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Tuesday, May 31, 2022

Il Pil cresce a maggio ma vola l’inflazione: olio di semi +70%, pasta +16% - Corriere della Sera

La ripresa nei primi tre mesi del 2022 è stata più forte del previsto: il Prodotto interno lordo è aumentato dello 0,1% rispetto al trimestre precedente e del 6,2% nei confronti del primo trimestre del 2021. Ma a volare è anche l’inflazione, con un aumento dello 0,9% su base mensile e del 6,9% su base annua. A trainare l’aumento non solo i prezzi dell’energia ma anche i generi alimentari. Un record che non si registrava da marzo 1986. È quanto emerge dalla statistica sui Conti economici trimestrali dell’Istat. L’Isituto nazionale di statistica spiega che «si tratta di stime al rialzo rispetto alla stima preliminare dello scorso 29 aprile, quando il rilascio mostrava una diminuzione congiunturale dello 0,2% e un aumento tendenziale del 5,8%». La crescita acquisita per il 2022 è pari al 2,6%. «La ripresa è stata determinata soprattutto dalla domanda interna e in particolare dagli investimenti a fronte di un contributo negativo della domanda estera - spiega l’Istat - sul piano interno, l’apporto dei consumi privati è stato negativo mentre è risultato nullo sia quello delle amministrazioni pubbliche, sia quello della variazione delle scorte. In buona ripresa anche ore lavorate e unità di lavoro, a fronte di una crescita più lieve dei redditi pro capite e di una stazionarietà delle posizioni lavorative».
A questo link il testo integrale delle Considerazioni finali del governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco.

Inflazione a +6,9%: record dal 1986

Dopo il rallentamento di aprile l’inflazione è tornata ad accelerare. Secondo le stime preliminari dell’Istat, questo mese l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (Nic), al lordo dei tabacchi, registra un aumento dello 0,9% su base mensile e del 6,9% su base annua (da +6,0% del mese precedente). Un livello che non si registrava da marzo 1986, quando fu pari a +7,0%. A trainare l’aumento sono soprattutto i prezzi dei beni energetici che hanno continuato a crescere. A sostenere l’accelerazione della crescita dei prezzi oltre all’energia, sottolinea la Coldiretti, sono anche gli alimentari cresciuti in media del 7,1% per effetto di aumenti generalizzati di tutti i prodotti a partire dagli oli alimentari di semi (+70,2%) al burro (+22,6%) fino alla pasta (+16,6%). Tra i comportamenti virtuosi segnalati dagli italiani spicca la riduzione degli sprechi che riguarda ben il 68% delle famiglie. Il balzo dell’inflazione è «una Caporetto per i consumi, per via degli effetti disastrosi sul potere d’acquisto delle famiglie», secondo Massimiliano Dona, presidente dell’Unione nazionale consumatori. «L’inflazione a +6,9% significa, per una coppia con due figli, una stangata complessiva, in termini di aumento del costo della vita, pari a 2421 euro su base annua - spiega Dona - 981 per Abitazione, acqua ed elettricità, 573 euro per i Trasporti, 561 per prodotti alimentari e bevande».

Diminuisce la spesa delle famiglie

La spesa delle famiglie ha registrato una diminuzione in termini congiunturali dello 0,9%. Gli acquisti di beni durevoli sono cresciuti del 2,7% e quelli dei beni semidurevoli del 2,4%. Per contro, i consumi in beni non durevoli sono diminuiti dell’1% e quelli di servizi del 2%. Rispetto al trimestre precedente, e per i principali aggregati della domanda interna, si rileva una diminuzione dello 0,6% dei consumi finali nazionali, a fronte di un aumento del 3,9% degli investimenti fissi lordi. Le importazioni e le esportazioni sono cresciute, rispettivamente, del 4,3% e del 3,5%. La domanda nazionale al netto delle scorte ha contribuito positivamente alla crescita del Pil per 0,4 punti percentuali: negativo, per 0,5 punti percentuali, è risultato il contributo dei consumi delle famiglie e delle Istituzioni Sociali Private ISP, mentre è stato positivo, per 0,8 punti, quello degli investimenti fissi lordi.

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Inflazione tedesca al 7,9 a maggio. Record dal 1973. Vedrete ora la BCE - Scenarieconomici

Siamo tornati all’anno in cui circolava la moneta che vedete qui sopra, una moneta da cinque Marchi in argento del 1973. Secondo una stima preliminare, il tasso di inflazione dei prezzi al consumo in Germania dovrebbe salire al 7,9% nel maggio 2022 , in rialzo dal 7,4% di aprile. Si tratta del valore più alto dall’inverno 1973/1974 e superiore alle aspettative del mercato del 7,6%. La principale pressione al rialzo dovrebbe provenire dai prezzi dei prodotti energetici (38,3% rispetto al 35,3% di aprile), che sono aumentati notevolmente dall’inizio della guerra in Ucraina e vengono spinti anche da un dollaro molto forte nei confronti dell’Euro. Inoltre, l’inflazione alimentare dovrebbe salire all’11,1% (contro l’8,6%), mentre i servizi dovrebbero aumentare del 2,9% (contro il 3,2%). Su base mensile, i prezzi al consumo dovrebbero aumentare dello 0,9% a maggio.

Qui il grafico dell’inflazione vista in una prospettiva di medio termine

Qui invece una prospettiva storica che mostra il “Viaggio nel passato” tedesco

Ora vedrete che pressione partirà dai componenti tedeschi della BCE , e dal governo tedesco, sulla Banca centrale affinché aumenti i tassi di interesse per combattere l’inflazione. Ormai l’aumento a luglio, magari anche notevole, è praticamente sicuro. Eppure questo cambio della politica monetaria NON porterà a nessun risultato pratico, ma aumenterà le difficoltà dell’economia e basta. La crescita per quest’anno ce la giochiamo e i danni della guerra saranno enormi , in generale, per le famiglie.

Cosa ci vorrebbe per risolvere il problema? La crisi è stagflazionistica da boom nei prezzi dell’energia, in parte non controllabili, legati a dinamiche internazionali, ma una parte, legata all’errata, come momento, applicazione delle politiche “Green” si. Bisogna applicare tanta “Supply Side Economics”, cioè abbattere barriere e vincoli per far cadere i prezzi dell’energia. Questa sarebbe l’unica seria soluzione al problema inflazionistico ora, in questo momento. Tutto il resto sono solo dei pannicelli caldi e demagogici.


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La benzina continua a salire (nonostante lo sconto): cosa può succedere - Today.it

Non c'è tregua sul fronte carburanti. Il prezzo della benzina continua a salire: la media nazionale per la verde in modalità self service tocca questa mattina quota 1,9 euro/litro, mentre sul servito siamo ben oltre i 2 euro/litro. Diverso il discorso per il gasolio, per cui i listini si sono mantenuti stabili. Un incremento costante che sta portando i prezzi ai livelli pre-guerra, nonostante sia ancora attivo lo sconto sulle accise di 30,5 centesimi al litro, che scadrà l'8 luglio. Il nuovo balzo è influenzato dall'aumento delle quotazioni internazionali, con il Brent in salita a 116 dollari. Secondo la consueta rilevazione di Staffetta Quotidiana, IP ha aumentato di 1 centesimo al litro i prezzi consigliati della benzina e del gasolio. Per Q8 e Tamoil registriamo un rialzo di 2 cent/litro sulla benzina. Prima di capire cosa potrebbe succedere dopo la scadenza dello sconto sulla benzina, vediamo quali sono i prezzi aggiornati sulla rete italiana. 

Benzina e diesel, i prezzi aggiornati

Queste sono le medie dei prezzi praticati comunicati dai gestori all'Osservatorio prezzi del ministero dello Sviluppo economico ed elaborati dalla Staffetta, rilevati alle 8 di ieri mattina su circa 15mila impianti: benzina self service a 1,900 euro/litro (+9 millesimi, compagnie 1,905, pompe bianche 1,889), diesel a 1,821 euro/litro (+1, compagnie 1,828, pompe bianche 1,806). Benzina servito a 2,028 euro/litro (+6, compagnie 2,070, pompe bianche 1,945), diesel a 1,955 euro/litro (-2, compagnie 2,002, pompe bianche 1,863). Gpl servito a 0,832 euro/litro (-1, compagnie 0,840, pompe bianche 0,822), metano servito a 1,849 euro/kg (-13, compagnie 1,921, pompe bianche 1,793), Gnl 2,084 euro/kg (-10, compagnie 2,085 euro/kg, pompe bianche 2,083 euro/kg). Questi sono i prezzi sulle autostrade: benzina self service 1,969 euro/litro (servito 2,198), gasolio self service 1,906 euro/litro (servito 2,143), Gpl 0,918 euro/litro, metano 2,237 euro/kg, Gnl 2,089 euro/kg.

