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Monday, April 17, 2023

Enel, totonomi per il nuovo Cda: spuntano i candidati dei fondi internazionali - Corriere della Sera

Scadono alle 23.59 di oggi i termini per presentare un’eventuale lista di nomi alternativa a quella (di maggioranza) del governo e (di minoranza) di Assogestioni per il prossimo consiglio di amministrazione di Enel. Da giorni si rincorrono voci sul fatto che un gruppo di fondi internazionali vorrebbe presentare un elenco di candidati puntando a ottenere la maggioranza all’assemblea del 10 maggio. Un’ipotesi, questa, che non viene esclusa dagli ambienti governativi, dove tuttavia si ricorda che trattandosi di una società strategica per la sicurezza nazionale, Palazzo Chigi ha i poteri del golden power sull’Enel.

Il totonomi

Le uniche certezze per ora sono i nomi depositati dal Tesoro e da Assogestioni. Ai quali li sono aggiunti nelle ultime ore quelli presentati dalla cordata capeggiata da Zach Mecelis, fondatore di Covalis Capital, azionista di lungo termine di Enel con una partecipazione l’1% circa del capitale. Il ministero — in vista dell’assemblea degli azionisti di Enel convocata appunto il 10 maggio — propone Paolo Scaroni presidente, Flavio Cattaneo amministratore delegato e Alessandro Zehenter, Johanna Arbib Perugia, Fiammetta Salmoni e Olga Cuccurullo come consiglieri. La lista di minoranza di Assogestioni ha indicato Dario Frigerio, Alessandra Stabilini e Mario Corsi. L’azionariato di Enel vede il ministero dell’Economia e delle Finanze con il 23,6%, gli investitori istituzionali con il 59,4% e gli investitori individuali con il 17%. . Per depositare la lista serve almeno lo 0,5% del capitale di Enel che, sulla base dei dati aggiornati a venerdì, equivale ad almeno 290,16 milioni di euro di investimento. Se dovesse presentarsi una terza lista è probabile che la cordata di Mecelis tenti, attraverso una «proxy fight» in assemblea, di convincere altri fondi e conquistare la maggioranza del board dell’Enel.

La lista alternativa

Su questo tema filtra tranquillità al Tesoro e a Palazzo Chigi. La presentazione di una lista alternativa è legittima e la mossa non desta preoccupazione perché farebbe parte delle normali dinamiche societarie. Chi segue il dossier ritiene prematuro parlare di golden power, anche perché prima bisogna vedere cosa accadrà in assemblea. Ma, viene sottolineato, il ricorso ai poteri speciali è uno degli strumenti del governo che potrebbe, per esempio, bloccare le decisioni straordinarie come la cessione di asset che giudica strategici per l’azienda e per il Paese. Già all’assemblea del maggio 2020 alcuni azionisti di Enel — asset manager e investitori istituzionali — avevano presentato una lista di nomi, ma alla fine aveva prevalso la proposta del governo italiano. Enel è chiamata, tra le altre cose, a intervenire sul suo debito da 60 miliardi di euro a fine 2022. Una zavorra che secondo il piano industriale al 2025 dovrebbe essere ridotta anche con la cessione delle attività «non core» valutate circa 21 miliardi di euro.

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