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Friday, October 7, 2022

Il lavoro Usa spiana la strada a una Fed aggressiva. Europa chiude sui minimi, Milano -1,1% - Il Sole 24 ORE

4' di lettura

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Chiusura in calo per Borse europee dopo il dato sull'occupazione negli Stati Uniti. Non aiuta la debolezza di Wall Street, dove sono sotto tiro soprattutto i titoli tecnologici. Del resto, sebbene siano stati creati 263.000 posti di lavoro, contro attese per 275.000, il calo del tasso di disoccupazione (3,5%, contro attese per un dato invariato al 3,7%) e l'aumento dei salari, fanno pensare a un mercato del lavoro resiliente, nonostante un modesto raffreddamento. «Le cifre macroeconomiche sul mondo del lavoro americano confermano le dichiarazioni dei membri più falchi all’interno della Fed, ovvero che l’economia e il mondo del lavoro statunitense sono in grado di reggere ulteriori rialzi del costo del denaro», scrivono gli analisti di Ig Italia. Secondo gli analisti c’è una possibilità del 67% che alla prossima riunione la Banca centrale americana alzi i tassi di altri 75 punti base.

Così a Piazza Affari il Ftse Mib ha perso l'1,13%, a Parigi il Cac40 l'1,17%, a Francoforte il Dax40 l'1,59% e ad Amsterdam l'Aex il 2,16 per cento. Ha chiuso praticamente invariata, invece, la Borsa di Londra (-0,05% il Ftse100). Il bilancio della settimana di Piazza Affari è comunque positivo, anche se dopo le prime due sedute di rimbalzo c'è stato un dietrofront dovuto ai dati sulla tenuta dell'economia americana e alle indicazioni dei rappresentanti della Fed sulla volontà di proseguire la stretta monetaria.

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Negli Usa creati meno posti del lavoro del previsto

Dal rapporto sull'occupazione di settembre negli Stati Uniti emerge che il mese scorso sono stati guadagnati 263.000 posti di lavoro (escluso il settore agricolo) rispetto al mese precedente, mentre gli analisti attendevano un aumento di 275.000 posti. La disoccupazione è scesa dal 3,7% di agosto (dato non rivisto) al 3,5%, contro attese per una conferma del 3,7 per cento. I salari orari medi sono aumentati di 10 centesimi, lo 0,31%, a 32,46 dollari; rispetto a un anno prima, sono aumentati del 4,98 per cento. La settimana media lavorativa è rimasta stazionaria a 34,5 ore.

Wall Street in rosso, dati su lavoro mantengono politica Fed

In ribasso di Wall Street dopo la pubblicazione del rapporto sull'occupazione di settembre. I mercati credono che i dati di oggi incoraggeranno la determinazione della Federal Reserve nel continuare a inasprire la politica monetaria. Già ieri, comunque, Christopher Waller, membro del Board of Governors della Fed, aveva detto di non aspettarsi cambiamenti nel pensiero della Banca centrale, anche dopo la pubblicazione del rapporto, anche se ieri i dati sulla disoccupazione avevano mostrato un incremento, ma troppo debole per parlare di raffreddamento del mercato del lavoro.

A Milano bene Leonardo e oil, giù St e Inwit

sul Ftse Mib buon rialzo per Leonardo (+3,11%) - le case di investimento cercano di vedere segnali positivi per il settore dall'incremento dei budget della difesa in Norvegia e dalle indiscrezioni sul riavvicinamento tra Germania e Arabia Saudita - e per i petroliferi (Eni +0,94%, Tenaris +1,32%), sostenuti dal balzo del greggio. In coda Inwit (-3,04%), nel giorno del Cda che ha formalizzato le nomine del presidente e del direttore generale, e soprattutto StMicroelectronics (-5,26%), penalizzata dal tonfo dei tecnologici a Wall Street e dal taglio delle stime sui ricavi dell’americana Amd. le banche si sono parzialmente riscattate dopo essere state penalizzate alla vigilia (Bper +0,66%, Banco Bpm +0,57%, Unicredit +0,39%). Non ha invece retto in territorio positivo Amplifon (-1,36%), che ha chiuso in calo nonostate l’iniziale sostegno dato dalla raccomandazione "buy" da parte degli analisti di BofA Securities, che sono tornati a coprire il titolo assegnando un target di prezzo di 33 euro per azione (oggi ha chiuso a 26,46 euro). Sempre sotto i riflettori il comparto delle utility (Hera -0,77%, Terna -0,42%, Snam -0,91%, Enel -1,16%, Italgas +0,25%): secondo il Sole 24 Ore continueranno gli incontri per arrivare a un compromesso sul tetto al prezzo del gas e ulteriori riunioni sarebbero previste entro fine mese per arrivare a un accordo finale (20-21 ottobre). Fra i governi ci sarebbe la volontà di applicare un tetto al prezzo del gas per produrre energia elettrica e si vorrebbe creare un nuovo indice del gas Gnl. Infine, si vorrebbe negoziare con paesi amici, fra i quali la Norvegia prezzi del gas inferiori al mercato. Secondo gli analisti di Equita, «imporre un tetto al prezzo del gas appare più difficile mentre potrebbe essere valutata un’ipotesi di un corridoio dinamico. Germania e Olanda sarebbero i paesi più scettici sull`imporre tetti al prezzo del gas».

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