Il Ceo di Apple nella città in cui l'azienda ha aperto la sua prima Developer Academy europea (e l'unica italiana) dedicata agli sviluppatori di app
Se quella degli smartphone fosse una religione, Steve Jobs ne sarebbe il profeta e Tim Cook…il papa. E questa mattina il papa è a Napoli, all’Università Federico II per incontrare i suoi fedeli.
La laurea
Rimettendo ai loro rispettivi posti il sacro e il profano, la visita del capo di Apple all’ombra del Vesuvio è uno di quegli avvenimenti che mettono in moto un’intera città. A Napoli Tim Cook è venuto a ricevere la Laurea Honoris Causa in Innovation and International Management, un’iniziativa che non deve stupire perché Napoli da anni ha uno stretto rapporto con l’azienda di Cupertino che nel polo universitario di San Giovanni a Teduccio, nella difficile periferia orientale della città, ha insediato la Apple Developer Academy, una collaborazione con l’università Federico II che vi abbiamo raccontato qui.
L'Academy napoletana
Qui gli studenti imparano a sviluppare software, applicazioni per l’ecosistema della mela morsicata e a creare startup innovative. È la prima realtà del genere in Europa e l’unica in Italia, dove antico e moderno s’incontrano e collaborano: l’università statale più antica del mondo (nel 2024 festeggerà 800 anni di storia) e l’azienda che ha cambiato la vita di tutti, portando il mondo nel futuro delle comunicazioni. Tradizione e innovazione. Ecco perché Tim Cook è in città che appena arrivato ha salutato twittando: «Ciao Italia. Felice di essere a Napoli».
L'emozione sul suo viso
Tim Cook ci ha abituati al suo tipico abbigliamento informale, per cui fa un certo effetto vederlo entrare nell’aula magna storica dell’università, visibilmente emozionato, indossando la toga accademica, preceduto dal rettore e da tutto il senato accademico in toga rossa ed ermellino. L’applauso scatta inevitabile quando dagli altoparlanti, alla fine dell’elenco dei presenti, lo speaker aggiunge «…e il dottor Tim Cook». Sembra la storica one more thing di Steve Jobs. Seduto in prima fila il Ceo di Apple ascolta l’introduzione del rettore e la Laudatio academica, rigorosamente in inglese poi inizia la sua Lectio magistralis.
«Napoli città straordinaria»
Il primo pensiero: «è un onore e un piacere trovarmi in un luogo con una storia così antica e in una città straordinaria come questa» e dal sorriso si capisce che è davvero contento di trovarsi a Napoli. Non può evitare di ricordare l’Academy di San Giovanni. E poi lo slancio verso il futuro e l’innovazione: «Nel corso dei secoli, questo Paese ha prodotto grandi scoperte in molti importanti campi della conoscenza. Sfidando le convenzioni, scienziati, artisti, matematici e ingegneri italiani hanno sospinto l'umanità verso il futuro. E hanno dimostrato più volte che una grande idea può cambiare il mondo».
Il futuro è adesso
Non dimentica il valore della privacy «che è un diritto dell’umanità, come l’accessibilità e inclusione». Poi il riferimento alla crisi ambientale e un occhio al futuro, ma con uno sguardo ottimista: «in Apple siamo determinati a essere parte della soluzione del problema dei cambiamenti climatici e agli studenti dico: il futuro oggi sembra incerto ma siate ottimisti perché io lo vedo qui a Napoli, in questa straordinaria università e lo vedo in voi. In Apple crediamo che la tecnologia possa aiutare a compiere questa trasformazione, possiamo costruire un futuro migliore per il pianeta e per l’umanità».
Un discorso ispirato dove si sente l’eco dello stay hungry, stay foolish salutato da un fragoroso applauso per il quale anche Tim Cook, lo schivo Tim Cook, è costretto ad alzarsi di nuovo dal posto in cui era tornato. C’è aria di bis, ma quello sarà per gli studenti di San Giovanni nel pomeriggio.
L'incontro all'Apple Academy
Una manciata di chilometri separa il centro di Napoli da San Giovanni a Teduccio, periferia est della città, ma bastano a cambiare completamente lo scenario. Dall’austera e storica aula magna della Federico II all’auditorium della Apple Academy, high tech e connesso. É uno stacco che dà anche fisicamente il senso del progresso e dell’innovazione, alcuni fra i temi di cui ha parlato con gli studenti Cook.
Quando, alle 14.47, entra nell’auditorium l’entusiasmo è alle stelle ed è subito stadio! Nell’enorme sala ci sono centinaia di studenti visibilmente provenienti da molti Paesi diversi e altrettanto visibilmente ansiosi. Si respira l’aria del grande evento, sui loro volti l’attesa disegna la voglia di futuro. C’è di che essere ottimisti come ha esortato lo stesso Cook nella sua Lectio magistralis.
