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Monday, July 31, 2023

Caro carburanti, cambia tutto: la novità per benzina e diesel - Today.it

Novità per gli automobilisti e per i gestori degli impianti di rifornimento. Da oggi, martedì 1° agosto,  scatta l'obbligo per le stazioni di servizio di esporre in bella vista, oltre ai prezzi dei carburanti, anche quelli medi nazionali, così da consentire agli automobilisti un confronto più agevole. Una misura voluta dal governo nel decreto benzina di inizio anno, ma fortemente contrastata dagli addetti del settore, che per osteggiarla si erano appellati al Tar. Il Tribunale amministrativo del Lazio ha però respinto la richiesta di sospensiva urgente, dando così di fatto il via libera all'esposizione del doppio prezzo.

Carburanti, come funzionano le tabelle comparative

Come previsto dal Decreto Carburanti, che introduce disposizioni in materia di maggior trasparenza dei prezzi ai distributori, da martedì 1° agosto i distributori dovranno mettere in vista accanto ai prezzi praticati nel proprio distributore, anche quelli medi nazionali. Il prezzo medio verrà calcolato dal ministero facendo riferimento alle medie aritmetiche su base regionale per gli impianti sulle reti ordinarie e nazionale per le autostrade. I prezzi medi verranno calcolati dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit), che provvederà a elaborare i dati, calcolando la media aritmetica, su base regionale e delle province autonome, dei prezzi comunicati dagli esercenti l’attività di vendita al pubblico di carburante per autotrazione in impianti situati fuori della rete autostradale, nonché la media aritmetica, su base nazionale, di quelli comunicati dagli esercenti operanti lungo la rete autostradale, e ne cura la pubblicazione in formato aperto sul proprio sito internet istituzionale. L'obiettivo è quello di monitorare i prezzi dei carburanti e tutelare gli automobilisti, garantendo una maggiore trasparenza. Potendo confrontare il prezzo del distributore con quello medio, il consumatore potrà fare una scelta consapevole.

Multe fino a 2mila euro e sospensione per i recidivi

Saranno gli stessi gestori delle stazioni di servizio a dover comunicare, con frequenza settimanale, le variazioni del prezzo praticato, anche in assenza di aumenti o diminuzioni. I cartelloni con prezzi praticati e medi dovranno essere esposti in evidenza. In caso di violazione degli obblighi di comunicazione dei prezzi dei carburanti, i gestori rischiano una sanzione da 200 euro a 2mila euro, che tiene conto anche del fatturato dell’esercente, per il giorno in cui la violazione si è consumata. Se la violazione viene reiterata per più di quattro volte, anche non consecutive e nell'arco di 60 giorni, può essere disposta la sospensione dell’attività per un periodo da 1 a 30 giorni.Tale sanzione si applica, con i medesimi importi e modalità, anche in caso di violazione dell’obbligo di esporre il prezzo medio. L’accertamento delle violazioni spetta alla Guardia di finanza, mentre all’irrogazione delle sanzioni provvede il Prefetto.

I gestori pronti a fare ricorso

Nonostante il no alle loro richieste arrivato dal Tar, i gestori però non si arrendono e annunciano il ricorso al Consiglio di Stato. Fegica e Figisc si dicono determinati a tutelare, "in ogni sede, i legittimi diritti di una categoria che non ha nessuna possibilità di incidere sul prezzo finale dei carburanti". Le due associazioni continuano a sostenere che il cartello del prezzo medio "non porterà alcun vantaggio ai consumatori", essendo peraltro incompatibile con le norme sulla concorrenza. Una tesi questa condivisa anche dall'Unione nazionale consumatori, che definisce quella dei 'benza-cartelloni', una "scelta sciagurata che ridurrà la concorrenza". Anche l'Antitrust, afferma l'Unc, ha non a caso espresso un parere contrario alla pubblicazione del prezzo medio. Di tutt'altro avviso Assoutenti, secondo cui invece "tutto ciò che favorisce la trasparenza e la semplificazione nella comunicazione dei prezzi ai consumatori è positivo. Il faro però va puntato sulle speculazioni che avvengono prima dell'arrivo dei carburanti ai distributori".

Urso: "Da domani i cittadini potranno decidere"

Sul tema è intervenuto stamattina il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, durante una conferenza stampa con il garante per i prezzi, Benedetto Mineo, sull'incremento registrato negli ultimi giorni: ''Ogni cittadino può verificare da solo se il prezzo del benzinaio è in linea con il prezzo medio e quindi può decidere se fare rifornimento. Se il prezzo si discosta molto dal prezzo medio può denunciarlo al ministero''. Il ministro ha parlato anche dei rincari: "Il prezzo dei carburanti è cresciuto di 4 centesimi nell'ultima settimana". "Secondo i dati di questa mattina - ha aggiunto Mineo - la tendenza che si era già manifestata da metà maggio nelle ultime due settimane ha subito accelerazione: abbiamo la benzina a 1,91 centesimi e il gasolio 1,76 cent". Ma, spiega invece Urso, "i recenti aumenti, di 4 centesimi del prezzo medio, sono conseguenza dell'incremento delle quotazioni internazionali, che comunque rimangono ben lontane da quelle precedenti al momento in cui siamo riusciti a convincere la Commissione Ue sul tetto al prezzo del gas". ''Il prezzo medio a oggi è di 1,91 euro per la benzina e 1,76 euro per il diesel - ha concluso Urso - Domani (oggi, ndr) con i cartelli dovranno indicare questi prezzi e quindi il cittadino potrà decidere se fare benzina da chi fa un prezzo più alto. È una operazione di trasparenza. L'intervento sulle accise su fatto dal governo precedente fu fatto per l'aumento forte dei carburanti e del gas in occasione della guerra in Ucraina e non è questo il caso di oggi''.

I prezzi aggiornati: benzina sopra i 2 euro al litro

Nel frattempo arriva un nuovo balzo delle quotazioni dei prodotti raffinati, che si traduce in un nuovo aumento per i prezzi dei carburanti, benzina e gasolio, alla pompa. In forte rialzo le medie nazionali dei prezzi praticati nei distributori: la verde in “fai da te” supera quota 1,9 euro/litro, il diesel 1,76 euro/litro. Per la benzina siamo ai massimi da fine luglio 2022 (quando però era in vigore lo sconto sull'accisa di 30 centesimi al litro, al netto dello sconto siamo ai massimi dai primi di dicembre 2022), per il gasolio siamo ai massimi da metà aprile. Sono i dati della rilevazione di Staffetta Quotidiana, in base alla quale sabato Eni ha aumentato di due centesimi al litro i prezzi consigliati di benzina e gasolio. Per Q8 si registra un rialzo di due centesimi al litro sul gasolio, per Tamoil di un centesimo al litro.

Queste sono le medie dei prezzi praticati comunicati dai gestori all'Osservatorio prezzi del ministero delle Imprese e del made in Italy ed elaborati dalla Staffetta, rilevati alle 8 di ieri mattina su circa 18mila impianti: benzina self service a 1,908 euro/litro (+17 millesimi, compagnie 1,917, pompe bianche 1,891), diesel self service a 1,762 euro/litro (+23, compagnie 1,771, pompe bianche 1,741). Benzina servito a 2,042 euro/litro (+19, compagnie 2,088, pompe bianche 1,950), diesel servito a 1,896 euro/litro (+22, compagnie 1,943, pompe bianche 1,802). Gpl servito a 0,700 euro/litro (invariato, compagnie 0,710, pompe bianche 0,687), metano servito a 1,414 euro/kg (-3, compagnie 1,417, pompe bianche 1,411), Gnl 1,242 euro/kg (invariato, compagnie 1,252 euro/kg, pompe bianche 1,236 euro/kg). Questi sono i prezzi sulle autostrade: benzina self service 1,981 euro/litro (servito 2,227), gasolio self service 1,847 euro/litro (servito 2,102), Gpl 0,836 euro/litro, metano 1,540 euro/kg, Gnl 1,331 euro/kg.

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Giovani miliardari italiani crescono: dai figli di Berlusconi a Clemente Del Vecchio (19 anni) - Corriere della Sera

Cinque nuovi miliardari in Italia

Anche se un po’ meno ricchi, i paperoni in Italia stanno aumentando. Lo si evince dalla classifica elaborata da Forbes dei miliardari in tutto il mondo, aggiornata in tempo reale. Nel nostro Paese, alcuni cambi generazionali e passaggi di eredità nelle grandi imprese familiari - il caso più recente è stato la scomparsa di Berlusconi e la suddivisione tra i figli del gruppo Fininvest, ma anche Luxottica, Esselunga, Mediolanum e Benetton), hanno portato il numero di persone con un patrimonio oltre il miliardo di dollari (circa 900 milioni di euro) a 69, ben cinque in più rispetto alla scorsa primavera e 20 nuovi dai 49 in lista nel 2021.
Vediamo quali sono le novità per i ricconi italiani.

