ROMA - Arrivi con il contagocce. Il robusto ottimismo della volontà del commissariato all’emergenza si scontra con il pessimismo della realtà delle dose centellinate, che costringono diverse Regioni a rallentare. AstraZeneca, come sempre, arriva in ritardo e con tagli annunciati all’ultimo minuto, ma anche Johnson & Johnsonnon decolla e fa arrivare nei depositi meno dosi del previsto. Nonostante questo, l’obiettivo dei 500 mila vaccini al giorno resta confermato e, anzi, c’è già una data e un numero preciso: se tutto andrà come previsto, oggi si dovrebbero superare le 400mila dosi al giorno, mentre giovedì 29 aprile il numero di vaccini inoculati salirà a 504.484. È ottimista anche il ministro della Salute Roberto Speranza: «Sono fiducioso. I nostri numeri sono allineati ai maggiori Paesi dell’Ue. Ora siamo nelle condizioni di accelerare. L’obiettivo dei 500mila vaccini al giorno è alla nostra portata».
Le dosi in arrivo
Tra domani e il 5 maggio sono attese in Italia ben 5 milioni di dosi. La struttura non specifica con esattezza i quantitativi e la provenienza, per evitare di dover poi rettificare in corsa a causa dei cambi di programma, imposti spesso soprattutto da AstraZeneca. A quanto risulta dalle date fornite alle Regioni, arriveranno il 28 aprile 2,2 milioni di dosi Pfizer, un buon quantitativo, superiore a quanto preventivato. Per vedere AstraZeneca, salvo ulteriori cambi di programma, occorrerà aspettare il 3 maggio. E di dosi ne arriveranno 1,8 milioni. Molto meno, e meno del previsto, i vaccini di Johnson & Johnson che saranno appena 150 mila. Secondo i contratti in essere, dovrebbero arrivare da aprile a giugno 10 milioni di Astrazeneca, una ventina di Pfizer, 7,3 di Johnson & Johnson, 7,3 del nuovo Curevac e 4,6 di Moderna.
Over 60
Non pochi, se tutto andrà come deve, con più di un’incognita, però, sui tempi. Per AstraZeneca, per esempio, avendo un richiamo lungo a 12 settimane, cominceranno a maggio le inoculazioni delle seconde dosi per chi ha già avuto la prima. Alcune Regioni, come la Lombardia, non avrebbero richiami a sufficienza se continuassero con le prime dose di AstraZeneca. E del resto sono diversi gli elementi che rallentano la corsa del vaccino anglo-svedese. A parte i quantitativi a scartamento ridotto, resta ancora la raccomandazione a usarlo per gli over 60. E c’è un dato che, oltre ai timori per i rarissimi casi di effetti collaterali, potrebbe far decrescere la richiesta: se per le vacanze in alcuni luoghi fosse necessaria la vaccinazione, essendo previsto un intervallo di 12 settimane, chi ottenesse la prima dose ai primi di maggi avrebbe la seconda solo ad agosto.
Poche dose da J&J
J&J ha lo stesso problema del tetto per gli under 60, ma ha un grande vantaggio: è monodose. Il Lazio attende che aumenti la fornitura, perché a questo vaccino ha riservato il canale delle farmacie. Ma sono mille e, anche ipotizzando un numero minimo di venti vaccinazioni al giorno, ne servirebbero 20 mila al giorno. E alla Regione ne stanno per arrivare solo 15 mila, meno della prima fornitura. Ancora nessuna notizia di Curevac, nuovo vaccino a Rna messaggero, di cui è prevista una fornitura superiore a quella di Moderna.
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Gli obiettivi
L’obiettivo della struttura commissariale è di chiudere le vaccinazioni degli over 60 entro la fine di giugno. A quel punto si potrà pensare di usare Astrazeneca e J&J anche sotto i 60 anni. Il numero di dosi inoculate (nella settimana 16-22 aprile) ha raggiunto quota 16.829.814. La percentuale di over 80 che ha ricevuto almeno una dose è arrivata all’81,21% mentre gli immunizzati totali raggiungono quota 53,82%. Sale infine dal 30,14 al 45,09 anche la percentuale di persone di età compresa tra i 70 e i 79 anni che ha ricevuto la prima dose e cresce ancora il dato analogo riguardante gli ospiti delle Rsa, che raggiunge quota 94,93%.
25 aprile 2021 (modifica il 25 aprile 2021 | 22:48)
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Vaccini Covid, ancora tagli alle forniture. «Ma giovedì supereremo le 500 mila vaccinazioni al giorno» - Corriere della Sera
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