Lo sconto scade l'8 luglio: cosa può succedere

Come accennato all'inizio dell'articolo, questi prezzi vanno intesi come già "scontati", visto che è ancora in vigore lo sconto sulle accise di 30,5 centesimi al litro. Alla fine di aprile la misura è stata prorogata fino al prossimo 8 luglio ed estesa al metano, per cui sono state azzerate le accise e l'Iva ridotta al 5%. Nonostante l'intervento del Governo i prezzi hanno continuato a crescere: il taglio delle accise, introdotto inizialmente per un mese a partite dal 22 marzo scorso, è stato poi prolungato con un nuovo finanziamento di circa due miliardi dollari. La misura originaria prevede uno sconto di 25 centesimi sulle accise che gravano su diesel e benzina, e di 8,5 centesimi sul Gpl. Se si considera che l'Iva viene calcolata sul prezzo formato da accise più materia prima industriale, l'effetto complessivo per i contribuenti è calcolato in 30,5 centesimi al litro al distributore su diesel e benzina, o 10,4 centesimi per il Gpl. Ma cosa succederebbe in caso di mancata proroga? Ovviamente alla scadenza dell'8 luglio manca oltre un mese, ma il trend seguito dai prezzi nelle ultime settimane non fa presagire delle repentine inversioni di rotta. Tra le speculazioni denunciate dalle associazioni dei consumatori e l'incertezza dovuta al conflitto in Ucraina, il pericolo è che la corsa continui anche nei prossimi mesi, quando il classico esodo estivo porterà milioni di italiani a viaggiare, soprattutto in auto. Il pericolo concreto di una nuova stangata per le famiglie e i lavoratori italiani è dietro l'angolo e, se le cose dovessero continuare in questo modo, è molto probabile che il Governo si trovi costretto ad una ulteriore proroga dello sconto sulle accise. In caso contrario, fare il pieno diventerebbe un salasso e gli autotrasportatori tornerebbero di nuovo sul piede di guerra.

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Sunday, May 29, 2022

Superbonus, fuori dall’obbligo di CCNL edilizia le imprese individuali: nuova circolare AdE - Informazione Fiscale

La nuova circolare n. 19/E dell'Agenzia delle Entrate fa il punto delle numerose novità introdotte in materia di Superbonus 110 per cento: obbligo di applicazione del CCNL edilizia più rappresentativo per i lavori avviati dopo il 27 maggio 2022.

Per l’accesso al superbonus e ai bonus casa ordinari restano esclusi dall’obbligo di applicare il CCNL edilizia più rappresentativo le imprese individuali, anche se si avvalgono di collaboratori familiari.

A fare il punto delle ultime novità è la circolare n. 19/E pubblicata dall’Agenzia delle Entrate il 27 maggio 2022, ed è in particolare sulle nuove regole in merito all’applicazione dei contratti collettivi che arrivano i principali chiarimenti.

L’obbligo in vigore per le opere di importo complessivo superiore a 70.000 euro avviate dopo il 27 maggio 2022 si applica esclusivamente ai commissionari di lavori edili con dipendenti. Una precisazione resa con il contributo del Ministero del Lavoro, e che scioglie i dubbi sorti dopo l’introduzione dell’obbligo di applicazione del CCNL edilizia.

Se le ditte individuali restano quindi escluse dalla nuova disposizione, sarà obbligatoria l’applicazione per i general contractor così come in caso di lavori oggetto di sub appalto.

Sarà inoltre possibile sanare la mancata indicazione in fattura del CCNL applicato, a patto che questo sia indicato nell’atto di affidamento dei lavori.

Superbonus, fuori dall’obbligo di CCNL edilizia le imprese individuali: nuova circolare AdE

È un riepilogo di indicazioni operative già note e di poche ma rilevanti novità la circolare dell’Agenzia delle Entrate n. 19/E del 27 maggio 2022, che fa il punto delle diverse modifiche normative introdotte negli ultimi mesi nell’ambito del superbonus e dei bonus casa ordinari.

Dalla Legge di Bilancio 2022, che ha assorbito le prime misure anti-frode, fino all’ultimo intervento in materia di cessione del credito previsto dal Decreto Aiuti n. 50/2022, il documento rappresenta un’utile bussola per imprese e contribuenti.

Ma dal punto di vista operativo, la novità principale riguarda l’ambito di applicazione dell’obbligo per le imprese di applicare il CCNL edilizia più rappresentativo, a decorrere dai lavori avviati successivamente al 27 maggio 2022 di importo complessivamente superiore a 70.000 euro.

I chiarimenti forniti dall’Agenzia delle Entrate, insieme al Ministero del Lavoro, evidenziano innanzitutto che l’obbligo introdotto con il fine di garantire condizioni di lavoro adeguate in edilizia e il rispetto delle misure in materia di sicurezza si applica alle imprese commissionarie di lavori edili che, in relazione agli interventi agevolati, si sono avvalse di lavoratori dipendenti.

La norma introdotta dall’articolo 28-quater del decreto Sostegni ter fa esplicito riferimento ai “datori di lavoro”, e quindi alla definizione di cui all’articolo 2 del decreto legislativo n. 81/2008:

“il soggetto titolare del rapporto di lavoro con il lavoratore o, comunque, il soggetto che, secondo il tipo e l’assetto dell’organizzazione nel cui ambito il lavoratore presta la propria attività, ha la responsabilità dell’organizzazione stessa o dell’unità produttiva in quanto esercita i poteri decisionali e di spesa”

Restano quindi escluse dall’obbligo di applicazione del CCNL dell’edilizia più rappresentativo le imprese individuali che eseguono gli interventi agevolabili ai sensi del superbonus e dei bonus casa ordinari senza l’impiego di dipendenti. Esclusione che opera anche se queste si avvalgono di collaboratori familiari.

Stessa esclusione anche per i soci di società di persone o capitali che prestano la propria opera lavorativa non in qualità di lavoratori dipendenti.

Agenzia delle Entrate - circolare n. 19/E del 27 maggio 2022
Modifiche al Superbonus e ai Bonus diversi dal Superbonus – Misure antifrode - Modifiche alla disciplina della cessione dei crediti di cui agli articoli 121 e 122 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34

CCNL edilizia obbligatorio per il superbonus e i bonus casa per general contractor e sub appalto

Sono invece inclusi nell’obbligo di indicare il CCNL edilizia più rappresentativo nell’atto di affidamento dei lavori e nelle fatture di spesa, in relazione alle opere complessivamente di importo superiore a 70.000 euro, i general contractor. Stessa regola anche nel caso di lavori edili oggetto di sub appalto.

La circolare dell’Agenzia delle Entrate specifica che in tali casi:

“nel contratto di affidamento stipulato con un general contractor, o con soggetti che si riservano di affidare i lavori in appalto, devono essere indicati i contratti collettivi che potranno essere applicati dalle imprese alle quali vengono affidati i lavori edili e, nei successivi contratti stipulati con tali soggetti e nelle relative fatture, dovrà, poi, essere indicato il contratto effettivamente applicato”.

Sarà onere del committente dei lavori richiedere l’inserimento dell’indicazione del CCNL o verificarne l’inserimento, tenuto conto che in caso di omissione nell’atto di affidamento dei lavori viene meno il riconoscimento dei benefici del superbonus e dei bonus casa ordinari.

Sul fronte operativo, i contratti collettivi riferiti al settore edile che dovranno essere applicati sono i seguenti:

  • F012 (tale CCNL ha assorbito anche i precedenti contratti collettivi F011 e F016);
  • F015;
  • F018 (tale CCNL ha assorbito anche il precedente contratto collettivo F017).

Superbonus e bonus casa, senza CCNL edilizia in fattura non si perdono le agevolazioni

Altro punto rilevante riguarda l’ipotesi di omessa indicazione del contratto collettivo applicato in fattura.

Sebbene si tratti di uno dei nuovi obblighi previsti successivamente al 27 maggio 2022, la mancanza del richiamo al CCNL applicato non comporta il mancato riconoscimento dei benefici fiscali, purché tale indicazione sia presente nell’atto di affidamento.

In tal caso, sarà il contribuente in sede di richiesta del visto di conformità a dover presentare una dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà, rilasciata dall’impresa, con la quale si attesta il contratto collettivo utilizzato nell’esecuzione dei lavori edili indicati.

