Crolla in Borsa la Vivendi di Vincent Bolloré e trascina al ribasso il listino di Parigi. La società francese, primo azionista di Tim con il 23,75%, è arrivata nella mattinata del 23 maggio a perdere il 6,8%, con un Cac 40 che segnava un -0,7%, il peggiore d’Europa e Regno Unito. Lo scivolone è arrivato dopo la vendita da parte di una società collegata a Bolloré di 1,5 milioni di azioni, notizia resa pubblica dalla Consob francese. La società, riporta Radiocor Plus, è la Compagnie de Cornouaille, che ha ceduto le azioni per una quota pari allo 0,14% del capitale di Vivendi.
Le conseguenze
Secondo un analista, il cui commento è stato riportato dall’Ansa, «questa operazione indica che il gruppo sta cercando di rimanere al di sotto della soglia del 30% e non lancerà un’acquisizione nelle prossime settimane». Perde quindi consistenza, secondo gli operatori di mercato, l’ipotesi di una possibile Offerta pubblica d’acquisto, da parte di Bolloré, su Vivendi, di cui il finanziere bretone è l’azionista di riferimento.
Le nomine in Tim
Il crollo avviene mentre il comitato Tim, dopo l’istruttoria aperta il 22 maggio, sta lavorando ai nomi per il consiglio d’amministrazione, per sostituire il dimissionario Arnaud de Puyfontaine, che ha lasciato la poltrona di amministratore delegato di Vivendi lo scorso gennaio. Il nome di Luciano Carta, ex presidente di Leonardo, suggerito da Vivendi, è previsto essere nella rosa dei candidati, tra i quali il board dovrà poi scegliere. Il 22 maggio Pietro Labriola, amministratore delegato di Tim che per il 9,81% fa capo a Cdp, aveva sollecitato il «dialogo tra tutti gli azionisti», nel quadro della riduzione del debito, «perché è nell’interesse di tutti ridare a Tim le opportunità strategiche e industriali che merita». Mentre resta aperta la partita della rete unica e con essa l’ipotesi di cessione della rete di Tim, che potrebbe ridurre il debito.
Vivendi crolla in Borsa fino al 7% dopo la vendita di azioni di Bolloré - Corriere della Sera
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