3' di lettura
Nel 2022, l'Italia ha raggiunto un valore di produzione farmaceutica di oltre 49 miliardi di euro, un valore aggiunto diretto di 10,7 miliardi di euro che sale a 34,4 se si considerano anche le forniture attivate e i consumi indotti, e investimenti complessivi pari a 3,3 miliardi di euro, di cui 1,4 destinati agli impianti di produzione e 1,9 alla R&S.
E’ quanto emerge dai risultati del Libro Bianco realizzato da The European House-Ambrosetti con il supporto di Iapg (gruppo aziende farmaceutiche italiane a capitale americano) e EuniPharma (gruppo aziende farmaceutiche italiane a capitale europeo e nipponico).
Loading...
Forza lavoro qualificata
Ulteriore elemento distintivo è la forza lavoro altamente qualificata, con il 54% degli occupati laureati (rispetto al 21% rilevato nell'industria) e un'occupazione femminile superiore agli altri settori, attestandosi al 44% rispetto al 29% della media manifatturiera e raggiungendo il 53% nella R&S. Il settore, che già oggi rappresenta il 2% del Pil, potrebbe generare ulteriore ricchezza e crescita economica se si creasse un environment più favorevole ad aumentare gli investimenti dall'estero e si sostenesse la ricerca e l'innovazione del settore.
Settore a trazione internazionale
Tra i settori manifatturieri, il farmaceutico è il primo settore per quanto concerne il peso delle multinazionali a capitale estero sul totale delle imprese in termini di valore aggiunto (49,3%), export (74,4%) e occupati (50,4%), detenendo inoltre anche la leadership in termini di produttività (il valore aggiunto per addetto è pari a 145.000 euro) e salari (il costo del lavoro per addetto è pari a 79.000 euro). “In un contesto globale sempre più competitivo è fondamentale che il Paese garantisca condizioni politico-istituzionali, normative e industriali in grado di favorire ulteriori investimenti rispetto a quelli già pianificati per i prossimi anni. L'industria del farmaco e l'innovazione trasferita con le notevoli conoscenze che la R&S comporta non può non essere parte integrante di un processo di sviluppo del paese”, ha detto Lorenzo Wittum, chairman di EuniPharma.
“Per aumentare l'attrattività e la competitività dell'Italia a livello internazionale nel settore farmaceutico è urgente definire una nuova governance della spesa farmaceutica”, ha detto Nicoletta Luppi, presidente di Iapg, sottolineando che “il meccanismo del payback farmaceutico ha rappresentato di fatto negli anni un co-finanziamento della spesa sanitaria pubblica che trasferisce sulle imprese l'onere del surplus di spesa, fissando a priori un tetto che non tiene conto dell'evoluzione dei bisogni di salute e dei trend demografici e dell'innovazione generata dalle aziende”. Le aziende a capitale estero non solo rappresentano un importante “finestra” del nostro paese sul mondo della R&S internazionale, ma presentano anche alcuni tratti distintivi che le rendono un motore trainante e un forte stimolo per l'innovazione, la crescita e la competitività dell'intero settore, con un'incidenza in termini di valore della produzione maggiore del 60% e un'elevata propensione alla ricerca di farmaci e terapie all'avanguardia e trasformative di alcune delle patologie più impattanti, investendo oltre il 90% degli investimenti in ricerca clinica del Paese.
La farmaceutica vale il 2% del Pil, ma l'Italia potrebbe generare più ricchezza - Il Sole 24 ORE
Read More
No comments:
Post a Comment