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Friday, December 31, 2021

Nota di variazione IVA: le istruzioni sul recupero dei crediti nelle procedure concorsuali - Informazione Fiscale

Nota di variazione IVA: la circolare n. 20/E/2021 dell'Agenzia delle Entrate specifica le novità sulle modalità di recupero dell'IVA per le fatture emesse nei confronti di debitori sottoposti a procedure concorsuali. Le note potranno essere emesse alla data di inizio dell'iter concorsuale, e non più alla sua conclusione.

Nota di variazione IVA: la circolare dell’Agenzia delle Entrate n. 20/E del 29 dicembre 2021 contiene i chiarimenti sulle modifiche apportate dal Decreto Sostegni-bis sul recupero dell’IVA per i crediti non riscossi durante le procedure concorsuali.

In particolare, le modifiche più rilevanti riguardano le note di variazione in diminuzione dell’imponibile o dell’imposta.

Quest’ultima può essere emessa nel periodo di avvio delle procedure, e non più durante la loro conclusione. Inoltre, dovrà essere emessa entro il 30 aprile 2022, giorno in cui vengono presentate le dichiarazioni sull’IVA.

Però, se viene emessa nel periodo che va dal 1° gennaio al 30 aprile 2022, la detrazione può essere operata durante la liquidazione periodica dell’IVA (mensile o semestrale) oppure per la dichiarazione annuale per il 2023.

Le nuove regole hanno effetto sulle procedure avviate dal 26 maggio 2021.

Agenzia delle Entrate - circolare n. 20/E del 29 dicembre 2021
Articolo 18 del decreto-legge 25 maggio 2021, n. 73, convertito, con modificazioni, dalla legge 23 luglio 2021, n. 106 (Decreto Sostegni-bis). Modifiche all’articolo 26 del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633. Recupero dell’IVA su crediti non riscossi nelle procedure concorsuali.

Nota di variazione IVA: le istruzioni sul recupero dei crediti nelle procedure concorsuali

Il Decreto Sostegni bis, cioè il DL n. 73/2021, ha introdotto delle modifiche significative alla normativa che regola le variazioni in diminuzione dell’imponibile IVA, seguendo le indicazioni della Corte di Giustizia UE.

Ad esempio, nei casi in cui il debitore è soggetto a procedure concorsuali, non era prevista la possibilità di rettificare in diminuzione l’importo dell’IVA messo in fattura prima della fine delle procedure. In questo modo, si dilatavano i tempi di recupero dell’IVA già versata e non incassata.

Le nuove regole cambiano questa situazione. Nello specifico, il Decreto Sostegni bis va a modificare l’art.26 del DPR n. 633/1972, che regola le variazioni dell’imponibile o dell’imposta.

Il nuovo comma 3-bis dell’art. 26 sancisce che non si debba più attendere la conclusione delle procedure concorsuali per ottenere la variazione in diminuzione, nei casi di mancato pagamento del corrispettivo.

Lo stesso art. 26, inoltre, prevede che il soggetto che cede un bene o presta un servizio può effettuare variazioni in diminuzione senza limiti di tempo, sia della base imponibile che della conseguente imposta, sulle operazioni per il quale ha già emesso una fattura con addebito IVA.

Le regole si applicano alle procedure avviate dal 26 maggio 2021 in poi.

Il comma 2, però, ha eliminato il riferimento alle ipotesi di mancato pagamento da parte del debitore causato da procedure concorsuali rimaste infruttuose, o a seguito di un accordo di ristrutturazione dei debiti.

Le uniche tipologie di mancato pagamento rimaste nella normativa sono quelle “in conseguenza di dichiarazione di nullità, annullamento, revoca, risoluzione, rescissione e simili o in conseguenza dell’applicazione di abbuoni o sconti previsti contrattualmente”.

Infine, rimane il limite temporale di un anno per le variazioni dovute a mancato pagamento causato da un accordo tra le parti o dalla rettifica di alcune inesattezze presenti nella fatturazione.

Nota variazione IVA: cosa cambia

La circolare dell’Agenzia delle Entrate spiega che il nuovo comma 3-bis dell’ art.26 del DPR n. 633/1972 prevede che le variazioni in diminuzione si possano applicare nel caso di mancato pagamento da parte del cessionario sia per le procedure concorsuali e gli accordi di ristrutturazione dei debiti, sia per le procedure individuali che sono rimaste infruttuose.

Questa può essere applicata dal giorno di apertura della procedura concorsuale, così come dalla data:

  • dalla sentenza dichiarativa del fallimento;
  • del provvedimento che ordina la liquidazione coatta amministrativa;
  • del decreto di ammissione alla procedura di concordato preventivo;
  • del decreto che dispone la procedura di amministrazione straordinaria delle grandi imprese in crisi.

Nei casi in cui vengano attivate procedure esecutive individuali, la variazione in diminuzione è legata al loro esito negativo.

Il creditore dovrà attendere il verbale di pignoramento oppure, nei casi in cui è prevista, che l’asta per la vendita del bene sia andata deserta per tre volte consecutive.

Una novità importante sulla detrazione dell’imposta non incassata è che questa non viene preclusa al creditore che “non abbia effettuato l’insinuazione al passivo del credito corrispondente”.

Il legislatore ha voluto superare le vecchie posizioni dell’Erario, che in altri documenti di prassi aveva previsto che la variazione fosse subordinata alla partecipazione del creditore al concorso in questione.

Note di variazione IVA: i termini per la detrazione e gli obblighi per i cessionari

Per il periodo di imposta 2021, la detrazione deve essere effettuata entro il 30 aprile 2022, vale a dire il giorno in cui vanno presentate le dichiarazioni dell’IVA.

Invece, se la nota viene emessa nel periodo che va dal 1° gennaio al 30 aprile 2022, la riduzione può essere applicata durante la liquidazione periodica dell’IVA del mese o trimestre in cui la nota viene emessa, oppure nella dichiarazione annuale successiva.

Tornando ai mancati pagamenti dovuti allo svolgimento di procedure concorsuali, il legislatore ha previsto una serie di date differenziate:

Nota di variazione in diminuzione Date
Possibilità di emettere la nota di variazione in diminuzione Data in cui il cessionario è assoggettato alla procedura stessa
Periodo di emissione della nota di variazione in diminuzione Termine di presentazione della dichiarazione IVA relativa all’anno in cui si sono verificati i presupposti per la variazione
Periodo per esercitare il diritto alla detrazione Liquidazione IVA mensile o trimestrale, oppure nella dichiarazione IVA relativa all’anno di emissione della nota

Passiamo ora agli obblighi di legge imposti ai cessionari. Questi, se decidono di applicare la detrazione, sono tenuti a registrarla “salvo il suo diritto alla restituzione dell’importo pagato al cedente o prestatore a titolo di rivalsa”.

Esistono però delle eccezioni. Il vincolo della registrazione non viene applicato proprio nei casi delle procedure concorsuali. In questi casi, il committente non dovrà pagare l’imposta, che rimarrà a carico dell’Erario.

L’obbligo, invece, rimane per gli accordi di ristrutturazione del debito, così come per i piani attestati. Questo perché, secondo l’Erario, questi due istituti “non sono qualificabili come procedure concorsuali in senso stretto, in quanto mancano sia del carattere della concorsualità, sia di quello dell’ufficialità”. Così, il cessionario può portare l’IVA in detrazione, mentre la controparte “è tenuta a ridurre in pari misura la detrazione che aveva effettuato, riversando l’imposta all’Erario”.

