixabay)

Bonus auto, ci sono tanti incentivi per chi procede all’acquisto di un veicolo nuovo alimentato del tutto od anche solo parzialmente a corrente elettrica. Il provvedimento è la messa in pratica della volontà del Governo nel procedere con il processo di transizione ecologica in corso d’opera.

Molti incentivi statali, oltre al bonus auto, spingono affinché sempre più persone si dotino di dispositivi ed installazioni in casa oppure di veicoli eco friendly. Nel caso del sussidio in questione, sono previsti dei rimborsi non solo per l’acquisto di mezzi di trasporto elettrici ma anche per altre situazioni.

Ad esempio al Bonus auto è strettamente connessa la agevolazione che annulla il pagamento del bollo auto per i cinque anni successivi all’acquisto di un veicolo compatibile (auto o moto che sia, n.d.r.). Inoltre, quando si comincerà a versare la tassa del bollo, la stessa sarà molto bassa rispetto a chi ha un mezzo inquinante.

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Bonus auto, quali sono le nuove introduzioni del Mise

Macchina elettrica
Utilitaria elettrica (Pixabay)

Ma non è tutto. Infatti il ministro per lo Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti, ha confermato che ci saranno degli aiuti che ammontano ad un miliardo di euro in totale da qui al 2030 anche a chi comunque ha ancora auto o moto che vanno a gasolio od a benzina.

In particolar modo per via degli aumenti che hanno riguardato i carburanti e che stanno avendo degli effetti a cascati sui trasporti. Gli aiuti da parte del Ministero riguarderanno le auto catalogandole per tre diverse fasce di emissioni di CO2 nell’atmosfera.

Tra 0 e 20 grammi siamo nell’ambito delle auto elettriche. Poi tra i 21 ed i 60 grammi troviamo le auto ibride, mentre dai 61 in avanti ci sono tutte le altre. Le cui emissioni di anidride carbonica non devono superare i 135 grammi.

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I contributi in base alle fasce individuate

Automobile bianca
Automobile bianca (Pixabay)

L’acquisto di un’auto elettrica oppure ibrida, con contemporanea rottamazione del vecchio mezzo che sia di classe inferiore ad Euro 5 garantirà un massimo di 9mila euro di contributo. Che scende a 7mila per la seconda fascia ed a 3mila per la terza.

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Ci sono anche dei requisiti che vengono fuori dalla bozza di queste introduzioni al Bonus auto, e che non sono ancora definitive. Infatti il sussidio scatta per una spesa di massimo 35mila euro per la prima e la seconda fascia e di 25mila per la terza.

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Wednesday, February 23, 2022

Crisi ucraina, borse Ue deboli e spread Btp-Bund a 168. Petrolio verso i 100 dollari al barile e salgono i… - Il Fatto Quotidiano

Le borse europee hanno aperto in ribasso dopo il precipitare della crisi ucraina con l’intervento dell’esercito russo nelle repubbliche separatiste di Donetsk e Luhansk. Ma i listini hanno presto recuperato terreno per poi chiudere poco sotto la parità al sostegno del settore energia, che dall’aumento dei prezzi legato alla crescente tensione ha molto da guadagnare. Il prezzo del petrolio non ha caso ha fatto un balzo: in mattinata il Wti ha superato i 95 dollari al barile. Quanto al gas naturale, dopo aver toccato un massimo a 81,45 euro per megawattora ora sulla piazza di Amsterdam si attesta a 79,6 euro al megawattora, +9,8%. Nonostante le mezze rassicurazioni arrivate da Vladimir Putin (“La Russia è orientata a continuare la fornitura senza interruzioni di questa risorsa energetica”), lo stop tedesco alla certificazione del gasdotto Nord Stream 2 potrebbe rivelarsi un boomerang. L’ex premier russo Dmitry Medvedev, oggi vice presidente del Consiglio di sicurezza, ha twittato una esplicita minaccia: “Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha emanato un ordinanza per fermare il processo di certificazione del gasdotto Nord Stream 2. Bene. Benvenuto nel nuovo mondo in cui gli europei molto presto pagheranno 2mila euro per mille metri cubi di gas naturale“.

