Roma-Atene, un derby di rendimento che, al momento, vede in vantaggio i titoli del Partenone. Il grafico, nella parte finale, evidenzia lo scarto tra le due curve mettendo in luce il salto in avanti del rendimento decennale italiano, a fronte di un sensibile calo dell’analoga durata greca. Atene paga meno (il 3,85% lordo l’anno) i suoi creditori decennali, mentre Roma deve sborsare il 4,31%. Un dato che colpisce, visto che il rating della Grecia è peggiore del nostro (BB+ contro la tripla B dei Btp) : i titoli italiani sono ancora investment grade, ovvero rientrano, anche se di poco, nella categoria ritenuta più sicura, mentre quelli di Atene sono sotto questo livello. Non a caso più di un osservatore invita a valutare questo «decoupling» come il risultato di alcuni fattori tecnici, tra cui la poca liquidità del debito pubblico greco e la ricerca spasmodica di rendimento da parte degli investitori in cerca di antidoti all’inflazione.
L’analisi
Ma è anche giusto dire che la reazione del mercato finanziario all’indomani del voto politico ad Atene è stata positiva. E, anche se si tornerà al voto tra pochi mesi, perché il Partito che ha vinto le elezioni ha come obiettivo governare da solo, raccogliendo la maggioranza assoluta, la maggior parte degli investitori ha promosso la politica economica greca. In tabella compaiono cinque emissioni di Atene e altrettante di Roma: analoghi gli anni di scadenza. I titoli di Stato italiani, da molti anni collocati per importi di livello medio alto, primeggiano per quantità di scambi, sia numericamente, sia per importi complessivi. L’interesse nei confronti delle emissioni greche è in crescita negli ultimi mesi, ma quantitativamente i valori scambiati sono ancora inferiori a quelli che caratterizzano l’attività relativa ai nostri titoli di Stato. Le scadenze riportate in tabella coprono un ampio arco temporale. Biennale, quinquennale, settennale, decennale e quindicinale. In gran parte, le stesse scadenze citate richiamano quotidianamente il maggior numero di scambi sia in Borsa, sia in via telematica.
Le prospettive
Nella componente obbligazionaria del portafoglio titoli, in prospettiva sia di un calo del costo della vita, sia, a rimorchio, dei tassi di riferimento delle banche centrali, Bce compresa, le scadenze su cui concentrare la propria strategia potrebbero essere la quinquennale, la decennale, soprattutto, e, in parte minore, sia le più brevi, sia la quindicinale. Questa rappresentazione del portafoglio consentirebbe all’investitore di beneficiare dei presumibili rialzi delle quotazioni dei titoli, nel momento in cui, presumibilmente a metà circa dell’anno prossimo, le autorità monetarie lasceranno trasparire la possibilità che la dinamica dei tassi di riferimento subisca un’inversione, passando da rialzista a ribassista. Non è da escludere che i rendimenti delle emissioni greche diminuiscano con un maggiore velocità, rispetto aquelli dei Btp, ma è certo che, a fronte del calo generalizzato dei rendimenti di mercato, il costo a carico di ambedue gli emittenti governativi del Sud Europa scenderà.
Btp, meglio investire sull’Italia o sui titoli greci? Il derby Roma-Atene sui rendimenti - Corriere della Sera
Read More
No comments:
Post a Comment