Leggi anche: Anche i ricchi piangono: la ricchezza finanziaria globale cala dopo 15 anni

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Giovani miliardari italiani crescono: dai figli di Berlusconi a Clemente Del Vecchio (19 anni) - Corriere della Sera
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Istat, il Pil italiano cala al -0,3% nel secondo trimestre del 2023. L'inflazione rallenta al 6% - Open

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  1. Istat, il Pil italiano cala al -0,3% nel secondo trimestre del 2023. L'inflazione rallenta al 6%  Open
  2. Il Pil dell’Italia cala a sorpresa nel secondo trimestre a -0,3%. In Eurozona +0,3%  Il Sole 24 ORE
  3. Il Pil dell'Italia cala nel secondo trimestre a -0,3% - Economia - Ansa.it  Agenzia ANSA
  4. Pil, in Italia calo (a sorpresa): per l’Istat è -0,3% nel secondo trimestre  Corriere della Sera
  5. Istat, cala il Pil dell’Italia nel secondo semestre: -0,3%. Male agricoltura e industria  Il Fatto Quotidiano
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Istat, il Pil italiano cala al -0,3% nel secondo trimestre del 2023. L'inflazione rallenta al 6% - Open
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Prezzi benzina, “allineamento verso l’alto”. Il rischio che fa tremare gli italiani - Il Tempo

Sullo stesso argomento:

Domani entra in vigore il nuovo obbligo di esposizione del cartello del prezzo medio regionale in modalità self, proprio quando la crescita delle quotazioni internazionali dei prodotti petroliferi fa lievitare i prezzi ai distributori di benzina e diesel. La Faib, la Federazione dei gestori carburanti Confesercenti, alza la voce sui potenziali danni per i consumatori: «Il rischio - dice il Presidente Giuseppe Sperduto - è che si realizzi quello che le Associazioni di settore e la stessa Antitrust hanno pubblicamente denunciato, ossia un allineamento verso l’alto del prezzo medio, perché questo potrebbe stabilizzare sul mercato interno le spinte internazionali sui prezzi, togliendo spazio alla competitività. In questo caso, oltre a nuovi aggravi gestionali avremmo la beffa di prezzi che disincentivano la vendita dei carburanti, con grave danno per i gestori che vivono non in ragione del prezzo, ma di una marginalità fissa per erogato».

«Vorrei precisare anche che ci sono ancora, sul territorio nazionale, diversi impianti che non sono stati riforniti dei cartelli, nonostante i solleciti, e che l’introduzione di questo strumento coincide con il periodo feriale anche per i gestori che, in caso di chiusura del punto vendita e assenza del servizio, non hanno l’obbligo di aggiornare i cartelli», viene spiegato dalla Federazione.

«Sarebbe auspicabile - sottolinea il presidente Faib - che questa prima fase di introduzione dell’obbligo, a ridosso di difficoltà logistiche evidenti e segnalate e del periodo feriale, fosse messo in atto un attento monitoraggio, da parte degli organi di vigilanza, per accompagnare il nuovo adempimento, senza accanimenti sanzionatori. Ribadiamo che nei distributori non è in atto nessuna speculazione, i gestori adottano i prezzi raccomandati dai fornitori. Da quanto ci consta i prezzi stanno lievitando per effetto delle quotazioni internazionali e sulle autostrade anche per effetto delle royalty dovute alle società concessionarie delle tratte e per la mancata riforma». Non una buona notizia per gli italiani che viaggeranno nelle prossime settimane.

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Le nuove auto mix tra elettriche ed ibride che offronto i vantaggi di entrambe le tipologie (da 18mila euro) - Business Online

Nel contesto della mobilità sostenibile, l'auto elettrica è spesso il primo veicolo che ci viene in mente. Ed è comune confondere i termini veicoli elettrici, ibridi e plug-in, utilizzandoli in modo intercambiabile. A differenza degli ibridi, le auto elettriche si muovono grazie a un motore elettrico, che trasforma l'energia elettrica immagazzinata nella batteria agli ioni di litio in energia meccanica utilizzabile per far avanzare il veicolo. L'energia elettrica viene fornita al motore attraverso un inverter, mentre la batteria può essere ricaricata presso le colonnine e ha un'autonomia di circa 400 chilometri, a seconda del modello.

Il principio del funzionamento del veicolo ibrido è differente da quello dell'auto elettrica. Nel caso di un veicolo ibrido, il veicolo è dotato di due motori, uno elettrico e l'altro a benzina, che lavorano insieme in modo sinergico. Il motore elettrico è alimentato dall'energia accumulata nelle batterie elettriche e fornisce la spinta necessaria per la marcia a bassa velocità. Quando il veicolo raggiunge una velocità elevata, il motore a benzina subentra per permettere prestazioni maggiori. I due motori lavorano quindi insieme per far avanzare il veicolo. Approfondiamo in questo articolo:

  • Auto con tecnologia e-Power
  • Auto con tecnologia E-Tech
  • Hyundai Ioniq con 3 diversi motori

Auto con tecnologia e-Power

Nissan Qashqai 1.5 e-Power è dotato di un'interfaccia di guida altamente intuitiva e facile da utilizzare, caratterizzata da comandi ergonomici e un nuovo selettore altamente intuitivo per la selezione della marcia avanti o indietro. La posizione di guida può essere personalizzata grazie alle numerose opzioni di regolazione disponibili, ma alcuni guidatori potrebbero riscontrare un'inclinazione in avanti del volante. Grazie alla tecnologia ibrida utilizzata, la guida a batteria del Nissan Qashqai 1.5 e-Power offre un elevato livello di silenziosità, comparabile a quello di un veicolo completamente elettrico.

In caso di ridotta carica della batteria o richiesta di maggiore potenza, il motore termico da 1.5 litri entra in funzione. Inizialmente, il motore potrebbe risultare un po' ruvido e il ticchettio del motore potrebbe essere udibile, ma dopo pochi metri, il rumore diminuisce notevolmente e non si avvertono scosse. L'accelerazione è fluida grazie all'assenza di un cambio.

Il sistema ibrido del Nissan Qashqai 1.5 e-Power, dal costo di circa 35.000 euro, è una soluzione tecnologicamente avanzata e unica rispetto a quelle proposte da altri produttori. La propulsione delle ruote avviene esclusivamente tramite l'unità elettrica da 190 CV, mentre il motore termico ha la funzione di alimentare un generatore che ricarica le batterie.

Auto con tecnologia E-Tech

La tecnologia ibrida E-Tech sviluppata da Renault rappresenta un sistema innovativo e conveniente dal punto di vista economico. Tale sistema di ibridazione si basa su un cambio elettrificato che regola in modo sincronizzato l'energia generata dal motore termico principale dell'auto e quella recuperata durante le fasi di frenata e decelerazione.

Il motore termico principale è in grado di fornire una notevole potenza per la propulsione, mentre il secondo motore elettrico, di dimensioni minori, viene utilizzato per l'avviamento del motore termico principale, simile agli avviatori-alternatore delle vetture dotate di sistema Start and Stop avanzato.

Il motore elettrico secondario è in grado di collaborare anche con il motore termico principale per migliorare le prestazioni di guida. La gamma di vetture E-Tech full hybrid proposta da Renault comprende i modelli Twingo (a partire da circa 18.000 euro), Clio (a partire da circa 20.000 euro), Captur (a partire da circa 28.000 euro), Arkana (a partire da circa 32.000 euro) e Austral (a partire da circa 38.000 euro).

Hyundai Ioniq con 3 diversi motori

Hyundai Ioniq rappresenta l'eccellenza dell'ibrido alla coreana grazie alla sua pluripremiata offensiva ecologica. A renderla interessante è la sua disponibilità in tre diverse motorizzazioni sin dalla sua prima commercializzazione: l'ibrida normale, l'ibrida plug-in e l'elettrica pura. Ioniq, essendo una berlina classica a coda tronca, è adatta per le famiglie tradizionali e diventa di fatto il modello guida per la gamma ecologica di Hyundai.

Con l'arrivo della seconda generazione, Ioniq ha subito un restyling sia nell'aspetto estetico che negli interni della versione ibrida ricaricabile. Il frontale presenta nuovi dettagli per il paraurti e la calandra, oltre ai gruppi ottici ora con tecnologia Led sia all'anteriore che al posteriore. Tuttavia, dal punto di vista tecnico non sono stati apportati cambiamenti significativi.

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Prezzo benzina: cosa cambia da oggi, la mappa dei rincari e come risparmiare - Corriere della Sera

Prezzo benzina: cosa cambia da oggi, la mappa dei rincari e come risparmiare

A sgombrare il campo dalla furia delle associazioni dei consumatori ci pensa per primo il ministero delle Imprese e del made in Italy: «In merito a notizie di stampa relative a casi isolati di stazioni di rifornimento lungo la rete autostradale in cui sono stati rilevati prezzi limite a 2,5 euro al litro per la benzina senza piombo in modalità servito — riporta una nota diffusa ieri — si precisa che i prezzi medi nazionali del gasolio e della benzina sono ben al di sotto dei 2 euro al litro, come rilevato dall’elaborazione effettuata dall’Osservatorio prezzi carburanti del Mimit».

I prezzi della settimana che si è chiusa ieri — riporta in ministero guidato da Adolfo Urso — si attestano a valori medi di 1,89 euro al litro per la benzina e di 1,74 euro al litro per il gasolio. Insomma, un conto sono i picchi e un altro sono i prezzi medi. «Sappiamo bene che i prezzi a 2,5 euro al litro sono casi limite — ha replicato il presidente di Assoutenti, Furio Truzzi — ma non è certo questo il problema. La questione principale è la forte salita dei listini in occasione delle partenze estive degli italiani».

