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Wednesday, September 6, 2023

Superbonus, nel mirino il Ragioniere dello Stato «Costerà 150 miliardi» - Corriere della Sera

«Il Superbonus doveva finire presto. Il fatto che sia andato avanti così, addirittura che sia cresciuto, e forse c’erano meccanismi un po’ strani, lo abbiamo detto noi, lo ha detto l’Ufficio parlamentare di Bilancio... Ma era abbastanza chiaro». Anche la Banca d’Italia, con il governatore Ignazio Visco, contesta, e duramente, la gestione del Superbonus 110% per le ristrutturazioni edilizie. Doveva essere solo una spinta temporanea per la ripresa economica dopo il Covid, ma le agevolazioni sono state prorogate creando problemi anche per l’inflazione dice Bankitalia. Oltre che per i conti pubblici, dove si è aperta una falla che nessuno aveva previsto, e che sta mettendo sulle spine il Ragioniere Generale dello Stato, Biagio Mazzotta, cui compete la valutazione del costo delle misure governative.

Dai 35 miliardi della stima iniziale di tiraggio del 110% si è passati a maggio di quest’anno a 67 miliardi, e con l’aggiornamento dei conti di fine settembre rischia di salire oltre i 90. Se bastano, perché secondo l’istituto di ricerca Nomisma, ascoltato ieri alla Camera in Commissione Ambiente, «il costo pubblico del Superbonus arriverà, secondo le nostre stime, a 140-150 miliardi di euro».
I nuovi dati di Enea sul Superbonus, relativi a fine agosto, confermano una crescita continua. In un mese sono stati avviati 3.356 nuovi interventi con il 110%, per altri 3 miliardi di euro, quasi tutti nei condomini. Dove i cantieri, per giunta, sono ancora molto in ritardo, con ancora 12 miliardi di lavori da fare da qui a fine anno, quando scade il termine, a meno di una proroga che il governo sta seriamente considerando. Da inizio anno sono state avviate 66 mila pratiche 110%: il valore degli interventi ammessi è cresciuto da 62 a 85 miliardi. Cui si sommano 26 miliardi di Bonus facciate e 26 di altri bonus edilizi.

Un incubo per il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, perché la spesa appare ormai fuori controllo, ed ipoteca le manovre di bilancio dei prossimi tre anni. Per questo, sia nel governo che nella maggioranza, sta crescendo sempre più il nervosismo nei confronti della Ragioneria, accusata di aver sbagliato clamorosamente le previsioni. In una fase cruciale, a pochi giorni dalla nuova manovra di bilancio, che si annuncia molto difficile, il controllore dei conti pubblici, che deve certificare la copertura di tutti i provvedimenti di spesa, è dunque nel mirino.
Secondo la Banca d’Italia l’errore è stato quello di mantenere in vita il 110%. «Ci sono stati interventi necessari durante la pandemia, ma non possono essere strumenti permanenti, in atto, nel tempo da mantenere» dice Visco, aggiungendo un nuovo elemento alle critiche, l’impatto sui prezzi. «Il contributo della finanza pubblica alla disinflazione — sottolinea Visco — è sostanzialmente quello di non continuare a spingere, una volta che l’effetto della pandemia è andato via».

Accertato il danno sui conti e sui prezzi, il governo deve comunque uscire dall’impasse, e sta già lavorando ad una riforma radicale dei bonus per l’efficientamento energetico, ai quali non può rinunciare senza pregiudicare gli obiettivi di risparmio energetico e di tutela ambientale. Sarà costato un’enormità al bilancio pubblico, ma l’impatto del Superbonus sul risparmio energetico, sull’occupazione e sull’economia è innegabile. Sempre secondo Nomisma l’incentivo, senza contare la crescita degli ultimi mesi, ha già permesso di riqualificare il 4% del parco immobiliare italiano, consentendo un risparmio alle famiglie sulle bollette di 30 miliardi. «Mille euro per singola unità immobiliare» dice Marco Mercatili, secondo il quale il solo 110% avrebbe avuto «un effetto diretto, indiretto e indotto sull’economia pari a 200 miliardi di euro».

Per il presidente dell’Enea, Gilberto Dialuce, ascoltato sempre ieri dalla Camera, i bonus per l’efficienza energetica hanno consentito, solo nel 2021, di risparmiare 2.600 gigawattora. Dal 2007 quando vennero introdotti i primi bonus per le ristrutturazioni edilizie il risparmio è stato di 22.600 gigawattora. «Dal nostro punto di vista sarebbe opportuno — dice — mantenere gli incentivi per la riqualificazione energetica, con regole chiare e stabili ed un riordino delle misure di sostegno, da tarare sul risparmio energetico effettivo che si otterrà».

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