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Tuesday, November 29, 2022

Autodichiarazione Aiuti di Stato obbligatoria per chi non supera i limiti? - Informazione Fiscale

Anche chi non supera i limiti del Quadro Temporaneo deve presentare l'autodichiarazione relativa agli aiuti di Stato?

L’autodichiarazione degli Aiuti di Stato va presentata anche dall’impresa che non ha superato i limiti del “Temporary Framework”.

Il chiarimento arriva da una delle risposte alle domande più frequenti (FAQ) rilasciate ed aggiornate dall’Agenzia delle Entrate in questi giorni.

L’impresa che ha beneficiato degli aiuti di Stato senza superare i limiti del Quadro Temporaneo non può limitarsi ad indicare gli aiuti ricevuti nella dichiarazione dei redditi ma dovrà presentare anche il modello di autodichiarazione.

Autodichiarazione Aiuti di Stato, scadenza 30 novembre 2022: deve presentarla anche chi non supera i limiti del Quadro Temporaneo

L’Agenzia delle Entrate nelle risposte alle domande più frequenti (FAQ) relative alla trasmissione dell’autodichiarazione degli aiuti di Stato sottolinea come anche le imprese che non hanno superato i limiti del Quadro Temporaneo per le misure di aiuto di Stato a sostegno dell’economia nell’attuale emergenza da Covid-19 ” debbano presentare il modello.

In vista della scadenza dell’adempimento, prevista per il 30 novembre 2022, uno dei quesiti posti all’Agenzia riguarda il caso dell’impresa che, non avendo superato i limiti del “Temporary Framework”, decida di non presentare il modello e indicare solamente gli aiuti fruiti nella dichiarazione dei redditi.

Questo perché, come indicato anche nelle istruzioni per la compilazione, l’obbligo della dichiarazione spetta a tutti i soggetti che hanno ricevuti gli aiuti, ma il beneficiario delle misure non dovrebbe ricevere sanzioni se decidesse di non presentare il modello indicando successivamente gli aiuti ricevuti all’interno della dichiarazione dei redditi.

L’Agenzia delle Entrate, però, sottolinea come le imprese debbano presentare l’apposita dichiarazione con la quale attestano le condizioni previste dalla Sezione 3.1 e dal paragrafo 87 della Sezione 3.12 del Quadro Temporaneo, come previsto ai commi 14 e 15 dell’articolo 1 del D.L. n. 41/2021.

“La perentorietà della presentazione dell’autodichiarazione, in attuazione di tali disposizioni, è confermata anche da quanto disposto con l’articolo 3 del DM 11 dicembre 2021”

Come specificato anche nelle istruzioni per la compilazione, la dichiarazione deve essere presentata dagli operatori economici che hanno beneficiato delle misure di aiuto per le quali si applica il cosiddetto regime “ombrello.

Questi soggetti, dunque, devono obbligatoriamente fornire i dati richiesti per poter beneficiare degli aiuti concessi in applicazione del Quadro Temporaneo e non è sufficiente indicarli nella dichiarazione dei redditi.

Autodichiarazione Aiuti di Stato: la casella ES semplifica la compilazione del modello

La mancata o errata compilazione dell’autodichiarazione degli aiuti di Stato, dunque, rappresenta una violazione di quanto disposto agli articoli 75 e 76 del DPR n. 445/2000 e può far incorrere in sanzioni amministrative o, in alcuni casi, penali.

L’unica eccezione è rappresentata dagli operatori economici che hanno beneficiato di altri aiuti, non compresi nel cosiddetto regime ombrello (commi da 13 a 17 dell’articolo 1 del DL n. 41/2021).

Pertanto, per tutti gli aiuti concessi in applicazione del “Quadro Temporaneo per le misure di aiuto di Stato a sostegno dell’economia nell’attuale emergenza da Covid-19” c’è l’obbligo di presentare l’autodichiarazione.

L’Agenzia, inoltre, sottolinea come per venire incontro alle numerose richieste di semplificazione della dichiarazione abbia implementato una soluzione operativa per agevolare la compilazione.

Si tratta della casella “ES” che si trova nel frontespizio del modello. Questa, se barrata, consente ai soggetti dichiaranti di non compilare il Quadro “A” e, quindi, di non indicare l’elenco dettagliato degli aiuti fruiti.

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Monday, November 28, 2022

Nuova proroga in arrivo per l'autodichiarazione relativa agli aiuti di Stato? - Informazione Fiscale

Da diversi giorni il portale RNA è lento e presenta alcuni malfunzionamenti. Il Consiglio Nazionale dei Commercialisti ha chiesto una nuova proroga dell'adempimento

Il prossimo 30 novembre è il termine di scadenza dell’ormai famosa autodichiarazione Aiuti di Stato.

Ma la storia di questo adempimento continua ad essere travagliata fino alla fine: dal presidente del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili, Elbano De Nuccio, la richiesta di un nuovo slittamento dei termini.

La motivazione? Il malfunzionamento del portale che ospita i dati del Registro Nazionale Aiuti di Stato - RNA, essenziali per la compilazione.

Le segnalazioni e la richiesta di concedere ancora una volta più tempo ai professionisti e ai contribuenti che hanno ricevuto bonus, agevolazioni e contributi in una lettera datata 26 novembre e indirizzata al Ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, a quello delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso e al Viceministro dell’Economia, Maurizio Leo.

Spesso il sito si blocca e non consente di prelevare i dati necessari:

Il registro RNA non funziona bene. Nuova proroga in arrivo per l’Autodichiarazione Aiuti di Stato?

A ridosso della scadenza del 30 novembre 2022 per l’invio dell’autodichiarazione Aiuti di stato, introdotta dall’articolo 1 del primo Decreto Sostegni, i commercialisti chiedono nuovi tempi supplementari, ancora 15 giorni, a causa dell’impossibilità di accedere al portale che ospita i dati del Registro Nazionale Aiuti di Stato, fondamentali per procedere con la compilazione.

“Considerata l’imminenza di tale scadenza e le evidenti difficoltà che i contribuenti e i professionisti che li assistono stanno incontrando nella consultazione dei dati presenti nel sito rna.gov.it – si ribadisce, dati essenziali per adempiere correttamente all’adempimento – chiediamo che venga valutata l’opportunità di disporre una proroga tecnica di almeno 15 giorni.

Come si legge nella notizia pubblicata dal CNDCEC il 26 novembre 2022, con queste parole il presidente Elbano De Nuccio si rivolge ai Ministeri competenti.

La storia dell’autodichiarazione Aiuti di Stato sembra proprio non finire mai: introdotto nel 2021, le indicazioni operative sono arrivate dopo oltre un anno. Con il provvedimento del 27 aprile 2022, è stata fissata la scadenza del 30 giugno e sono state fornite le istruzioni da seguire.

Fin da subito gli addetti ai lavori hanno evidenziato la necessità di una proroga e di una semplificazione dell’adempimento. Dopo una chiusura iniziale del Ministero dell’Economia e delle Finanze, lo scorso giugno è arrivata la proroga che ha spostato al 30 novembre la data di scadenza, mentre il modello semplificato per l’invio dei dati è stato approvato solo il 27 ottobre scorso.

A pochissimi giorni dal termine più ampio previsto durante la scorsa estate, non sembra essere ancora arrivato il tempo per la parola “fine” sull’autodichiarazione Aiuti di Stato e il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili chiede una nuova proroga a causa dei problemi tecnici riscontrati sul portale rna.gov.it.

Ore contate per la risposta del Ministero dell’Economia e delle Finanze.