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Wednesday, December 29, 2021

Bonus edilizi minori: visto detraibile e non necessario per lavori fino a 10.000 euro - Ipsoa

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Bonus edilizi minori: visto detraibile e non necessario per lavori fino a 10.000 euro - Ipsoa
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Finanza.tech, debutto col botto in Borsa a Milano: il titolo balza del 50% - Corriere della Sera

Cos’è Finanza.tech

Finanza.tech è un brand che rappresenta un gruppo di società di consulenza finanziaria, che trova i suoi principali clienti tra le piccole e medie imprese italiane. Esperti consulenti offrono loro servizi di advisoring in operazioni di gestione finanziaria, sia ordinaria che straordinaria. Finanza.tech ha tra i suoi obiettivi quello di rivoluzionare le logiche di accesso e partecipazione ai mercati di capitali. Per farlo intende ridurne i tempi di accesso e il capitale minimo assoluto, allocando al meglio le risorse economiche e garantendo un alto livello di competitività e benessere del tessuto produttivo. Per avere accesso ai servizi di Finanza.tech è semplice: basta accedere alla piattaforma che - attraverso strumenti di intelligenza artificiale - garantisce tempestività, efficienza e facilità di intervento. Il gruppo, inoltre, ha istituito un centro studi specializzato nella formazione per innovare costantemente la piattaforma tecnologica e i suoi processi metodologici.

L’inizio di un percorso pluriennale

La fase di bookbuilding si è chiusa con una domanda complessiva circa sei volte superiore rispetto all’offerta, grazie alla consistente richiesta da parte di investitori qualificati italiani ed esteri. Con la Ipo, Finanza.tech ha raccolto risorse pari a circa 3,5 milioni di euro (escluso l’esercizio della Greenshoe in aumento di capitale per 417 mila azioni), per un ammontare di circa 2,9 milioni di azioni di nuove azioni. «La chiusura con successo del bookbuilding e l’ammissione alle negoziazioni di Finanza.tech è un grande risultato - ha riferito Nicola Occihnegro, fondatore e amministratore delegato di Finanza.tech -. Gli investitori hanno dato fiducia al nostro progetto e al nostro modello di business». La quotazione «è solo l’inizio di un percorso pluriennale di crescita, abbiamo in programma investimenti volti a potenziare la nostra tecnologia basata sull’intelligenza artificiale, coltivare e attrarre i talenti e aumentare gli sforzi in comunicazione, così da ampliare il bacino per la nostra realtà e i benefici concreti che possiamo portare al tessuto imprenditoriale».

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Viaggi e Covid, le compagnie cancellano in Italia oltre 2.800 voli: ecco le regole e i diritti - Corriere della Sera

I numeri

Le compagnie aeree si preparano a cancellare in Italia almeno 2.800 voli nelle prossime settimane a causa del calo del traffico, per le maggiori restrizioni tra i Paesi e per la diffusione del coronavirus. È quanto calcola il Corriere della Sera sulla base dei dati raccolti dai diversi vettori — tradizionali e low cost — che operano nel nostro Paese. Questo significa che salteranno i viaggi di circa 500 mila persone che hanno prenotato negli ultimi mesi voli nazionali e internazionali. Il bilancio è provvisorio dal momento che — come spiegano le aviolinee — ulteriori tagli saranno decisi a metà gennaio per i mesi di febbraio e marzo.

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Cade l'ultima popolare, la Sondrio si trasforma in spa - Ultima Ora - Agenzia ANSA

(ANSA) - MILANO, 29 DIC - L'assemblea della Banca Popolare di Sondrio ha approvato la trasformazione in spa con 2517 voti favorevoli, 38 contrari, 39 astenuti e 16 voti non computati.
    L'istituto valtellinese è l'ultima cooperativa a mettersi in regola, dopo non poche resistenze, con la riforma approvata dal governo Renzi nel 2015, che impone alle popolari con attivi superiori agli 8 miliardi di euro di diventare società per azioni. E anche nella nota in cui ha annunciato l'esito del voto assembleare non ha mancato di sottolineare come l'addio alla forma cooperativa sia stato "una scelta obbligata".
    "Forti dei nostri solidi valori fondativi, guardiamo al futuro con fiducia, impegnandoci fortemente per continuare a svolgere con efficacia la nostra attività, a beneficio della clientela e di tutti gli stakeholders", ha dichiarato il presidente Francesco Venosta. "Per noi e per tutti coloro che hanno fin qui sostenuto la banca - ha proseguito - è motivo di orgoglio esserci presentati all'appuntamento odierno potendo vantare una lunga storia di crescita organica equilibrata e profittevole, che ha contribuito allo sviluppo dei territori nei quali ci siamo nel corso del tempo insediati, coprotagonisti della crescita sociale ed economica delle comunità di appartenenza". (ANSA).
   

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Monday, December 27, 2021

Evasione fiscale, il Garante privacy chiede alle Entrate “più tutele” per poter usare i dati… - Il Fatto Quotidiano

Via libera ma con riserva. L’Agenzie delle Entrate e la Guardia di Finanza non possono (ancora) utilizzare i dati delle fatture elettroniche per l’analisi del rischio di evasione e i controlli fiscali. Il Garante per la protezione dei dati personali ha infatti espresso parere favorevole allo schema di provvedimento del direttore sulle nuove regole tecniche per la memorizzazione delle fatture ai fini previsti dal decreto fiscale del 2019, ma ha chiesto che siano “assicurate maggiori tutele a protezione dei dati” e che venga adeguata la normativa. Due settimane fa il direttore Ernesto Maria Ruffini a Corriere.it aveva spiegato che era in corso “un’interlocuzione con il Garante perché oggi l’agenzia pur avendo a disposizione tutti i dati “non ha la possibilità di poterli utilizzarli ai fini dell’analisi del rischio e a fine del contrasto all’evasione in modo pieno, perché non si è ancora trovato un punto di equilibrio tra la privacy del contribuente e il diritto al recupero di risorse pubbliche del contribuente stesso”.

Lo schema presentato al Garante disciplina le modalità con cui l’Agenzia intende memorizzare e rendere disponibili, al proprio personale e alla Guardia di finanza, i file in formato xml delle fatture elettroniche e i dati che contengono. Inclusi, salvo alcune eccezioni, quelli relativi alla natura, qualità e quantità dei beni e dei servizi acquistati. Per valutare la proporzionalità del trattamento il Garante ha acquisito un campione delle fatture emesse nei confronti di consumatori (quasi un miliardo l’anno) per settori di attività che presentano maggiori rischi per la privacy.

Dall’analisi “è emerso che le fatture possono contenere dati estremamente delicati, riferibili a specifiche persone fisiche, come quelli giudiziari relativi a cause di risarcimento danni, oppure informazioni relative a servizi investigativi, dettagli sui beni acquistati (tra cui prodotti intimi), alimenti consumati, luoghi dove si è dormito e con chi, modalità di spostamento“. Ma anche dati “riferibili a minorenni, come quelli giudiziari relativi a cause di affidamento minori”. La memorizzazione integrale delle fatture elettroniche, nota il garante, determina la” costruzione di uno specifico, dettagliato “profilo” di tutti i consumatori in base ai loro gusti, alle loro scelte, alle loro abitudini”. Cosa che, occorre ricordare, avviene tutti i giorni da parte delle piattaforme di e-commerce e dei siti web che tutti utilizziamo.

Il Garante alla fine della sua analisti ha chiesto all’Agenzia delle entrate di adottare “ulteriori misure a tutela della privacy dei consumatori” e ha disposto che le informazioni contenute nelle fatture elettroniche – ad esclusione dei controlli svolti in relazione a richieste di detrazione/deduzione delle spese sostenute – non potranno essere utilizzate nei confronti del consumatore se non “in caso di un controllo avviato in conseguenza di puntuali verifiche fiscali – poste in essere preliminarmente nei confronti di operatori economici nell’ambito del contrasto all’evasione dell’Iva – i cui beni ceduti o servizi prestati, oggetto della fattura elettronica, siano stati acquistati dalla predetta persona fisica e, contestualmente, gli elementi così rilevati dalla stessa fattura siano tali da far emergere un rischio di evasione fiscale“. Dovranno essere inoltre attivati sistemi di controllo e monitoraggio sul rispetto di tali garanzie nell’utilizzo delle informazioni contenute nelle fatture elettroniche. I dati relativi al settore legale dovranno essere resi inintelligibili.

