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(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Borse europee in rosso nella prima seduta di una settimana che sarà caratterizzata dall'attesa per il simposio dei banchieri centrali di Jackson Hole, in calendario da giovedì. Gli investitori temono in particolare che il numero uno della Fed, Jerome Powell, confermerà la necessità di un atteggiamento aggressivo in politica monetaria per contrastare l'inflazione, pur non definendo già ora le dimensioni del rialzo dei tassi previsto per settembre. La prospettiva sostiene i rendimenti dei Treasury: quello del decennale ha sfiorato il 3 per cento. Non migliora il mood la Banca centrale cinese "colomba", il cui nuovo taglio dei tassi di riferimento viene visto soprattutto come segnale delle difficoltà del mercato immobiliare della Repubblica popolare. Il FTSE MIB è così in calo, penalizzato dalle vendite sui titoli delle banche e dell'energia. Perdono quota in particolare Saipem, Unicredit, Finecobank e Intesa Sanpaolo. A spaventare i mercati è poi la possibilità che i "falchi" prevalgano anche nel Vecchio Continente: il numero uno della Bundesbank, Joachim Nagel, in un'intervista al Rheinische Post ha infatti sostenuto la necessità di continuare ad alzare i tassi di interesse dell'Eurozona nonostante una recessione in Germania sia sempre più probabile.
Ancora in rally i prezzi del gas naturale in Europa in seguito all'annuncio dello stop alle consegne dalla Russia attraverso il gasdotto Nord Stream 1 per tre giorni, dal 31 agosto al 2 settembre, ufficialmente per «manutenzione». Il future settembre sulla piattaforma Ttf di Amsterdam guadagna il 10,2% a 269,5 euro per megawattora dopo il nuovo record di chiusura fatto segnare venerdì a 244,5 dopo essere salito anche oltre i 260 euro. In deciso rialzo anche la consegna ottobre, che sale del 10,3% a 272,5 euro.
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Titoli oil in rosso sulla scia della debolezza del greggio
Sul Ftse Mib milanese le vendite colpiscono i titoli del petrolio sulla scia della debolezza del greggio, che risente dei timori per la tenuta della domanda di energia a fronte del rallentamento dell'economia globale, colpita dalla stretta di politica monetaria. Parallelamente, il conseguente rafforzamento del dollaro contribuisce ad alimentare la pressione sulle quotazioni del barile. Sullo sfondo resta inoltre la possibilità di un incremento delle esportazioni iraniane dopo che ieri il presidente americano Joe Biden ha parlato con i leader di Francia, Germania e Regno Unito di un possibile accordo sul nucleare di Teheran. Oltre a Saipem, è così in rosso Eni.
Spread stabile a 226 punti, rendimento BTp al 3,45%
Sull'obbligazionario, stabile lo spread tra BTp e Bund sul mercato secondario Mts, dopo una settimana caratterizzata dalla fiammata dei rendimenti di tutto il comparto dei titoli sovrani dell'Eurozona in attesa dei movimenti di politica monetaria delle banche centrali. Il differenziale di rendimento tra il Btp decennale benchmark e il pari scadenza tedesco apre la giornata a 226 punti base, stabile sul finale di venerdì. Il rendimento dei titoli italiani scende leggermente al 3,45% dopo aver chiuso al 3,49% all'ultimo riferimento della vigilia. Arretra lievemente anche il rendimento del Bund, tornato ampiamente sopra quota 1% la scorsa settimana, indicato all'1,20% dall'1,23% dell'ultimo riferimento.
Dollaro forte, scende il petrolio
Sul mercato valutario, il dollaro prosegue la marcia verso la parità nei confronti dell'euro ed è indicato a 1,0032 per un euro da 1,0045 venerdì in chiusura. In calo il prezzo del petrolio sui timori di tenuta della domanda globale di energia a fronte del rallentamento economico. Il future ottobre sul Brent cede l'1,63% a 95,14 dollari al barile, mentre l'analoga consegna sul Wti è in calo dell'1,64% a 88,96 dollari.
Listini europei in rosso, Fed e Bce "falchi" spaventano le Borse. Gas senza freni - Il Sole 24 ORE
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