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Genova, Carige diventa Bper: disguidi nel primo giorno sotto la nuova insegna. In mattinata sito bloccato - Il Secolo XIX

Sunday, November 27, 2022

Lutto: è morta la top manager Katia Bassi, è stata anche direttrice commerciale dell'Inter - TUTTO mercato WEB

È morta Katia Bassi, managing director di Silk-Faw, la joint venture sino-americana della supercar elettriche di lusso, in passato era stata anche direttrice commerciale dell'Inter.
Aveva 54 anni, stroncata da un male incurabile.
Bassi, originaria di Pavia e cresciuta a Locate di Triulzi, ha lavorato nel settore automobile per grandi case automobilistiche come Ferrari, Lamborghini, Aston Martin, ma anche per brand come Swatch e con esperienze manageriali all'Inter e nell'Nba negli Stati Uniti. Viveva a Modena e da un anno e mezzo gestiva le redini della compagine Silk-Faw con l'intenzione di insediarsi a Reggio Emilia con uno stabilimento produttivo.
"Katia è stata una vera leader e lascia dietro di sé un'eredità di successi, essendo stata anche nominata una delle cento donne italiane di maggior successo da Forbes Italia - recita una nota di Silk Sports Car Company - Siamo stati fortunati ad aver vissuto la sua passione, il suo ottimismo e la sua competenza nel mondo automobilistico, che faranno sempre parte dell'azienda in futuro".

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Fisco: attenzione alle lettere dell'Agenzia delle Entrate - I-Dome.com

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Fisco: attenzione alle lettere dell'Agenzia delle Entrate  I-Dome.com
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Saturday, November 26, 2022

Tredicesime, la bomba sugli assegni: ecco che fine faranno - Liberoquotidiano.it

Le tredicesime che stanno per arrivare daranno una boccata d'ossigeno alle tasche degli italiani. Ma una parte di quanto incassato finirà dritta dritta nelle tasche dell'erario. Quest’anno l’ammontare complessivo toccherà i 46,9 miliardi di euro, di cui 11,4 verranno assorbiti dal fisco. I destinatari di questa gratifica ammontano a 33,9 milioni di italiani: 16,1 milioni di pensionati e 17,8 milioni di lavoratori dipendenti. In complesso, i beneficiari incasseranno un ammontare lordo pari a 46,9 miliardi di euro. Se a questo importo sottraiamo gli 11,4 miliardi di ritenute Irpef che finiranno nelle casse dell’erario, nelle tasche degli italiani rimarranno 35,5 miliardi netti. La Cgia sottolinea che probabilmente una buona parte di questa mensilità aggiuntiva sarà spesa nel mese di dicembre per pagare, in particolar modo, le bollette di luce e gas, la rata del mutuo, il saldo dell’Imu della seconda abitazione, ma è altrettanto auspicabile che la rimanente parte venga utilizzata per rilanciare i consumi natalizi. Una voce, quest’ultima, che ha una incidenza molto importante sul bilancio annuale di molti artigiani e di altrettanti piccoli commercianti.

A livello geografico la Cgia rileva che la regione che presenta il più alto numero di beneficiari della tredicesima mensilità è la Lombardia: tra lavoratori dipendenti e pensionati, le persone interessate saranno quasi 6,2 milioni. Seguono i 3,25 milioni di percettori presenti nel Lazio e i 2,98 milioni residenti in Veneto. Appena fuori dal podio scorgiamo i 2,82 milioni di abitanti in Emilia Romagna e i 2,58 del Piemonte. La regione meno interessata, anche perché demograficamente la più piccola d’Italia, è la Valle d’Aosta. I cittadini valdostani che riceveranno questa gratifica ammontano a quasi 79 mila. Metà dipendenti ricevono anche la 14esima Va ricordato che per quanto riguarda i lavoratori dipendenti, tutti i Ccnl prevedono, per legge, la tredicesima mensilità. Infine, secondo una stima dell’Ufficio studi della Cgia, sono tra i 7,5 e gli 8 milioni i lavoratori dipendenti del settore privato che beneficiano anche della 14esima (pari a poco più della metà dei dipendenti privati totali). I principali contratti nazionali di lavoro che prevedono questa mensilità aggiuntiva che tradizionalmente viene erogata a luglio sono: l’agricoltura, l’alimentare, l’autotrasporto, il commercio/turismo/ristorazione e il comparto pulizia/multiservizi. Infine ricordiamo le tempistiche per l'accredito: I pensionati cominceranno a riscuoterla giovedì prossimo; i dipendenti pubblici e quelli privati, invece, entro le prossime tre o quattro settimane.

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Arriva un nuovo BTp a 5 anni con il concambio fino a 5 miliardi di euro - InvestireOggi.it

Nuovo BTp a 5 anni

Il Tesoro ha annunciato ieri che sarà emesso un nuovo BTp a 5 anni, scadenza 1 aprile 2028 e cedola lorda annua del 3,40%. Il codice ISIN deve ancora essere assegnato. Il debutto del nuovo bond avverrà a seguito di un’operazione di concambio, che avrà ad oggetto i seguenti cinque titoli di stato per l’importo massimo di 5 miliardi di euro:

  • CcTeu (ISIN: IT0005185456), scadenza 15 luglio 2023
  • BTp (ISIN: IT0005215246), scadenza 15 ottobre 2023, cedola 0,65%
  • BTp (ISIN: IT0005482309), scadenza 29 novembre 2023
  • BTp (ISIN: IT0005399230), scadenza 15 dicembre 2023
  • CcTeu (ISIN: IT0005311508), scadenza 15 aprile 2025

Cedola generosa, la prima sarà corta

Saranno ammessi alle negoziazioni solamente gli “specialisti in titoli di stato”. La data di regolamento è stata fissata per il prossimo 30 novembre. Questa sarà anche la data da cui decorrerà il conteggio degli interessi. Esso non rientra tra i titoli di stato offerti all’asta annunciata nella giornata odierna.

Il nuovo BTp a 5 anni staccherà una prima cedola “corta” di 1,139560%, in quanto essa farà riferimento a 122 giorni su un semestre di 182 giorni.

Le date di pagamento delle cedole sono l’1 aprile e l’1 ottobre di ogni anno. A conti fatti, il bond sembra offrire condizioni leggermente migliori di quelle offerte dai titoli di stato in scadenza nel 2028.

L’attuale BTp a 5 anni offre un rendimento in area 3,20%. Alla fine di settembre, però, era arrivato a rendere oltre il 4%, il doppio dei livelli di inizio agosto. Ed era appena allo 0,50% agli esordi di quest’anno. D’altra parte, ancora un anno fa questa scadenza era lambita dai rendimenti negativi.

BTp a 5 anni, atteso rendimento netto reale positivo

Sulla base delle aspettative d’inflazione a 5 anni, captate anche dall’emissione recente del BTp Italia, il nuovo BTp a 5 anni offrirebbe un rendimento netto reale medio intorno a 1,20%.

Sarebbe di tutto rispetto per una scadenza non lunga di un titolo relativamente sicuro. Grazie al concambio, il Tesoro smaltirebbe alcune sue scadenze perlopiù durante l’anno prossimo, allungando la durata media del debito pubblico.

Resta da vedere il livello delle adesioni, che determinerà a sua volta anche il grado di liquidità del nuovo BTp a 5 anni al debutto. Non dovrebbe essere difficile per il Tesoro raggiungere i 5 miliardi perseguiti, dato che di titoli di stato oggetto di concambio ne esistono in circolazione per un controvalore di ben 72 miliardi di euro. Basteranno richieste per meno del 7%.

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Friday, November 25, 2022

Flat tax, quante tasse in meno si pagano? Risparmi per 10 mila euro per partite Iva e autonomi: i conti - Corriere della Sera

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Black Friday, la corsa agli acquisti - Speciali - Agenzia ANSA

Per gli italiani shopping da complessivi 3,5 miliardi di euro in occasione del "Black Friday". I numeri arrivano dal Codacons che sottolinea la crescita della quota di consumatori che approfitterà della settimana di sconti per anticipare i regali di Natale. Il valore delle vendite durante il Black Friday si attesterà quest'anno attorno ai 3,5 miliardi di euro - stima il Codacons -. La parte del leone, ancora una volta, la farà l'e-commerce: piattaforme online, negozi virtuali e siti dei produttori genereranno acquisti per complessivi 2,5 miliardi di euro.