L’aumento delle quotazioni

Anche qui, guardiamo ai dati. «L’attuale crescita del prezzo medio, di circa 0,03 euro al litro nella scorsa settimana — ha quantificato il ministero delle Imprese — è determinata da quanto si sta osservando nei mercati internazionali, a causa dell’aumento delle quotazioni sia del petrolio sia dei prodotti raffinati». E una spiegazione l’ha data anche l’Unem, l’associazione delle imprese che della raffinazione, della logistica e della distribuzione di prodotti petroliferi. «Negli ultimi 10-15 giorni ci sono stati nuovi aumenti per una serie di motivi contingenti — cali ripetuti nelle scorte Usa, fermata di alcune raffinerie in Europa, domanda abbastanza sostenuta — che hanno alimentato la tensione sui mercati spot, con quotazioni internazionali cresciute di 6-7 centesimi mentre i nostri prezzi industriali sono aumentati di meno della metà. Il comportamento delle aziende è stato più virtuoso di Paesi come Francia e Germania. Oggi il nostro prezzo industriale (alla pompa al netto delle accise, ndr) della benzina è inferiore di 4-5 centesimi rispetto a questi Paesi, con punte di quasi 7 centesimi per il gasolio». I rincari, per l’Unem, coincidono dunque con il rialzo delle quotazioni del greggio.

Le differenze

Però restano differenze di prezzo, con forchette anche ampie tra quello più basso e quello massimo. Da che cosa dipendono? Posto che le compagnie indicano un prezzo consigliato, ma non possono imporlo perché il gestore sulla carta è libero, al di là della politica commerciale che lo stesso distributore vuole fare, ci sono condizioni oggettive diverse. Innanzitutto in autostrada le concessioni costano di più ed è per questo che i carburanti sono più cari. Poi tutti sanno che la modalità servita è più cara perché si paga il costo del dipendente della stazione di servizio. Inoltre — dice Azzurra Pacces, esperta di Staffetta Quotidiana — i costi operativi sono diversi e dipendono per esempio dalla vicinanza a infrastrutture logistiche come i depositi e le raffinerie: più si è lontani e più costa il trasporto».

Siamo nel libero mercato e se c’è qualcuno che esagera con i rincari basta andare dal concorrente che ha prezzi più bassi. Oltre alle App che danno la mappa nazionale, avremo presto un aiuto in più: da domani entrerà in vigore l’obbligo di esposizione del cartello che, oltre ai prezzi praticati, dovrà contenere anche il prezzo medio regionale, se sulla viabilità stradale, e il prezzo medio nazionale se in autostrada.

Insomma, a parte qualche caso isolato, i rincari sono dipesi dal rialzo del greggio. Ci attendono ulteriori rincari? «Le quotazioni — sostiene Massimo Nicolazzi docente di Economia delle risorse energetiche all’università di Torino — dipenderanno dall’evoluzione della domanda, in particolare della Cina».

I voli

Caro-benzina a parte, che per fortuna capita quando ormai i prezzi del gas (e delle bollette) sono scesi (il metano sul mercato europeo di riferimento oggi è a 25 euro al MWh, ad agosto 2022 viaggiava attorno ai 300 euro), tante altre «voci di costo» degli italiani stanno salendo. Come, per rimanere in tema di partenze, gli aerei. A rincarare di più sono stati i voli domestici e i pacchetti turistici nazionali. In base a un’indagine del «Corriere», l’aumento del prezzo medio dei voli in Italia è del 40% rispetto al 2022, con vette superiori al 70% in alcune tratte, in particolare verso le isole (Sicilia e Sardegna). Le compagnie aeree si difendono tirando in ballo il caro-cherosene e un’offerta che supera la domanda. Motivazioni che non hanno convinto il ministero delle Imprese, che vuole vederci chiaro sul funzionamento dell’algoritmo delle ricerche dei voli online.

Le vacanze

L’inflazione pesa sul settore delle vacanze e - in base a un’analisi dell’Istituto Demoskopika - nel 2023 i prezzi nel turismo saliranno dell’8,9% rispetto all’anno precedente con un differenziale pari +3,3 punti percentuali rispetto all’inflazione acquisita per l’indice generale calcolato dall’Istat al 5,6 per cento. In pratica, se la vita sta diventando più cara, il costo delle vacanze sta aumentando a un tasso superiore. A salire secondo Demoskopika oltre al trasporto aereo (+23,5%), sono i pacchetti vacanza (+17,7%) e gli alloggi (+12,8%). «I numeri diffusi da Demoskopika - ha commentato tre giorni fa la ministra del Turismo Daniela Santanchè -indicano che c’è un problema di inflazione anche nel turismo».

Gli alimentari

Ma la vita costa di più anche se si sta a casa. Con +11% su anno, alimentari e bevande analcoliche sono la categoria che rincara di più, in base alla tabella Istat sull’indice dei prezzi al consumo a giugno 2023. E il piatto italiano per eccellenza, la pasta, da giugno 2022 a giugno di quest’anno costa il 6% in più secondo dati di Altroconsumo. Ma c’è un particolare: se si guarda al rincaro dal 2021 siamo al 32%.

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Sunday, July 30, 2023

Guida all'acquisto di un'auto ibrida o elettrica: vantaggi e considerazioni - Autospecial

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Guida all'acquisto di un'auto ibrida o elettrica: vantaggi e considerazioni  Autospecial
Guida all'acquisto di un'auto ibrida o elettrica: vantaggi e considerazioni - Autospecial
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Aumenti della benzina, stangata sulle vacanze. Con l'esodo salgono i prezzi alla pompa - L'Eco di Bergamo

«Come puntualmente si verifica ogni anno, in occasione delle partenze estive degli italiani i listini di benzina e gasolio salgono repentinamente - spiega il presidente Carlo Rienzi -. I prezzi della verde sono tornati ai livelli di un anno fa, ma raggiungono punte di 2,2 euro in autostrada, portando il costo di un pieno a toccare quota 110 euro. Se poi si allarga il confronto allo stesso periodo del 2021, si scopre che benzina e gasolio costano oggi circa il 14% in più, con un aggravio di spesa di oltre 11 euro a pieno. Considerato che milioni di cittadini si sposteranno in auto durante le prossime settimane e dovranno far fronte ai rifornimenti per l’esodo e il contro-esodo, la stangata raggiungerà la ragguardevole cifra di 800 milioni di euro a titolo di maggiore spesa per il carburante rispetto a due anni fa», conclude Rienzi.

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Aumenti della benzina, stangata sulle vacanze. Con l'esodo salgono i prezzi alla pompa - L'Eco di Bergamo
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Rendimenti conti corrente salgono al 2%-3% affiancando nuove iniziative banche contro rialzo mutui variabili - Business Online

Quali sono i conti correnti con rendimenti reali del 2%-3% e le nuove iniziative banche per aiuti su mutui e famiglie? Cambia il mondo economico e presenta oggi situazioni ancora difficili e complesse da affrontare da parte di cittadini e famiglie che sembrano avere ormai pochi margini di movimento, tra continui rialzi del costo del denaro che costringono a tirare la cinghia e rallentare i consumi. E diverse banche stanno intervenendo con diverse misure di sostegno.

  • Quali sono i conti correnti con rendimenti reali del 2%-3%
  • Nuove iniziative da banche per aiuti su mutui e famiglie

Quali sono i conti correnti con rendimenti reali del 2%-3%

Sui conti correnti di solito non si applicano tassi di interesse remunerativi perché si tratta di strumenti di pagamento e gestione dei soldi non di investimento. Ma qualcosa sembra stia cambiando e diverse banche stanno iniziando ad applicare tassi di interesse anche sui conti correnti. 

A dare il via a questa novità è statal’italiana Illimity ha deciso di riconoscere un tasso di interesse del 2,5% sulla giacenza a vista, ma solo per il conto Premium che prevede il pagamento di un canone mensile di 7 euro. Anche Banca d'Asti ha previsto il riconoscimento di tassi di interesse per i titolari dei suoi conti correnti ma a tempo limitato e a condizioni specifiche.

E poi c'è stata la spagnola BBVA che ha iniziato ad applicare tassi di interesse sui conti correnti, prevedendo un tasso di interesse del 2%, novità valida sia per i clienti già della banca e già titolari di un conto corrente e sia per i clienti nuovi che decidono di aprire un nuovo conto corrente. Le condizioni si applicano anche ai nuovi clienti e fino al 31 gennaio 2025. 

L’istituto ha deciso di remunerare i propri clienti che versano lo stipendio o depositano un importo pari o superiore a 800 euro con il 2% del saldo del Conto Corrente Online BBVA, mentre i clienti che effettuano acquisti almeno una volta al mese con la Carta di Debito BBVA riceveranno l’1%. Gli interessi che si maturano sul conto corrente vengono accreditati direttamente sul conto del cliente. 

Nuove iniziative da banche per aiuti su mutui e famiglie

Per sostenere cittadini e famiglie, le banche  stanno mettendo a punto diversi sistemi e misure, soprattutto relative all'allungamento delle rate dei mutui. Per esempio, Unicredit ha definito un piano da 10 miliardi di euro per sostenere famiglie e imprese e sostenere e incentivare i consumi di tutti soprattutto in un momento di inflazione ancora alta. 

Il piano prevede nel dettaglio 4 miliardi per il finanziamento dei consumi di privati e famiglie e 6 miliardi di nuovi finanziamenti per le imprese del settore turistico, le eccellenze del Made in Italy e le zone economiche speciali. 

Per privati e famiglie è prevista anche la flessibilità nel rimborso dei mutui, per cui è stata prorogata la rimodulazione a zero spese del mutuo con possibilità di sospensione del pagamento del rimborso della quota capitale per 12 mesi il o riducendo l’importo della rata con contestuale allungamento della scadenza del piano di rimborso per un periodo fino a un massimo di 4 anni. 