Il Garante, inoltre, contestualmente al rilascio del parere all’Agenzia delle entrate, ha segnalato al Parlamento e al governo l’opportunità di introdurre una disposizione legislativa per limitare l’utilizzo delle informazioni contenute nelle fatture elettroniche alle sole finalità di contrasto all’evasione fiscale, limitando i diritti di accesso alla documentazione amministrativa da parte di soggetti non collegati alla fattura, nel rispetto dei principi di proporzionalità, di liceità e correttezza, di limitazione della finalità e di minimizzazione del trattamento. Il Garante infine sta intervenendo presso le associazioni di categoria degli operatori economici per ricordare che non devono essere emesse fatture elettroniche al posto di altri documenti commerciali, come lo scontrino fiscale, se non nei casi previsti dalla legge o su richiesta del consumatore stesso.

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Sunday, December 26, 2021

Canone Rai 2022: queste persone non dovranno pagarlo - Consumatore.com

Il 2022 porterà con sé tante tasse da pagare per gli italiani ma anche varie imposte tra cui il Canone Rai. Ma non tutti dovranno pagare nel nuovo anno

Canone Rai
Pixabay

Sarà un 2022 ricco di tasse e di bollette per gli italiani che, da questo punto di vista, non inizieranno il nuovo anno in maniera serena.

L’inflazione, che non accenna ad arrestarsi, sta poi portando all’aumento delle materie prime e quindi ad un costo maggiore di beni di prima necessità quali i generi alimentari, carburanti e servizi.

Canone Rai 2022, chi è esente dal pagamento  

canone RAI

Quello che ancora deve iniziare sarà dunque un anno molto complicato a livello economico per gli italiani, soprattutto per quelli che appartengono alle fasce più deboli della popolazione. All’inflazione si aggiungeranno le tasse da pagare come l’imposta di bollo, l’IMU ed anche il pagamento dell’imposta Canone RAI.

Per quanto riguarda il Canone Rai 2022, questo deve essere pagato da quasi tutti i cittadini italiani. Quasi perché se si hanno vari requisiti si è esenti dal pagamento. L’esenzione del Canone Rai spetta ad alcuni contribuenti che, tramite una dichiarazione sostitutiva ai sensi del D.P.R. n. 455/2000.

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E’ il sito dell’Agenzia delle Entrate a rivelare che i contribuenti titolari di un’utenza elettrica per uso domestico residenziale possono dichiarare che in nessuna delle abitazioni dove è attivata l’utenza elettrica a loro intestata è presente una televisione. In questo caso si presenta una dichiarazione sostitutiva con apposito modello di validità annuale.

Sono esonerati dal pagamento del canone anche i cittadini over 75 con un reddito annuo proprio e del coniuge non superiore complessivamente a 8.000 euro e senza conviventi titolari di un reddito proprio. I cittadini over 75 che hanno pagato il canone TV possono chiederne il rimborso mediante apposito modello.

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Sono infine esentati dal pagamento del canone tv, per effetto di convenzioni internazionali: gli agenti diplomatici; i funzionari o gli impiegati consolari; i funzionari di organizzazioni internazionali; i militari di cittadinanza non italiana o il personale civile non residente in Italia di cittadinanza non italiana appartenenti alle forze NATO di stanza in Italia.

In tutti i casi il modello di esenzione deve essere presentato dal 1° febbraio al 30 giugno. Se presentata dal 1° luglio al 31 gennaio dell’anno successivo esonera dall’obbligo del pagamento per l’intero anno successivo.

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Saturday, December 25, 2021

Tesla, indagine su 580 mila auto. Si possono usare i giochi mentre si guida - La Gazzetta dello Sport

L’agenzia per la sicurezza stradale americana, National Highway Traffic Safety Administration, mette sotto inchiesta il Passenger Play, funzione che consente di utilizzare i videogiochi anche quando l’auto è in movimento

L’agenzia per la sicurezza stradale americana, National Highway Traffic Safety Administration (Nhtsa), ha aperto una nuova indagine contro la Tesla. Questa volta a finire sotto inchiesta è il sistema multimediale presente sulle vetture della casa americana che, attraverso la funzione Passenger Play, consentirebbe di attivare i videogiochi anche quando si è alla guida.

L’indagine della Nhtsa

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A finire sotto la lente dell’agenzia americana sono 580mila veicoli Tesla, compresi Model 3, S, X e Y dal 2017 al 2022. La National Highway Traffic Safety Administration (Nhtsa) ha dichiarato: “la funzionalità, denominata "Passenger Play", può distrarre il conducente e aumentare il rischio di un incidente". L’agenzia ha poi confermato che la possibilità di attivare i giochi anche quando si è alla guida è stata introdotta in un aggiornamento dello scorso dicembre 2020. Prima, infatti, era possibile abilitare Passenger Play solo quando il veicolo era in modalità Park. La Nhtsa ha precisato che la decisione di aprire l'inchiesta è dovuta al fatto che "le funzionalità ludiche della Tesla sono visibili anche dal sedile del conducente e possono essere attivate durante la guida del veicolo. Attualmente infatti sarebbe presente un blocco facilmente aggirabile da parte del conducente: per attivare la funzione Passenger Play basta semplicemente dichiarare di essere il passeggere e non il conducente.

Tesla non è l’unica

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L'agenzia americana ha dichiarato che la guida distratta rappresenta un numero significativo di morti su strada negli Stati Uniti; 3.142 solo nel 2019. I sostenitori della sicurezza hanno precisato che le cifre ufficiali sottovalutano il problema perché non tutti i conducenti coinvolti in incidenti ammettono di essere stati distratti da un dispositivo elettronico. Lo scorso 29 novembre, la Mercedes ha richiamato complessivamente 227 veicoli, tra cui S580, EQS450 MY2022, EQS580 e S500 perché i sistemi di infotainment del veicolo potrebbero consentire l'attivazione della TV e della navigazione internet durante la guida, provocando la distrazione del conducente".

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Thursday, December 23, 2021

Lo spread rivede dopo oltre un anno quota 140. Vacilla il teorema di Draghi: “Non sono uno scudo per il… - Il Fatto Quotidiano

Lo spread, ovvero la differenza di rendimento tra un titolo di Stato decennale tedesco e l’equivalente italiano, ha sfiorato questa mattina i 140 punti base, il livello più alto dal novembre 2020. Un movimento dovuto all’incremento di rendimento dei Btp salito a 1,117% (il Bund tedesco è rimasto sostanzialmente fermo). L’approssimarsi delle festività riduce i volumi di compravendita sui mercati, circostanza che facilita movimenti di prezzi più decisi. Tuttavia è possibile che gli investitori inizino a fiutare aria di turbolenze politiche, indipendentemente da come finirà la corsa alla presidenza della Repubblica, un aumento delle tensioni nella maggioranza è infatti da mettere in conto. Il segnale odierno interferisce con la teoria espressa ieri da Mario Draghi per tracciare il suo cammino verso il Quirinale.

“Se è vero che lo spread è più alto ora di quando sono arrivato vuol dire che non sono uno scudo quindi il problema non c’è”. Così il premier Mario Draghi, aveva risposto ieri in occasione della conferenza stampa di fine anno, ad una domanda che evidenziava come nell’ultimo anno lo spread fosse cresciuto e, se lui venisse eletto al Quirinale, potrebbe venir meno per l’Italia lo scudo rappresentato dall’ autorevolezza dell’ex presidente della Bce. Draghi ha poi aggiunto “Ripeto: non sono i singoli individui a rappresentare la forza dell’Italia ma quello che ha fatto il paese, come ha reagito anche a livello psicologico. Se si continua a crescere la preoccupazione per lo spread è minore, i mercati guardano alla crescita prima di tutto, è quello il barometro di credibilità dei paesi e del nostro in particolare”.