Meno di un acquisto su 3 (il 30% circa del totale) avverrà direttamente nei negozi fisici, per un controvalore di circa 1 miliardo di euro. In testa alla classifica dei prodotti più gettonati durante il Black Friday ci sarà l'elettronica e l'hi-tech, comparto dove il 60% circa dei consumatori è intenzionato a fare almeno un acquisto - analizza l'associazione - Cresce l'interesse per il settore abbigliamento, calzature e accessori, che coinvolgerà il 50% dei cittadini che approfitteranno degli sconti, e quello della salute e prodotti di bellezza (20%). Mai come quest'anno la settimana di sconti sarà sfruttata per fare acquisti legati alle prossime festività: quasi un italiano su 2 che aderirà al Black Friday (49%) anticiperà i regali di Natale, una scelta "obbligata" considerata l'inflazione alle stelle e il perdurare del caro-bollette, fattori che spingono i consumatori ad approfittare di sconti e promozioni allo scopo di contenere la spesa. Il Codacons, infine, segnala come in occasione del Black Friday spuntino sul web siti finti, truffe, raggiri e tentativi di rubare dati bancari degli utenti.

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Twitter saluta l'Europa: chiude la sede di Bruxelles dopo l'ultimatum di Elon Musk - Open

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  1. Twitter saluta l'Europa: chiude la sede di Bruxelles dopo l'ultimatum di Elon Musk  Open
  2. Twitter chiude la sede a Bruxelles: è rimasta senza personale, l'imbarazzo della Ue  Corriere della Sera
  3. Twitter smantella la sede di Bruxelles, Ue preoccupata  Agenzia ANSA
  4. Schiaffo di Musk all'Ue: smantella l'ufficio di twitter e lancia un messaggio  ilGiornale.it
  5. Twitter, l'ufficio di Bruxelles resta senza personale. Timori per la capacità di rispettare le regole…  Il Fatto Quotidiano
  6. Visualizza la copertura completa su Google News

Twitter saluta l'Europa: chiude la sede di Bruxelles dopo l'ultimatum di Elon Musk - Open
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Termini e modalità di emissione delle fatture elettroniche dei forfettari - Euroconference News - Euroconference NEWS

Dal 1° luglio 2022 anche i soggetti forfettari, che nell’anno precedente hanno conseguito ricavi ovvero percepito compensi, ragguagliati ad anno, superiori a 25.000 euro, sono stati inclusi nel perimetro della fatturazione elettronica.

L’articolo 18, comma 2, D.L. 36/2022 ha infatti soppresso il preesistente esonero previsto dall’articolo 1, comma 3, D.Lgs. 127/2015.

Per i restanti soggetti – con ricavi o compensi pari o inferiori alla soglia di 25.000 euro – l’obbligo di fatturazione elettronica decorre a partire dal 1° gennaio 2024. Trattandosi di una novità introdotta in corso d’anno che impatta su soggetti di ridotte dimensioni, l’articolo 18, comma 3, D.L. 36/2022 ha previsto un periodo transitorio di esonero da sanzioni, al fine di agevolare gli operatori nel passaggio da fattura analogica ad elettronica.

Nello specifico, per il terzo trimestre 2022 non trovano applicazione le sanzioni di cui all’articolo 6, comma 2, D.Lgs. 471/1997, se la fattura elettronica è stata emessa entro il mese successivo a quello di effettuazione dell’operazione.

Così, ad esempio, le operazioni (cessioni di beni o prestazioni di servizi) effettuate nel mese di settembre potevano essere fatturate (trasmettendo il file XML della e-fattura allo SdI) entro il 31 ottobre 2022, senza incorrere nella tardiva fatturazione.

Dal mese di ottobre, invece, trovano applicazione i termini ordinari di emissione delle fatture elettroniche, di seguito riepilogati.

Ai sensi dell’articolo 21, comma 4, D.P.R. 633/1972 la fattura immediata va emessa (trasmessa allo SdI) entro 12 giorni dall’effettuazione dell’operazione.

Per le cessioni di beni la cui consegna o spedizione risulti da documento di trasporto o da altro documento idoneo a identificare i soggetti tra i quali è effettuata l’operazione ed avente le caratteristiche determinate con D.P.R. 472/1996, nonché per le prestazioni di servizi individuabili attraverso idonea documentazione, effettuate nello stesso mese solare nei confronti del medesimo soggetto, può essere emessa una sola fattura, recante il dettaglio delle operazioni, entro il giorno 15 del mese successivo a quello di effettuazione delle medesime.

Ai sensi dell’articolo 6 D.P.R. 633/1972, le prestazioni di servizi si considerano effettuate all’atto del pagamento del corrispettivo mentre le cessioni di beni si considerano effettuate nel momento della stipulazione se riguardano beni immobili, oppure nel momento della consegna o spedizione se riguardano beni mobili.

I contribuenti in regime forfetario non addebitano l’Iva in rivalsa né esercitano il diritto alla detrazione dell’imposta assolta, dovuta o addebitata sugli acquisti nazionali, comunitari e sulle importazioni. Le fatture emesse non devono, pertanto, recare l’addebito dell’imposta.

Esemplificando, un professionista in regime forfettario che ha incassato una prestazione di servizi in data 31 ottobre, emette una fattura immediata entro il 12 novembre, con riferimento al mese di ottobre. In altri termini, entro il 12 novembre il forfettario trasmette un file XML al Sistema di Interscambio, riportando nel campo “Data” il 31 ottobre, oltre che la Natura operazione N2.2 ed il Tipo documento TD01.

Diverso è il caso delle cessioni di beni scortate da regolare DDT: si pensi all’ipotesi di una o più consegne effettuate nel mese di novembre nei confronti del medesimo cessionario italiano per cui il cedente può scegliere di avvalersi della fatturazione differita, emettendo un’unica fattura in formato elettronico, trasmettendo un file XML allo SdI entro il 15 dicembre, con riferimento alle consegne di novembre. All’interno del file XML il campo “Data” potrà essere compilato con una data di novembre (ad es. ultimo ddt emesso oppure data fine mese), mentre i campi Natura operazione e Tipo documento andranno compilati, rispettivamente, con i codici N2.2 e TD24.

L’emissione/trasmissione del file fattura oltre i termini sopra richiamati comporta l’applicazione delle ordinarie sanzioni previste dal nostro ordinamento; resta ferma la possibilità di applicare l’istituto del ravvedimento operoso, di cui all’articolo 13 D.Lgs. 472/1997.

Il cedente o prestatore che viola gli obblighi inerenti alla documentazione e alla registrazione di operazioni non imponibili, esenti, non soggette a imposta sul valore aggiunto o soggette all’inversione contabile di cui agli articoli 17 e 74, commi 7 e 8, D.P.R. 633/1972, è punito con sanzione amministrativa compresa tra il cinque ed il dieci per cento dei corrispettivi non documentati o non registrati (con un minimo di 500 euro). Tuttavia, quando la violazione non rileva neppure ai fini della determinazione del reddito si applica la sanzione amministrativa da 250 a 2.000 euro (articolo 6, comma 2, D.Lgs. 471/1997).

Si segnala, da ultimo, che le fatture dei forfettari sono soggette all’imposta di bollo, quando la somma documentata è superiore a 77,47 euro (articolo 13, comma 1, Tariffa, parte prima, D.P.R. 642/1972).

Con riguardo all’individuazione dei soggetti obbligati al pagamento dell’imposta di bollo, l’articolo 22 D.P.R. 642/1972 stabilisce la solidarietà nel debito relativo da parte dell’emittente la fattura e del committente.

Tuttavia, nella pratica, con l’applicazione dell’imposta di bollo virtuale (barrando la relativa casella all’interno del file XML) è sempre il cedente tenuto ad assolvere l’imposta e, in caso di mancanze, la procedura di controllo dell’Agenzia delle entrate notifica allo stesso l’eventualmente mancato assolvimento/conteggio del bollo in fattura.

Come chiarito nella risposta 67/E/2020, infatti, l’obbligo di apporre il contrassegno sulle fatture (o sulle ricevute) è a carico del soggetto che consegna o spedisce il documento, in quanto per tali tipo di atti l’imposta di bollo è dovuta fin dall’origine, ossia dal momento della formazione.

Nonostante l’obbligo di corrispondere la predetta imposta di bollo sia, in via principale, a carico del prestatore d’opera, quest’ultimo potrebbe scegliere di riaddebitare la stessa al proprio committente.

Secondo l’Agenzia delle entrate – risposta 428/2022 – il riaddebito al cliente dell’imposta di bollo assume la natura di ricavo o compenso e concorre alla determinazione forfettaria del reddito soggetto ad imposta sostitutiva.