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Hai diritto al bonus o all’incentivo? Per scoprirlo arriva la piattaforma del Mise - Corriere della Sera

Una piattaforma integrata — incentivi.gov — che include in unico portale in maniera non dispersiva bandi, avvisi, istruzioni, chiamate per manifestazione di interesse, agevolazioni ad imprese, partite Iva, startup, professionisti. Online dal 2 giugno si pone l’obiettivo di avere una logica rovesciata: centrata sulla domanda di imprese potenzialmente beneficiare e non sull’offerta dei bonus e dei progetti promossi dal governo. Si tratta di una sfida titanica: portare la pubblica amministrazione al servizio di cittadini e imprese. Un obiettivo verso cui tendere: su cui hanno indirizzato le energie tutti gli ultimi governi ma non sempre con esiti lusinghieri. Stavolta, per ogni agevolazione, verranno specificate le categorie di interesse, le date di apertura e chiusura degli sportelli, le caratteristiche tecniche, i costi ammessi e l’ambito territoriale. Sul sito, costruito dal ministero dello Sviluppo guidato da Giancarlo Giorgetti, l’aggiornamento della normativa e della modulistica per la presentazione delle domande. Con un’organizzazione dei contenuti improntata a favorire la conoscenza degli interventi di sostegno alle imprese, anche attraverso applicazioni basate sull’intelligenza artificiale.

Una vetrina unica

Sforzo di trasparenza, razionalizzazione, messa a fattor comune. Si chiama anche interoperabilità delle banche dati, perché lo Stato ha già tutto a disposizione solo che gli interventi vengono pubblicizzati poco e male. Serve una vetrina unica. E un’accessibilità che non costringa le imprese (e gli studi di consulenza e progettazione che lavorano in quella che potremmo definire la bonus economy) a doversi districare tra pagine poco chiare e collegamenti ipertestuali che rimandano a provvedimenti scritti da azzeccagarbugli: i mandarini di Stato, profili prevalenti nelle strutture tecniche ministeriali, con grandi competenze giuridiche e poca capacità di comunicazione e marketing.

Gli incentivi per cittadini e imprese

D’altronde da anni viviamo una polarizzazione nel nostro modello produttivo, tra una nicchia di aziende, il 20% del totale, protagonista dell’intero ammontare delle nostre esportazioni, e l’altro 80% che resta attaccato alla domanda interna di consumi che spesso vive di incentivi. Ma in quell’80% c’è un’altra sotto-nicchia, almeno 60 mila imprese, che potrebbe fare il grande salto trascinando il nostro prodotto interno lordo, aumentando la fattura di beni e prodotti, costruendo una domanda aggiuntiva di servizi professionali in modo da far crescere di taglia il nostro terziario. Per farlo dovrebbe raccordarsi meglio con le politiche di stimolo alla domanda decisi dai governi. Un esempio classico è la sterminata pletora di incentivi all’auto-impiego. Citiamone alcuni: Smart&Start per le imprese innovative, On (Oltre nuove imprese a tasso zero), Resto al Sud per nuove attività nel Meridione, «Cultura Crea», che finanzia i progetti artistico-culturale, Self-employment con prestiti a tasso zero per iniziative imprenditoriali di chi non studia né lavora. Quanti le conoscono?

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Bonus idrico: fino a quando inviare le domande? - I-Dome.com

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  1. Bonus idrico: fino a quando inviare le domande?  I-Dome.com
  2. Bonus idrico: richieste fino al 30 giugno. Cos’è, come funziona e quanto vale  Il Sole 24 ORE
  3. Visualizza la copertura completa su Google News

Bonus idrico: fino a quando inviare le domande? - I-Dome.com
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Saturday, May 28, 2022

Telecom: decisive le prossime ore. Quali novità in arrivo? - Trend-online.com

Indiscrezioni di stampa,  PUBBLICATO:

Tempo stimato di lettura: 4 minuti

Telecom Italia Ftse Mib

Telecom Italia poco sopra la parità all'indomani del Cda cui non è seguito una nota ufficiale. I rumor parlano di una firma imminente per l'MoU. Quali scenari?

Al pari di quanto accade per il Ftse Mib, anche la seduta odierna prosegue in lieve rialzo per Telecom Italia che si muove in linea con l'indice di riferimento, senza tuttavia registrare movimenti degni di nota.

Telecom Italia sale ancora in linea con il Ftse Mib

Il titolo, dopo aver chiuso la sessione di ieri con un progresso di oltre un punto e mezzo percentuale, oggi sale per la terza seduta di fila. 

Negli ultimi minuti Telecom Italia si presenta a 0,2801 euro, con un rialzo dello 0,25% e oltre 35 milioni di azioni scambiate fino a ora, contro la media degli ultimi 30 giorni pari a circa 188 milioni.

Telecom Italia: nessun comunicato dopo il Cda di ieri

Telecom Italia non registra movimenti di rilievo all'indomani della riunione del Cda, al termine della quale non ci sono stati comunicati ufficiali.

Il Messaggero riporta però che l’intesa sarebbe ormai stata raggiunta e che la lettera d’intenti tra Telecom Italia, CDP, KKR e Macquarie sarà firmata a breve.

Telecom: rumor su MoU. L'intesa sarebbe vicina

Secondo quanto scrive Milano Finanza, le prossime 72 ore potrebbero essere decisive e dopo un intenso lavoro nel weekend non si esclude che la tanto attesa firma possa arrivare nei primi giorni della prossima settimana.

Anche il Sole24ore riporta messaggi di una certa confidenza sul fatto che si possa arrivare al memorandum of understanding in tempi celeri, forse già nella prossima settimana, secondo l’articolo.

Il quotidiano di Confindustria sottolinea però gli elementi non banali che dovranno essere definiti una volta siglato il memorandum of understanding, dall’esatto perimetro degli asset, alle valutazioni e alla governance della società.

Sulla struttura dell’operazione, secondo il Sole 24 Ore, Telecom Italia sarebbe orientata a preferire la vendita del controllo di NetCo piuttosto che il demerger.

In questo modo infatti i proventi andrebbero ad abbattere il debito di gruppo, i tempi sarebbero più rapidi e si eliminerebbe il rischio degli azionisti di risparmio, che potrebbero porre un veto se venisse fatto un demerger costruendo una NetCo di sole azioni ordinarie.

Telecom: focus su cessione controllo NetCo

Secondo Equita SIM, per valutare lo scenario di una cessione del controllo di NetCo, diventa cruciale capire le valutazioni dell’asset, che al momento non sono ancora trapelate, così come la quantità di debito che potrà essere allocata a NetCo.

Telecom Italia al vaglio di Equita SIM

Nella loro somma delle parti, gli analisti di Equita SIM attribuiscono un enterprise value di NetCo, pre-sinergie, di 21 miliardi di euro, circa 9 volte il multiplo enterprise value/EBITDA, e ipotizzano 1 miliardo di euro di sinergie, un valore ben inferiore ai 4,5-5 miliardi indicati dalla stampa, ma da capire su quale proiezione di capex combined.

In attesa di novità, gli analisti di Equita SIM mantengono una view cauta su Telecom Italia, con una raccomandazione "hold" e un prezzo obiettivo a 0,39 euro.  

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Friday, May 27, 2022

BTP e Spread: arriva la buona notizia. Il titolo da comprare - Trend-online.com

Di seguito riportiamo l'intervista realizzata a Sante Pellegrino, trader indipendente, al quale abbiamo rivolto alcune domande sull'attuale situazione del mercato obbligazionario.

Lo Spread BTP-Bund si sta allontanando nuovamente da quota 200 punti base. Si aspetta ulteriori ripiegamenti nel breve?

Stiamo assistendo ad una fase di affievolimento dello Spread BTP-Bund che è tornato a scendere dopo aver provato a spingersi oltre i 200 punti base.

E' stato disegnato un doppio massimo in zona 200-210 basis points e siamo vicinissimi a un supporto, quale è quello dei 190 punti base.

Il superamento al ribasso di questa soglia potrebbe segnare un'occasione importantissima per tutto il mercato obbligazionario.

In primis perchè ci sarà un aumento del valore dei bond quotati, soprattutto dei BTP, e poi potrebbe esserci un trend negativo dei rendimenti obbligazionari, cosa che farebbe respirare un po' l'economia in generale.

Lo Spread BTP-Bund deve scendere necessariamente sotto i 190 punti base, per appoggiarsi prima ai 178 basis points e poi ai 170/168 punti base.

Questo scenario è abbastanza possibile perchè da un lato stanno salendo i tassi a livello interbancario e quindi necessariamente la liquidità sarà depositata in alcuni casi in obbligazioni e in pochi casi nell'overnight, perchè non c'è ancora una situazione di certezza dei depositi bancari.

