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Wednesday, March 8, 2023

Bce, Visco: non apprezzo le dichiarazioni sui rialzi prolungati dei tassi - Il Sole 24 ORE

I punti chiave

3' di lettura

Il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, ha confidato di non apprezzare le dichiarazioni sui rialzi prolungati. Un messaggio indirettamente rivolto alla Bce. «L’accelerazione della crescita dei prezzi ha imposto, dalla fine del 2021, un deciso cambio di orientamento della politica monetaria della Banca centrale europea» e «dal luglio scorso ad oggi, partendo da livelli particolarmente bassi, addirittura negativi per i depositi delle banche presso la banca centrale, i tassi di riferimento sono stati innalzati per complessivi 300 punti base ed è già stata espressa l’intenzione di accrescerli ancora di 50 punti nella riunione che terremo la prossima settimana», ha ricordato Visco in un intervento alla conferenza Maeci-Banca d’Italia, con i delegati e gli addetti finanziari accreditati all’estero, sul futuro dell’energia, tra geopolitica e crescita sostenibile.

Il governatore della Banca d’Italia è intervenuto alla conferenza Maeci-Banca d’Italia. E ha lanciato un messaggio chiaro: «Anche se la politica monetaria ha finora avuto successo nello stabilizzare le aspettative, la grave situazione geopolitica rende molto difficile prevedere i futuri andamenti macroeconomici. La politica monetaria - ha continuato - dovrà quindi continuare a muoversi con prudenza, facendosi guidare dai dati che via via si renderanno disponibili, in modo da riportare l’inflazione all'obiettivo del 2% nel medio periodo, senza mettere a rischio la stabilità finanziaria e minimizzando gli effetti negativi sull’ancora fragile ripresa. Sarà però necessario evitare che lo shock di offerta, che il drammatico conflitto in Ucraina ha reso ben più persistente di quanto inizialmente previsto, dia luogo nel complesso dell’area dell’euro ad aumenti dei costi del lavoro e dei margini di profitto non coerenti con il ritorno in tempi sufficientemente rapidi all'obiettivo di stabilità dei prezzi».

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Non sappiamo se il calo del gas durerà

Quanto al costo dell’energia, Visco ha spiegato che il calo del prezzo del gas «non sappiamo se resterà», perché «l’incertezza nelle forniture resta alta».

Evitare la rincorsa tra prezzi e salari

Il governatore di Bankitalia ha ribadito la necessità di evitare la rincorsa tra prezzi e salari. «La tassa energetica va assorbita, come abbiamo più volte sottolineato, non generando vane e dannose rincorse tra prezzi e salari ma accrescendo la capacità di sviluppo dell’economia, e con essa la dinamica dei redditi reali», ha spiegato il governatore della Banca d’Italia. «Se invece le richieste retributive, più che mirare in avanti, fossero soprattutto guidate dalla volontà di recuperare nell’immediato le perdite dovute al rincaro dei prodotti energetici e se i profitti delle imprese, dopo il trasferimento sui prezzi finali degli straordinari aumenti del costo dell’energia, non ne riflettessero nei prossimi mesi il drastico recente ridimensionamento, la politica monetaria non potrebbe che continuare a contrastare gli effetti di questi comportamenti sul complesso dei prezzi al consumo», ha spiegato Visco. E ha poi ribadito che «il perseguimento della stabilità monetaria, responsabilità primaria della banca centrale, è tanto meno oneroso quanto più nella stessa direzione si muovono gli interventi delle politiche di bilancio e gli intendimenti delle parti sociali».

Serve trasparenza da parte di tutti contro nuovi protezionismi

Secondo Visco, la soluzione contro i nuovi protezionismi consiste in una maggiore trasparenza. «A livello globale, per evitare l'insorgere di nuove forme di protezionismo di cui sono evidenti i costi e incerti i benefici, è di certo necessario che vi siano» da parte di tutti i Paesi «trasparenza, piena compatibilità con il diritto internazionale e comprensione dei rischi connessi con un regresso forte nella cooperazione internazionale». SEcondo Visco, «perché lo spirito di collaborazione che negli ultimi anni è stato alla base della globalizzazione non venga drammaticamente meno, occorre un grande sforzo di diplomazia, a tutti i livelli, politico, economico, finanziario. I costi di un ritorno alla frammentazione delle nostre economie sarebbero ingenti - ha aggiunto il governatore - con riferimento alle sole restrizioni al commercio di beni e servizi, il Fondo monetario internazionale stima che esse potrebbero causare perdite fino al 7% del Pil globale. Ma ci sono anche altri canali che verrebbero minati, quali la diffusione delle conoscenze, la mobilità della forza lavoro e dei capitali, le minori opportunità di diversificazione dei rischi. Soprattutto, in uno scenario di frammentazione, verrebbero a mancare le leve necessarie ad affrontare i grandi problemi globali della cui soluzione le tensioni geopolitiche che stiamo vivendo sembrano offuscare la necessità».

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