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Draghi e l’illusionismo sulla riforma dell’Irpef: “Premia chi guadagna meno”. Ma i dati di Mef e Parlamento dicono il contrario

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Trading online in criptovalute, oscurati 50 siti web - Il Sole 24 ORE

2' di lettura

Abusivismo finanziario in valute virtuali: parla di questo l’indagine che ha portato la guardia di finanza, coordinata dal Procura di Torino, a scoprire 50 siti web con milioni di visualizzazioni in tutto il mondo che proponevano, abusivamente, investimenti in valute virtuali. Appoggiati a società estere e con server oltre confine, i siti offrivano in varie lingue una proposta di investimento previa apertura di un conto corrente su cui si doveva eseguire un versamento. I responsabili dell’attività sono stati denunciati e 28 dei 50 portali - segnalati alla Consob - sono stati oscurati. Gli altri 22 nel frattempo erano stati chiusi.

Fino al 100% di guadagni prospettati

I siti in questione erano consultabili in varie lingue, tra cui quella italiana, e fornivano indicazioni sulle modalità di accesso attraverso appositi tutorial. All’utente che si collegava veniva offerta una vera e propria proposta di investimento (tanto che sui siti si fornivano informazioni idonee a mettere i risparmiatori in grado di valutare se aderire o meno all’iniziativa) negoziabile anche in mercati esteri, prospettando guadagni che potevano arrivare, in due anni, fino a quasi il 100% dell’importo investito. Si trattava, in sostanza, di operazioni di trading on line (rientranti tra quelle previste dal Testo Unico della Finanza) effettuate tramite Internet, consistenti nella negoziazione, esecuzione, ricezione e trasmissione di ordini, per le quali sarebbe stato necessario che l’intermediario cui era riconducibile l’attività di investimento fosse abilitato allo svolgimento di tali servizi.

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Gruppo di lavoro congiunto Consob-Gdf

Pertanto, le Fiamme Gialle, al termine di un’accurata e complessa operazione di ricognizione dei siti individuati e di analisi dei profili dei soggetti coinvolti, hanno denunciato alla Procura della Repubblica del capoluogo piemontese, per il reato di abusivismo finanziario, i responsabili dell’attività illecita. Consob e Guardia di Finanza hanno concordato di proseguire e intensificare la collaborazione in questo campo. A tal fine è stato deciso di istituire un apposito gruppo di lavoro congiunto.

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Antitrust multa Unieuro,Mediaworld, Leroy Merlin,Monclick - Ultima Ora - Agenzia ANSA

(ANSA) - ROMA, 23 DIC - L'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha concluso tre procedimenti avviati nei confronti di Unieuro e della controllata Monclick, di Leroy Merlin Italia e di Mediamarket (Mediaworld) sanzionandole in totale per 10,9 milioni di euro: Unieuro per 4 milioni, Mediamarket per 3,6 milioni, Leroy Merlin per 3 milioni e Monclick per 300mila euro.
    Le istruttorie, si legge in una nota dell'Antitrust, hanno consentito di accertare che le quattro società, nell'ambito dell'attività di e-commerce hanno posto in essere - soprattutto nel periodo di emergenza sanitaria per il Covid 19 - alcune condotte scorrette. (ANSA).
   

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Vent'anni di euro: cosa costa di più e come sono cambiati i prezzi per le famiglie - Today.it

Nel 2001 un caffè al bar costava in media 0,46 euro, per la "combo" pizza e bibita vent'anni fa si spendevano 5,50 euro, un biglietto dell'autobus valeva 1.500 lire (0,77 euro). Oggi quella stessa tazzina costa più di 1 euro, per mangiare in pizzeria bisogna tirare fuori in media 9,66 euro e per salire sui mezzi pubblici bisogna avere in mano un biglietto da 1,50 euro (2 se si è a Milano). Rispetto al 2001 costano di più i frigoriferi e ferri da stiro con caldaia ma meno forni a microonde e aspirapolvere. Il prezzo del pane si è impennato, ma è calato quello della passata di pomodoro e fare la spesa al supermercato costa meno. Sono da record poi gli aumenti per l'energia elettrica e il prezzo dei carburanti è raddoppiato.

L'ultimo studio di Altroconsumo fotografa la situazione prezzi in Italia dopo vent'anni di Euro, analizzando l'evoluzione dei prezzi dal 2001 a oggi e facendo i conti in tasca alle famiglie. Un'analisi che tiene conto anche del cambiamento della società e delle abitudini degli italiani.

Secondo gli ultimi dati Istat di metà novembre, l'inflazione è tornata ad aumentare, spinta dai prezzi dell'energia, con una crescita così ampia mai registrata da settembre 2012. L'aumento dell'inflazione porta con sé una diminuzione del valore del denaro e quindi del potere d'acquisto delle famiglie. Lo studio di Altroconsumo ha analizzato la crescita dei prezzi al consumo a fronte di questo aumento, per capire quanto queste variazioni abbiano influito sulle spese degli italiani, considerando quattro categorie principali: beni durevoli (elettrodomestici e hi-tech), trasporti (carburanti e mezzi pubblici), spesa (beni alimentari), servizi (conti correnti ed energia) e tempo libero (bar, pizzerie, cinema).

Negli ultimi vent'anni i prezzi sono aumentati complessivamente del 33,4% a fronte di un tasso di inflazione annua del 3,8%, secondo l'Istat. Gli ultimi anni hanno fatto segnare una crescita meno netta: tra il 2019 e il 2020 infatti i prezzi sono diminuiti dello 0,1% mentre nel biennio 2019-2021 la crescita si è attestata allo 0,27%.

Nuove abitudini e nuove tecnologie

Guardando ai prezzi di elettrodomestici e prodotti hi-tech spicca l'aumento di frigoriferi (+64%), fotocamere (71,17%) e cellulari (40,91%), mentre sono calati quelli di notebook (-48,06%), lavatrici (-30,70%) e forni a microonde (-51,33%). Economia di scala e nuove abitudini in famiglia concorrono a spiegare queste variazioni. Per quanto riguarda ad esempio i frigoriferi, si fa la spesa meno spesso e si usa di più il freezer, quindi i modelli di oggi sono più capienti rispetto al passato e con la maggior diffusione delle cucine a vista il frigo ormai è diventato un elemento di arredo. Dal 2001 la presenza di sempre più produttori internazionali di elettrodomestici ha contribuito a mantenere bassi i prezzi sul fronte degli elettrodomestici, mentre per quanto riguarda i cellulari bisogna considerare che vent'anni fa i modelli sul mercato avevano semplicemente le funzioni base di chiamata e invio di sms e non certo quelle di oggi.

Trasporti e spesa

Nel novembre 2001 la benzina costava 1 euro al litro, mentre il gasolio 0,86 euro al litro. A novembre 2021 è tutto raddoppiato: 1,75 euro/litro per la benzina e 1,61 euro/litro per il gasolio. In vent'anni sono cresciuti anche i costi del trasporto pubblico locale. Guardando alle aziende di tpl delle grandi città come Bologna, Genova, Milano, Roma e Torino, nel 2001 il biglietto poteva essere acquistato ancora in lire e costava per tutti 1.500 lire (0,77 euro). Nelle stesse città oggi il biglietto costa 1,50 euro, ad eccezione di Milano dove costa 50 centesimi in più. A vent'anni di distanza, il costo dei biglietti è aumentato del 94% (con l'eccezione in negativo di Milano, +158%). Negli ultimi due anni però i prezzi non hanno subito alcuna variazione restando sostanzialmente stabili dal 2019.