Il rendimento del BTP a 10 anni si conferma al di sotto della soglia critica del 3%. C'è spazio per ulteriori discese?

Anche il rendimento del decennale sta scendendo sotto la soglia del 3% e si spera che possa calare fino al 2,7%, dove troviamo uno swing che una volta violato al ribasso potrà spingere fino al 2,48%-2,4%.

Questa discesa del rendimento del decennale, insieme a quella dello Spread BTP-Bund, darebbe un assist positivo a tutte le obbligazioni quotate.

Su quale BTP in particolare valuterebbe un posizionamento long in questa fase?

Per le obbligazioni quotate abbiamo assistito in questi giorni a una base di supporto molto importante.

Ci sono dei pattern di inversione rialzista sulla maggior parte dei titoli quotati e in particolare sul BTP con scadenza 2067, che rappresenta un punto di equilibrio tra il 2,8% del decennale e il 2,8% che distribuire come rendimento questo titolo.

Per il BTP 2067 segnaliamo una base di supporto importante intorno agli 85 euro per contratto, soglia corrispondente sostanzialmente ai minimi toccati durante la crisi del 2018, quando si passò dal Governo Lega-M5S all'Esecutivo M5S-PD.

Intorno alla zona degli 85 euro per il BTP 20267 si potrebbe creare un doppio minimo per una ripartenza e quindi un pattern di inversione che potrebbe essere confermato al superamento della resistenza a 88-90 euro.
Dopo ci sarà l'ostacolo di 92,5 euro, oltre cui ci sarà spazio per salire fino ai 99 euro.

Qual è la sua view sul Bund?

Il rendimento del decennale tedesco sta lateralizzando intorno allo 0,97% e sarà importante non solo mantenersi sotto l'1%, ma anche bucare al ribasso il supporto a 0,86% per poi tornare a 0,8% prima e a 0,6% in seguito.

Negativa un'eventuale accumulazione con un'esplosione di volatilità al rialzo, perchè il Bund andrebbe a bucare quota 1,13% per puntare all'1,2%.

Visto che c'è una compressione di volatilità e veniamo da un rialzo che dura da 7-9 mesi a questa parte, è molto più probabile che si assista ad una calma delle quotazioni almeno nel breve.

Cosa può dirci in merito al recente andamento del Treasury USA a 10 anni?

Il rendimento del Treasury USA ha già dato una buona inversione di tendenza. Ora siamo sul supporto dei 2,75%, sotto cui si scenderà verso il 2,4%, dando spazio a una ripresa economica, ricordando che a far soffrire gli Stati Uniti ci pensa anche l'inflazione.

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Thursday, May 26, 2022

Motor Valley Fest - "Col bando delle endotermiche si va verso la catastrofe" - Quattroruote

Marco Bonometti è il presidente del gruppo Omr; Giorgio Marsiaj è il numero degli industriali di Torino e il fondatore della Sabelt; Paolo Scudieri presiede l'associazione della filiera automobilistica e, soprattutto, il gruppo Adler. Tutti e tre sono importanti fornitori del settore automotive, anche se le loro dimensioni sono completamente diverse. Eppure il loro grido d'allarme, lanciato dal palco di uno dei convegni del Motor Valley Fest moderato dal nostro direttore Gian Luca Pellegrini, è univoco: con la proposta della Commissione europea di mettere al bando le motorizzazioni endotermiche per il 2035, l'intero comparto delle quattro ruote rischia la "catastrofe".

Bisogna difendere l'industria. "Sarà una catastrofe", ha affermato Bonometti. "La politica pensa solo al consenso popolare, ma noi dobbiamo difendere l'industria automobilistica italiana". "Con il 100% di elettrico avremo milioni di disoccupati", ha aggiunto. "Senza una presa di coscienza sarà una catastrofe". Dello stesso avviso Scudieri, che ha ricordato gli effetti occupazionali del bando alle endotermiche ("70 mila posti a rischio a fronte di solo 6 mila nuove opportunità") e non ha fatto mistero del suo "sospetto", ovvero "che ci sia un disegno che parte dal dieselgate per distruggere la cultura dell'auto europea". Per Bonometti, "tutto nasce con il Green deal, impostato su ragionamenti ideologici più che industriali. Tutti siamo d'accordo sulla decarbonizzazione e sulla salvaguardia dell'ambiente, ma senza tener conto di quanto avviene a livello globale significa isolare l'Europa".

La transizione energetica. Bonometti ha più volte usato toni forti contro il mondo della politica, non solo del Vecchio continente. A suo avviso, "l'Europa rischia di uscire perdente" con una "transizione energetica fallimentare. I tempi del piano Fit for 55 sono troppo stretti per le aziende: è impossibile arrivare al 100% di riduzione di CO2 nel 2035". Il presidente dell'Omr ha quindi sottolineato diversi rischi legati al pacchetto di proposte della Commissione europea e a una politica incentrata solo sull'elettrico, dal problema energetico alla dipendenza dalle forniture cinesi. Di conseguenza, ha ribadito l'invito lanciato da buona parte dell'industria europea: puntare sulla neutralità tecnologica. "Sono fortemente d'accordo con Bonometti", ha rimarcato Scuderi, sottolineando il ruolo dell'auto nell'economica europea ("è fondamentale") ed esprimendo "preoccupazione per la mancanza di regia" e di comprensione dei pericoli della transizione ("le gigafactory sono solo un modo per lavarsi la faccia"). "La visione deve essere olistica, trasversale", ha proseguito l'imprenditore campano, sottolineando i rischi per la "sostenibilità sociale e quindi per la democrazia", la necessità di "non abbandonare una cultura straordinaria" e di tenere in considerazione "le alternative esistenti", ossia idrogeno e biocarburanti.

L'auto non sia solo per ricchi. Di sicuro, bisogna evitare che l'auto si trasformi in un bene solo per ricchi. In tal senso, non sono mancati duri attacchi agli incentivi per le elettriche. Invece, secondo Marsiaj, sarebbe necessario "dare un contributo a chi non ha i soldi per acquistare un veicolo da oltre 50 mila euro", ma potrebbe magari comprare una Panda di nuova generazione. Anche così si potrebbe "difendere l'occupazione. Tutti siamo d'accordo sulla riduzione delle emissioni, ma tutti abbiamo la responsabilità di evitare perdite di posti di lavoro". "Abbiamo bisogno - ha aggiunto - di quattro ruote per muoverci, quello che serve alla gente e ai lavoratori e a noi imprenditori ci interessa il lavoro". Sempre sul tema della transizione è intervenuto anche Renzo Servadei, presidente di Autopromotec, la maggior manifestazione fieristica dedicata all'aftermarket: "È impossibile pensare che tutto si faccia con la bacchetta magica. I politici capiscano che la transizione non si fa con gli slogan ma con la ricerca scientifica". Per Scudieri, bisogna dire "no all'ideologia e puntare sul pragmatismo", mentre per Marsiaj "serve una politica che non danneggi la filiera e il Paese".

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Superbonus 110, edifici in comproprietà: il calcolo dei limiti di spesa - Informazione Fiscale

Superbonus 110 per cento, l'Agenzia delle Entrate fornisce i chiarimenti sul calcolo relativo al numero delle unità immobiliari e ai limiti di spesa nella risposta all'interpello numero 298 del 25 maggio 2022. Precisazioni anche sulle pertinenze delle abitazioni in comproprietà.

Superbonus 110 per cento, nel caso di più edifici in comproprietà, composti da unità immobiliari e relative pertinenze, quali sono i criteri da utilizzare per il calcolo dei limiti di spesa?

A ricapitolarli è l’Agenzia delle Entrate nella risposta all’interpello numero 298 del 25 maggio 2022.

Nel calcolo del numero massimo di due edifici non influisce il fatto che gli immobili siano in comproprietà in comunione di beni tra due coniugi.

Nel conto non si dovrà tenere in considerazione eventuali pertinenze delle unità residenziali.

La determinazione del limite massimo dell’agevolazione segue invece regole differenti: l’importo massimo della detrazione è stabilito sulla base delle unità immobiliari che compongono l’edificio e devono essere inserite nel conto anche le pertinenze.

Superbonus 110, edifici in comproprietà: il calcolo dei limiti di spesa

Nella risposta all’interpello numero 298 del 25 maggio 2022, l’Agenzia delle Entrate torna a fornire chiarimenti i merito al superbonus 110 per cento.

Nello specifico vengono presi in considerazione aspetti relativi a due edifici, in comproprietà tra due coniugi, e relative pertinenze.