In ottica di tracciato XML, tale conclusione comporta l’utilizzo della Natura operazione N2.2 in luogo della Natura N1, utilizzata abitualmente per tale tipologia di riaddebito.

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Thursday, November 24, 2022

- Superbonus 110 o 90%? Date e obblighi per individuare l’aliquota: la scadenza del 25 - Corriere della Sera

Il decreto Aiuti quater

Il decreto Aiuti quater ha portato a un riassetto generale del Superbonus per come lo abbiamo conosciuto fino ad ora, che parte dalle aliquote dell’agevolazione fino ad arrivare ai requisiti da rispettare per ottenerla, passando anche per lo stabilimento di nuove date e scadenze da tenere a mente. Lo scopo del governo Meloni è rendere più semplice il sistema molto articolato delle misure rivolte al settore immobiliare, dalle ristrutturazioni all’efficientamento energetico. Il prossimo step, dopo le modifiche del Superbonus, sarà uniformare tutti gli altri bonus casa. Ma soprattutto, con le novità introdotte dal provvedimento pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 18 novembre, l’esecutivo intende diversificare quanto più possibile i casi.
Ecco quali sono.

Leggi anche: Superbonus, cosa cambia con i crediti spalmati per 10 anni (e non 4): vantaggi e svantaggi

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Wednesday, November 23, 2022

Crack FTX, la truffa dell'Altruismo Efficace - La Nuova Bussola Quotidiana

Sam Bankman-Fried è il nuovo volto del crack finanziario. Investitore professionista nel mercato delle criptovalute, aveva messo in piedi un impero che si è vaporizzato in men che non si dica. Si punta il dito sulle criptovalute. Molto meno su come siano state usate da questo imprenditore senza scrupoli seguace della sinistra americana. 

Sam Bankman Fried

Sam Bankman-Fried è il nuovo volto del crack finanziario. Investitore professionista nel mercato delle criptovalute, aveva messo in piedi FTX, un impero valutato 32 miliardi di dollari. Ma si è vaporizzato in men che non si dica, in queste settimane, finendo in bancarotta. Il modo di raccontare questa vicenda, ancora oscura sotto molti aspetti, è molto rivelatore su chi controlla la narrazione, su quale sia l’ideologia veramente egemone.

Il tema più diffuso nel dibattito dopo il fallimento di FTX, agenzia di cambio e brokeraggio di Bankman-Fried, è la paura per le criptovalute. Fanno tremare il grande pubblico, perché sono valute relativamente nuove (appena 13 anni di storia alle spalle, meno di una decina per chi non è un pioniere), quindi sconosciute e molto poco regolamentate. Sono monete interamente elettroniche, volutamente rare (per evitare fenomeni inflazionistici) indipendenti da ogni banca emittente e sono state create proprio per evitare l’intermediazione di una banca o di uno Stato, per tornare allo scambio da compratore a venditore, come quando si usavano monete d’oro o d’argento. E chi garantisce che il compratore e il venditore siano effettivamente loro e la loro valuta sia valida? Né un notaio, né una banca, né tantomeno uno Stato: è solo la tecnologia che è alle spalle della criptovaluta, la blockchain, che permette di effettuare uno scambio solo da quel compratore a quel venditore. Teoricamente Bitcoin, la prima criptovaluta è nata proprio all’indomani della grande crisi del 2008, come reazione a banche che usano troppo disinvoltamente le valute tradizionali (valute fiduciarie, emesse da banche centrali) dei loro clienti, esponendosi troppo e talvolta non rientrando. Ma la carne è debole e ben presto sono nate forme di investimento tradizionale e anche sconsiderate anche sul valore delle criptovalute. È in questo mercato che si è gettato a capofitto Bankman-Fried, il quale ha usato le nuove monete esattamente come le banche hanno sempre usato le vecchie.

Non è colpa della criptovaluta in sé, dunque. FTX avrebbe potuto usare qualsiasi tipo di valuta, ma investendo con quella leggerezza, sarebbe fallita comunque, anche con i dollari, anche con gli euro, volendo. Il fallimento di FTX è dovuto al fatto che, alla sua base, c’è il sospetto che fosse solo una grande catena di Sant’Antonio. La prima azienda di Bankman-Fried, Alameda prometteva un rendimento annuo di almeno il 15% sul prestito, senza rischi: i soldi sarebbero stati restituiti ogni volta che ci fosse stato un mese in perdita. Di fatto, pagando i rendimenti ai vecchi clienti grazie ai prestiti dei nuovi. FTX è nata per coprire Alameda, poi sono nate altre aziende per coprire anche FTX e via di questo passo fino a costruire un intero castello di società che si legittimavano, coprivano e prestavano soldi a vicenda. Uno schema troppo complesso, da far venire il mal di testa e non è questa la sede adatta per approfondirla.

Truffa o eccesso di azzardo? Sarà la magistratura a stabilirlo. Ma perché dal 2017 ad oggi questo impero fasullo ha continuato ad espandersi? Non solo perché aveva sede nelle Bahamas, in un paradiso fiscale, ma perché, molto probabilmente, aveva anche parecchi “santi in paradiso” nella politica statunitense. E li aveva dalla “parte giusta della storia”, cioè nel mondo progressista. È questo il tema completamente assente nel dibattito televisivo dopo il crack: Sam Bankman-Fried era il beniamino del Partito Democratico e ne portava avanti tutte le battaglie. Coccolato dalla stampa (recenti le copertine a lui dedicate da Fortune e Forbes), nelle ultime elezioni di metà mandato, ha donato alla sinistra americana 40 milioni di dollari di tasca sua. Per le prossime presidenziali del 2024, prometteva di donarne almeno 100 alla campagna elettorale di Joe Biden. Nel frattempo, i dipendenti della società FTX hanno speso 70 milioni di dollari in lobbying presso i legislatori democratici, per cause che vanno dalla regolamentazione finanziaria alla prevenzione delle pandemie.

In aprile, Bill Clinton e Tony Blair, i campioni della sinistra “neo liberal” degli anni Novanta, si erano recati alle Bahamas per una conferenza organizzata da FTX. I fotografi si erano deliziati alla vista dei due ex leader della sinistra mondiale, vestiti in giacca, accolti da questo “ragazzino” di t-shirt e bermuda. Come Zuckerberg prima di lui, anche “SBF”, come solitamente viene accorciato il suo nome, era diventato un guru dell’anti-eleganza. Non sapeva nemmeno allacciarsi le scarpe: la foto del groviglio che aveva al posto delle stringhe è diventato un adesivo di successo. Tutto questo è va di moda, ispira simpatia, crea il personaggio del "ragazzino sfigato che è un genio e si è fatto da solo", dà un tocco di sincerità e un look proletario anche agli uomini più ricchi del pianeta. Ma non era solo uno stile, era l’espressione di un’ideologia.

SBF era un seguace e propagandista dell’Effective Altruism (altruismo efficace, letteralmente), un’ideologia neo-utilitarista in base alla quale più ti arricchisci, più puoi fare bene al resto del mondo. E fin qui è ovvio, perché il ricco ha più soldi da spendere in filantropia. Ma soprattutto: il ricco sa più di altri dove investire per il bene del pianeta, scegliendo cause di lungo termine che la politica tenderebbe a ignorare, cause ecologiste, animaliste, pacifiste, prevenzione delle pandemie o lotta a malattie rare. L’Effective Altruism ha dunque una base utilitarista: la maggior felicità per il maggior numero di individui. Ma anche un metodo paternalista: solo il ricco sa quale sia la vera felicità dei poveri. È un’ideologia che si sposa perfettamente con la sinistra progressista contemporanea.

I sostenitori di SBF e del suo modello ritenevano che la sua ideologia non fosse solo una facciata. L’editorialista statunitense Matthew Yglesias, prima del crack, commentava: “È chiaro che, lungi dall'essere la sua spesa politica una copertura per le criptovalute, le sue imprese di criptovalute esistono solo per finanziare l’Effective Altruism”. Probabilmente Yglesias aveva ragione, Sam Bankman-Fried credeva seriamente di essere un benefattore. Ma è proprio questo il problema. Chi investe in modo spericolato (o truffa) per fare del bene, usa comunque dei mezzi illeciti. E il fine non giustifica i mezzi. È il pericolo che accomuna tutti questi tentativi di creare dei surrogati della carità: sono truffe etiche, prima ancora che finanziarie.