Sempre per famiglie e privati, Unicredit ha definito anche un piano rateizzazione a tasso zero di acquisti e utenze destinato a chi ha un Isee inferiore a 25mila euro ed è titolare di una carta Flexia, e un bonus di 500 euro su prestiti personali per le nuove nascite.

Anche Intesa Sanpaolo ha deciso di allungare le rate dei mutui variabili per spalmare il pagamento dovuto in modo da ridurne in peso. Secondo quanto spiegato dal presidente Gian Maria Gros-Pietro, è possibile allungare le durate dei mutui a tasso variabile per ridurre le difficoltà di famiglie e imprese nel pagare le rate mensili, considerando l’aumento dei tassi di interesse da parte della Bce. 

L’aumento nuovi dei tassi di interesse sta decisamente colpendo il mercato dei mutui, basti pensare che per un mutuo a 25 anni da 200 mila euro partito all’1,61% 10 anni fa con una rata di 810 euro, con l’Euribor al 4% prevede il pagamento di 1.192 euro. 

Prendendo, però, in considerazione un mutuo di 200 mila euro a trent’anni acceso solo due anni fa, al tasso dello 0,97%, per cui la rata iniziale era di 705 euro, si rischia di arrivare a pagare fino a 1.401, praticamente il doppio.

Accanto alla possibilità di allungare le rate di mutui a tasso variabile, le banche permettono anche altre di percorrere altre strade per agevolare il pagamento dei mutui diventati sempre più alti, con il costo del denaro che è arrivato al 4%. La prima possibilità è quella di rinegoziazione dei mutui, al al massimo del 4,25% del luglio 2008, con una rata mensile aumentata in un anno dal 60 al 75%.

E’ possibile poi scegliere la surroga del mutuo, spostando il vecchio mutuo dalla banca dove è stato acceso ad un’altra con lo stesso debito residuo e a condizioni più favorevoli. Bisogna in questo caso trovare un istituto di credito disposto a concedere la surroga, considerando che gli interessi sul tasso fisso partono dal 4% e le banche sono meno disposte a concessioni per l’affidabilità del cliente.


 

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Rendimenti conti corrente salgono al 2%-3% affiancando nuove iniziative banche contro rialzo mutui variabili - Business Online
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Perchè le auto Kia hanno così successo e affidabiità, qualità, problemi secondo vari criteri negli ultimi anni - Business Online

Fondata nel 1944 come produttrice di componenti per biciclette, Kia ha ampliato la sua attività nel 1961 con la produzione della sua prima motocicletta, la C-100, seguita tre mesi dopo dal motocarro K-360. Nel 1970, Kia ha dato il via alla produzione della sua prima automobile, l'assemblaggio su licenza della Fiat 124, che è stata poi modificata dagli ingegneri coreani per adattarsi meglio al mercato locale. Durante questo periodo, Kia ha iniziato a sviluppare un motore a benzina per automobili, che è stato completato nel 1973. Nel 1974, Kia ha presentato il suo primo modello di automobile completamente autonomo, la berlina Brisa, mentre continuava a produrre su licenza modelli come Peugeot 604 e Fiat 132.

Negli anni 80, Kia ha lanciato il Bongo, un veicolo commerciale, e ha stabilito una partnership con la casa automobilistica giapponese Mazda per la produzione di un veicolo destinato principalmente all'uso agricolo. Nel 1986, la Ford ha scelto gli impianti produttivi di Kia per la produzione della Festiva, che sarebbe stata esportata negli Stati Uniti. Nel 1989, Kia ha presentato la sua berlina Capital, sviluppata interamente internamente.

Nel 1997, dopo un periodo di rapida espansione seguito da una grave crisi legata alla crisi finanziaria che ha colpito il Sud-Est asiatico, Kia ha dichiarato bancarotta. L'anno successivo, Hyundai, ex storica rivale, ha la Kia, garantendo così la sua sopravvivenza e avviando un nuovo capitolo nella storia dell'azienda.

  • Auto Kia, perché costano così poco
  • Affidabilità e problemi auto Kia

Auto Kia, perché costano così poco

Il debutto di Kia sul mercato italiano risale al 1998, con l'introduzione dei primi modelli importati Shuma, Sephia, Pride e Rio. Successivamente sono stati introdotti l'ammiraglia Opirus, la monovolume Carens e i suv Sorento e Sportage. Attualmente, la gamma Kia comprende la Picanto, reale alternativa alla Panda, l'utilitaria Rio, la berlina Ceed (disponibile anche in versione station wagon e shooting brake, la ProCeed), la crossover ibrida ed elettrica Niro e le nuove versioni di Sorento e Sportage. Un modello degno di nota è la EV6, una potente crossover elettrica dal design sportivo, che nel 2022 ha vinto il premio Auto dell'anno, segnando un traguardo storico per Kia.

Oggi la gamma Kia in Europa copre l'80% dei segmenti di mercato, rispetto al 35% del 2003. L'espansione della gamma ha contribuito a un costante aumento delle vendite, che sono cresciute dal 2008 fino a raggiungere le 385.000 unità vendute in Europa nel 2015. Lo stabilimento all'avanguardia di Zilina, in Slovacchia, che è stato oggetto di un investimento di 1,6 miliardi di euro per il suo design e la sua costruzione, è ora in grado di soddisfare quasi il 54% della domanda europea di veicoli Kia.

Presso questo stabilimento è ubicata la produzione europea del suv più venduto, lo Sportage, della MPV compatta Venga e dell'intera gamma Cee'd, che include la Cee'd a 5 porte, la Procee'd a 3 porte e la Cee'd Sportswagon. Lo stabilimento, che ha avviato la produzione nel 2006 con la Cee'd come primo modello, è in grado di produrre oltre 300.000 veicoli all'anno. Nel 2015, Kia ha festeggiato la produzione del milionesimo esemplare della Cee'd. Nello stesso anno, lo stabilimento ha stabilito un nuovo record di produzione annuale per il modello Sportage, con 100.000 unità prodotte.

Lo stabilimento di Kia impiega una forza lavoro di 3.700 persone, supportata da robot. Un recente investimento di 70 milioni di euro ha permesso allo stabilimento di assemblare i nuovi motori a benzina per rispondere alle mutevoli esigenze del mercato e alle nuove tecnologie. Su quattro linee di produzione, Kia costruirà motori a benzina di piccola cilindrata, con la quarta linea dedicata all'ultimo propulsore diesel della serie Smartstream da 1,6 litri.

Proprio questa è la chiave che permette al produttore sudcoreano di mostrarsi più competitivo a livello di prezzi rispetto ad altri player presenti sul mercato, anche orientali. Da una parte la produzione in proprio e dall'altra il costo del lavoro più basso, associato a una strategia espansionistica, sta permettendo di ottimizzare i costi che si riflettono nella proposta di listino finale per gli automobilisti italiani ed europei.

Affidabilità e problemi auto Kia

J.D. Power ha pubblicato la sua classifica annuale sull'affidabilità dei modelli automobilistici più diffusi, basata sui problemi segnalati dai proprietari originali di veicoli nuovi acquistati tre anni fa, con una media di 100 auto prese in considerazione. Questo studio ha coinvolto quasi 30.000 partecipanti. Kia si posiziona al vertice della classifica con una media di 145 problemi, ottenendo eccellenti risultati in diverse categorie principali, tra cui 184 specifiche aree valutate.

Le nove categorie considerate includono il sistema di climatizzazione, gli assistenti alla guida, l'esperienza di guida, gli esterni, le funzioni e i comandi del veicolo, l'infotainment, gli interni, il gruppo propulsore e i sedili. Inoltre, lo studio ha misurato la soddisfazione dei proprietari riguardo alle condizioni del veicolo dopo tre anni di utilizzo, la conservazione del suo fascino iniziale e gli aggiornamenti software effettuati. La categoria dell'infotainment presenta il maggior numero di problemi, con una media di 51,9 problemi ogni 100 auto.

Nella maggior parte dei casi, i problemi riscontrati sono di natura minore, come ad esempio il riconoscimento vocale, il funzionamento di Apple CarPlay e Android Auto, il sistema Bluetooth, le porte USB e la comprensibilità del sistema di navigazione.

I richiami rappresentano le verifiche tecniche ordinate dai produttori automobilistici per correggere eventuali difetti di progettazione, anomalie dei componenti o problemi riscontrati durante la produzione dei veicoli. Tali controlli e le relative operazioni di ripristino vengono eseguiti gratuitamente attraverso la rete di assistenza del produttore. I proprietari dei veicoli interessati vengono informati tramite una raccomandata che li invita a recarsi presso un'officina autorizzata.

In particolare, sono state effettuate verifiche su 2.915 esemplari di Kia Soul a causa di un problema alla scatola dello sterzo. A causa di un sigillante inefficace utilizzato durante la produzione, l'elemento che mantiene il pignone dello sterzo nella sua sede poteva allentarsi, causando un malfunzionamento dello sterzo.

La nuova versione a doppia alimentazione di Kia Sportage è stata oggetto di controllo su 214 esemplari venduti nel nostro paese. L'attenzione si è concentrata sull'impianto di iniezione Gpl sofisticato. Si è riscontrato che il sale utilizzato per prevenire il congelamento sulle strade in inverno poteva causare danni al raccordo del bocchettone di rifornimento. Al fine di evitare perdite di carburante, è stata richiesta la sostituzione del componente, un'operazione che richiede circa 20 minuti.