Secondo Goldman Sachs, nel caso in cui si materializzasse lo scenario peggiore nello scontro tra Mosca e Kiev – cioè “un vero e proprio conflitto” in Ucraina accompagnato da “sanzioni punitive” verso la Russia, i mercati azionari europeo e giapponese crollerebbero del 9% e quello Usa del 6% (10% per il Nasdaq). Gli analisti della banca americana ritengono possibile anche un crollo del 10% del rublo e un’impennata del 13% del petrolio.

Sul fronte dei titoli di Stato, il rendimento dei Btp che a inizio febbraio era all’1,6% è brevemente risalito in mattinata oltre gli 1,9 punti percentuali. Il differenziale rispetto ai Bund tedeschi si è di conseguenza allargato oltre i 170 punti per poi ripiegare a 168. Sui mercati valutari l’attenzione è al rublo, che ha perso molto terreno rispetto al dollaro e all’euro invertendo la rotta in serata. Paga dazio al conflitto anche la grivnia, la valuta ucraina, che perde l’1,2% sul dollaro, toccando il minimo dal 2015. Resta in forte calo la Borsa di Mosca (-5%), che lunedì era sprofondata dell’11%.

In rialzo grano tenero e mais – L’impatto della crisi si è intanto fatto sentire anche sulle quotazioni delle materie prime agricole: alla Borsa merci di Chicago il grano tenero utilizzato per pane e biscotti segna un incremento di 4 euro a tonnellata rispetto alla fine della scorsa settimana (+1,5%), il mais per l’alimentazione del bestiame sale 5 euro a tonnellata (+2%) e la soia viene quotata a 6 euro in più (+1,75%), rilevano i Consorzi Agrari d’Italia. Dall’Ucraina, ricorda la Coldiretti, arriva in Italia grano tenero per una quota pari al 5% dell’import totale nazionale e una quantitativo di 107 mila tonnellate nei primi dieci mesi del 2021. Un valore quasi doppio rispetto a quello proveniente dalla Russia dalla quale arriva anche il grano duro per la pasta (36 mila tonnellate). L’Ucraina è al terzo posto come esportatore di grano a livello mondiale, mentre la Russia è al primo.

A gennaio inflazione Italia confermata a +4,8% – In Italia l’Istat ha intanto diffuso i dati definitivi sui prezzi al consumo di gennaio, che confermano il +4,8% della lettura provvisoria: è il massimo dal 1996. La marcata accelerazione è dovuta prevalentemente ai prezzi dei beni energetici (la cui crescita passa da +29,1% di dicembre a +38,6%), in particolare a quelli della componente regolamentata (da +41,9% a +94,6%). Pesano di meno beni energetici non regolamentati (da +22% a +22,9%), alimentari non lavorati (da +3,6% a +5,3%) e servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +2,3% a +3,6%). Rallentano invece i prezzi dei servizi relativi ai trasporti (da +3,6% a +1,5%). “I beni energetici regolamentati trainano questa fiammata con una crescita su base annua mai registrata, ma tensioni inflazionistiche crescenti si manifestano anche in altri comparti merceologici”, commenta l’Istituto di statistica, che aggiunge: “Ciononostante, la componente di fondo, al netto di energetici e alimentari freschi conferma il dato di dicembre grazie anche al rallentamento dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti, i cui andamenti tendenziali sono ancora condizionati dalle limitazioni alla mobilità dovute alla pandemia”. L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) registra una variazione congiunturale nulla e un aumento del 5,1% su base annua (da +4,2% di dicembre). La stima preliminare era +5,3%.

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Volkswagen vuole quotare Porsche in borsa - Il Post

Gas: crisi Ucraina soffia su prezzi. Cingolani, già riunito il comitato di emergenza - Agenzia ANSA

Le tensioni sull'Ucraina continuano a far salire il prezzo del gas che ad Amsterdam raggiunge gli 83,5 euro MWh con un rialzo del 4,34%. A Londra oltrepassa i 200 penny (+5,8%) per Mmbtu, l'unità termica britannica equivalente a 28,26 metri cubi.