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Volkswagen: accordo sindacale in Germania, salari +8,5% - Il Sole 24 ORE

2' di lettura

Il sindacato metalmeccanico tedesco IG Metall ha annunciato di aver raggiunto nella notte, dopo 11 ore di trattative, un accordo salariale con Volkswagen per le fabbriche dell’area occidentale della Germania, dando a circa 125.000 lavoratori l’8,5% in più di stipendio. Lo rende noto un comunicato del sindacato tedesco. In base all’accordo biennale, i lavoratori riceveranno un aumento salariale del 5,2% da giugno 2023 e un altro 3,3% da maggio 2024, oltre a un pagamento forfettario del valore di 3.000 euro al netto delle tasse per aiutare a compensare l’aumento dell’inflazione.

Come fa notare l’analista Jan Schwartz per Reuters, in altri periodi si tratterebbe di un incremento eccezoionale, ma in questo caso è comunque inferiore all’inflazione, che in Germania il mese scorso ha toccato l’11,6%. In Germania e nel resto d’Europa le richieste dei sindacati sono unamini: chiedono aumenti salariali sufficienti a consentire ai lavoratori di affrontare l’aumento dei prezzi. In Italia, ad esempio, i sindacati metalmeccanici che coinvolgono anche i lavoratori di Stellantis e Iveco, hanno chiesto un aumento dell’8,4%, ma le controparti l’hanno giudicato troppo pesante, ricordando gli eccezionali incrementi dei costi delle materie prime e dell’energia.

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«In combinazione con misure di sostegno politico come i freni ai prezzi dell’elettricità e del gas, nonché ulteriori pagamenti una tantum da parte dello Stato, il risultato è un pacchetto complessivo che frena l’impatto dell’inflazione», ha commentato il negoziatore di IG Metall Thorsten Groeger.

Per quanto riguarda il futuro del gruppo automobilistico, di recente il nuovo ceo Thomas Schäfer, ha illustrato un piano che prevede il lancio di dieci nuovi modelli elettrici entro il 2026 e una gamma europea completamente a zero emissioni dal 2033.

L’accordo raggiunto alla Volkswagen arriva ad appena alcuni giorni di distanza da quello più generale che ha riguardato la categoria dei metalmeccanici, per i quali è stato sigliato un aumento salariale analogo.

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Borse caute in attesa dei verbali Fed, in rosso Milano. Corre il prezzo del gas - Il Sole 24 ORE

3' di lettura

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Cautela per le Borse europee, dopo il rialzo della vigilia e il rally di Wall Street, con Piazza Affari che resta indietro appesantita dalle utility. Il mercato aspetta le minute della Fed, che potranno dare nuove indicazioni, dopo che alcuni commenti di membri della banca centrale Usa hanno aperto uno spiraglio su un possibile rallentamento della politica monetaria restrittiva. Intanto, riprende a correre il prezzo del gas ad Amsterdam (+10% a 130 euro al MWh), all'indomani della proposta della Commissione Ue di fissare un price cap a 275 euro.

Pmi europeo meglio del previsto, meno pressione su prezzi

Qualche segnale di miglioramento dagli indici Pmi europei di novembre. L'indicatore composito della produzione dell’Eurozona è salito a 47,8 da 47,3 di ottobre. L'indice manifatturiero si attesta a 47,3 (a ottobre era a 46,4), mentre l'indice Pmi dei servizi è a 48,6, stesso valore di ottobre. «Dalla stima dei dati Pmi flash, a novembre - è l'analisi di S&P Global - si assiste al quinto mese consecutivo di declino dell’attività economica dell’Eurozona. Nonostante il tasso di contrazione sia rimasto il secondo più forte dal 2013, escludendo i mesi di chiusura per il Covid-19, l’intensità del deterioramento è diminuita grazie al calo più moderato degli ordini acquisiti, alla riduzione dei disagi sulla catena di distribuzione e al miglioramento della fiducia nei prossimi dodici mesi. Il clima economico è tuttavia rimasto pessimistico rispetto alla media storica, e la domanda ha continuato a ridursi a ritmo sostenuto, frenando la crescita occupazionale mensile. Un aspetto positivo legato all’indebolimento della domanda e ai minori disagi sulla fornitura è stato l’alleggerimento della pressione sui prezzi, soprattutto nel settore manifatturiero. I costi affrontati dalle aziende hanno indicato l’aumento più lento in 14 mesi, consentendo una moderazione della crescita dei prezzi di vendita, nonostante i tassi di inflazione siano rimasti elevati».

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A Milano giù A2a con le utility, bene i titoli oil

A Piazza Affari il FTSE MIB è in frenata, con le utility in coda al listino e con A2a pesante. Il gruppo ha presentato il nuovo piano, con investimenti inferiori e una revisione dei target al rialzo per il 2026 e limata al 2030, ma il comparto nel complesso risente dell'aumento della tassa sugli extraprofitti deciso dal Governo per il 2022. Le vendite colpiscono anche Enel ed Hera. In rialzo ancora gli oil a partire da Saipem ed Eni, ancora acquisti su Telecom Italia in attesa di novità sulla rete.

Petrolio ancora in rialzo, euro sale sul dollaro

Torna a salire il prezzo del petrolio dopo il saliscendi delle ultime due sedute. Da un lato i dati dell'Api hanno mostrato un calo maggiore delle attese delle scorte, il che fa prefigurare una flessione analoga nei dati ufficiali in arrivo oggi, dall'altro le nuove misure di restrizione in Cina per limitare il Covid-19 frenano l'ottimismo.

Sul valutario, l'euro prosegue la risalita nei confronti del dollaro e si porta solidamente sopra quota 1,03.

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Tuesday, November 22, 2022

Abarth 500e: il “Cinquino” prende la scossa e promette emozioni - AlVolante

LA STRADA È SEGNATA - Comincia oggi una una nuova era, per l’Abarth. Sinonimo, sin dai primi passi della sua avventura, di passione per la velocità e la bella guida, la casa dello Scorpione guarda al futuro e alle sfide che l’attendono con due importanti novità. Da un lato, il lancio sul mercato brasiliano della sua prima suv, la Abarth Pulse. Dall’altro, il debutto a Torino, sull’asfalto della nuova pista-giardino costruita sul tetto del Lingotto per i modelli a batteria del gruppo Stellantis (qui per saperne di più), dell’Abarth 500e. Ovvero il modello che traccerà la strada verso la graduale elettrificazione del glorioso marchio fondato da Carlo Abarth più di settant’anni fa. 

ECCOLA, FINALMENTE - Poco più di dieci giorni fa, della nuova Abarth 500e erano trapelate online un’immagine e un brevissimo filmato che la ritraevano in pieno centro a Torino durante un momento del servizio fotografico per la campagna pubblicitaria del modello (qui la news). E oggi eccola qua, la prima Abarth 500 elettrica, coloratissima nell’acceso verde acido della versione “Scorpionissima”, l’edizione di lancio - disponibile anche in un audace blu veleno - che, per ricordare l’anno della fondazione dell’azienda, sarà costruita in soli 1.949 esemplari al prezzo di 43.000 euro (prenotazioni da febbraio con arrivo nelle concessionarie a giugno del 2023).

DIVERTIMENTO ASSICURATO: PAROLA DI ABARTH - Basata sulla Fiat 500 elettrica, l’Abarth 500e è stata progettata per esaltarne il comportamento brillante in accelerazione e ripresa e ha beneficiato di una messa a punto specifica, studiata per non far rimpiangere il piacere di guida tipico della “sorella” con il motore turbo-benzina. La casa, anzi, promette un divertimento addirittura superiore: a garantirlo, insieme a una distribuzione dei pesi ottimizzata, al passo più lungo e alla carreggiata più ampia (fattori che concorrono entrambi a una maggior stabilità in curva), saranno i 155 CV erogati dal motore elettrico, alimentato da una pila da 42 kWh. Collegando la batteria a una colonnina rapida in corrente continua, situazione in cui la vettura “accetta” fino a 85 kW, secondo la casa basteranno appena cinque minuti per ottenere un’autonomia di 40 km e mezzora in più per ricaricarla fino all’80%.