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Saturday, July 29, 2023

Borsa Italiana, il commento della seduta del 28 luglio 2023 - SoldiOnline.it

ENI ha registrato un frazionale calo dopo la semestrale. Performance positiva, invece, per IntesaSanpaolo. Spiccano i ribassi di CNH Industrial ed ERG

piazza-affari-rossoI maggiori indici di Borsa Italiana e le principali piazze finanziarie europee hanno registrato variazioni frazionali nell'ultima seduta della settimana, dopo i forti rialzi messi a segno nella precedente giornata.

Il FTSEMib ha chiuso in calo dello 0,33% a 29.500 punti, dopo aver oscillato tra un minimo di 29.448 punti e un massimo di 29.599 punti; tuttavia, nell'intera settimana il principale indice di Borsa Italiana ha guadagnato il 2,24%. Il FTSE Italia All Share ha perso lo 0,29%. Andamento opposto per il FTSE Italia Mid Cap (+0,08%) e per il FTSE Italia Star (-0,09%). Nella seduta del 28 luglio il controvalore degli scambi è sceso a 3,13 miliardi di euro, rispetto ai 3,63 miliardi di giovedì.

Il bitcoin si è avvicinato ai 29.500 dollari (oltre 26.500 euro).

Lo spread Btp-Bund ha oscillato tra i 160 e i 165 punti, con il rendimento del Btp decennale che ha toccato il 4,1%.

L’euro si è avvicinato agli 1,105 dollari.

ENI ha registrato un frazionale ribasso dello 0,52% a 13,658 euro. Il Cane a sei zampe ha comunicato i risultati finanziari del 1° semestre 2023, periodo in cui il colosso petrolifero ha risentito di un contesto economico meno favorevole. Di conseguenza, il Cane a sei zampe ha evidenziato una flessione dei ricavi e della redditività. Tuttavia, i principali dati del 2° trimestre sono stati migliori del consensus degli analisti. Il management ha fornito anche le indicazioni finanziarie e operative per l’intero 2023.

In progresso IntesaSanpaolo (+1,42% a 2,6095 euro). L'istituto guidato da Carlo Messina ha comunicato i risultati finanziari del 1° semestre 2023, che, a detta del management, hanno confermato la capacità dell’istituto di generare una redditività sostenibile anche in contesti complessi, con un utile netto trainato dagli interessi netti che ha raggiunto i 4,2 miliardi di euro. IntesaSanpaolo ha fornito anche un aggiornamento sulle stime finanziarie per il 2023 e sulla politica di remunerazione degli azionisti.

Male CNH Industrial (-6,25% a 13,135 euro), dopo la diffusione dei risultati finanziari del 1° semestre 2023. La società ha terminato il periodo in esame con ricavi e redditività in forte miglioramento. Il management ha confermato le indicazioni finanziarie per il 2023, relative alle attività industriali.

Pirelli in rialzo (+1,59% a 4,917 euro). La società ha diffuso i risultati finanziari del 1° semestre del 2023, periodo che visto una crescita dei principali indicatori economici, risultati anche migliori del consensus degli analisti. Alla luce della performance registrata nella prima metà dell’anno e di un quadro macroeconomico che per il 2023 resta volatile, il management di Pirelli ha rivisto alcuni target finanziari per l'intero esercizio.

Prese di beneficio su STM (-4,1%) dopo il forte rialzo messo a segno nella seduta precedente.

In progresso, invece, Azimut Holding (+2,32%) e Banca Generali (+2,86%).

Male ERG (-6,55% a 25,66 euro), dopo la diffusione dei risultati semestrali. La società energetica ha rivisto al ribasso la stima sul margine operativo lordo per l'imtero 2023, ora fissata nell'intervallo compreso tra 480 e 520 milioni di euro, in calo rispetto al range precedente di 500-550 milioni di euro, a seguito dei minori volumi registrati nel secondo trimestre e del perdurare di uno scenario prezzi in ribasso.

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Rallenta la crescita dell'economia italiana, sorretta dai servizi, ma frenata dai tassi alti - Confindustria

Piatta la crescita dell’economia italiana, sorretta dai servizi, ma frenata dai tassi elevati. L’inflazione è meno alta, ma le Banche Centrali alzano i tassi ai massimi, e il credito è in ripiegamento perché troppo caro. In Italia i servizi sono trainati dal turismo, l’industria è debole, le costruzioni in calo. Gli investimenti sono frenati, i consumi incerti, mentre l’export di beni è in riduzione. La Germania è in recessione, secondo i previsori sarà di breve durata. Gli USA restano in crescita, viceversa la Cina rischia la deflazione.

L’economia italiana e internazionale in breve

  • Andamento lento. La dinamica del PIL italiano nel 2° trimestre 2023 è stimata molto debole, quasi ferma, come sintesi della flessione di industria e costruzioni e del proseguire della crescita (moderata) nei servizi. Le attese sul 3° sono poco più positive. Il prezzo del gas ha esaurito la caduta e galleggia poco sopra i minimi, ma l’inflazione scesa solo in parte ha indotto la BCE a rialzare ancora i tassi, peggiorando le condizioni creditizie. Mentre il traino estero all’export di beni si è arrestato.
  • Inflazione in rientro. L’inflazione italiana continua la discesa (a giugno +6,4% annuo), grazie al prezzo del gas poco sopra i minimi (32€/mwh) che ha infine riportato i prezzi energetici al consumo su ritmi moderati (+2,1%). Una dinamica alta resta sui prezzi alimentari (+10,7% da un picco di 12,9%) ma in frenata, grazie alla stabilizzazione dei prezzi delle materie prime (flessione negli ultimi due mesi). I prezzi core rallentano (+4,7% da +4,9%), più per i beni che per i servizi, ma il processo è solo agli inizi.
  • Tassi ai massimi. A luglio la FED ha alzato il tasso negli USA a 5,50% non escludendo nuovi rialzi, ma i mercati considerano questo come l’ultimo. Anche la BCE ha deciso un altro rialzo a luglio, a 4,25%, lasciando la porta aperta per ulteriori mosse, giudicando l’inflazione ancora troppo alta.
  • Credito troppo caro e più scarso. Le imprese italiane stanno subendo un continuo aumento del costo del credito (4,81% a maggio). Questo sta riducendo lo stock di credito bancario (-2,9% annuo a maggio). Le indagini Istat e Banca d’Italia mostrano un irrigidimento dei criteri di offerta (costi, ammontare, scadenze, garanzie), una domanda frenata dal costo eccessivo, una quota significativa di imprese che non ottiene credito (6,0%), soprattutto perché rinuncia per le condizioni onerose (56,3%).
  • Servizi trainati dal turismo. La principale spinta nei servizi resta il turismo: la spesa degli stranieri in Italia a maggio registra un +13,2% sul 2022 e i passeggeri in aeroporto sono nel 2° trimestre sopra i livelli del 2019. A giugno, il PMI è sceso a 52,2 (da 54,0) indicando minor crescita e l’RTT index conferma la frenata; a luglio, la fiducia delle imprese di servizi ha recuperato i livelli di aprile.
  • Industria debole. A maggio la produzione ha messo a segno un rimbalzo (+1,6%), ma da inizio anno si è comunque contratta molto (-1,9%; la manifattura -2,4%, con i mezzi di trasporto in controtendenza, +3,0%). Deboli le prospettive: a giugno il PMI manifatturiero ha continuato a ridursi, indicando forte calo (43,8 da 45,9) e RTT segnala flessione del fatturato; a luglio la fiducia delle imprese prosegue la caduta.
  • Costruzioni in calo. Le costruzioni non stanno più trainando l’industria (30% di beni manifatturieri tra i consumi dell’edilizia). L’attività nel settore ha registrato il secondo calo consecutivo a maggio (-0,7%), con un -4,3% da inizio anno. RTT segnala a giugno un altro forte calo del fatturato. Segnali discordanti dai permessi di costruire nel 1° trimestre: cresce il comparto residenziale, cala il non residenziale.
  • Investimenti frenati. La produzione di beni strumentali è in calo nei primi 5 mesi del 2023 (-2,6%). I dati qualitativi suggeriscono che nel 2° trimestre le condizioni per investire si sono deteriorate (saldo a -20,4 da -18,1), mentre le attese delle imprese sulla spesa per investimenti nei prossimi 6 mesi sono migliorate ma restano basse (20,4 da 14,9; indagine Banca d’Italia): pesa il credito più caro e difficile.
  • Consumi incerti. L’ICC traccia una riduzione della spesa nel 2° trimestre (-0,6% annuo), sintesi del calo per i beni e della crescita dei servizi. E a luglio c’è stata una frenata della fiducia. Ma le temperature record potrebbero accrescere i consumi di elettricità (condizionatori). Un sostegno viene dal mercato del lavoro: ad aprile-maggio +0,4% il numero di occupati sul 1° trimestre (+184mila nei primi 5 mesi).
  • Export di beni in calo. A maggio si è attenuata la riduzione dell’export italiano (-0,3% a prezzi correnti); pesa il forte calo della domanda dei paesi UE (-1,7%) mentre è buona la performance extra-UE (+1,2%). I beni strumentali registrano il calo più forte (-2,6%), dopo gli energetici. Prospettive negative per i prossimi mesi dagli ordini esteri delle imprese manifatturiere, che a luglio hanno toccato il minimo da gennaio 2021 (-20,6 il saldo). Recupera, solo in parte, il commercio mondiale a maggio (+0,3%).
  • USA in crescita. Nel 2° trimestre il PIL è aumentato di +0,6%, grazie al buon andamento dei consumi, pubblici e privati, e degli investimenti. A giugno la produzione è scesa di -0,5%, secondo calo consecutivo (ma +0,2% nel trimestre); il PMI a luglio è risalito (49,0 da 46,3), ma resta in area di contrazione. Nei servizi invece il PMI  diminuisce a 52,4, un valore comunque espansivo.
  • Cina in deflazione? La manifattura in Cina resta in espansione ma rallenta e preoccupa il rischio di deflazione, con la dinamica dei prezzi vicina a zero. In India prosegue la forte crescita della produzione, mentre l’industria in Russia è minacciata dalla corsa dei prezzi. Continua il deterioramento in Brasile, anche per i tassi alti; il calo dell’inflazione a giugno, ai minimi dal 2020, può consentire un allentamento.

