MILANO - Luigi Gubitosi ha trovato un accordo con l’azienda per fare un passo indietro dalla carica di amministratore delegato, direttore generale e anche dal consiglio di amministrazione di Tim, che è in corso al momento. Gubitosi non partecipa, nè vota, alla riunione odierna del consiglio, in cui si discuterà anche di Kkr.
Il manager, secondo quanto ricostruito da fonti finanziarie, avrebbe rinunciato alla manleva legale, e gli verrebbe dato solo quanto dovuto dal contratto. E’ dallo scorso 11 novembre, ovvero dal cda per approvare i conti dei primi nove mesi che è in corso un aspro braccio di ferro tra il manager e l’azienda, che in sei mesi ha fatto ben tre profit warning. Alla fine per il ben dell’azienda Gubitosi sarebbe deciso a fare un passo indietro per lasciare posto al neo direttore generale Pietro Labriola, che sarà cooptato in un prossimo cda che deve ancora essere convocato. Labriola, che somma su di se anche le cariche del Brasile, lavorerà fin da subito insieme alla sua squadra al nuovo piano industriale, da presentare al mercato entro febbraio.
Tim starebbe inoltre provando a rinegoziare il contratto con Dazn. L'ultimo profit warning sarebbe emerso, oltre che su segnalazione del collegio sindacale, dopo una verifica del revisore Pwc, che avrebbe scoperto uno scollamento di circa 540 milioni tra le stime formulate dalla società e l’effettivo contributo che Dazn può portare ai ricavi Telecom. Su questa base il gruppo italiano ha chiesto un taglio dei minimi garantiti, pari a 340 milioni l’anno per il prossimo triennio, ma Dazn che ugualmente fa fatica a far quadrare i conti, sarebbe poco incline a fare sconti.
In mancanza di un accordo, Tim sarebbe quindi costretta ad adire alle vie legali per tutelare i suoi interessi, a cominciare dal fatto che Dazn permette di dividere l’abbonamento tra più persone. Morale la questione rischia di dover essere risolta da un giudice, e nel frattempo Tim dovrà procedere a un accantonamento milionario, e su cui oggi il cda dovrà valutare il da farsi.
Tim, Gubitosi lascia l'azienda. Trovato l'accordo per l'uscita - La Repubblica
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