FA ANCHE LEI LA “VOCE” GROSSA - Le prestazioni annunciate dalla casa parlano di uno scatto da 0 a 100 km/h in 7 secondi netti e una velocità massima di 155 km/h. E pongono, in generale, l’Abarth 500e “un gradino più in sù” rispetto al modello con il motore termico. Il vantaggio della coppia motrice, che trattandosi di un’auto elettrica è immediata, si concretizza soprattutto negli “strappi” in movimento, con uno spunto migliore del 50% nel passaggio da 20 a 40 km/h e una ripresa più vigorosa da 60 a 100 km/h. Eloquente, in tal senso, il verdetto del cronometro: nel celebre “misto Alfa” del centro prove di Balocco, sul giro secco l’Abarth a pile è risultata di un secondo più svelta di quella a benzina. E il rumore? Per "rompere” il sibilo silenzioso del motore elettrico, i progettisti dello Scorpione hanno pensato a un paio di soluzioni piuttosto originali: ogni volta che l’auto si accende e si spegne e quando in ogni nuovo viaggio si superano per la prima volta i 20 km/h, a bordo riecheggia la melodia di una chitarra. L’inconfondibile “voce” del 1.4 turbo-benzina, invece, è riprodotta artificialmente da un apposito generatore di suono, di serie però solo sulla versione di lancio “Scorpionissima”.

DETTAGLI CHE FANNO LA DIFFERENZA - Il carattere grintoso dell’Abarth 500e si riflette anche nello stile della carrozzeria e degli interni. Fuori l’auto sfoggia un look che la distingue a colpo d’occhio dalla più sobria cugina Fiat 500 elettrica, con la grande effigie dello Scorpione attraversata da un fulmine sui parafanghi posteriori, paraurti più muscolosi e avvolgenti e bandelle sottoporta più pronunciate e vicine al suolo. L’edizione limitataScorpionissima”, inoltre, si fa notare per i cerchi in lega di 18’’, di disegno specifico e verniciati in grigio titanio, oltre che per una serie di dettagli interni. I sedili sportivi, che hanno il poggiatesta integrato con il logo dello Scorpione in rilievo, sono rivestiti in Alcantara, materiale che, con una raffinata trama goffrata, riveste anche la fascia centrale della plancia, al centro della quale si staglia lo schermo touch-screen da 10,25’’ dei servizi multimediali. È completamente digitale anche il quadro strumenti, racchiuso in un display da 7’’. I pre-ordini online per questa versione speciale, a partire da oggi e per i prossimi trenta giorni, saranno riservati in esclusiva agli oltre 160.000 clienti Abarth nel mondo, che l’azienda ha coinvolto attivamente nel progetto della sua prima vettura completamente elettrica.

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Enel annuncia 21 miliardi di cessioni. Fuori da Romania, Perù e Argentina nel 2023 - Il Sole 24 ORE

I punti chiave

3' di lettura

Enel prepara una cura da cavallo e si prepara a uscire da 5 mercati esteri con un piano di dismissioni da 21 miliardi da realizzare entro il 2023, anno in cui peraltro scade il mandato della gestione guidata da Francesco Starace. Il piano industriale al 2025 prevede che le cessioni abbiano l'effetto di ridurre l'indebitamento netto di circa 20 miliardi rispetto ai 69 miliardi raggiunti a fine settembre 2022, con una contrazione che il prossimo anno sarà complessivamente di 12 miliardi per attestarsi a circa 52 miliardi nel 2023 (con una previsione di chiudere il 2022 tra 58 e 62 miliardi).

Il gruppo cede Romania, Perù, Argentina

I mercati dai quali il gruppo elettrico prepara l'uscita sono Romania, Perù, Argentina, mentre progetti di cessione a partner sono previsti in Grecia e in Australia. In Brasile verranno cedute le reti di distribuzione di Ceara, nel nord del paese, per concentrare le attività nei grandi conglomerati urbani (SanPaolo e Rio). Oggetto di dismissioni saranno anche portafogli del gas in Spagna e Cile. Il comunicato del gruppo annuncia anche la cristallizzazione degli asset negli Stati Uniti e in EnelXWay, la società delle infrastrutture di ricarica (non è ben chiaro cosa si intende fare: se cedere in tutto o solo in parte quote di capitale, come peraltro già annunciato). I paesi considerati core business e sui quali saranno concentrati i 37 miliardi di investimenti previsti nel piano sono Italia, Spagna, Stati Uniti, Brasile, Cile e Colombia. Il 40 per cento degli investimenti, pari a 15 miliardi, sarà concentrato nelle reti in Europa.

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Cedola minima garantita da 0,43 euro

La cura da cavallo annunciata è destinata ad avere un impatto positivo di circa 2,8 miliardi sull'Ebitda ordinario del gruppo e 900 milioni di euro sull'utile ordinario nel 2024. I nuovi obiettivi del piano industriale stabiliscono che l'Ebitda raggiunga un valore tra 22,2 e 22,8 miliardi nel 2025 rispetto agli oltre 19 miliardi previsti a fine 2022. L'utile netto è destinato a superare 7 miliardi rispetto ai 5-5,3 miliardi attesi a fine anno. La politica dei dividendi continua a immaginare la distribuzione di una cedola crescente: rispetto a 0,4 euro del 2022, il dividendo nel periodo 2023-25 è previsto a 0,43 euro, soglia considerata come «un minimo sostenibile». Entro il 2025, il gruppo prevede di aggiungere circa 21 gigawatt di capacità rinnovabile installata, di cui circa 19 gigawatt nei paesi del core business.

L'ad Starace: ci concentriamo nelle aree che creano valore

«Nei prossimi tre anni ci concentreremo su modelli di business integrati, know-how digitale nonché business e aree geografiche che possano aggiungere valore nonostante le complessità dell'attuale scenario, attraverso una struttura più snella e indicatori finanziari più solidi – ha commentato l'ad di Enel, Francesco Starace -.Ciò aumenterà la nostra resilienza di fronte a potenziali future persistenti turbolenze, oltre a posizionare la nostra creazione di valore in un percorso di ulteriore crescita, a vantaggio di tutti gli stakeholder e accelerando l’indipendenza energetica nei paesi core. La sostenibilità, pienamente integrata nelle nostre decisioni, continua a collocarsi alla base della nostra strategia, facendo anche leva sull’accelerazione dell’elettrificazione in tutte le economie. Questi risultati potranno essere raggiunti grazie alla grande competenza e motivazione dei colleghi del Gruppo Enel e all'assetto organizzativo basato sulle piattaforme digitali che abbiamo adottato».

Nel 2025 1,4 milioni di colonnine di ricarica

Il piano prevede che i punti di ricarica per veicoli elettrici salgano da 0,5 milioni attesi nel 2022 a 1,4 milioni nel 2025. I sistemi di accumulo dovrebbero crescere da da 99 megawatt stimati nel 2022 a 352 megawatt circa nel 2025. I sistemi di demand response, quelli che consentono la flessibilità per la riduzione dei consumi nelle fasi di picco della domanda, dovrebbero passare da circa 8,4 gigawatt stimati nel 2022 a 12,4 gigawatt nel 2025.

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Monday, November 21, 2022

Germania: primo calo dei prezzi alla produzione dopo oltre due anni - Il Sole 24 ORE

1' di lettura

Nuovi segnali di rallentamento dell’inflazione in Europa. In Germania si registra il primo calo dopo oltre due anni (maggio 2020) dei prezzi alla produzione. Lo sottolinea l’Ufficio federale di statistica, Destatis, in una nota. I prezzi alla produzione in ottobre sono infatti calati del 4,2% rispetto a settembre e sono cresciuti su base annua del 34,5%. Il dato annuale è in rallentamento: sia in agosto che settembre il tasso di crescita annuo dei prezzi alla produzione era stato del 45,8 per cento.