Focus del mese - Germania: recessione nel 2023, sarà breve?

  • Quanto è profonda la recessione? L’economia tedesca ha iniziato il 2023 con un calo del PIL di -0,1%, dopo quello di -0,4% a fine 2022: sta subendo la seconda recessione nell’arco di tre anni. Nel 2° trimestre la stima flash è di un PIL piatto. Ancora distante dal pre-Covid di oltre 2 punti, nel 2022 è cresciuta meno dei partner europei (+1,9%, contro il +3,5% dell’Area-euro).
  • Per quale ragione? Lo shock inflazionistico, che ha toccato il picco in Germania nell’ultima parte del 2022 (+11,6% ad ottobre), ha portato giù i consumi privati,  per due trimestri consecutivi tra fine anno scorso e inizio 2023 (-1,5% in media). Ciò riflette l’erosione del potere d’acquisto delle famiglie tedesche, nonostante il successivo attenuarsi dei prezzi energetici.
  • Va male la spesa in beni. La debolezza dei consumi riguarda soprattutto i beni: cala la spesa in quelli durevoli (-2,3% in media nel 4° trimestre 2022 e nel 1° 2023, soprattutto a inizio anno), riflettendo plausibilmente le condizioni di accesso al credito più restrittive; diminuisce anche la spesa per i semidurevoli (-2,0%) e i non durevoli (-2,2%). Flette pure la spesa in servizi, sebbene poco (-0,3%): la Germania è poco legata al turismo e non registra un forte rimbalzo post-pandemia in tale tipo di consumi.
  • Risparmi energetici della PA. Una riduzione si è registrata anche nei consumi pubblici in Germania, concentrata nel 1° trimestre 2023. Uno dei motivi è il forte risparmio che l’economia tedesca è riuscita a realizzare nei consumi di energia negli edifici pubblici (ma anche nel residenziale), favorita dall’inverno mite.
  • Soffrono le costruzioni. Il rimbalzo a inizio anno degli investimenti in costruzioni (+3,9%), non compensa i tre cali precedenti (-7,3% cumulato) e il valore aggiunto del settore rimane al di sotto dei livelli pre-Covid (-2,1%). Gli ordini e i permessi per costruire mostrano una tendenza al ribasso anche per i prossimi mesi, pure a causa dell’aumento dei costi di finanziamento. Pesa, inoltre, la carenza di manodopera, che agisce come uno dei principali ostacoli alla produzione, fattore problematico che in Germania si è sentito con più forza rispetto agli altri paesi europei, e che nel paese riguarda sia il settore delle costruzioni, che quello dell’industria.
  • Luci e ombre sull’industria tedesca. Contrariamente al 2022, nella prima parte del 2023 l’industria tedesca sta tenendo (+1,2% annuo la produzione a gennaio-maggio), sebbene prosegua il calo dei settori più energy-intensive (-18,5% a maggio rispetto a fine 2021). Il settore automotive tedesco è in recupero, dopo la forte flessione a partire dal 2018 (con il dieselgate), intensificatasi negli anni pandemici a causa delle difficoltà di approvvigionamento lungo le catene di fornitura globali. Segnali recenti provenienti dal PMI (sceso a 38,8 a luglio), tuttavia, non evidenziano prospettive incoraggianti per la manifattura tedesca in aggregato. La quale rappresenta il 22% del PIL del paese (17% nell’Eurozona): gli energivori da soli valgono il 3,1% (FMI, 2023).
  • Investimenti per la transizione green. La Germania sta investendo molto in settori strategici e high-tech: la produzione di batterie negli ultimi tre anni è cresciuta di oltre il +150% (+6% in Italia). Gli investimenti, pubblici e privati, sono quindi stimolati dalla transizione dell’economia verso una produzione più sostenibile, come più volte annunciato dal governo tedesco. Ciò potrebbe alzare le prospettive di crescita per il futuro.
  • Quanto durerà la recessione? Non sembrano esserci buone prospettive per il 2023 nel suo complesso: i previsori stimano una recessione in Germania, in gran parte già acquisita (-0,3% in media il Consensus, -0,5% la Bundesbank), dovuta al calo dei consumi delle famiglie (-1,4%). Le prospettive per il prossimo anno sono migliori: una moderata risalita è attesa nel 2024 (+1,1%, +1,2%). Dunque, sarebbe una recessione breve.
  • Riflessi sull’Italia? La Germania è tra i principali mercati per i beni italiani: le nostre imprese sono fornitrici di varie industrie tedesche, specie nell’automotive e soprattutto di beni intermedi; quando l’industria tedesca frena, si ha un impatto negativo sulla produzione italiana, ma la sua tenuta nel 2023 dovrebbe evitare impulsi negativi ulteriori. Tuttavia, la debolezza tedesca nei consumi potrebbe frenare il PIL italiano, colpendo sia il nostro export di beni finali, sia il turismo di tedeschi in Italia, che genera per noi un forte export di servizi.

Grafico Outlook negativo nel 2023 per l'economia tedesca - CF luglio 2023

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La BCE è pronta a non alzare il costo del denaro - Il Riformista

Sia in giugno che ora in luglio la BCE ha deciso di alzare i tassi di interesse da essa controllati di 25 punti base, cioè dello 0,25%. Entrambe le decisioni erano largamente attese da parte degli economisti e degli operatori sui mercati finanziari.

Tuttavia, a differenza di giugno Christine Lagarde ha detto parole da colomba o semi-colomba riguardo alla possibilità di non alzare i tassi a settembre, pur escludendo esplicitamente l’ipotesi di abbassarli. In termini generali, non è soltanto rilevante la decisione per se stessa che la banca centrale prende intorno ai tassi di interesse in suo controllo, ma anche le spiegazioni aggiuntive date dal suo presidente nel comunicato stampa e poco dopo nella conferenza stampa, talora in risposta alle domande dei giornalisti presenti. L’aspetto cruciale delle dichiarazioni è che -oltre a spiegare la decisione presa- il presidente della BCE può altresì fornire dettagli sulle decisioni future, e sugli eventuali elementi aggiuntivi che possano influenzare il corso di queste azioni future.

Si tratta del famoso approccio di “forward guidance” (guida in avanti), il quale è utile perché -nella misura in cui le parole del suo presidente sono credute e ritenute credibili da imprese, cittadini, investitori e altri soggetti finanziari, risulta più facile per la BCE influenzare anche i tassi a lungo termine. Essi infatti sono una media tra i tassi a breve termine attuali (manovrati direttamente dalla BCE, come si diceva sopra) e i tassi di interesse a breve futuri, così come previsti dai diversi agenti economici e finanziari. Ecco perché le attese di costoro, a loro volta influenzate da ciò che il banchiere centrale dice (o non dice), sono un ingrediente necessario nel processo che determina il costo del denaro a lungo termine, dove il lungo termine è l’orizzonte temporale più rilevante per le decisioni di investimento delle imprese e di prestito da parte delle banche.

Tornando all’attualità dell’ultima conferenza stampa, qui si apre per l’appunto la strada alla possibilità che i tassi di interesse manovrati dalla BCE smettano di salire, se è vero che – come spiegato da Christine Lagarde – l’inflazione tenderà a scendere in maniera continuativa e i rischi di recessione diventeranno più corposi.

Pur apprezzando l’approccio da falco quasi pentito da parte di Christine Lagarde, restano a mio parere i dubbi relativi al rischio di una lentezza dalla BCE nell’allentare il costo del denaro, come fu lenta insieme alla FED nell’alzarlo due anni fa. Una doppia lentezza non fa una velocità di reazione appropriata.

Riccardo Puglisi

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Friday, July 28, 2023

Stress test, banche italiane promosse a pieni voti: meglio di Francia e Germania - Il Sole 24 ORE

2' di lettura

Disco verde anche per le banche italiane nel nuovo round di stress test condotto dall’European Banking Authority (Eba) e dalla Bce , i cui risultati sono stati diffusi nel pomeriggio di venerdì. Un esame atteso forse con minor trepidazione rispetto a quello di due anni fa, dove Mps era finita in coda alla classifica europea, grazie all’opera di rafforzamento dei requisiti di capitale che nel frattempo gli istituti italiani hanno portato avanti. Ma anche per la situazione che si è creata con il ritorno...

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Andamento positivo per i listini europei. Debole Milano - Borsa Italiana

News Image (Teleborsa) - Tutti segni più per i listini europei, ad eccezione di Piazza Affari, che termina una seduta all'insegna della debolezza. Intanto, la borsa di New York continua a guadagnare terreno, con l'S&P-500 che avanza dell'1,04%.