Tra le delucidazioni richieste dall’istante:

  • se i coniugi possono beneficiare della maxi detrazione ciascuno per un’unità immobiliare, sostenendo le spese relative agli interventi trainati e trainanti;
  • quali sono i limiti di spesa degli interventi antisismici.

L’Agenzia delle Entrate fornisce le precisazioni del caso, dopo aver ricapitolato il quadro normativo di riferimento.

Sul primo aspetto, l’Agenzia delle Entrate richiama quanto previsto dalla Legge di Bilancio 2021 a partire dal 1° gennaio dello scorso anno.

L’agevolazione per gli interventi di efficientamento energetico spetta anche se gli interventi sono realizzati su edifici non in condominio, a patto che siano composti da 2 a 4 unità immobiliari di un unico proprietario o in comproprietà tra persone fisiche.

Con l’inserimento del comma 9, lettera a), dell’articolo 119 del decreto Rilancio, nella situazione in esame si applicano i chiarimenti di prassi forniti per i condomini.

Per quanto riguarda gli interventi antisismici, non sussiste il limite di due unità immobiliari ma gli edifici si devono trovare in zone sismiche 1, 2, 3.

Per quanto riguarda il numero massimo di due edifici, l’Agenzia delle Entrate sottolinea quanto di seguito riportato:

risulta ininfluente la circostanza che gli immobili oggetto di intervento siano in comunione di beni con la moglie o che quest’ultima fruisca, eventualmente, della medesima agevolazione per interventi di efficientamento energetico di cui abbia sostenuto le spese, effettuati su altri due immobili posti in comunione dei beni.

Nel conto, inoltre, no si devono considerare le eventuali pertinenze delle unità residenziali.

Resta fermo che tra i vari requisiti di legge deve essere verificato quello della residenzialità: la superficie complessiva delle unità immobiliari destinate a residenza ricomprese nell’edificio deve essere superiore al 50 per cento.

Superbonus 110, come fare il calcolo dei limiti di spesa

Tra gli altri aspetti oggetto di chiarimenti, c’è il calcolo dei limiti di spesa degli interventi antisismici trainanti.

A riguardo l’Agenzia delle Entrate richiama la circolare numero 30 del 2020, che fornisce precisazioni in merito agli interventi previsti nell’ambito dell’ecobonus e del sismabonus per i lavori effettuati sulle parti comuni.

A riguardo, l’Agenzia delle Entrate sottolinea quanto segue:

“nel caso in cui l’ammontare massimo di spesa agevolabile sia determinato in base al numero delle unità immobiliari che compongono l’edificio oggetto di interventi, il calcolo vada effettuato tenendo conto anche delle pertinenze.”

Nel calcolo del limite massimo di spesa devono essere conteggiate anche le unità immobiliari non residenziali: ad esempio quelle strumentali o merce.

Nel caso concreto, i limiti di spesa sono diversi per i due edifici in comproprietà.

Nel caso dell’edificio A, composto da due abitazioni di categoria catastale A3 e una pertinenza di categoria catastale C6, le unità immobiliari da considerare sono tre e l’importo è determinato dalla seguente moltiplicazione: 96 mila euro per 3, ovvero 288 mila euro.

Nel caso dell’edificio B, composto da un’abitazione accatastata come A2 e un negozio accatastato come C1, il limite di spesa è di 192 mila euro, ossia 96 mila euro moltiplicato per le due unità immobiliari.

Nel documento di prassi vengono inoltre ricapitolate le scadenze da prendere in considerazione e gli aspetti di cui tenere conto per gli interventi di eliminazione delle barriere architettoniche.

Per il quadro completo dei chiarimenti si invita a consultare il testo completo del documento di prassi.

Agenzia delle Entrate - Risposta all’interpello numero 298 del 25 maggio 2022
Superbonus - interventi di consolidamento antisismico ed efficientamento energetico effettuati su due edifici in comproprietà tra coniugi - articolo119 del decreto legge 19 maggio 2020, n. 34 - testo vigente alla data del 21marzo 2022.

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Wednesday, May 25, 2022

Maserati MC20 Cielo | Non solo spyder ma RIFERIMENTO della categoria, con tetto in CRISTALLI LIQUIDI - Automoto.it

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Canone Rai: chi può fare domanda di esenzione a giugno 2022 - Telefonino.net

Il Canone Rai è la tassa che lo Stato richiede a tutti i cittadini italiani in possesso di uno o più apparecchi atti alla ricezione dei canali televisivi e radiofonici tramite sintonizzatore TV. In altri termini viene definito l’abbonamento radiotelevisivo italiano.

Sono molti i cittadini che odiano particolarmente questa imposta, trattenuta in 10 rate da 9 euro ciascuna durante l’anno all’interno della bolletta della luce. Questa modalità di riscossione però, con molta probabilità, dal prossimo anno cambierà.

In sostanza, il Canone Rai non potrà più essere una delle voci contenute nella fattura dell’energia elettrica. Questo, per ottemperare al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che mira ad adeguarsi anche alle richieste dell’Unione Europea di togliere i cosiddetti “oneri impropri” dalla bolletta della luce.

Se la modalità di pagamento futura del Canone Rai rimane ancora un’ipotesi, la cosa certa è che esistono alcune categorie che possono fare domanda di esenzione. Attualmente, queste sono in ritardo per la richiesta di non pagare in toto la tassa.

Tuttavia, chi può essere esonerato, potrà chiedere uno “sconto” del 50% sull’importo del Canone Rai entro il 30 giugno 2022. Infatti, rientrando, seppur tardi, tra coloro che possono non pagare questa tassa, potranno far richiesta di pagarlo solo 45 euro.

Canone Rai: richiesta di esenzione a giugno 2022

Stando a quanto esposto sul sito ufficiale dell’Agenzia delle Entrate, alcune categorie ben definite possono fare domanda di esenzione dal Canone TV. La richiesta però deve essere inoltrata inviando il Modulo di Dichiarazione Sostitutiva del Canone Rai entro il 31 gennaio di ogni anno.

Chi però è in ritardo, per vari motivi, può comunque ottenere uno sconto del 50%, essendo esonerati solo per il secondo semestre dell’anno. Quindi sarà possibile pagare il Canone Rai solo 45 euro, invece dei 90 euro totali. Ma chi può inviare questa domanda entro il 30 giugno 2022?

  •  Contribuenti con utenza elettrica per uso domestico residenziale, ma che in nessuna abitazione è presente un apparecchio TV, sia proprio che di un componente della famiglia anagrafica;
  • Cittadini ultrasettantacinquenni con un reddito annuo proprio e del coniuge non superiore complessivamente a 8.000 euro l’anno;
  • Diplomatici e militari stranieri.

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Elon Musk e la profezia sull’Italia: «Con questo andamento demografico resterà spopolata» - Open

Il tema dell’andamento demografico del mondo occidentale è al centro del tweet di Elon Musk che – mentre la trattativa per l’acquisto dell’uccellino azzurro è ancora in corso – questa mattina ha scritto un thread in cui tira in ballo anche l’Italia: «Il tasso di natalità degli Stati Uniti è al di sotto dei livelli minimi sostenibili da circa 50 anni. Contrariamente a quanto molti pensano, più una persona è ricca, meno figli ha. Io sono una rara eccezione. La maggior parte delle persone che conosco non ha figli o ne ha uno. La Corea del Sud e Hong Kong stanno vivendo il crollo demografico più rapido. Si noti che 2,1 figli per donna è il tasso di sostituzione». Quindi il passaggio sull’Italia: «L’Italia non avrà più persone se questa tendenza continuerà».


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Tuesday, May 24, 2022

Sistema TS, invio dei dati per la precompilata omesso, tardivo o con errori: chiarimenti sulle sanzioni - Informazione Fiscale

Sistema TS, invio dei dati per la precompilata omesso, tardivo o con errori: dall'Agenzia delle Entrate arrivano i chiarimenti sulle sanzioni. Via libera al ravvedimento operoso, veto sul cumulo giuridico. I dettagli nella risoluzione numero 22/E del 23 maggio 2022.

Sistema TS, Tessera Sanitaria: in caso di invio dei dati per la precompilata non effettuato, o effettuato con ritardo o con errori si applicano le sanzioni di 100 euro per ogni documento, a prescindere dalla modalità di trasmissione o dal numero dei soggetti a cui si riferisce.

In ogni caso è possibile mettersi in regola tramite il ravvedimento operoso. Al contrario non è possibile applicare il criterio del cumulo giuridico.

Le indicazioni sono contenute nella risoluzione del 23 maggio 2022.

Sistema TS, sanzioni di 100 euro per invio dei dati per la precompilata omesso, tardivo o con errori

Entro un preciso calendario di scadenze, i soggetti obbligati alla trasmissione dei dati al Sistema TS per la predisposizione della precompilata devono fornire le informazioni relative alle prestazioni sanitarie erogate nei confronti delle persone fisiche.