Secondo Destatis l’aumento dei prezzi alla produzione è quindi rallentato. Ad agosto e settembre avevano registrato un tasso di variazione, rispetto allo stesso mese dell’anno prima, di +45,8%”. È - rileva Destatis - «il primo calo dei prezzi rispetto al mese precedente da maggio 2020 (-0,4% rispetto ad aprile 2020)».

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Seangli analoghi di raffreddamento dell’inflazione si notano anche Oltreoceano. A ottobre, negli Stati Uniti, i prezzi sono aumentati rispetto al mese precedente dello 0,4%, contro attese per un +0,6%. Il dato “core”, ovvero quello depurato dalla componente dei prezzi dei beni alimentari ed energetici, è cresciuto dello 0,3%, contro attese per un +0,5%. Su base annuale, il dato generale ha messo a segno un +7,7%, con le attese al 7,9%. Il dato “core” è cresciuto del 6,3%, con le attese che erano per un +6,5 per cento.

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Terremoto a Disney: via il Ceo Chapek sulle perdite da streaming, torna Bob Iger - Il Sole 24 ORE

I punti chiave

3' di lettura

Improvviso cambio della guardia a Disney: il colosso Usa e globale dei media e dell'intrattenimento, reduce da una trimestrale deludente e in particolare da pesanti perdite nello streaming, ha defenestrato l'amministratore delegato Bob Chapek, con una decisione imprevista. Al suo posto ha richiamato in sella, con effetto immediato, il veterano top executive Bob Iger, che di Chapek era stato il predecessore.

La decisione del Cda

La decisione è stata presa dal consiglio di amministrazione. “Abbiamo concluso che mentre Disney si imbarca in un periodo di sempre più complessa trasformazione nel settore, Bob Iger è unicamente qualificato per guidare l'azienda durante cruciale momento”, ha fatto sapere la presidente del board, Susan Arnold. Iger, ha aggiunto, “ha il profondo rispetto” dell'intera squadra di vertice del gruppo. “Ringraziamo Bob Chapek per i suoi servizi”.

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Iger, il veterano professa ottimismo

Iger, che oggi ha 71 anni, ha subito accettato il ritorno in grande stile. “Sono estremamente ottimista sul futuro di questa grande società e entusiasta che il board mi abbia chiesto di ritornare come Ceo”. Iger è stato a lungo al comando di Disney tra il 2005 e il 2020, protagonista di una leggendaria stagione di crescita a colpi di acquisizioni di successo, da Pixar a Marvel. Lasciò poi la gestione quotidiana in mano al suo prescelto, Chapek, rimanendo in un ruolo di chairman esecutivo per poi abbandonare del tutto a gennaio di quest'anno. I rapporti con Chapek si erano però nel frattempo deteriorati.

Chapek inciampa nei dubbi sulla sua abilità

Chapek, che a Disney si era fatto ossa nel colossale ma lontano dai riflettori business dei parchi tematici, è caduto vittima del moltiplicarsi di crisi e perplessità sulla sua capacità di gestirle con efficacia. Alcune sono state controversie politiche e manageriali: in un caso eclatante, davanti a leggi locali considerate anti-gay in Florida dove l'azienda ha una forte presenza, ha prima mancato di prendere posizione suscitando rivolte tra i dipendenti; poi svoltato criticando apertamente la legge e scatenando la dura reazione del governatore repubblicano Ron DeSantis. Una oscillazione che ha lasciato tutte le parti insoddisfatte e portato alla ribalta i dubbio l'abilità di Chapek di navigare acque burrascose al timone di un marchio del calibro di Disney.

Il rinnovo del contratto

Nonostante simili preoccupazioni, Disney aveva rinnovato il contratto di Chapek come Ceo per altri tre anni soltanto a fine giugno. Arnold in quell’occasione lo aveva allora definito “il leader giusto al momento giusto”, e gli aveva assicurato la “piena fiducia del board”. Non più. Pochi mesi hanno fatto una enorme differenza.

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Europa in calo con occhi su banche centrali. A Milano pesa stacco cedole dei «big» - Il Sole 24 ORE

3' di lettura

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Al ritorno da una settimana positiva che ha migliorato la performance messa a segno da inizio novembre (+8,9% il Ftse Mib), le Borse europee partono con un atteggiamento più cauto e andamenti in modesto calo. Piazza Affari, che nella serata di venerdì ha incassato la conferma del rating da parte di Fitch ("BBB" con outlook stabile), vede il FTSE MIB in discesa nel giorno in cui il Governo presenterà la nuova legge di bilancio da circa 30 miliardi, con focus sul caro-bollette e gli aiuti a imprese e famiglie. Va detto che sul Ftse Mib inciderà anche lo stacco cedola di varie "big". Il peso sul listino principale è di -0,68%, quindi, senza questo, l'indice sarebbe attorno alla parità.

Nel resto del Vecchio Continente la situazione non è molto diversa, con i timori per l'economia, le mosse delle banche centrali (in settimana in arrivo i verbali della Fed e della Bce) e le tensioni geopolitiche in Ucraina sempre in primo piano. Così il CAC 40 di Parigi è in calo, così come il DAX 40 di Francoforte, dopo il primo calo dei prezzi alla produzione da maggio 2020, il FT-SE 100 di Londra, l'IBEX 35 di Madrid e l'AEX di Amsterdam.
Intanto, la Banca centrale cinese ha lasciato invariato il tasso di riferimento per i prestiti cinesi a un anno (Lpr) al 3,65%. Anche il Lpr a più di cinque anni, su cui molti istituti di credito basano i loro tassi ipotecari, è rimasto invariato rispetto alla lettura precedente del 4,3%. L'istituto centrale ha anche effettuato 3 miliardi di yuan (circa 421,02 milioni di dollari) di pronti contro termine per mantenere la liquidità nel sistema bancario.

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Stacco cedole tiene banco a Milano, cala Saipem

Per quanto riguarda i titoli, lo stacco cedole pesa sull'andamento di Banca Mediolanum, Eni, Intesa Sanpaolo, Mediobanca, Poste Italiane, Recordati, Tenaris e Terna. Al di là di questi, da segnalare il ribasso di Saipem e Moncler, che, come il resto del comparto del lusso europeo, risente delle possibili nuove restrizioni in arrivo in Cina. Pochi e poco marcati i rialzi, con Banco Bpm e Pirelli & C in cima al listino principale.

Spread in leggero rialzo, resta sotto 190 punti

La seduta dei titoli di Stato scambiati sul secondario telematico Mts vede un indebolimento dei corsi dei BTp decennali e una marginale risalita dello spread con i Bund. Il differenziale di rendimento tra il BTp benchmark decennale italiano (Isin IT0005494239) e il pari scadenza tedesco è indicato a 188 punti, da un'ultima posizione di venerdì scorso a 187 punti base. In lieve risalita, per effetto del calo dei corsi, i rendimenti dei titoli italiani. Il decennale benchmark rende in avvio il 3,91% (3,88% al closing di venerdì).

Andamento dello spread Btp / Bund

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Petrolio poco mosso, prezzi del gas in calo

A passo lento il petrolio, con i future che a quest'ora hanno movimenti poco rilevanti: il contratto del Wti gennaio cede lo 0,31% a 79,86 dollari al barile, quello del Brent di pari scadenza lo 0,4% a 87,23 dollari. I prezzi del gas cedono il 2,1% a 113 euro al megawattora.

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Sunday, November 20, 2022

Con SBF cade la maschera buonista del “capitalismo woke”: un grande imbroglio - Nicola Porro

Conosciamo tutti la battaglia per l’utilizzo del contante, quella che vede opposti i libertari (che ormai si limitano a chiedere di “aumentare il tetto” anziché di eliminarlo) ai progressisti, che vorrebbero tracciare (spiare) tutte le transazioni, anche quelle di pochi euro.

Da anni ne esiste anche una parallela nel mondo online. Si tratta della contrapposizione tra il sistema centralizzato, quello delle commissioni a banche, Visa, MasterCard, Bancomat S.p.A. (che in passato aveva sede in via delle Botteghe Oscure 4) e il mondo delle criptovalute, come originariamente immaginato da Satoshi Nakamoto.