Lieve aumento per l'Euro / Dollaro USA, che mostra un rialzo dello 0,56%. Segno più per l'oro, che mostra un aumento dello 0,81%. Il Petrolio (Light Sweet Crude Oil) è sostanzialmente stabile su 80,05 dollari per barile.

Sulla parità lo spread, che rimane a quota +163 punti base, con il rendimento del BTP decennale che si posiziona al 4,09%.

Tra le principali Borse europee resistente Francoforte, che segna un piccolo aumento dello 0,39%, andamento cauto per Londra, che mostra una performance pari a +0,02%, e poco mosso Parigi, che mostra un +0,15%.

Chiude in frazionale ribasso Piazza Affari, con il FTSE MIB che sta lasciando sul parterre lo 0,32%, arrestando la serie di otto rialzi consecutivi, avviata il 18 di questo mese; sulla stessa linea, cede alle vendite il FTSE Italia All-Share, che retrocede a 31.530 punti.

Pressoché invariato il FTSE Italia Mid Cap (+0,08%); sulla stessa linea, sui livelli della vigilia il FTSE Italia Star (-0,09%).

Tra i best performers di Milano, in evidenza Banca Generali (+2,86%), Iveco (+2,78%), Stellantis (+2,38%) e Azimut (+2,32%).

I più forti ribassi, invece, si verificano su ERG, che termina la seduta con -6,55%.

In rosso CNH Industrial, che evidenzia un deciso ribasso del 6,25%.

Seduta negativa per STMicroelectronics, che scende del 4,10%.

Spicca la prestazione negativa di Prysmian, che scende dell'1,98%.

Tra i migliori titoli del FTSE MidCap, Eurogroup Laminations (+3,10%), Fincantieri (+2,91%), MFE A (+2,82%) e Caltagirone SpA (+2,79%).

Le peggiori performance, invece, si registrano su Alerion Clean Power, che ottiene -4,55%.

Brembo scende del 2,49%.

Calo deciso per Piaggio, che segna un -2,42%.

Sotto pressione Maire Tecnimont, con un forte ribasso dell'1,71%.

(Teleborsa) 28-07-2023 18:02

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Cosa cambia in autostrada ora a luglio-agosto tra autovelox, prezzi benzina e diesel, tratte, pedaggi - Business Online

Il mese di luglio segna l'introduzione di alcune importanti novità per i viaggiatori che utilizzano le autostrade. Tra queste, nuove politiche di sconti e promozioni che rendono i pedaggi autostradali più vantaggiosi dal punto di vista economico.

Queste misure positive sono accompagnate da alcune notizie negative, come la presenza di cantieri stradali in corso, il traffico intenso e le code che si verificano su determinati tratti autostradali, senza dimenticare la costante polemica sul prezzo dei carburanti fino ad arrivare alle nuove disposizioni sugli autovelox. Ecco tutte le novità:

  • Pedaggi in autostrada, cosa cambia
  • Tratte autostradali in emergenza
  • La rivoluzione degli autovelox
  • Prezzi benzina e diesel: cambia tutto

Pedaggi in autostrada, cosa cambia

Telepass è il sistema che elimina la necessità di utilizzare monete o pagamenti in contanti presso i caselli autostradali, consentendo un transito più fluido senza interruzioni o ritardi nel tempo di percorrenza. Il dispositivo è associato a un singolo veicolo, garantendo un addebito corretto delle tariffe autostradali. Un aspetto interessante è la possibilità di ottenere sconti utilizzando il Telepass, che possono arrivare fino al 30% del costo del pedaggio autostradale. Per beneficiarne è necessario attivare un'offerta o promozione specifica collegata al servizio Telepass.

Nel dettaglio, Telepass Plus è un'offerta dedicata ai viaggiatori frequenti e sarà disponibile fino al 31 luglio. Questa offerta offre un cashback del 30% su ogni pedaggio autostradale effettuato entro il 15 settembre, che può essere utilizzato per il servizio di rifornimento carburante o ricarica elettrica entro il 30 settembre. Oltre a questo beneficio, i sottoscrittori di Telepass Plus possono usufruire di un anno di utilizzo senza alcun canone da pagare.

Per ottenere il cashback sui pedaggi, è necessario aderire all'offerta Telepass Plus entro il 31 luglio, viaggiare in autostrada fino al 15 settembre e per ogni pedaggio autostradale effettuato con il Telepass, verrà ottenuto il 30% di cashback, che verrà scalato dalle transazioni di carburante o ricarica elettrica entro il 30 settembre.

Tratte autostradali in emergenza

La prima novità da segnalare è l'implementazione della quarta corsia dinamica come misura per gestire il traffico intenso durante i periodi di congestione, in base alla segnaletica stradale. Questa soluzione è stata adottata al fine di aumentare la capacità di una rilevante arteria stradale che registra un elevato volume di traffico giornaliero, con picchi che raggiungono i 200.000 veicoli al giorno, con un impatto dei mezzi pesanti.

Considerando la presenza di insediamenti abitativi e industriali che impediscono l'ampliamento della carreggiata, la quarta corsia dinamica rappresenta una soluzione efficace per gestire la congestione senza richiedere modifiche strutturali permanenti.

Dopodiché, analizzando le condizioni delle tratte autostradali, Altroconsumo ha rilevato alcune criticità significative. Ad esempio, sulla A1 Milano-Bologna, è stato individuato un tratto di circa 10 chilometri privo di corsia di emergenza, oltre a 13 cantieri su un totale di 180 chilometri. Anche la A14 Bologna-Pescara presenta problematiche, con la presenza di 30 cantieri distribuiti su quasi 360 chilometri, corrispondenti a una media di un cantiere ogni 12 chilometri. Complessivamente, circa 34 chilometri di questa autostrada sono interessati da lavori stradali. Nella tratta che collega le regioni delle Marche e dell'Abruzzo, su 150 chilometri di autostrada, circa 17 chilometri vengono percorsi su una sola corsia.

Per quanto riguarda la A24 e A25, sono stati segnalati 10 cantieri lungo un percorso di 200 chilometri, con una tratta di quasi 7 chilometri percorsa su una sola corsia e 6,5 chilometri senza la presenza di una corsia di emergenza. Durante il percorso di ritorno sulla A1, tra Roma e Firenze, sono stati segnalati 26 cantieri distribuiti su soli 24 chilometri di autostrada, con la corsia di emergenza chiusa per l'intero tratto.

Sulla A12 Viareggio-Genova, lungo poco più di 80 chilometri di autostrada, sono stati individuati 4 cantieri. Nel tratto da La Spezia a Milano, attraversando la A12 in direzione nord e la A7 Genova-Milano, sono stati segnalati complessivamente 11 cantieri sulla A12, per un totale di circa 16 chilometri. Durante questo percorso, si viaggia su una sola corsia con interruzioni di tratti di carreggiata, anche all'interno di gallerie e viadotti, e la velocità massima consentita è di 60 chilometri all'ora. Infine, il tratto più problematico è stato quello sulla A7 da Genova a Milano, con 19 cantieri segnalati su circa 120 chilometri, interessando il 32% del percorso complessivo.

La rivoluzione degli autovelox

Fino a oggi, le amministrazioni pubbliche hanno utilizzato autovelox omologati per la rilevazione delle infrazioni stradali. Le recenti modifiche del Consiglio dei ministri hanno semplificato il processo di approvazione degli autovelox, eliminando la rigorosa procedura di omologazione richiesta dal Codice della strada. Di conseguenza, potrebbe essere consentito alle amministrazioni pubbliche l'utilizzo di strumentazioni che non hanno superato prove sul campo certificate e affidabili.

Come evidenziato da numerosi esperti, questo cambiamento comporta un aumento potenziale del numero di multe. La ragione risiede nella possibile minore accuratezza nella rilevazione della velocità da parte degli autovelox, poiché non è più richiesta l'omologazione conforme alle procedure rigorose precedentemente previste. Si potrebbe verificare una maggiore difficoltà per gli automobilisti nel presentare ricorsi contro le multe, poiché mancherebbero argomentazioni solide e uniformi.

Prezzi benzina e diesel: cambia tutto

Mentre assistiamo ai ritocchi verso l'alto dei prezzi di benzina e diesel, il Ministero delle Imprese e del Made in Italy riceve le comunicazioni dei prezzi dei carburanti dai distributori e si occupa di elaborare i dati ottenuti. Effettua il calcolo della media aritmetica dei prezzi comunicati dagli esercenti delle stazioni di servizio al di fuori della rete autostradale, suddividendoli per regioni e province autonome. Successivamente, pubblica i dati in formato aperto sul proprio sito web istituzionale.

Le modalità di comunicazione dei prezzi, che devono essere effettuate in caso di variazioni, sia in aumento che in diminuzione, sono definite da un decreto attuativo del Ministero delle Imprese e del Made in Italy. Inoltre, vengono stabilite le caratteristiche e le modalità di esposizione dei cartelloni contenenti le informazioni sui prezzi medi.

Gli esercenti delle stazioni di servizio, inclusi quelli situati lungo la rete autostradale, devono esporre in modo evidente i cartelloni contenenti i prezzi medi di riferimento forniti dal MIMIT. Al fine di garantire una corretta diffusione dei dati comunicati e delle medie dei prezzi pubblicate, il MIMIT sviluppa e mette a disposizione gratuitamente un'applicazione per dispositivi mobili che permette agli utenti di consultare i prezzi medi e i prezzi effettivamente praticati dai singoli esercenti.

