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(Il Sole 24 Ore Radiocor) - È bastata la minima speranza che la Bce possa alzare i tassi meno delle attese per risvegliare le Borse europee dal loro torpore e permettere ai principali indici di chiudere, seppur con rialzi contenuti, in territorio positivo. Il cambio di rotta, dopo una prima parte di seduta incolore a causa del rallentamento dell'economia cinese, è avvenuto in scia alle indiscrezioni di Bloomberg sui vertici dell’Eurotower che starebbero valutando un ritocco del costo del denaro più “soft” del previsto (in pratica, resta forte l’ipotesi di un aumento di 50 punti base a febbraio, su marzo si ragiona invece su un rialzo più contenuto di 25 punti). Indiscrezioni che però vanno in direzione contraria a quanto affermato poco prima dal capoeconomista della Bce Philip Lane. Ma questo è comunque bastato per cancellare le perdite e permettere ai listini del Vecchio Continente di proseguire il rally di questo inizio 2023. E questo nonostante il “rosso” di Wall Street e le trimestrali in chiaroscuro delle grandi banche Usa (delude Goldman Sachs, sopra le attese Morgan Stanley). L'effetto Bce è stato immediato anche sui titoli di Stato dell’Eurozona, con il rendimento del Btp decennale, che viaggiava sopra la “soglia psicologica” del 4%, calato in area 3,90 per cento.
In questo clima, la Borsa di Milano ha così proseguito la sua marcia di recupero, chiudendo con il Ftse Mib (+0,31%) a quota 25.981 punti, tornando sui livelli precedenti al conflitto in Ucraina a fine febbraio dello scorso anno. Ma Milano è solo l’ultima delle Borse europee ad aver colmato il gap, visto che rispetto a 11 mesi fa registrano rialzi più sostanziosi Parigi (+4,3%), Francoforte (+3,7%), Londra (+4,6%) e lo statunitense Dow Jones (+2,6%). Nella seduta di oggi, a Parigi il Cac40 è salito dello 0,48%, a Francoforte il Dax40 dello 0,35%, quando a Londra il Ftse100 è scivolato dello 0,12 per cento.
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Wall Street debole dopo nuove trimestrali banche
Dopo la nuova tornata di trimestrali, Wall Street chiude debole. Il Dow Jones perde l’1,14% a 33.911,22 punti, il Nasdaq sale dello 0,14% a 11.095,11 punti mentre lo S&P 500 cede lo 0,22% a 3.990,95 punti.. Goldman Sachs ha registrato utili in calo più delle attese e il titolo perde oggi a Wall Street il 6 per cento. Nel quarto trimestre, la banca ha registrato un utile di 3,32 dollari per azione, in calo del 66%, contro i 5,48 dollari attesi dagli esperti, su ricavi di 10,59 miliardi (-16%), meno dei 10,83 miliardi del consensus. L'utile per azione è stato inferiore di circa il 39% rispetto al consensus, il dato peggiore dall'ottobre 2011, secondo Refinitiv. La rivale Morgan Stanley ha invece registrato conti superiori alle attese, anche se con profitti e ricavi in calo, che stanno permettendo al titolo di guadagnare oggi oltre il 6 per cento. Intanto domani ci saranno gli interventi dei presidenti della Fed di St. Luis e di New York che potrebbero fornire indicazioni sulla politica monetaria. Sul fronte dei dati, a gennaio, l'indice Empire State - che misura l'andamento dell'attività manifatturiera nell'area di New York - ha registrato il livello più basso dai tempi peggiori della pandemia nel 2020, la quinta peggiore lettura da quando si è cominciato a pubblicare il report. Il dato, pubblicato oggi, è sceso a -32,9 punti, segno di una seria contrazione; tuttavia l'indice per le condizioni future è salito da 6,3 a 8, indicando una fiducia in crescita grazie soprattutto ai dati sui nuovi ordini.
A Milano svettano Leonardo e Recordati, giù Iveco Group
Tornando ai titoli del Ftse Mib, hanno chiuso in testa al segmento principale Leonardo (+4,9%) e Recordati (+4,42%). L'ex Finmeccanica ha beneficiato dei giudizi positivi degli analisti secondo cui il titolo è sottovalutato e ha ampi spazi di crescita. Gli analisti di Goldman Sachs hanno alzato il giudizio a buy dal precedente neutral e il target price a 11,7 euro con un upside del 42 per cento. Recordati ha beneficiato del "buy" di Intermonte. Bene anche Tenaris (+3,03%), Prysmian (+2,24%) e St (+2,07%), con gli analisti di Barclays che hanno avviato la copertura con un giudizio “overweight”. Ancora una seduta sotto i riflettori per Tim (+0,81%), dopo la notizia di ieri delle dimissioni del ceo di Vivendi Arnaud de Puyfontaine dal cda del gruppo di tlc, un fattore che secondo gli analisti potrebbe semplificare la trattativa con Cdp sulla rete per la cessione di NetCo. «Con l'uscita di Vivendi dal cda di Tim viene meno uno dei fattori di complessità che hanno caratterizzato le trattative sulla rete negli ultimi mesi, e questo dovrebbe riflettersi in un’accelerazione del confronto tra Cdp e Tim e fondi sulla cessione di NetCo, mentre dovrebbe perdere quota lo scenario di scissione proporzionale finora particolarmente sostenuto da Vivendi e non esente da criticità», sottolineano gli analisti di Intermonte. Segno opposto per Iveco Group (-2,18%), fermata dai realizzi dopo la corsa della scorsa settimana, Bper (-1,54%) e Intesa Sanpaolo (-1,05%).
L'Europa chiude in recupero, scommette su frenata della stretta Bce. Milano torna a livelli pre-guerra - Il Sole 24 ORE
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