Invio dati sistema TS Prossime scadenze
Spese sostenute nel primo semestre 2022 30 settembre 2022
Spese sostenute nel secondo semestre 2022 31 gennaio 2023
Spese sostenute dal 1° gennaio 2023 Entro la fine del mese successivo alla data del documento fiscale

Al centro dei chiarimenti dell’Agenzia dell’Entrate è l’articolo 3, comma 5-bis, del decreto legislativo 21 novembre 2014, n. 175.

Il testo stabilisce:

“In caso di omessa, tardiva o errata trasmissione dei dati di cui ai commi 3 e 4 si applica la sanzione di euro 100 per ogni comunicazione, in deroga a quanto previsto dall’articolo 12 del decreto legislativo 18 dicembre 1997, n. 472, con un massimo di euro 50.000”.

La norma, inoltre, prevede che quando sono presenti errori nella comunicazione la sanzione non si applica se la trasmissione delle informazioni corrette è effettuata entro i cinque giorni successivi alla scadenza, ovvero, in caso di segnalazione da parte dell’Agenzia delle Entrate, entro i cinque successivi alla segnalazione stessa.

Se si procede entro sessanta giorni dalla scadenza prevista, la sanzione è ridotta a un terzo con un massimo di euro 20.000.

La risoluzione numero 22/E del 23 maggio 2022 si concentra su una corretta lettura del testo e chiarisce che “la sanzione di 100 euro si applica per ogni singolo documento di spesa, senza possibilità, per espressa previsione normativa, di applicare il cumulo giuridico di cui all’articolo 12 del d.lgs. n. 472 del 1997”.

Sistema TS, invio dei dati per la precompilata omesso, tardivo o con errori: sanzioni con ravvedimento

Più in particolare il concetto di “comunicazione” a cui fa riferimento la norma riguarda ogni singolo documento di spesa errato, non inviato o inviato con ritardo al Sistema TS, Tessera Sanitaria.

L’inoltro può avvenire tramite tre diversi canali:

  • utilizzo di una pagina web dedicata, data entry di ogni singola spesa sul sito www.sistemats.it;
  • invio di ogni singola spesa (c.d. web service sincrono);
  • invio di un file zip, contenente un file xml, con uno o più documenti (c.d. web service asincrono).

Ma il mezzo di trasmissione non ha alcuna rilevanza sulle modalità di applicazione delle sanzioni così come non conta il numero dei soggetti a cui si riferisce il documento.

In conclusione, l’Agenzia delle Entrate chiarisce che in ogni caso è possibile mettersi in regola avvalendosi del ravvedimento operoso previsto dall’articolo 13 del d. lgs. n. 472 del 1997.

8912 “Sanzioni pecuniarie relative all’anagrafe tributaria al codice fiscale alle imposte sui redditi alle imposte sostitutive all’IRAP e all’IVA” è il codice tributo da utilizzare.

Le riduzioni previste dalla normativa si applicano anche all’importo già ridotto a un terzo quando la comunicazione è trasmessa correttamente entro 60 giorni dalla scadenza prevista.

Tutti i dettagli sono contenuti nel testo integrale della risoluzione numero 22/E del 23 maggio 2022.

Agenzia delle Entrate - Risoluzione numero 22/E del 23 maggio 2022
Articolo 3, comma 5-bis, del decreto legislativo 21 novembre 2014, n. 175 – Violazione degli obblighi di comunicazione al Sistema tessera sanitaria

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Spagna, così il tetto al prezzo del gas abbasserà la bolletta elettrica di famiglie e imprese - Il Fatto Quotidiano

La prima cosa da chiarire è che per Mosca non cambierà nulla. Il tetto al prezzo del gas naturale varato venerdì 13 maggio dal consiglio dei ministri spagnolo non ridurrà gli introiti della Russia, perché i produttori di elettricità continueranno ad acquistare il combustibile sui mercati internazionali allo stesso prezzo. La misura, presentata da Spagna e Portogallo durante il Consiglio europeo di marzo, si applicherà nella fase successiva, quella della vendita di energia alle famiglie e alle imprese iberiche che hanno contratti di fornitura a prezzo variabile: il prezzo sarà calcolato sulla base del costo calmierato. Anche se i consumatori saranno chiamati a pagare alle centrali a gas una compensazione per la vendita sottocosto, il risultato finale sarà una riduzione delle bollette che negli ultimi mesi hanno subito fortissimi rincari.

Come funziona – Madrid e Lisbona hanno ottenuto di poter introdurre il limite – che dovrebbe entrare in vigore a giugno, in attesa dell’approvazione formale della Commissione europea, e durare un anno – alla luce della cosiddetta “eccezione iberica”: scarse interconnessioni con gli altri Paesi dell’Unione e alta percentuale di rinnovabili. Stabilendo il limite si correggono in parte gli squilibri provocati dal criterio del prezzo marginale, in base al quale in Europa il prezzo dell’elettricità viene fissato in base al costo della fonte di energia più cara. “Il gas sta fissando i prezzi dell’elettricità oltre i 200 euro/megawattora, mentre il resto delle fonti di energia, come le rinnovabili o il nucleare, che rappresentano circa l’80% della produzione elettrica nazionale, hanno costi di produzione inferiori ai 50 euro”, spiega a Ilfattoquotidiano.it Jorge Morales de Labra, esperto di energia e ingegnere industriale.

Con l’approvazione definitiva del tetto al prezzo, si fissa il costo del gas a 40 euro a Megawattora per i primi sei mesi. Poi aumenterà di cinque euro ogni mese fino ad arrivare ai 70, con una media di 48,8 euro. La prima conseguenza è una riduzione del prezzo della luce sul mercato. De Labra spiega che questo si calcola moltiplicando per due il prezzo del gas, al quale si aggiungono i costi di produzione e manutenzione della centrale e quelli dei diritti di emissione di CO₂, che in questi mesi hanno toccato i 90 euro a megawattora. Una centrale utilizza circa 0,4 tonnellate di Co2 per megawattora. Con il tetto a 40 euro, quindi, il prezzo di mercato dell’elettricità si attesterà attorno a una media di 130 euro, contro i 210 dell’ultimo trimestre, circa un 38% in meno, come ha annunciato la ministra per la transizione ecologica, Teresa Ribera, dopo il consiglio dei ministri.

La compensazione per i produttori – I consumatori però pagheranno un po’ più di così. “Le centrali a gas dovranno vendere sottocosto. Tuttavia, saranno compensate per aver abbassato artificialmente il prezzo dell’energia”, spiega de Labra. La compensazione per la differenza tra il prezzo del gas previsto dal tetto e il costo nel mercato ricadrà sui consumatori con un contratto a prezzo variabile, ovvero quelli che beneficiano della misura (circa un 40% in ambito domestico e un 70% nell’industria). Grazie al fatto che in Spagna la maggior parte dell’elettricità viene prodotta da fonti diverse dal gas, il “conto” sarà comunque abbastanza contenuto. De Labra stima che il sovrapprezzo sarà di circa 30 euro al megawattora e calcola che il costo finale dell’energia sarà di 150 o 160 euro al megawattora: comunque un 20-25% in meno rispetto al prezzo attuale. Per i clienti con contratti a prezzo fisso invece nulla cambierà, almeno fino al rinnovo del contratto.

La misura fa emergere gli extraprofitti delle compagnie – Sebbene la misura comporti una riduzione importante del costo della bolletta, l’esperto sottolinea che la diminuzione è minore rispetto a quella prevista inizialmente: Spagna e Portogallo avevano proposto un limite del prezzo del gas di 30 euro al megawattora, mentre la media sarà di 48,8 euro. “Inoltre, si pensava che la compensazione l’avrebbero pagata tutti, non solo i consumatori con tariffa variabile”, aggiunge. Tuttavia, de Labra riconosce diversi vantaggi della misura. In primo luogo, si mettono in luce i cosiddetti windfall profits e si approva una norma che li regola. Si tratta degli extraprofitti delle compagnie energetiche che, a causa degli elevati prezzi del gas, stanno ricevendo una remunerazione molto superiore rispetto ai loro costi di produzione (come le centrali nucleari e le energie rinnovabili). “In secondo luogo, non solo diminuisce il prezzo della bolletta ma il grande vantaggio è che i consumatori possono finalmente stare tranquilli. Non si tornerà più a prezzi altissimi come 700 euro/megawattora, che obbligavano a bloccare la produzione industriale. Succeda quel che succeda con il gas, il mercato elettrico spagnolo ha un limite”.