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Via sanzioni penali ad aziende in regime collaborativo fisco - Agenzia ANSA

Escludere le sanzioni penali tributarie, in particolare quelle connesse al reato di dichiarazione infedele, ai contribuenti aderenti all'adempimento collaborativo (le imprese) che "hanno tenuto comportamenti collaborativi e comunicato preventivamente ed esaurientemente l'esistenza dei relativi rischi fiscali".

Lo prevedono tre emendamenti identici di FdI, Fi e Lega approvati in commissione Finanze al Senato. La modifica sostituisce l'indicazione individuare "specifiche misure di alleggerimento delle sanzioni penali tributari" per i contribuenti che hanno tenuto "comportamenti non dolosi e comunicato preventivamente" rischi fiscali. 

Arriva un regime di adempimento collaborativo, con i relativi effetti premiali, anche per chi porta la residenza in Italia e i paperoni all'estero. Un emendamento alla delega fiscale di approvato dalla commissione Finanze del Senato prevede "l'introduzione di un regime di adempimento collaborativo per le persone fisiche che trasferiscono la propria residenza in Italia nonché per quelle che la mantengono all'estero ma possiedono, anche per interposta persona o tramite trust" nel territorio dello Stato un reddito complessivo "mediamente pari o superiore a un milione di euro".
L'emendamento presentato da Gruppi civici-Nm prevede inoltre che a questi contribuenti si applichino dunque, "in quanto compatibili, le disposizioni" previste dalla delega per "il potenziamento del regime dell'adempimento collaborativo", "anche in merito alla semplificazione degli adempimenti e agli effetti ai fini delle sanzioni amministrative e penali".

Non ci sarà, poi, "automazione" nella procedura di pignoramento dei conti correnti, come inizialmente previsto nel testo originario della delega fiscale. La commissione Finanze del Senato ha approvato alcuni emendamenti, che modificano un passaggio che secondo l'opposizione prefigurava una sorta di prelievo forzoso. La modifica prevede "la razionalizzazione, informatizzazione e semplificazione della procedura di pignoramento dei rapporti finanziari", anche con "l'introduzione di meccanismi di cooperazione applicativa sin dalla fase della dichiarazione stragiudiziale del terzo, ferme restando le forme di tutela" a favore del debitore.
   

Leo: 'Il ddl non allarga le maglie del fisco, l'obiettivo è la lotta all'evasione'

"Io questo non lo penso, perché ci stiamo muovendo su tre obiettivi, la certezza del diritto, la semplificazione e l'obiettivo contrasto all'evasione fiscale". Così il viceministro dell'Economia Maurizio Leo replica, al termine dei lavori in commissione al Senato sulla delega fiscale, in merito alle accuse dell'opposizione secondo cui la delega allargherebbe troppo le maglie del fisco a favore degli evasori.

La denuncia del Pd

"Gli emendamenti della destra approvati oggi in commissione Finanze alla delega fiscale disegnano da un lato l'inizio di un clamoroso attacco all'Agenzia delle entrate e dall'altro un regalo a grandi e piccoli evasori abituali. E' una bomba messa sotto al nostro sistema fiscale". Così il capogruppo del Pd in Senato Francesco Boccia. Tra gli emendamenti "c'è una sorta di scudo preventivo per i contribuenti che fanno dichiarazioni infedeli", osserva. "Un provvedimento grave che oltre a mettere a rischio le casse dello Stato fa passare il messaggio che chi paga le tasse è un fesso".
"Va a tutto danno dei tantissimi contribuenti onesti e di tutti i cittadini, perché meno tasse e meno sanzioni vuol dire mancato recupero dell'evasione e meno servizi per tutti", sottolinea Boccia. "L'aggravante - prosegue - è che si tratta di interventi fatti per passare sotto silenzio, alla chetichella, un emendamento dopo l'altro, che presi singolarmente possono sembrare insignificanti ma che tutti insieme costituiscono un disegno eversivo. C'è una sorta di scudo preventivo per i contribuenti che fanno dichiarazioni infedeli, c'è la revisione del cassetto fiscale in modo che chi evade possa essere avvertito delle mosse dell'Agenzia e bloccarle. Si va dalla riduzione dei termini per l'accertamento e delle sanzioni sia amministrative che penali, dall'autocompensazione dei crediti anche non certificati con la Pa, fino alla manomissione delle procedure di contenzioso e alla concessione ai privati della riscossione coattiva, madre di ogni discrezionalità. Tutti interventi finalizzati ad evitare che chi evade le tasse possa essere perseguito, una sorta di grande condono - conclude -, alla faccia di chi paga le tasse regolarmente".

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Thursday, July 27, 2023

La Bce alza i tassi al 4,25% e impatta su mutui, prestiti (più difficili) e rendimento dei conti | Patuelli (Abi): "Dubbi sull'effettiva efficacia" - Il Riformista

Il nuovo rialzo dei tassi della Bce comporta una serie di effetti sull’economia, i mercati e la vita quotidiana degli europei. Dai mutui ai conti deposito, agli investimenti e ai bilanci degli stati, la politica di Francoforte riduce l’inflazione e i suoi effetti negativi specie sugli strati più deboli della popolazione ma provoca anche una serie di impatti di diverso tipo.

La corsa ai mutui variabili –  I finanziamenti di questo tipo in Italia oramai sono superiori di 100 punti a quelli fissi e raggiungono il 4,74%. Come si ricava dai dati di Mutuionline.it, per chi ha acceso un mutuo variabile la rata è salita dal 60 al 69% con incrementi di centinaia di euro a seconda della durata del prestito. E’ possibile allungare il finanziamento per far calare la rata pagando però più interessi o, in alternativa, surrogare. Se si è in difficoltà o si è perso il lavoro, si può sempre ricorrere al fondo Gasparrini per sospendere i pagamenti.

Cala la domanda e prestiti più difficili – La trasmissione della politica monetaria all’economia, dopo qualche mese ha iniziato a funzionare e come emerge dai sondaggi della Bce e di Banca d’Italia la domanda da parte delle imprese è scesa ai minimi. Inoltre le banche hanno inasprito le condizioni di concessione dei finanziamenti. Condizioni che contribuiscono a ‘raffreddare’ l’inflazione ma che potrebbero causare un credit crunch, gravi danni al mercato immobiliare ed effetti recessivi duraturi sull’economia, ad esempio negli investimenti sull’innovazione.

Caccia ai rendimenti dei conti – Le banche e le società finanziarie, su pressione dei clienti, stanno adeguando verso l’alto i tassi su conti deposito e gli investimenti finanziari dopo un decennio di tassi zero. L’adeguamento, al principio timido, è ora veloce ma ovviamente non ha interessato l’intero stock del risparmio. In prospettiva questo peserà sui bilanci delle banche con un maggior costo della raccolta.

Costo più salato per le casse pubbliche – I tassi pesano anche per lo Stato, a causa degli interessi che dovrà corrispondere sul debito pubblico balzato a 2.817 miliardi di euro a maggio 2023. La spesa per interessi potrebbe collocarsi intorno ai 100 miliardi di euro (40 miliardi in più rispetto al 2020). Nelle aste di Bot e i Btp i rendimenti medi, come si ricava dall’indice Rendistato calcolato dalla Banca d’Italia, è a giugno al 3,8% contro il 3,6% di gennaio. I Btp a 10 anni sono oramai stabilmente sopra il 4%.

Il presidente dell’Abi, Antonio Patuelli, ha dichiarato che il tempo verificherà l’efficacia e le conseguenze dirette ed indirette del preannunciato aumento di 25 centesimi dei tassi decisi oggi dalla Bce che, a sorpresa, ha deciso anche di azzerare la remunerazione per le banche della riserva obbligatoria che in precedenza era del 3,5%. Questa decisione di oggi della Bce, ha aggiunto Patuelli, “da ora costerà alle banche, così come è stata ed è onerosa la decisione della Bce dell’autunno scorso di rendere significativamente costosa la residua liquidità concessa dalla Bce alle banche attraverso i piani di finanziamento a lungo termine Tltro”.

Lagarde: “Prospettive dell’economia si sono deteriorate”- Secondo il presidente della Bce, Christine Lagarde, che ha preso la parola al termine del Consigilio direttivo, “le prospettive a breve termine dell’attività economica si sono deteriorate molto a causa della domanda più debole che pesa sulla manifattura, e anche gli investimenti mostrano segni di peggioramento. I servizi restano forti ma si sta perdendo slancio. L’economia resta debole a breve termine. Il mercato del lavoro resta robusto, con la disoccupazione ai minimi, ma alcuni indicatori mostrano che il trend può rallentare a causa del calo della manifattura”, ha aggiunto.

“A settembre pausa o rialzo dei tassi, ma di certo non un taglio” – “Ora ci muoviamo in un territorio dove dipendiamo dai dati, e sulla base di quello determiniamo se rialziamo o se ci fermiamo. Ma certamente non tagliamo i tassi – ha proseguito la Lagarde -. A settembre “può esserci un rialzo o una pausa, ma una pausa potrebbe non essere per un periodo esteso, perché dipende dai dati”, ha detto ancora, sottolineando di avere “l’assoluto sostegno del Consiglio direttivo”.

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Tim in Borsa chiude a +2,2% in attesa offerta Kkr su Sparkle - Ultima ora - Ansa.it - Agenzia ANSA

Tim chiude tonica in Borsa e indossa la maglia rosa nel listino principale, in attesa dell'offerta di Kkr per Sparkle e il dossier su N...