Ebbene, gli eventi di quest’ultima settimana, con il crollo del sistema FTX/Almeda messo in piedi dall’amico dei Democratici, Sam Bankman-Fried (SBF) rischia di far pendere l’ago della bilancia a favore dei centralizzatori, che oltretutto diranno di farlo nel nostro interesse.

L’altruismo efficace

Circa sette mesi fa, un gruppo di celebrità di prim’ordine si era riunito a una conferenza sulle criptovalute alle Bahamas. C’era il quarterback star Tom Brady, la top model Gisele Bundchen, due ex leader mondiali, Bill Clinton e Tony Blair, e anche la cantante pop Katy Perry.

Ma una delle più grandi celebrità alla conferenza non era un nome familiare. Era un ragazzo senza pretese con i capelli crespi che indossava una maglietta spiegazzata e pantaloncini. Era proprio Sam Bankman-Fried, fondatore dell’exchange di criptovalute FTX e della “quantitative cryptocurrency trading firm” Alameda, entrambe con sede alle Bahamas.

Cosa ha reso subito simpatico il giovane imprenditore a leader come Clinton e Blair e successivamente all’insieme di finanza ed editoria “etica”?

La spiegazione viene direttamente da un’intervista dello stesso SBF a Forbes:

Come studente universitario al MIT, ho incontrato un movimento chiamato altruismo efficace. L’idea è: perché fare beneficenza ora, perché lavorare per un’organizzazione no profit oggi che sono giovane? È meglio per l’umanità che (noi giovani imprenditori) guadagniamo un sacco di soldi oggi, in modo da poter regalare in seguito. Il mio obiettivo è fare il meglio che posso per il mondo. Faccio parte di un’efficace co-nicchia di altruismo.

Il green-washing

SBF non dimenticava nessuna parola chiave: ad esempio, l’impegno a rendere FTX “Carbon Neutral” (che per un’impresa che opera nelle criptovalute è quasi come impegnarsi a rendere Dio un ateo).

Tutti messaggi che risuonano nel pensiero e nell’anima di giornalisti, politici e decision-makers progressisti. Che “vogliono” credere a queste panzane. Così come hanno creduto a Elizabeth Holmes di Theranos e perfino a Trevor Milton, che prometteva camion a zero emissioni tramite idrogeno con la sua società Nikola.

Il motivo? Come ha scritto Michael Shellenberger, a tutti piace la ricchezza ma solo ai progressisti (non ebrei) questa fa sentire colpevoli. L’avidità, la voglia di accumulare ricchezza va giustificata, per discolparsi.

E oggi lo si fa con il green-washing, con il coro sul pianeta messo in pericolo dai cattivi occidentali (senza mai mettere in relazione il global warming alla sovrappolazione dello stesso pianeta). E con la promessa di donazioni miliardarie.

In realtà, conclude Shellenberger, lo scandalo Bankman-Fried mostra come il “capitalismo benefico”, “socialmente responsabile”, quello dei criteri ESG (environmental, social, governance), dovrebbe far scattare segnali d’allarme.

Il bilancio

Ma nel caso di SBF c’è un piccolo problema: si trattava di un nuovo Ponzi e la cosa era sotto gli occhi di tutti. O meglio, lo sarebbe stato se le stesse entità che quando chiediamo un mutuo o anche un prestito di 5 mila euro ci fanno la radiografia (“know your customer”) e ci chiedono i collateral (le “garanzie”) avessero fatto il loro lavoro.

Ma Sequoia, SoftBank, Lightspeed Venture, BlackRock e decine di altri investitori non lo hanno fatto. E men che meno i politici e gli opinionisti che hanno eletto SBF a eroe del nuovo mondo delle criptovalute.

Eppure avrebbero potuto, anzi dovuto, chiedere il bilancio e fare il mirabile lavoro di analisi appena pubblicato da Matt Lavine sulla base del file XLS inviato dallo stesso SBF ai possibili salvatori e pubblicato da FT Alphaville:

Per comprendere tutti i dettagli occorre dedicare un’oretta alla lettura dell’articolo sopra indicato.

Come nel Monopoli

In ogni caso, tenendo presente che “liabilities” significa “soldi che gli investitori/clienti ci hanno fornito e che dobbiamo restituire” e che “assets” significa “beni acquistati con i soldi degli investitori”, salta subito agli occhi un vago squilibrio: 16 miliardi di dollari di liabilities e solo 900 milioni di asset rapidamente liquidabili.

Ma non è finita, in quanto gran parte degli asset erano/sono “token” creati dalla stessa FTX, dunque per nulla liquidi. L’analogia più semplice che ci viene in mente è il gioco Monopoli. È (circa) come se con i soldi (veri) degli investitori ci si comprasse una villa miliardaria alle Bahamas e contemporaneamente si stampassero banconote del popolare gioco mettendole a bilancio come garanzia.

L’antitesi del Bitcoin

A seguito dell’incredibile crac delle imprese di SBF, politici e giornalisti hanno deciso che era il momento buono per attivarsi, creando consenso sull’idea che è arrivato il tempo di regolamentare le criptovalute.

Una cosa che senz’altro desideravano da tempo, considerato che queste per definizione sono soggette solo alle leggi del mercato e non sono né emesse né controllabili da banche centrali e poteri politici. Senza contare che risulta spesso difficile tracciarne i movimenti, motivo per cui è stata messa fin da subito in giro la solita accusa, che Bitcoin e similari “sono utilizzate da trafficanti di stupefacenti e pedofili”.

Ed ecco il punto. SBF è stato elevato a volto delle criptovalute da parte di politici come Clinton e Blair e da gran parte della stampa: ma egli non ne rappresenta affatto lo spirito né l’essenza, come ben spiegato da Adam Curry durante l’ultima edizione di Podcasting 2.0:

Ogni criptovaluta che ha un ceo è per definizione non decentralizzata. Nel caso di FTX la struttura è l’antitesi di quella di Bitcoin: SBF era l’autorità centrale dell’exchange e anche l’entità che emetteva i coins. Ma purtroppo l’idea delle criptovalute è talmente mal compresa da giornalisti e politici che questi pensano che, fintanto che esiste un sito su cui aprire un conto ed effettuare transazioni, un sito che dichiara di essere nel business delle criptovalute – allora ci si può fidare. Ma FTX funzionava come una banca: enti il cui modello è – dateci i vostri soldi noi li teniamo qui, anzi ne teniamo una piccola parte, la riserva frazionaria e il resto lo usiamo per i nostri scopi.

Perché si sa, statisticamente i clienti non vengono tutti lo stesso giorno a ritirare i contanti, e se anche lo facessero c’è un provvidenziale “tetto” al contante stesso.

“Ora ci saranno molti altri problemi, la gente penserà che il Bitcoin possa subire la stessa sorte ma no! Ci saranno, ci sono oscillazioni, ma Bitcoin non andrà mai a zero. Sarà il dollaro ad andare a zero, tra qualche decennio”.

Stretta sulle criptovalute

Il sistema è dunque all’opera per trovare il modo di regolamentare le varie blockchain. In un articolo pubblicato il 15 novembre da Reuters si racconta come “l’innovation center della Federal Reserve insieme ai giganti del global banking” stiano avviando un esperimento detto Regulated Liability Network”.

Leggiamone la descrizione: “The pilot will test how banks using digital dollar tokens in a common database can help speed up payments”.

Le banche vogliono utilizzare un database di token comune, rinunciando perfino all’indipendenza dei propri database di transazioni a favore di un controllo centralizzato.

E il motivo addotto? “speed up payments”. Speed up, velocizzare? Ma la tecnologia della blockchain è infinitamente più lenta di quella tradizionale, si parla di un throughput di circa 5 transazioni globali al secondo contro una media di 1.700 transazioni al secondo gestite dalla sola Visa. Sbaglieremo, ma ci pare una velina per confondere le acque.

Il pretesto perfetto

Per concludere, la novità della tecnologia e della terminologia delle criptovalute unita alla poca abitudine a ragionare senza autorità centrali rendono difficile per noi tutti comprendere i movimenti in atto nel settore. E una truffa quale quella di SBF pare il pretesto perfetto per creare consenso attorno all’idea di un controllo statale, coi suoi tracciamenti e i suoi tetti. Sempre nell’interesse de cittadini, beninteso.

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