La misura, che stando agli annunci del governo doveva già vedere i suoi primi effetti nelle bollette di maggio, ora secondo le previsioni entrerà in vigore a giugno. Probabilmente il 2, dato che il decreto pubblicato lo scorso sabato nel Boletín Oficial del Estado (la Gazzetta Ufficiale spagnola) ha fissato un periodo di transizione per adattare i sistemi informatici che si concluderà il 1 giugno. Inoltre, la norma necessita dell’ultima approvazione formale della Commissione europea, che dovrebbe arrivare nei prossimi giorni.

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Monday, May 23, 2022

Bonus mobilità, ok a tutte le domande: credito d’imposta al 100% - Il Sole 24 ORE

Ora, chiusa la finestra temporale per la presentazione e verificati i documenti pervenuti, le Entrate hanno rilevato che il totale delle spese ammissibili non supera i 5 milioni disponibili. Quindi, per ciascun beneficiario, il credito d’imposta effettivo sarà del 100% della spesa sostenuta, se essa non supera i 750 euro. Se la spesa fosse superiore, il credito sarebbe di 750 euro.

Se i bonus richiesti (e dichiarati ammissibili) avessero superato la dote a disposizione, l’entità del credito d’imposta riconosciuto a ciascun beneficiario sarebbe stata ridotta di una percentuale pari all’eccedenza delle somme richieste rispetto a quelle stanziate.

La fruizione

Ora si passa all’utilizzo del credito d’imposta riconosciuto, che è possibile «esclusivamente nella dichiarazione dei redditi in diminuzione delle imposte dovute e può essere fruito non oltre il periodo di imposta 2022» (articolo 4 del Dm 21 settembre 2021, emanato dal ministero dell’Economia).

Il credito non è cumulabile con «altre agevolazioni di natura fiscale aventi ad oggetto le medesime spese» (articolo 3 del Dm).

Se l’agenzia delle Entrate accerta che «l’agevolazione sia in tutto o in parte non spettante», emette un atto di recupero. In pratica, invita a pagare una somma equivalente a beneficio indebitamente fruito. In caso di mancato versamento, si passa alla riscossione coattiva (cartella esattoriale).

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Borse Ue positive, Milano sconta maxi impatto cedole - Il Sole 24 ORE

3' di lettura

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - L'apertura del presidente americano Joe Biden, che ha definito «allo studio» una possibile revoca dei dazi imposti dall'amministrazione Trump sulle merci cinesi, sostiene i listini azionari europei nella prima seduta della settimana. La prudenza continua in ogni caso a guidare le scelte degli investitori, alla luce degli impatti sulla crescita economica della stretta di politica monetaria e della politica "zero Covid" della Cina: un focolaio a Pechino fa temere l'imposizione di nuovi lockdown nella capitale e sta pesando sull'andamento dei listini della Repubblica Popolare.
Così viaggiano in positivo il CAC 40 di Parigi, il DAX 40 di Francoforte, il FT-SE 100 di Londra, l'IBEX 35 di Madrid e l'AEX di Amsterdam. La performance del FTSE MIBdi Milano, invece, sconta «l'illusione ottica» del maxi stacco cedole: in settimana sono in arrivo quasi 10 miliardi di dividendi da 60 società, le cui azioni negozieranno da oggi al netto della cedola. Tra loro 19 titoli del Ftse Mib con un impatto sull'indice principale dell'1,44%. In rialzo anche i future di Wall Street, dopo che il recupero sul finale della seduta di venerdì ha consentito all'S&P 500 di evitare di chiudere in territorio «orso».

Su Milano «illusione ottica» stacco cedole

Tra i big del Ftse Mib 19 sono quelle che trattano ex cedola. L’assegno più generoso è quello di Generali che paga ai soci quasi 1,7 miliardi di euro, Eni e Intesa Sanpaolo invece si fermeranno a poco più di 1,5 miliardi di euro ma in entrambi i casi si tratta del solo saldo sui conti 2021 dopo l’acconto già distribuito in autunno. Ammontare corposo per Tenaris (330 milioni ma sempre per il saldo), per Inwit (300 milioni circa) e per A2a (più di 280 milioni) mentre fuori dal Ftse Mib superano il mezzo miliardo di euro (quasi 540 milioni) le cedole totali di Unipolsai. Le società del Ftse Mib che pagano dividendi sono A2a, Amplifon, Atlantia, Azimut, Banca Generali, Bper, Diasorin, Eni, Finecobank, Generali, Interpump Group, Intesa Sanpaolo, Inwit, Italgas, Moncler, Pirelli & C, Recordati Tenaris e Unipol. Dopo lo stacco del 23 maggio, il successivo appuntamento “ricco” per le cedole sarà quello del 20 giugno con circa 1,65 miliardi di euro in distribuzione e due protagoniste, Poste Italiane e Snam Rete Gas. A luglio inoltrato invece il saldo cedole di Enel che metterà nelle tasche dei suoi azionisti 1,9 miliardi.

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Spread resta sopra 200 punti, rendimento al 2,98%

Andamento poco mosso per lo spread tra BTp e Bund, sul mercato secondario Mts dei titoli di Stato europei, dopo aver finito la scorsa settimana con un forte rialzo innescato dalla risalita dei rendimenti dei bond dell'Eurozona. Il differenziale di rendimento tra il BTp decennale benchmark (Isin IT0005436693) e il pari scadenza tedesco è indicato a 203 punti base dai 204 punti registrati al closing di venerdì. Il rendimento del BTp decennale benchmark, salito fino al 3% venerdì scorso, si muove attorno al 2,98% dal 2,99% del finale precedente.

Euro riconquista quota 1,06 dollari, petrolio in rialzo

Sul mercato dei cambi, l'euro riconquista quota 1,06 dollari ed è indicato a 1,0608 da 1,0555 venerdì in chiusura. La moneta unica europea vale anche 135,47 yen (134,94 venerdì), mentre il rapporto dollaro/yen è a 127,70 (127,86).
In rialzo il prezzo del petrolio, con il future luglio sul Brent a 113,46 (+0,81%) e l'analogo contratto sul Wti a 111,18 (+0,82%). In calo del 4,9% a 83,6 euro per megawattora il gas naturale in Europa.

Tokyo chiude in rialzo con annunci economici Biden

La Borsa di Tokyo ha aperto con il segno positivo la settimana, nonostante la debolezza di Wall Street venerdì, con gli investitori che hanno accolto con favore gli annunci economici del presidente degli Stati Uniti Joe Biden, arrivato in Giappone domenica. Il presidente Usa ha annunciato una nuova partnership commerciale per rafforzare i legami economici tra gli Stati Uniti e i suoi alleati nella regione indo-pacifica, su economia digitale, catene di approvvigionamento, energia verde e lotta alla corruzione. Al termine degli scambi l'indice Nikkei dei titoli guida ha guadagnato lo 0,98% a 27.001 punti e il più ampio indice Topix ha guadagnato lo 0,91% a 1.894,54 punti.

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Sunday, May 22, 2022

Concorso d’Eleganza Villa d’Este, vince una Bugatti 57 S del 1937, ispirata all’Art Déco - Corriere della Sera

L’edizione 2022 della storica kermesse nell’hotel di Cernobbio ha visto la sportiva francese carrozzata da Vanvooren aggiudicarsi il premio di «Best of Show». «È la più elegante», ci racconta Lorenzo Ramaciotti, presidente della giuria

CERNOBBIO - La Bugatti 57 S del 1937 di Andrew Pisker ha vinto il Concorso d’Eleganza Villa d’Este 2022. Da sempre simbolo di eleganza e tra i modelli più costosi al mondo, la Bugatti 57 è stata reinterpretata in questa versione con un allestimento più sportivo (ecco spiegato il motivo della sigla S) grazie a un motore 8 cilindri 3.2 e a una carrozzeria accorciata altamente performante, realizzata dal carrozziere francese Vanvooren e ispirata nelle linee al movimento culturale e artistico Art Déco.

Ricerca dell’eleganza

L’eleganza è stata proprio il criterio che ha guidato la giuria presieduta da Lorenzo Ramaciotti per l’assegnazione del premio più prestigioso, il titolo di «Best of Show» alla Bugatti 57 S.

«L’eleganza è ciò che differenzia il nostro concorso dagli altri ed è un criterio di selezione che ha concesso a questa competizione di diventare la più importante e ambita al mondo», racconta a Corriere Motori Lorenzo Ramaciotti, già capo del design di Pininfarina e del gruppo Fiat Chrysler.

