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Monday, May 15, 2023

Nuova sanatoria e rottamazione cartelle pagando solo 200 euro all' Agenzia delle Entrata, facciamo chiarezza - Business Online

Qual è la verità sulla sanatoria e rottamazione cartelle e multe pagando solo 200 euro all'Agenzia delle Entrate? Il governo Meloni ha deciso di aprire ai contribuenti debitori con il Fisco dando ad ognuno di loro, a seconda del tipo di debito contratto, la possibilità di regolarizzare la propria posizione con sanatorie o nuove rottamazioni.

Dalle ultime notizie circolate e alcuni titoli fuorvianti alcuni contribuenti pensano di poter saldare i propri debiti con il Fisco semplicemente pagando la somma di 200 euro che, effettivamente, è l’importo richiesto dalle Entrate per la regolarizzazione di alcune posizioni. Vediamo quali sono e cosa prevede davvero la sanatoria che permette di cancellare i propri debiti con il Fisco pagando la somma fissa dei 200 euro.

  • Pagare 200 euro all’Agenzia delle Entrate per saldare debiti e verità su sanatoria 
  • Ulteriori sanatorie disponibili per saldare i propri debiti con il Fisco nel 2023

Pagare 200 euro all’Agenzia delle Entrate per saldare debiti e verità su sanatoria 

Secondo quanto reso noto ufficialmente dall’Agenzia delle Entrate, è possibile pagare 200 euro, o in due rate o in un’unica soluzione, per saldare i propri debiti con il Fisco. Esiste realmente tale possibilità di sanatoria dei debiti fiscali ma si tratta di una possibilità che può essere applicata non a tutti coloro che hanno ogni tipo di debito con il Fisco ma solo a determinati contribuenti e che hanno contratto debiti con il Fisco per specifici motivi.

In particolare, come spiegato dall’Agenzia delle Entrate, il pagamento dei 200 euro per regolarizzare le proprie posizioni con il Fisco vale solo se si ricevono avvisi o cartelle per violazioni formali, per esempio per irregolarità formali relative a imposte sui redditi, Iva e Irap commesse fino al 31 ottobre 2022.

In questi casi, basta versare una somma pari a 200 euro per ogni periodo d’imposta cui si riferiscono le violazioni e rimuovere le irregolarità od omissioni. Come chiarito dalle Entrate le violazioni formali che possono essere regolarizzate con il pagamento dei 200 euro sono relative a:

  • omessa comunicazione della proroga o della risoluzione del contratto di locazione soggetto a cedolare secca; 
  • invio tardivo di fatture e corrispettivi;
  • invio in ritardo della comunicazione Iva, o altre comunicazioni tardive;
  • trasmissione irregolare di corrispettivi; 
Non rientrano tra le cartelle che possono essere sanate solo con il pagamento di 200 euro quelle per violazioni formali già contestate in atti divenuti definitivi al primo gennaio 2023, e quelle contenute negli atti di contestazione o irrogazione delle sanzioni emessi nell’ambito della procedura di collaborazione volontaria (voluntary disclosure).

Per regolarizzare le violazioni formali negli adempimenti fiscali delle Partite Iva versando sanzioni ridotte come previsto dalla Legge di Bilancio 2023, i termini sono stati prorogati dal 31 marzo al 31 ottobre 2023 per le violazioni di natura formale commesse fino al 31 ottobre 2022 e per chi decide di pagare in due rate la seconda resta fissata al la seconda entro il 31 marzo 2024.

Ulteriori sanatorie disponibili per saldare i propri debiti con il Fisco nel 2023

Accanto alla sanatoria che permette di regolarizzare con il pagamento di soli 200 euro le violazioni formali commesse relative a dichiarazione dei redditi e pagamento delle tasse e alla nuova rottamazione 2023 che prevede condono totale delle cartelle esattoriali ricevute dal 2000 al 2015 per importi fino a mille euro e pagamento ridotto e agevolato delle cartelle di importo superiore ai mille euro e ricevute entro il 2022, sono tante altre le sanatorie al momento in vigore per permettere ai contribuenti di saldare i propri debiti con il Fisco e al Fisco di recuperare qualche miliardo utile ad altri fini.

E’, infatti, in vigore, per esempio, una nuova sanatoria che permette di pagare avvisi bonari ricevuti per imposte, contributi previdenziali contestati dal Fisco, interessi e somme aggiuntive in maniera ridotta, calcolate al 3% invece che del 10% e con interessi al 3,5%.

Il contribuente che decide di aderire alla sanatoria deve prima verificare quali sono gli importi contestati dal Fisco: nell’avviso bonario inviato al contribuente, sono infatti, riportati importi dell’imposta ripresa a tassazione, interessi e sanzioni calcolate sull’imposta evasa.

La definizione agevolata vale solo per gli avvisi bonari per cui non è scaduto il termine di pagamento, cioè non sono decorsi trenta giorni dal ricevimento dell’avviso (90 giorni nel caso di avviso telematico all’intermediario) o non ancora recapitati. 

La sanatoria 2023 con sanzioni al 3% invece che al 10% vale solo per gli avvisi bonari relativi ai periodi d’imposta in corso al: 31 dicembre 2019, al 31 dicembre 2020 e al 31 dicembre 2021, per cui la definizione agevolata vale per le dichiarazioni presentate nel 2020, 2021 e 2022 e sia per le imposte dirette sui redditi e sia per l’Iva.   

Ci sono poi ulteriori sanatorie in vigore per saldare in maniera agevolata i propri debiti con il Fisco, come:

  • possibilità di pagamento agevolato degli atti di accertamento, atti formali dell’Amministrazione finanziaria di contestazione al contribuente, che per essere soggetti ad agevolazione che prevede sanzioni ridotte, da un terzo a un diciottesimo del minimo di legge, per gli accertamenti con adesione relativi a processi verbali di contestazione consegnati entro il 31 marzo 2023, non devono essere stati impugnati e non devono essere scaduti i termini per presentare il ricorso;
  • pace fiscale per controversie tributarie pendenti al primo gennaio 2023, che interessa tutti i giudizi, e, in particolare, per i giudizi in primo grado, è previsto il pagamento del 90% delle imposte; per il secondo grado di giudizio, è previsto il pagamento del 40% delle imposte, se la sentenza di primo grado è stata favorevole al contribuente, e se anche la sentenza di secondo grado è stata favorevole al contribuente si paga solo il 15% delle imposte, mentre se davanti alla Cassazione il contribuente ha sempre vinto, si paga il 5%;
  • novità per criptovalute, che prevedono un regime fiscale per i guadagni da criptovalute, con plusvalenze iscritte nei Redditi Diversi e tassate al 26%, di esenzione dal pagamento delle tasse fino ai 2 mila euro annui e una sanatorie per i guadagni passati e per aderire alla regolarizzazione delle criptovalute detenute fino al 31 dicembre 2021 a cui si può aderire presentando una domanda di emersione delle criptovalute detenute e, se risulta una plusvalenza, si paga un'imposta sostitutiva del 3,5%.

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