Aumenti più contenuti sul fronte del settore alimentare nell'arco di questi ultimi vent'anni. Il pane è quello che è aumentato più di tutti (+82%), un prodotto comunque ancora artigianale slegato dalle logiche della grande distribuzione. Sebbene rappresenti nel nostro immaginario la base di tutta la nostra dieta in realtà gli italiani ne consumano sempre di meno. Un confronto tra il 2001 e il 2021 è stato fatto anche alle casse del McDonald's, dove il prezzo di un Big Mac è passato da 4,20 a 4,53 euro (in calo rispetto ai 4,90 euro del 2019).

Il boom delle spese per l'energia e per pizza e caffè al bar

In vent'anni la spesa per l'energia elettrica è cresciuta del 360%: nel 2001 una famiglia residente e con un contatore da 3 KW aveva in bolletta un prezzo per kWh pari a 0,045 euro, mentre nel 2021 quel prezzo è lievitato fino a 0,34 euro. Influiscono ovviamente le variazioni nei mercati all'ingrosso degli idrocarburi, anche se spiegano solo in parte questa crescita. C'è da considerare infatti la questione degli oneri di sistema, nella quale nel tempo sono confluiti i corrispettivi inclusi nella bolletta per il finanziamento degli incentivi alle fonti rinnovabili e che in situazioni di ordinarietà pesa sino al 25% della bolletta elettrica.

Anche le spese per il tempo libero sono aumentate. Spicca l'aumento del caffè al bar, il cui prezzo è cresciuto in vent'anni del 124%. Tra le abitudini modificate degli italiani in questi ultimi vent'anni c'è anche il cinema. Si va in sala molto di meno e l'aumento dei prezzi dei biglietti è più contenuto. Per andare al cinema nel 2001 si spendeva in media 5,36 contro i 6,25 di oggi (+16,7%).

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Vent'anni di euro: cosa costa di più e come sono cambiati i prezzi per le famiglie - Today.it
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Wednesday, December 22, 2021

Giappone, da McDonald's patatine fritte razionate causa covid - Adnkronos

Solo porzioni piccole, per le patatine fritte vendute nei tremila McDonald's in Giappone. Lo ha deciso la più grande azienda di fast food del mondo per far fronte alla carenza di patate dovuta alla pandemia da coronavirus da una parte e alle inondazioni in Canada dall'altra. "McDonald's Japan limiterà temporaneamente le vendite di patatine fritte di medie e grandi dimensioni come misura atta a garantire che i clienti possano continuare a gustare le patatine fritte di McDonald's'', ha detto la società alla Bbc. "I clienti potranno ancora ordinare patatine fritte di piccole dimensioni in tutti i nostri ristoranti. Ad oggi, non ci sono state interruzioni nella fornitura", ha aggiunto. In una nota si legge che "a causa delle inondazioni su larga scala vicino al porto di Vancouver e della crisi della catena di approvvigionamento globale causata dalla pandemia di coronavirus, ci sono ritardi nella fornitura di patate".

Quelle usate da McDonald's in Giappone sono infatti patate provenienti dal porto canadese di Vancouver. Il razionamento delle patatine fritte resterà in vigore fino a fine anno. Il Giappone è il più grande mercato asiatico per i prodotti a base di patate surgelate statunitensi. McDonald's ha subito un problema simile nel dicembre del 2014 a causa di una vertenza sindacale che ha coinvolto 20mila lavoratori portuali, operatori terminalistici e compagnie di navigazione in 29 porti della costa occidentale degli Stati Uniti che ha causato una carenza di patatine fritte. In quell'occasione l'azienda ha deciso di importare via aerea mille tonnellate di patatine surgelate.

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Tuesday, December 21, 2021

Bonus tv e decoder, altri 68 milioni per lo switch al nuovo digitale terrestre - Corriere della Sera

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Elettricità e gas sempre più cari: la crisi energetica colpisce l'Europa - Il Sole 24 ORE

3' di lettura

Gas ed elettricità sempre più cari in Europa. In una corsa al rialzo che sembra inarrestabile, il prezzo del combustibile è balzato di oltre il 10% nella seduta di martedì 21 dicembre aggiornando il record storico sopra 162 euro per Megawattora. Sul mercato olandese il metano viaggia in aumento del 18% a 173 euro per Megawattora, mentre sulla piazza inglese sale del 17% a 434 sterline per British thermal unit (Mmbtu).

Lunedì 20 sul principale hub del Vecchio continente c’era già stato un rialzo superiore...

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Borse, l'Europa rimbalza. Titoli oil in luce con il petrolio in salita - Il Sole 24 ORE

2' di lettura

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Tornano gli acquisti sui mercati azionari europei che rimbalzano dopo un inizio di settimana in netto calo a causa del rapido diffondersi della variante Omicron, delle mosse della Banca centrale cinese sui tassi e dello stallo in Usa sul maxi piano sociale e ambientale dell'amministrazione Biden.I risultati dei test di Moderna sul proprio vaccino avevano già contributo a ridimensionare le perdite dei listini alla vigilia mentre i segnali di apertura del senatore Joe Manchin su un piano Build Back Better rivisto favoriscono un cauto ottimismo sul destino del piano Usa.

«L'incertezza globale rimane elevata - dicono gli analisti di ActivTrades - poiché gli investitori faticano a valutare in che modo questa nuova ondata influenzerà le economie, soprattutto in un momento in cui le politiche monetarie di alcuni paesi si fanno più aggressive». Questa situazione, notano, fornisce un forte supporto per i rifugi sicuri come l'oro con gli investitori che comunque riducono la loro esposizione alle azioni, «interrompendo il rally di Babbo Natale che tutti stavano aspettando».

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Andamento Piazza Affari FTSE Mib

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A Piazza Affari corre St, bene i titoli oil

A Milano è Stmicroelectronics a guidare le big anche grazie alla guidance sopra le attese da parte dell'americana Micron Technologies. Rimbalzo per la galassia Exor molto penalizzata nella seduta di lunedì: salgono Cnh Industrial, Exor e Stellantis. La risalita del petrolio sostiene Eni. Continua la corsa Prysmian tra i pochi in controtendenza alla vigilia grazie ai contratti per due progetti di eolico offshore negli Stati Uniti. Tra le banche bene Banca Pop Er: un nuovo cda della banca modenese che deve valutare come procedere sul dossier Bca Carige.

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Petrolio in salita, non si ferma la corsa del gas

Il petrolio recupera parte delle perdite della seduta di lunedì 20 dicembre, dovute all'accelerazione dei contagi e allo stop al maxi piano di investimenti Usa che sono alla radice della discesa. Intanto, sottolineano gli analisti di Mps Capital Services, non si ferma la corsa del gas che super i 160 euro al megawattora su nuovi record dopo che la quantità di gas nella stazione tedesca di Mallnow, dove termina il gasdotto Yamal Europe, è scesa a zero nelle prime ore di stamattina secondo i dati dell'operatore Gascade. Una situazione che costringerebbe l'Europa a far ricorso alle riserve in un periodo di basse temperature e elevati consumi a cui le fonti rinnovabili non possono far fronte in maniera sufficiente. Non sono chiare, secondo gli analisti citati da Bloomberg, le ragioni alla base di questa minore fornitura russa nel gasdotto che va dalla Siberia nord-occidentale alla Germania attraverso Bielorussia e Polonia.

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Monday, December 20, 2021

Bundesbank, è Nagel l’erede di Weidmann: «La più colomba tra i falchi» - Il Sole 24 ORE

2' di lettura

Sarà l’economista Joachim Nagel a succedere a Jens Weidmann alla guida della Bundesbank a partire dal nuovo anno. Lo ha annunciato il ministro delle Finanze Lindner. Nagel, 55 anni, è vice direttore del dipartimento bancario presso la Banca dei regolamenti internazionali. Entrerà in carica il primo gennaio.

