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Friday, February 11, 2022

Stellantis - Il Copasir: “A rischio l'interesse nazionale, lo Stato entri nel capitale" - Quattroruote

Il Copasir mette nel mirino l’attuale composizione dell’azionariato di Stellantis, giudicato troppo sbilanciato verso gli interessi francesi. Nella sua relazione annuale, il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica dedica un paragrafo specifico all’auto (intitolato “Il settore automobilistico da salvaguardare") ed evidenza lo "spostamento del baricentro di controllo del neo costituito gruppo sul versante francese, con ricadute già evidenti nel settore dell’indotto connesso con le linee di produzione degli stabilimenti italiani”. “Peraltro, va osservato che la quota detenuta dall’azionista pubblico francese è cresciuta dopo l’operazione di fusione" tra FCA e PSA, "determinando una distribuzione della proprietà diversa da quella precedentemente annunciata”, aggiunge il comitato riferendosi alla partecipazione in mano all’istituto finanziario governativo Bpifrance, che risulta possedere il 6,5% del capitale e non il 6,2% indicato inizialmente. 

Intervenga la CdP. Il Copasir chiede, quindi, che per controbilanciare la situazione lo Stato italiano intervenga utilizzando le stesse armi dei francesi: visto che Bpifrance è controllata per il 50% circa dalla Caisse des Depots et Consignations, allora Roma dovrebbe valutare l’ingresso nell’azionariato dell’omologa realtà italiana, la Cassa depositi e prestiti. "Al fine di preservare gli interessi nazionali nell'industria automobilistica, le cui ramificazioni risultano estremamente significative nel panorama economico nazionale - scrive il comitato -, potrebbe essere valutato un interessamento di Cassa depositi e prestiti, il cui eventuale ingresso nel gruppo industriale potrebbe favorire un ribilanciamento di pesi tra la componente francese e quella italiana, proteggendo così le tecnologie e l’occupazione”. 

La transizione. Il Copasir chiede inoltre maggior attenzione sulla transizione ecologica e sulle sue implicazioni per la filiera produttiva perché “l'impatto significativo sui processi produttivi“ delle auto elettriche rischia di causare un "forte ridimensionamento" se non “l'abbandono di alcune linee industriali". Pertanto, per il comitato, “il processo di transizione ecologica dovrà svolgersi in modo non traumatico”, soprattutto sul fronte occupazionale. Anche in questo caso non manca una proposta: il Copasir ritiene che il rilancio del settore possa passare dalle batterie, considerate un “elemento critico” nei processi di elettrificazione e "una grande opportunità di riconversione industriale”, a patto, però, che non venga replicato il fallimentare tentativo italiano di creare una filiera nei pannelli solari. Dunque, la produzione di batterie potrebbe "prendere il posto di quei settori produttivi destinati ad un forte ridimensionamento” e "consentire una compensazione sul piano occupazionale ed industriale". In tal caso, “l’Italia potrebbe candidarsi a diventare il principale produttore di batterie sul mercato europeo, attraverso la riconversione di alcuni stabilimenti produttivi operanti in settori ad alto impatto ambientale”. 

Valutare opportunità Intel. Analogo ragionamento interessa i semiconduttori, visto che la crisi delle forniture ha "reso evidente” l'importanza strategica per l’Europa di "raggiungere un adeguato livello di autonomia” dall'Asia. "Di recente, la multinazionale statunitense Intel ha manifestato interesse verso la realizzazione di una gigafactory sul territorio europeo avviando colloqui anche con il governo italiano. Si tratta di una opportunità da valutare con la massima attenzione sia sotto il profilo economico e occupazionale, sia sotto quello strettamente strategico collegato con l’autonomia tecnologica che l’Europa deve perseguire con forza”, afferma il Copasir. 

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