L'incontro con gli studenti
«Prima di tutto lasciatemi dire che sono onorato di essermi laureato in questa grande università», inizia scherzando, poi subito affronta le prime domande: i problemi dell’ambiente, la decarbonizzazione di Apple e gli sforzi per raggiungere l’obiettivo che l’azienda si è posta: la carbon neutrality. «Ognuno di noi ha la grande responsabilità di comportarsi in maniera sostenibile per l’ambiente, come consumatori e ancora di più come persone coinvolte in un’azienda che produce - risponde a un giovane studente di ingegneria che gli chiede come potrà fare la sua parte nel mondo del lavoro - pensate da un punto di vista carbon-free in ogni parte del processo e spingete la vostra azienda in questa direzione».
La privacy
Poi la privacy. Pensa che il mondo si stia muovendo nella giusta direzione? «Come ho detto sono convinto che la privacy sia un diritto per tutti e siamo molto preoccupati perché invece viviamo in un mondo in cui siamo tracciati continuamente e questo è un grosso problema del nostro tempo. Ma c’è di buono che molte persone lo stanno capendo e stanno diventando sensibili a questo problema e quindi sono ottimista in questo senso. Sappiamo che le persone non sono aziende e hanno differenti punti di vista sulla privacy. La nostra idea non è che Apple decida, ma che sia la gente a poter scegliere con gli strumenti che forniamo. Anche i governi si stanno muovendo nella giusta direzione e dunque sono ottimista. Il progresso tecnologico e la protezione della privacy possono convivere, c’è sempre un modo di offrire questa possibilità, non è necessario dover scendere a compromessi, fare scambi, in questo senso».
Cook e la tecnologia
Poi non manca la domanda sul suo rapporto con la tecnologia, un rapporto ovviamente fatto di fiducia ma anche concreto: «La tecnologia può risolvere molti problemi ma nessuna tecnologia è del tutto buona o cattiva, dipende dalle mani di chi la usa e dalle sue finalità e se si sceglie il bene la tecnologia può risolvere cose come il climate change, può curare malattie e fare cose impensabili. Pensiamo agli elettrocardiogrammi che facciamo con l’Apple Watch. Molte persone prima non l’avevano mai fatto e oggi invece la tecnologia ci permette di farlo; abbiamo Intelligenze Artificiali sofisticate e Machine Learning. Io sono molto fiducioso e ottimista per quello che la tecnologia può fare e credo fortemente nel suo potere se usata per il bene».
Come si entra in Apple
Poi le domande che forse stanno più a cuore, nell’immediato, agli studenti che stanno gettando le basi per il loro futuro: come sceglie i suoi impiegati? «Il contributo che possono dare gli individui è importante nella scelta dei dipendenti ma ancora più importante è la capacità di collaborare. Quello che più di tutto cerchiamo è la creatività, persone che guardano alle cose in maniera diversa, che non sono intrappolate nei dogmi e che guardano a un problema da ogni angolo. Poi cerchiamo curiosità, cioè la capacità di fare domande. E ovviamente cerchiamo esperienza, capacità. E questa è una formula che funziona davvero molto bene per noi».
Il futuro
Poi qualcuno chiede qual è la tecnologia che lo incuriosisce di più per il futuro. «L’Intelligenza Artificiale è un orizzonte fondamentale della tecnologia, che ci toccherà in ogni aspetto della vita. È qualcosa che ha un incredibile potenziale.» Infine, il consiglio da dare ai giovani: «Quando avevo la vostra età ero troppo focalizzato sul giorno dopo, sul trovare un lavoro, su qualcosa che doveva accadere nel futuro. Invece una delle cose che ho imparato da Steve Jobs è che la gioia è nel viaggio, e quindi ciò che mi sento di augurarvi con forza è di ricordare sempre questo, che la gioia è nel viaggio e non in un qualche futuro. E se vivrete la vostra vita così, sarete sempre felici». E giù applausi scroscianti, prima di un bagno di selfie con gli studenti che difficilmente dimenticheranno questo giorno.
La visita da Jago
Appena sbarcato nella città partenopea, ieri Cook aveva twittato la prima tappa della sua visita, l'incontro con Jago, il celebre scultore con un incredibile studio all'interno della chiesa di Sant’Aspreno ai Crociferi. «Ciao Italia», aveva scritto il Ceo in italiano, per poi proseguire in inglese «È fantastico essere a Napoli! Grazie allo scultore Jago per avermi invitato nel suo incredibile studio. Ispirato dagli artisti del passato, usa la tecnologia per creare capolavori per le generazioni a venire». Alle spalle del Ceo, Aiace e Cassandra, l'ultima opera dell'artista ciociaro ormai «naturalizzato» napoletano.
Laurea Honoris Causa a Tim Cook a Napoli: «Sono tempi difficili ma offrono opportunità senza precedenti» - Corriere della Sera
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