50 vetture divise in sette classi

La 57 S di Andrew Pisker ha avuto la meglio su una cinquantina di agguerritissime rivali, vetture tra le più preziose e importanti mai costruite dal valore, molto spesso, ultramilionario. Sette le classi di suddivisione tematica degli esemplari in esposizione per l’edizione 2022, tra cui una esclusivamente dedicata a Bmw M, il reparto di sportive del costruttore bavarese (partner dell’evento) che quest’anno festeggia i suoi primi 50 anni di attività.

Lo stesso è stato per Ferrari che ha avuto una classe dedicata per i suoi 75 anni e ben otto modelli in gara tra cui la mitica 365 P Berlinetta Speciale Tre Posti del 1966, uno dei due esemplari appartenuti a Gianni Agnelli e Luigi Chinetti (storico importatore delle Rosse in Usa).

22 maggio 2022 (modifica il 22 maggio 2022 | 17:05)

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Concorso d’Eleganza Villa d’Este, vince una Bugatti 57 S del 1937, ispirata all’Art Déco - Corriere della Sera
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Lagarde (Bce): “Verso un rialzo dei tassi a luglio. Criptovalute sono basate sul nulla e non valgono… - Il Fatto Quotidiano

Il primo rialzo dei tassi in oltre un decennio da parte della Banca centrale europea potrebbe arrivare a luglio, ma i timori per l’impatto sulla crescita sembrano per ora escludere l’ipotesi di una stretta da mezzo punto percentuale come invece sta facendo la Federal Reserve. “Continueremo sulla strada intrapresa per terminare gli acquisti di bond”, ha detto oggi la presidente Christine Lagarde. Poi il rialzo arriverebbe potrebbe arrivare “poche settimane dopo” l’addio agli acquisti, indicato per gli inizi di luglio. Parlando con una tv olandese Lagarde si è poi soffermata sull’ipotesi, avanzata dal governatore della banca centrale olandese e membro del board Bce Klaas Knot, di un primo rialzo da 50 punti base (0,5%) anziché una mossa più graduale da 0,25. “Non è una cosa che posso dire in questo momento” – ha affermato Lagarde – pur condividendo “la stessa direzione di viaggio” dell’esponente olandese nel Consiglio Bce, “dobbiamo essere sicuri di essere abbastanza graduali da non mettere i freni all’auto in movimento”, dobbiamo invece “di certo sollevare l’acceleratore per rallentare l’inflazione”.

La presidente della Bce ha poi nuovamente messo in guardia su caratteristiche e utilizzo delle monete digitali auspicando una più stretta regolamentazione del settore. I crypto asset “non valgono nulla, sono basati sul nulla, non c’è alcun asset sottostante che funga da ancora di sicurezza”. Al contrario “quando avremo una valuta digitale di banca centrale, un euro digitale, garantisco che sarà molto diverso”. Il timore – ha spiegato Lagarde – è per la sicurezza dei risparmiatori “che non hanno alcuna comprensione dei rischi, che rischiano di perdere tutto, ecco perché credo che (i crypto asset, ndr) dovrebbero essere regolamentati”. Bitcoin e Ether, le due monete digitali più diffuse, hanno dimezzato il loro valore rispetto ai picchi raggiunti lo scorso novembre.

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Saturday, May 21, 2022

Piazza Affari, lunedì 19 big allo stacco cedola. In arrivo quasi 10 miliardi - Il Sole 24 ORE

2' di lettura

Sfiorano i 10 miliardi di euro complessivi i dividendi che arriveranno la prossima settimana nelle tasche degli investitori di Piazza Affari a seguito dello stacco cedola che lunedì 23 maggio interesserà 60 società quotate a Milano. Il monte dividendi complessivo è infatti di 9,8 miliardi di euro. Tra i big del Ftse Mib ben 19 saranno quelle che tratteranno ex cedola all'apertura delle contrattazioni.

Generali in testa

L'assegno più generoso di questo round sarà quello di Generali Assicurazioni che pagherà ai soci quasi 1,7 miliardi di euro, Eni e Intesa Sanpaolo invece si fermeranno a poco più di 1,5 miliardi di euro ma in entrambi i casi si tratta del solo saldo sui conti 2021 dopo l'acconto già distribuito in autunno.

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Ammontare corposo per Tenaris (330 milioni ma sempre per il saldo), per Inwit (300 milioni circa) e per A2a (più di 280 milioni) mentre fuori dal Ftse Mib superano il mezzo miliardo di euro (quasi 540 milioni) le cedole totali di Unipolsai. Per quanto riguarda il rendimento del dividendo, cioè il rapporto tra valore della cedola da staccare lunedì e prezzo del titolo in Borsa, Azimut è al 6,4% mentre Generali e Unipol viaggiano intorno al 6% rispetto alla chiusura di ieri del Ftse Mib.

Considerando anche gli acconti Intesa Sanppaolo sarebbe ben sopra il 7%, Eni e Banca Generali in area 6%. Fuori dal paniere delle big spicca Unipolsai (7,1%). Per un dividend yield sopra l'8% bisogna guardare allo Star con Cairo Communication e Equita Group (per quest'ultima considerando acconto e saldo).

Chi stacca la cedola lunedì

Le società del Ftse Mib che pagheranno i dividendi lunedì sono A2a, Amplifon, Atlantia, Azimut, Banca Generali, Bper, Diasorin, Eni, Finecobank, Generali, Interpump, Intesa Sanpaolo, Inwit, Italgas, Moncler, Pirelli, Recordati Tenaris e Unipol.

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Friday, May 20, 2022

Superbonus, Cdp verso la riapertura. Acquisti solo da sconti in fattura - Il Sole 24 ORE

2' di lettura

Cassa depositi e prestiti è vicina alla piena riapertura a nuove richieste del canale per le cessioni dei crediti. E ha già definito tutte le coordinate principali della sua offerta. Acquisterà solo crediti dalle imprese che li abbiano maturati a valle dello sconto in fattura. E comprerà i superbonus al 91,5% del valore nominale (quindi, il 100,6% effettivo) e gli altri bonus all’83,5% del valore nominale. Questi elementi emergono da una lettera informativa che, in questi giorni, Cdp sta inviando a banche e Confidi, per anticipare i dettagli di funzionamento della nuova piattaforma, in vista della riapertura, per la quale ancora non è stata fissata una data. Anche se va ricordato che l’operatività di Cdp non si è mai completamente arrestata: è andata avanti la gestione delle pratiche già presenti prima dello stop.

La conferma, comunque, è che, dopo la sospensione di inizio anno, la piena riattivazione dei canali di Cassa depositi e prestiti è vicina. Insomma, la fase di valutazione, annunciata a marzo scorso in risposta a un’interrogazione parlamentare, si sta chiudendo in modo positivo.

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Alcune novità nell’offerta saranno legate ai cambiamenti normativi degli ultimi mesi. Dal momento che Cdp non è un soggetto qualificato in base alle norme sulle cessioni, non potrà essere destinataria del secondo e del terzo passaggio di crediti. Potrà, invece, acquistare crediti solo direttamente dall’impresa che li ha maturati, e solo attraverso le operazioni di sconto in fattura esercitate dal beneficiario della detrazione. Dal 1° maggio, poi, è scattato il divieto di cessioni parziali. Per adesso l’orientamento è di non acquistare parti di crediti ma solo crediti in blocco.

Passando ai contenuti economici dell’offerta, per i superbonus gli acquisti saranno possibili a lavori conclusi o per singoli Sal. Mentre, per gli altri bonus casa, saranno possibili esclusivamente a lavori conclusi. Ogni pratica di cessione dovrà avere un taglio da almeno 250mila euro e ogni impresa avrà a disposizione un plafond massimo da 10 milioni (che potrebbe scendere in considerazione di alcuni parametri di bilancio dell’impresa).

I prezzi cambieranno, come è prassi di mercato, a seconda dell’agevolazione. Per il 110% (sia a quattro che a cinque anni) sarà corrisposto il 93% del valore nominale del credito, al quale sottrarre una commissione dell’1,5% per l’intermediario: quindi, si incasserà il 91,5% del 110%, che è pari al 100,6% di valore effettivo. Per gli altri bonus, invece, si incasserà l’85% del valore nominale, al quale andrà sottratto l’1,5% di commissioni per gli intermediari: si arriva così all’83,5% che, nell’ipotesi di un ecobonus al 65%, corrisponde al 54,2% di valore effettivo.

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Tim in Borsa chiude a +2,2% in attesa offerta Kkr su Sparkle - Ultima ora - Ansa.it - Agenzia ANSA

Tim chiude tonica in Borsa e indossa la maglia rosa nel listino principale, in attesa dell'offerta di Kkr per Sparkle e il dossier su N...