In precedenza, ha lavorato per 17 anni per la Bundesbank, passando nel 2017 alla KfW, la banca statale per lo sviluppo della Germania. La nomina di Nagel è stata salutata su Twitter da Isabel Schnabel, membro di spicco del consiglio direttivo Bce e che era considerata in gara per la successione a Weidmann. «Congratulazioni a Joachim Nagel per essere stato nominato come nuovo presidente della Bundesbank - recita il tweet di Schnabel - Non vedo l’ora di poter collaborare insieme nel consiglio direttivo Bce. Ci aspettano molti compiti importanti».

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«Di fronte ai rischi di inflazione, cresce l’importanza di una politica monetaria orientata alla stabilità - ha scritto Christian Lindner via Twitter - Nagel è una figura esperta che garantisce continuità alla Bundesbank».

Considerato vicino al cancelliere Olaf Scholz, Nagel tuttavia è apprezzato anche dai Liberali della Fdp per la sua visione di una politica monetaria prudente e fondata sulla stabilità. Negli ambienti economici viene considerato «la più colomba tra i falchi» di politica monetaria.

A Joachim Nagel sono giunti anche i complimenti della presidente Bce Christine Lagarde e del direttore della Banca dei Regolamenti Internazionali Agustin Carstens. «Mi congratulo caldamente con Joachim Nagel per la sua nomina come Presidente della
Bundesbank - recita il tweet di Lagarde - non vedo l’ora di lavorare in seno al consiglio direttivo con un banchiere centrale di tanta esperienza per rispettare il mandato Bce».

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Bonus mobili ed elettrodomestici 2022, proroga con modifiche al tetto di spesa in Legge di Bilancio - Money.it

Cambia il tetto di spesa del bonus mobili 2022: a intervenire è la Legge di Bilancio, o meglio la sua ultima versione con gli emendamenti approvati. La nuova soglia di spesa è 10.000 euro. La proroga del bonus c’è, quindi, ma con una soglia di spesa massima agevolata minore rispetto a quella attuale.

Il bonus arredi, che consente l’acquisto agevolato di mobili ed elettrodomestici, fino al 31 dicembre 2021 ha un limite di spesa massimo fissato a 16.000 euro.

Significa quindi che i cittadini interessati a comprare nuovi mobili o elettrodomestici possono usufruire -se in possesso dei requisiti- di un tetto di spesa più alto ancora per pochi giorni.

Il pacchetto dei bonus casa è uno dei più impegnativi in questa Legge di Bilancio: dal bonus facciate al superbonus, passando appunto per l’agevolazione sugli arredi, si tratta di incentivi e misure che valgono milioni di euro e fanno la differenza tra la possibilità di fare i lavori in casa o meno per tante famiglie.

Bonus mobili ed elettrodomestici 2022: la guida

Bonus mobili 2022, nuove modifiche al tetto di spesa in Legge di Bilancio

Il limite massimo di spesa agevolata del bonus mobili continua a oscillare, ma è stato raggiunto l’accordo definitivo con il ministero dell’Economia, fissando la soglia a 10.000 euro per il 2022. Visto che la cifra continua a cambiare è meglio ripercorrere i cambiamenti degli ultimi anni.

Fino a due anni fa, quindi fino al 2020, il limite di spesa per il bonus mobili era proprio di 10.000 euro. Poi la Legge di Bilancio 2021 ha alzato la soglia, ponendo il limite a 16.000 euro per gli acquisti di arredi ed elettrodomestici.

In un primo momento la Legge di Bilancio 2022 era intervenuta sulla soglia dei 16.000 euro con un effetto tagliola, con un nuovo limite stabilito a 5.000 euro. Secondo le ultime notizie, il limite verrà di nuovo alzato, per tornare a 10.000 euro.

Attenzione: questo significa che fino al 31 dicembre 2021 i cittadini possono usufruire del bonus mobili “pieno”, con limite di spesa fino a 16.000 euro.

Bonus mobili 2022, limite a 10.000 euro: cosa cambia con la Legge di Bilancio

La manovra interviene nuovamente sul limite di spesa ma non cambia la struttura del bonus mobili.
L’aliquota della detrazione rimane al 50% per l’acquisto di:

  • forni di classe non inferiore alla A;
  • lavatrici, lavasciugatrici e lavastoviglie di classe non inferiore alle E;
  • frigoriferi, congelatori e altre apparecchiature dotate di etichetta energetica di classe non inferiore alla F.

Intatta anche la proroga dei bonus casa, compreso quindi il bonus mobili: senza ulteriori interventi, il limite di spesa rimarrebbe a 10.000 euro fino al 31 dicembre 2024. Resta uguale anche la modalità di fruizione del bonus arredi, cioè tramite detrazione in dieci quote annuali di pari importo in dichiarazione dei redditi.

Identico, infine, anche il “gemellaggio” col bonus ristrutturazione, cioè per usufruire del bonus mobili è necessario effettuare interventi di recupero del patrimonio edilizio dal 1° gennaio.

In linea generale, il bonus mobili si applica sugli acquisti sostenuti dal 6 giugno 2013 al 31 dicembre 2024 (con la proroga attuale) ma è necessario fornire alcuni chiarimenti.

Il meccanismo su cui si basa il bonus mobili è a scalare, ovvero:

  • se i lavori sono iniziati dal 2020, sono agevolati gli acquisti eseguiti fino a fine 2019;
  • se sono iniziati dal 2019, rientrano gli acquisti effettuati fino a fine 2020;
  • se sono iniziati dal 2018, gli acquisti fino a fine 2019.

Questo significa che i contribuenti che hanno avviato un intervento edilizio entro il 31 dicembre 2020 oggi sono tagliati fuori dal bonus mobili, ma potranno usufruire dell’agevolazione per gli interventi nuovi avviati da ora alla fine dell’anno.

L’altro vincolo del bonus mobili è sempre legato alla tempistica dell’acquisto dei mobili.I nuovi arredi o elettrodomestici per cui si vuole usufruire della detrazione, infatti, devono essere necessariamente acquistati dopo l’inizio dell’intervento di ristrutturazione.

Bonus arredi: a chi spetta?

Il requisito fondamentale per avere accesso alle detrazioni del bonus mobili ed elettrodomestici 2022 è avere iniziato interventi di ristrutturazione prima dell’acquisto degli elettrodomestici. L’Agenzia delle Entrate infatti chiarisce che la detrazione spetta solo al contribuente che “usufruisce della detrazione per le spese di intervento di recupero del patrimonio edilizio”.

In pratica, questo significa che se un coniuge paga le spese per ristrutturare l’immobile, e l’altro si occupa dell’acquisto dei mobili, il bonus arredi non spetta a nessuno dei due.

La detrazione spetta anche quando i beni acquistati sono destinati ad arredare un ambiente diverso dello stesso immobile oggetto di intervento edilizio.

Per ottenere la detrazione si deve indicare la spesa sostenuta nel modello 730 oppure modello Redditi Persone Fisiche.

Il bonus mobili spetta, infine, anche quando i mobili e gli elettrodomestici acquistati sono destinati a un immobile il cui intervento di ristrutturazione è stato realizzato su una pertinenza dell’immobile stesso, anche se accatastata autonomamente.

Le spese ammesse in detrazione

L’Agenzia delle Entrate ha fornito una serie di esempi pratici per le spese ammesse in detrazione per il bonus mobili ed elettrodomestici 2022. Chiariamo però che l’elenco di seguito è quello della guida al bonus mobili 2021: bisognerà aspettare per quella aggiornata al 2022.