Con l'evoluzione della crisi in Ucraina "la situazione è di monitoraggio costante in coordinamento con le istituzioni europee, a livello nazionale si è già riunito diverse volte il comitato di emergenza gas". Lo afferma il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, nell'informativa alla Camera sull'incremento dei costi dell'energia e sulle misure adottate per contrastarne gli effetti. "Come sapete", continua, "le possibili misure del piano di emergenza includono una maggiore flessibilità dei consumi di gas, come interrompibilità al settore industriale e regole sui consumi di gas nel settore termoelettrico".

La Bce va in pressing sulle banche esposte verso la Russia, chiedendo di valutare liquidità, prestiti, attività di trading, posizioni in valuta e continuità operativa, di fronte ai rischi creati dallo scontro fra Mosca e i Paesi occidentali per la crisi in Ucraina. Lo scrive la Bloomberg citando fonti a conoscenza del dossier, secondo cui la Vigilanza bancaria, in alcuni casi, sarebbe in contatto quotidiano con alcuni istituti di credito per valutare l'impatto di scenari che vanno da un inasprimento delle sanzioni a una vera e propria invasione dell'Ucraina.

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Tuesday, February 22, 2022

Goldman Sachs, mercati non stanno prezzando a pieno la crisi ucraina Da Investing.com - Investing.com

Goldman Sachs, mercati non stanno prezzando a pieno la crisi ucraina © Reuters.

Investing.com - Secondo gli analisti di Goldman Sachs (NYSE:), i mercati globali stanno prezzando i rischi geopolitici ma non del tutto, e c'è spazio per un ulteriore aumento dei premi di rischio in tutti i settori in caso di un conflitto tra Russia e Ucraina.

In una nota di ricerca riportata da Reuters, gli attuali livelli di mercato implicano uno sconto del 5% già prezzato nelle azioni statunitensi, mentre le azioni europee segnalano uno sconto geopolitico dell'8%. Secondo la banca d'affari, lo sconto sul è di 25 punti base e del 2% sull'euro, mentre l'oro viene scambiato con un premio del 5%.

In un eventuale de-escalation lo sconto andrebbe a scomparire, ma un ulteriore passo in avanti aumenterebbe di molto il premio per il rischio geopolitico, spiegano gli strategist. "Su questa base, il rublo è ancora a più del 10% dal suo massimo livello di sottovalutazione degli ultimi due decenni", scrivono gli analisti Dominic Wilson, Ian Tomb e Kamakshya Trivedi.

"Questo è probabilmente un punto di riferimento conservativo, tuttavia, dato che questa sottovalutazione passata è arrivata nel 2014/15, in un momento di crollo dei prezzi del petrolio". In questo scenario, secondo l'analisi della banca Usa le azioni statunitensi potrebbe scendere di oltre il 6% e quelle europee di oltre il 9%. 

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Vola Volkswagen a Francoforte, «discussioni avanzate» per Ipo Porsche - Il Sole 24 ORE

2' di lettura

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Vola a Francoforte il titolo di Volkswagen, arrivato a guadagnare quasi 10 punti, mentre il Dax è in calo. A spingere le azioni è il comunicato della casa automobilistica tedesca, in cui spiega di essere «in discussioni avanzate» con Porsche Automobil Holding su una potenziale Ipo del brand di lusso. Le parti hanno negoziato un accordo quadro che sarà la base per la preparazione dell'operazione. Come sottolineato dalla casa automobilistica tedesca, un accordo finale deve essere approvato dal consiglio di amministrazione e dal consiglio di sorveglianza, ma per il momento una decisione finale non è ancora stata presa. «La possibilità che un accordo quadro sia concluso e il suo contenuto sono questioni attualmente aperte e dipendono dall'approvazione dei Cda di entrambe le parti», fa sapere Volkswagen.

