La ripresa nei primi tre mesi del 2022 è stata più forte del previsto: il Prodotto interno lordo è aumentato dello 0,1% rispetto al trimestre precedente e del 6,2% nei confronti del primo trimestre del 2021. Ma a volare è anche l’inflazione, con un aumento dello 0,9% su base mensile e del 6,9% su base annua. A trainare l’aumento non solo i prezzi dell’energia ma anche i generi alimentari. Un record che non si registrava da marzo 1986. È quanto emerge dalla statistica sui Conti economici trimestrali dell’Istat. L’Isituto nazionale di statistica spiega che «si tratta di stime al rialzo rispetto alla stima preliminare dello scorso 29 aprile, quando il rilascio mostrava una diminuzione congiunturale dello 0,2% e un aumento tendenziale del 5,8%». La crescita acquisita per il 2022 è pari al 2,6%. «La ripresa è stata determinata soprattutto dalla domanda interna e in particolare dagli investimenti a fronte di un contributo negativo della domanda estera - spiega l’Istat - sul piano interno, l’apporto dei consumi privati è stato negativo mentre è risultato nullo sia quello delle amministrazioni pubbliche, sia quello della variazione delle scorte. In buona ripresa anche ore lavorate e unità di lavoro, a fronte di una crescita più lieve dei redditi pro capite e di una stazionarietà delle posizioni lavorative».
A questo link il testo integrale delle Considerazioni finali del governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco.
Inflazione a +6,9%: record dal 1986
Dopo il rallentamento di aprile l’inflazione è tornata ad accelerare. Secondo le stime preliminari dell’Istat, questo mese l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (Nic), al lordo dei tabacchi, registra un aumento dello 0,9% su base mensile e del 6,9% su base annua (da +6,0% del mese precedente). Un livello che non si registrava da marzo 1986, quando fu pari a +7,0%. A trainare l’aumento sono soprattutto i prezzi dei beni energetici che hanno continuato a crescere. A sostenere l’accelerazione della crescita dei prezzi oltre all’energia, sottolinea la Coldiretti, sono anche gli alimentari cresciuti in media del 7,1% per effetto di aumenti generalizzati di tutti i prodotti a partire dagli oli alimentari di semi (+70,2%) al burro (+22,6%) fino alla pasta (+16,6%). Tra i comportamenti virtuosi segnalati dagli italiani spicca la riduzione degli sprechi che riguarda ben il 68% delle famiglie. Il balzo dell’inflazione è «una Caporetto per i consumi, per via degli effetti disastrosi sul potere d’acquisto delle famiglie», secondo Massimiliano Dona, presidente dell’Unione nazionale consumatori. «L’inflazione a +6,9% significa, per una coppia con due figli, una stangata complessiva, in termini di aumento del costo della vita, pari a 2421 euro su base annua - spiega Dona - 981 per Abitazione, acqua ed elettricità, 573 euro per i Trasporti, 561 per prodotti alimentari e bevande».
Diminuisce la spesa delle famiglie
La spesa delle famiglie ha registrato una diminuzione in termini congiunturali dello 0,9%. Gli acquisti di beni durevoli sono cresciuti del 2,7% e quelli dei beni semidurevoli del 2,4%. Per contro, i consumi in beni non durevoli sono diminuiti dell’1% e quelli di servizi del 2%. Rispetto al trimestre precedente, e per i principali aggregati della domanda interna, si rileva una diminuzione dello 0,6% dei consumi finali nazionali, a fronte di un aumento del 3,9% degli investimenti fissi lordi. Le importazioni e le esportazioni sono cresciute, rispettivamente, del 4,3% e del 3,5%. La domanda nazionale al netto delle scorte ha contribuito positivamente alla crescita del Pil per 0,4 punti percentuali: negativo, per 0,5 punti percentuali, è risultato il contributo dei consumi delle famiglie e delle Istituzioni Sociali Private ISP, mentre è stato positivo, per 0,8 punti, quello degli investimenti fissi lordi.
Il Pil cresce a maggio ma vola l’inflazione: olio di semi +70%, pasta +16% - Corriere della Sera
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