Le detrazione del 50% delle spese effettuate fino a un massimo di 10.000 euro spetta per l’acquisto di:

Mobili nuovi Elettrodomestici nuovi
per esempio: letti, armadi, cassettiere, librerie, scrivanie, tavoli, sedie, comodini, divani, poltrone, credenze, materassi, apparecchi di illuminazione. È escluso l’acquisto di porte, pavimentazioni (per esempio, il parquet), tende e tendaggi, altri complementi di arredo di classe energetica non inferiore alla A+ (A per i forni), come rilevabile dall’etichetta energetica. L’acquisto è comunque agevolato per gli elettrodomestici privi di etichetta, a condizione che per essi non ne sia stato ancora previsto l’obbligo. Rientrano nei grandi elettrodomestici, per esempio: frigoriferi, congelatori, lavatrici, asciugatrici, lavastoviglie, apparecchi per la cottura, stufe elettriche, forni a microonde, piastre riscaldanti elettriche, apparecchi elettrici di riscaldamento, radiatori elettrici, ventilatori elettrici, apparecchi per il condizionamento.

Tra le spese da portare in detrazione si possono includere quelle di trasporto e di montaggio dei beni acquistati.

Indipendentemente dall’importo delle spese sostenute per i lavori di ristrutturazione, la detrazione del 50% va calcolata su un importo massimo di 16.000 euro, riferito, complessivamente, alle spese sostenute per l’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici.

La detrazione deve essere ripartita tra gli aventi diritto in dieci quote annuali di pari importo.

La detrazione non utilizzata in tutto o in parte non si trasferisce né in caso di decesso del contribuente né in caso di cessione dell’immobile oggetto di intervento di recupero edilizio.

Comunicazione ENEA per il bonus mobili

Tra gli adempimenti necessari per avere accesso al bous mobili c’è la comunicazione ENEA.

Il bonus elettrodomestici rientra tra gli interventi soggetti all’obbligo di trasmissione dei dati all’ENEA, introdotto dalla Legge di Bilancio 2018 e in vigore anche negli anni successivi.

L’ENEA ha pubblicato una guida rapida per l’utente e, secondo quanto indicato, per beneficiare del bonus elettrodomestici è dunque obbligatorio comunicare i dati relativi alle spese sostenute per l’acquisto di:

  • forni;
  • frigoriferi;
  • lavastoviglie;
  • piani cottura elettrici;
  • lavasciuga;
  • lavatrici.

La scadenza per l’invio è fissata a 90 giorni dalla data di collaudo.

I documenti da conservare

Per poter usufruire del bonus mobili gli acquirenti dovranno presentare specifica documentazione che attesti l’avvenuta compravendita all’Agenzia delle Entrate.

I documenti che bisognerà aver cura di conservare sono i seguenti:

  • ricevuta del bonifico;
  • ricevuta di avvenuta transazione (per i pagamenti con carta di credito o di debito);
  • documentazione di addebito sul conto corrente;
  • fatture di acquisto dei beni, riportanti la natura, la qualità e la quantità dei beni e dei servizi acquisiti.

È fondamentale, come abbiamo visto, dimostrare i lavori di ristrutturazione siano iniziati in una data precedente a quella di acquisto di mobili ed elettrodomestici.

La data di avvio dei lavori può essere dimostrata, per esempio, da eventuali abilitazioni amministrative o dalla comunicazione preventiva all’ASL, se è obbligatoria.

Per gli interventi che non necessitano di comunicazioni o titoli abilitativi, è sufficiente una dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà.

Come pagare per avere il bonus mobili

Per avere la detrazione sugli acquisti di mobili e di grandi elettrodomestici occorre effettuare i pagamenti con bonifico o carta di debito o credito.

Non è consentito, invece, pagare con assegni bancari, contanti o altri mezzi di pagamento.

Se il pagamento è disposto con bonifico, non è necessario utilizzare quello (soggetto a ritenuta) appositamente predisposto da banche e Poste S.p.a. per le spese di ristrutturazione edilizia.

La detrazione è ammessa anche se i beni sono acquistati con un finanziamento a rate, a condizione che la società che eroga il finanziamento paghi il corrispettivo con le stesse modalità prima indicate e il contribuente abbia una copia della ricevuta del pagamento (circolare n. 7/2017). In questo caso, l’anno di sostenimento della spesa sarà quello di effettuazione del pagamento da parte della finanziaria.

L’Agenzia delle Entrate ricorda che, per i pagamenti con carte di credito o debito, la data di pagamento sarà quella individuata nel giorno di utilizzo della carta da parte del titolare (indicata nella ricevuta di transazione) e non nel giorno di addebito sul conto corrente.

Niente sconto in fattura e cessione del credito per il bonus mobili 2022

Nemmeno per il prossimo anno il bonus mobili (e anche il bonus per giardini e terrazze) si potrà usare tramite cessione del credito o sconto in fattura.

L’emendamento presentato alla Legge di Bilancio quindi cambia il tetto di spesa, ma non le modalità di fruizione del bonus.

Bonus arredi e giardini sono quindi gli unici due bonus che possono essere usati solo tramite detrazione in dichiarazione dei redditi.

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Sunday, December 19, 2021

Risparmi, gli italiani rischiano uno shock-inflazione da 500 miliardi a 10 anni - Il Sole 24 ORE

InchiestaApprofondimento di un singolo argomento che mette a frutto il lavoro di ricerche e significative risorse.Scopri di piùL’impatto sulle famiglie

Con il caro-prezzi attuale la «tassa occulta» è in grado di ridurre del 28,5% il potere di acquisto degli oltre 1.800 miliardi custoditi in depositi senza interesse.

di Maximilian Cellino

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Saturday, December 18, 2021

Evergrande, S&P la dichiara insolvente e ritira il rating - Corriere della Sera

Il colosso immobiliare cinese Evergrande è stato ufficialmente dichiarato insolvente daStandard & Poor’s Global Ratings dopo aver mancato il pagamento di coupon all’inizio di dicembre. L’agenzia statunitense ha tagliato il rating a «default selettivo», con il rischio di innescare inadempienze incrociate sui 19,2 miliardi di dollari di debito della società, e ha ritirato il suo rating sul gruppo, su richiesta di Evergrande.

Default selettivi

La terminologia «default selettivo» fa riferimento al mancato pagamento di un bond e non necessariamente di tutti - spiega S&P in una nota. Secondo la società di rating, Evergrande e la sua divisione finanziaria offshore Tianji Holding non siano riusciti a effettuare i pagamenti di cedole su bond senior in dollari e non hanno nemmeno annunciato, confermando o avvertendo, lo stato del pagamento delle cedole. S&P si aggrega a Fitch, che lo scorso 9 dicembre aveva bollato Evergrande come inadempiente. Il timore è che altre società, anche con un rating più alto - come Shimao Group Holdings - possano avere problemi di debito e liquidità. Evergrande, dal canto suo, aveva detto di volersi «impegnare attivamente» con i creditori offshore su un piano di ristrutturazione.

Il rischio di Evergrande

Il gruppo immobiliare cinese al centro dell’attenzione internazionale per l’ingente indebitamento è a rischio default, con un potenziale impatto molto significativo su tutta l’economia cinese. A lungo considerata da molti investitori come «too big to fail» (troppo grande per fallire), Evergrande potrebbe finire schiacciata dalla campagna del presidente cinese Xi Jinping per ridimensionare i colossi sovraindebitati e un mercato immobiliare surriscaldato.

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L’inflazione è passeggera oppure no? - Il Post

Casa: Eurostat, crollo del 15% per prezzi in Italia dal 2010 - Agenzia ANSA

Tra il 2010 e il 2020 i prezzi delle case, in Italia, sono crollati del 15%, a fronte di un aumento del 26% della media Ue. Sono i dati dell'aggiornamento di Housing in Europe 2021 di Eurostat. Nell'Ue, dal 2013, si registra una costante tendenza al rialzo, con aumenti consistenti tra il 2015 e il 2020. Al contrario la curva dei prezzi italiana cala nettamente a partire dal 2011, per poi stabilizzarsi nel 2019, con un lieve scatto nel 2020. Per gli affitti si rileva un aumento nell'Ue: +14% rispetto al 2010.
    Aumento che si registra anche in Italia, seppur più contenuto: in 10 anni gli affitti sono cresciuti di circa il 6,5%. 
   