Della possibile Ipo del brand Porsche si parla da tempo e le analisi sull'eventuale valutazione di un'operazione di questo tipo non sono univoche (si parla di una cifra tra 45 e 90 miliardi di euro, mentre l'intero gruppo ha attualmente una capitalizzazione di mercato di circa 112 miliardi). Le famiglie Porsche e Piech, che controllano Porsche Se, maggiore azionista di Volkswagen (quota del 31,4% e il 53,3% dei diritti di voto) sembrano aperte all'idea. In una nota separata, Porsche Se ha fatto sapere che potrebbe acquistare azioni ordinarie di Porsche Ag in caso di quotazione. L'obiettivo di un'eventuale quotazione dovrebbe essere trovare fondi per sostenere le ambizioni del gruppo sul fronte dei veicoli elettrici. Nonostante le difficoltà legate alla pandemia e alla crisi dei semiconduttori, nel 2021 Porsche ha immatricolato 301.915 veicoli a livello globale, in rialzo dell'11% rispetto al 2020. «La domanda rimane alta e gli ordini sono robusti, quindi iniziamo il 2022 con slancio e fiducia in tutte le regioni», aveva detto alla pubblicazione dei dati Detlev von Platen, responsabile delle vendite e marketing di Porsche Ag.

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Volkswagen porta Porsche in Borsa, 'trattative avanzate' - Industria - Agenzia ANSA

Fa un ulteriore passo avanti verso la quotazione in Borsa Porsche A dopo che sia la Casa automobilistica di Stoccarda sia la Volkswagen hanno comunicato in una nota che la trattativa per una potenziale Ipo sarebbe in fase avanzata. Come riferisce la Volkswagen, infatti, le parti hanno negoziato un accordo quadro che costituirà la base per ulteriori passaggi in vista di una quotazione in Borsa della 'cavallina', simbolo che accomuna Porsche e la sua città d'origine. La Casa sottolinea come la quotazione sia subordinata all'approvazione dei consigli di amministrazione di entrambe le parti. Intanto a Francoforte Volkswagen ha fatto un balzo del 7,8% a 188,7 euro e Porsche Se, la holding di Stoccarda l'11,3% a 90,78 euro.
"Anche in caso di adozione delle corrispondenti delibere, l'attuazione dell'operazione sarebbe comunque soggetta a ulteriori verifiche, tra cui l'approvazione definitiva da parte dei consigli d'amministrazione, e all'evoluzione generale del mercato" ha sottolineato nella sua nota la Porsche. L'operazione potrebbe comprendere anche l'acquisizione di azioni ordinarie di Porsche AG da parte delle famiglie Porsche e Piech, con la successiva cessione di quote in Volkswagen da parte di Porsche Holding, la società controllata dalle due famiglie che attualmente possiede il 31,4% di Wolfsburg. L'obiettivo della quotazione sarebbe quello di raccogliere fondi per puntare sulle nuove tecnologie che riguardano da un lato l'elettrificazione della catena produttiva, e dall'altro i progetti di guida autonoma e i veicoli elettrici, incluse la ID.4 e la Porsche Taycan che stanno per essere lanciate sul mercato.
Porsche AG potrebbe avere un valore che si colloca tra i 65 e gli 80 miliardi di euro, anche se alcuni analisti citati dalla stampa tedesca si spingono a prevedere un valore di 100 miliardi di euro, mentre l'intero gruppo ha attualmente una capitalizzazione di mercato di circa 112 miliardi. Come sottolinea la tedesca Tagesschau, l'accelerazione verso la quotazione di Porsche è dovuta anche ai risultati avuti negli ultimi anni dalla Ferrari, diretta concorrente della Casa di Stoccarda, che dal suo ingresso in Borsa nel 2015 ha visto le sue quotazioni salire del 300%.
Nata nel 1931 grazie al fondatore Ferdinand Porsche, dal 2012 il capitale sociale dell'azienda automobilistica è interamente posseduta da Volkswagen. La storia delle due Case è strettamente legata, con la prima Volkswagen che venne progettata proprio dall'ingegnere Porsche nel 1934. Dal 1951 la produzione delle Porsche è stata trasferita dall'Austria a Stoccarda nel distretto di Zuffenhausen.

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Tim in Borsa chiude a +2,2% in attesa offerta Kkr su Sparkle - Ultima ora - Ansa.it - Agenzia ANSA

Tim chiude tonica in Borsa e indossa la maglia rosa nel listino principale, in attesa dell'offerta di Kkr per Sparkle e il dossier su N...