Prima la richiesta avanzata via mail per chiedere la disponibilità a lavorare in Ita. Poi, dopo il sì, l’invio, sempre via web, del nuovo regolamento aziendale per la firma in calce del contratto individuale e il disco verde all’assunzione. Da giorni questo rito procede a tappe forzate, senza soste, anche di sabato e domenica. Perché l’obiettivo di Alfredo Altavilla e Fabio Lazzerini, rispettivamente presidente e ad della compagnia tricolore, è quello di chiudere il dossier reclutamento entro metà della settimana prossima, forse anche prima.
La platea
Al momento sono circa 1.650 tra piloti, assistenti di volo e personale di terra coloro i quali hanno dato il loro assenso al trasferimento in Ita, la maggior parte provenienti dalla vecchia Alitalia. Un fetta ridotta, sotto il 15%, viene invece viene dall’esterno, da altre compagnie. Di cifre ufficiali ovviamente non ce ne sono, ma secondo fonti sindacali su una quota di 550 piloti e comandanti più di 250 sarebbero già stati reclutati, si arriva a 540 sui mille richiesti invece tra gli assistenti di volo, con dei buchi da colmare per quanto riguarda la sede di Roma, mentre a Milano il capitolo assunzioni è quasi chiuso. Marcia spedito il fronte del personale di terra che deve impiegare circa 1.400 dipendenti. Del resto, al di là dei dubbi e delle proteste per il regolamento proposto, il boom di curricula inviati - circa 30 mila - non poteva non preludere ad un successo dell’operazione, anche in considerazione della crisi che colpito il settore aereo. Certo il taglio del salario in media del 25-30 per cento, con punte fino al 40% per i piloti con maggiore anzianità, non è facile da digerire, ma forse lo è ancora meno la prospettiva di rimanere nel limbo degli esuberi, impigliati nella vecchia Az che spegnerà definitivamente i motori il 15 ottobre.
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Proprio per evitare macelleria sociale il primo ottobre, ma più probabilmente dopo l’esito delle elezioni amministrative, verrà trovata una soluzione al nodo esuberi al ministero del Lavoro. Ita, come noto, partirà con 2800 dipendenti, lasciandone a terrà circa 7.700, Molti dei quali saranno riassorbiti a fine anno nelle nuove società di handling e manutenzione che nasceranno, si tratta rispettivamente di circa 1.500 e 1.600 lavoratori. E che comunque non avranno problemi di sorta in considerazione del fatto che le due aziende stipuleranno proprio con Ita un contratto di servizio oltre a potere svolgere analoga attività per altre compagnie.
Il nodo da sciogliere riguarda quindi circa 3.300 tra piloti e assistenti di volo che al momento sono fuori dal perimetro della newco e non hanno paracadute sociali. Per questo Fit-Cis, Uil e Cgil trasporti, insieme a Fnta, chiedono a gran voce al Tesoro di intervenire, allungando, d’intesa con il Lavoro, le tutele e gli ammortizzatori sociali di almeno 4 anni, fino al 2025. In questo modo sarebbe infatti possibile riassorbire gli esuberi in Ita quando il mercato lo consentir. Nelle intenzioni dei nuovi amministratori la flotta dovrebbe salire a 78 aerei già nel 2022, per arrivare a oltre 100 nel 2025 con un fatturato di 3,3 miliardi.
Va detto subito però che il meccanismo delle assunzioni non prevede, come richiesto dalle regole della concorrenza europea, il richiamo dei lavoratori Az ma una procedura aperta, dove sarà l’azienda a decidere, senza intermediazioni e sulla base delle professionalità necessarie.
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Ita, la nuova Alitalia adesso accelera: già assunta oltre la metà del personale - ilmessaggero.it
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