Nel 2001 un caffè al bar costava in media 0,46 euro, per la "combo" pizza e bibita vent'anni fa si spendevano 5,50 euro, un biglietto dell'autobus valeva 1.500 lire (0,77 euro). Oggi quella stessa tazzina costa più di 1 euro, per mangiare in pizzeria bisogna tirare fuori in media 9,66 euro e per salire sui mezzi pubblici bisogna avere in mano un biglietto da 1,50 euro (2 se si è a Milano). Rispetto al 2001 costano di più i frigoriferi e ferri da stiro con caldaia ma meno forni a microonde e aspirapolvere. Il prezzo del pane si è impennato, ma è calato quello della passata di pomodoro e fare la spesa al supermercato costa meno. Sono da record poi gli aumenti per l'energia elettrica e il prezzo dei carburanti è raddoppiato.
L'ultimo studio di Altroconsumo fotografa la situazione prezzi in Italia dopo vent'anni di Euro, analizzando l'evoluzione dei prezzi dal 2001 a oggi e facendo i conti in tasca alle famiglie. Un'analisi che tiene conto anche del cambiamento della società e delle abitudini degli italiani.
Secondo gli ultimi dati Istat di metà novembre, l'inflazione è tornata ad aumentare, spinta dai prezzi dell'energia, con una crescita così ampia mai registrata da settembre 2012. L'aumento dell'inflazione porta con sé una diminuzione del valore del denaro e quindi del potere d'acquisto delle famiglie. Lo studio di Altroconsumo ha analizzato la crescita dei prezzi al consumo a fronte di questo aumento, per capire quanto queste variazioni abbiano influito sulle spese degli italiani, considerando quattro categorie principali: beni durevoli (elettrodomestici e hi-tech), trasporti (carburanti e mezzi pubblici), spesa (beni alimentari), servizi (conti correnti ed energia) e tempo libero (bar, pizzerie, cinema).
Negli ultimi vent'anni i prezzi sono aumentati complessivamente del 33,4% a fronte di un tasso di inflazione annua del 3,8%, secondo l'Istat. Gli ultimi anni hanno fatto segnare una crescita meno netta: tra il 2019 e il 2020 infatti i prezzi sono diminuiti dello 0,1% mentre nel biennio 2019-2021 la crescita si è attestata allo 0,27%.
Nuove abitudini e nuove tecnologie
Guardando ai prezzi di elettrodomestici e prodotti hi-tech spicca l'aumento di frigoriferi (+64%), fotocamere (71,17%) e cellulari (40,91%), mentre sono calati quelli di notebook (-48,06%), lavatrici (-30,70%) e forni a microonde (-51,33%). Economia di scala e nuove abitudini in famiglia concorrono a spiegare queste variazioni. Per quanto riguarda ad esempio i frigoriferi, si fa la spesa meno spesso e si usa di più il freezer, quindi i modelli di oggi sono più capienti rispetto al passato e con la maggior diffusione delle cucine a vista il frigo ormai è diventato un elemento di arredo. Dal 2001 la presenza di sempre più produttori internazionali di elettrodomestici ha contribuito a mantenere bassi i prezzi sul fronte degli elettrodomestici, mentre per quanto riguarda i cellulari bisogna considerare che vent'anni fa i modelli sul mercato avevano semplicemente le funzioni base di chiamata e invio di sms e non certo quelle di oggi.
Trasporti e spesa
Nel novembre 2001 la benzina costava 1 euro al litro, mentre il gasolio 0,86 euro al litro. A novembre 2021 è tutto raddoppiato: 1,75 euro/litro per la benzina e 1,61 euro/litro per il gasolio. In vent'anni sono cresciuti anche i costi del trasporto pubblico locale. Guardando alle aziende di tpl delle grandi città come Bologna, Genova, Milano, Roma e Torino, nel 2001 il biglietto poteva essere acquistato ancora in lire e costava per tutti 1.500 lire (0,77 euro). Nelle stesse città oggi il biglietto costa 1,50 euro, ad eccezione di Milano dove costa 50 centesimi in più. A vent'anni di distanza, il costo dei biglietti è aumentato del 94% (con l'eccezione in negativo di Milano, +158%). Negli ultimi due anni però i prezzi non hanno subito alcuna variazione restando sostanzialmente stabili dal 2019.
Aumenti più contenuti sul fronte del settore alimentare nell'arco di questi ultimi vent'anni. Il pane è quello che è aumentato più di tutti (+82%), un prodotto comunque ancora artigianale slegato dalle logiche della grande distribuzione. Sebbene rappresenti nel nostro immaginario la base di tutta la nostra dieta in realtà gli italiani ne consumano sempre di meno. Un confronto tra il 2001 e il 2021 è stato fatto anche alle casse del McDonald's, dove il prezzo di un Big Mac è passato da 4,20 a 4,53 euro (in calo rispetto ai 4,90 euro del 2019).
Il boom delle spese per l'energia e per pizza e caffè al bar
In vent'anni la spesa per l'energia elettrica è cresciuta del 360%: nel 2001 una famiglia residente e con un contatore da 3 KW aveva in bolletta un prezzo per kWh pari a 0,045 euro, mentre nel 2021 quel prezzo è lievitato fino a 0,34 euro. Influiscono ovviamente le variazioni nei mercati all'ingrosso degli idrocarburi, anche se spiegano solo in parte questa crescita. C'è da considerare infatti la questione degli oneri di sistema, nella quale nel tempo sono confluiti i corrispettivi inclusi nella bolletta per il finanziamento degli incentivi alle fonti rinnovabili e che in situazioni di ordinarietà pesa sino al 25% della bolletta elettrica.
Anche le spese per il tempo libero sono aumentate. Spicca l'aumento del caffè al bar, il cui prezzo è cresciuto in vent'anni del 124%. Tra le abitudini modificate degli italiani in questi ultimi vent'anni c'è anche il cinema. Si va in sala molto di meno e l'aumento dei prezzi dei biglietti è più contenuto. Per andare al cinema nel 2001 si spendeva in media 5,36 contro i 6,25 di oggi (+16,7%).
Vent'anni di euro: cosa costa di più e come sono cambiati i prezzi per le famiglie - Today.it
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