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Friday, December 17, 2021

Tim, Gubitosi lascia l'azienda. Trovato l'accordo per l'uscita - La Repubblica

MILANO - Luigi Gubitosi ha trovato un accordo con l’azienda per fare un passo indietro dalla carica di amministratore delegato, direttore generale e anche dal consiglio di amministrazione di Tim, che è in corso al momento. Gubitosi non partecipa, nè vota, alla riunione odierna del consiglio, in cui si discuterà anche di Kkr.
Il manager, secondo quanto ricostruito da fonti finanziarie, avrebbe rinunciato alla manleva legale, e gli verrebbe dato solo quanto dovuto dal contratto. E’ dallo scorso 11 novembre, ovvero dal cda per approvare i conti dei primi nove mesi che è in corso un aspro braccio di ferro tra il manager e l’azienda, che in sei mesi ha fatto ben tre profit warning. Alla fine per il ben dell’azienda Gubitosi sarebbe deciso a fare un passo indietro per lasciare posto al neo direttore generale Pietro Labriola, che sarà cooptato in un prossimo cda che deve ancora essere convocato. Labriola, che somma su di se anche le cariche del Brasile, lavorerà fin da subito insieme alla sua squadra al nuovo piano industriale, da presentare al mercato entro febbraio.

Tim starebbe inoltre provando a rinegoziare il contratto con Dazn. L'ultimo profit warning  sarebbe emerso, oltre che su segnalazione del collegio sindacale, dopo una verifica del revisore Pwc, che avrebbe scoperto uno scollamento di circa 540 milioni tra le stime formulate dalla società e l’effettivo contributo che Dazn può portare ai ricavi Telecom. Su questa base il gruppo italiano ha chiesto un taglio dei minimi garantiti, pari a 340 milioni l’anno per il prossimo triennio, ma Dazn che ugualmente fa fatica a far quadrare i conti, sarebbe poco incline a fare sconti.

In mancanza di un accordo,  Tim sarebbe quindi costretta ad adire alle vie legali per tutelare i suoi interessi, a cominciare dal fatto che Dazn permette di dividere l’abbonamento tra più persone. Morale la questione rischia di dover essere risolta da un giudice, e nel frattempo Tim dovrà procedere a un accantonamento milionario, e su cui oggi il cda dovrà valutare il da farsi.

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Interessi legali in aumento dal 1° gennaio 2022: dal MEF il tasso aggiornato - Informazione Fiscale

Interessi legali, aumento a partire dal 1° gennaio 2022: il tasso sale all'1,25 per cento, secondo quanto indicato dal decreto MEF del 13 dicembre, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 15 dicembre 2021.

Interessi legali in aumento dal 1° gennaio 2022, data a partire dalla quale il tasso passerà dallo 0,01 previsto per il 2021 all’1,25 per cento.

Lo prevede il decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze del 13 dicembre, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 15 dicembre 2021, con il quale viene disposto l’aggiornamento del saggio degli interessi legali sulla base del rendimento medio annuo lordo dei titoli di Stato di durata non superiore a 12 mesi e del tasso di inflazione registrato nell’anno.

Due dati che portano al rialzo della misura degli interessi legali dovuti a partire dal 1° gennaio 2022, e tra le conseguenze aumenteranno le somme aggiuntive applicate in caso di versamento tardivo delle imposte.

Interessi legali in aumento dal 1° gennaio 2022: dal MEF il tasso aggiornato

Secondo quanto previsto dall’articolo 1284, primo comma del codice civile, il saggio degli interessi legali pari al 2,5 per cento può essere modificato annualmente dal Ministro dell’Economia, tenuto conto di due parametri:

  • il rendimento medio annuo lordo dei titoli di Stato, di durata non superiore a dodici mesi;
  • il tasso di inflazione registrato nell’anno.

Il decreto MEF del 13 dicembre pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 15 dicembre, termine ultimo previsto per l’aggiornamento del saggio, stabilisce che a decorrere dal 1° gennaio 2022 gli interessi legali saranno pari all’1,25 per cento, in deciso aumento rispetto a quanto previsto lo scorso anno.

Decreto MEF 13 dicembre 2021 - Gazzetta Ufficiale del 16 dicembre 2021
Modifica del saggio di interesse legale a partire dal 1° gennaio 2022

Dal 1° gennaio e fino al 31 dicembre 2021, la misura del saggio degli interessi legali è stata fissata allo 0,01 per cento, il valore più basso mai toccato.

A partire dal prossimo anno invece si tornerà ai parametri previsti dal 2010 e, seppur con alcune variazioni, fino al 2014.

Cosa comporterà l’aumento da un punto di vista pratico?

Gli interessi legali, come noto, sono uno dei parametri da tenere a mente per il pagamento delle imposte in ritardo, ed influiscono sul calcolo del ravvedimento operoso.

L’aumento previsto a decorrere dal 1° gennaio 2022 comporterà quindi un aggravio dei costi aggiuntivi dovuti dai contribuenti che verseranno tasse e imposte in ritardo. Un balzo in avanti considerevole, se si tiene conto del minimo storico dello 0,01 per cento previsto invece per l’annualità precedente.

La determinazione della misura degli interessi legali incide profondamente anche nei rapporti commerciali tra le aziende e nei rapporti tra cittadini e pubblica amministrazione.

Ad esempio, in caso di pagamento di prestazioni pensionistiche in ritardo, l’incremento degli interessi legali comporterà un ricalcolo a favore del contribuente delle somme dovute dall’INPS in ragione delle tempistiche di erogazione.

Interessi legali 2022 e precedenti: il saggio previsto negli anni passati

La variazione del saggio degli interessi legali a partire dal 1° gennaio 2022 assume particolare rilievo per i contribuenti che intendono, a titolo esemplificativo, pagare imposte scadute nel 2021 beneficiando del ravvedimento operoso.

In tal caso, l’interesse aggiuntivo dovrà essere calcolato:

  • applicando il tasso dello 0,01 per cento dal 1° gennaio e fino al 31 dicembre 2021;
  • applicando il tasso aggiornato dal MEF pari all’1,25 per cento dal 1° gennaio al 31 dicembre 2022.

Appare utile quindi fornire una tabella riassuntiva delle modifiche apportate dal MEF negli anni, in ragione delle variazioni al rendimento dei titoli di Stato e al tasso di inflazione:

Periodo di riferimento Saggio di interesse legale
fino al 15.12.1990 5 per cento
16.12.1990 - 31.12.1996 10 per cento
01.01.1997 - 31.12.1998 5 per cento
01.01.1999 - 31.12.2000 2,5 per cento
01.01.2001 - 31.12.2001 3,5 per cento
01.01.2002 - 31.12.2003 3 per cento
01.01.2004 - 31.12.2007 2,5 per cento
01.01.2008 - 31.12.2009 3 per cento
01.01.2010 - 31.12.2010 1 per cento
01.01.2011 - 31.12.2011 1,5 per cento
01.01.2012 - 31.12.2013 2,5 per cento
01.01.2014 - 31.12.2014 1 per cento
01.01.2015 - 31.12.2015 0,5 per cento
01.01.2016 - 31.12.2016 0,2 per cento
01.01.2017 - 31.12.2017 0,1 per cento
01.01.2018 - 31.12.2018 0,3 per cento
01.01.2019 - 31.12.2019 0,8 per cento
01.01.2020 - 31.12.2020 0,05 per cento
01.01.2021 - 31.12.2021 0,01 per cento
01.01.2022 - 31.12.2022 1,25 per cento

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Interessi legali in aumento dal 1° gennaio 2022: dal MEF il tasso aggiornato - Informazione Fiscale
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