I punti chiave
3' di lettura
L’effetto-listini rilancia l’export italiano, che a giugno cresce di oltre il 20%. La corsa delle vendite del made in Italy nel mondo è in effetti in gran parte spiegata dall’aumento dei prezzi reso necessario per i rincari di materie prime, energia e componenti, un effetto che si traduce in una crescita di quasi il 24% dei valori unitari, mentre i volumi sono in calo del 2,1%.
I dati di giugno, che vedono una crescita del 21,2%, sedicesimo mese consecutivo in progresso, l’ottavo in crescita a doppia cifra, sigillano un primo semestre ancora una volta oltre le attese. Unico dato negativo è il confronto mensile destagionalizzato, che vede una frenata del 2,1% tra maggio e giugno.
Loading...
Progressi export ovunque
L’export nazionale arriva così nei primi sei mesi a quota 306 miliardi, 56 in più rispetto allo stesso periodo del 2021, che in valori assoluti aveva rappresentato il nuovo record. Se lo scorso anno le vendite erano state pari a 516 miliardi, prendendo come riferimento gli ultimi 12 mesi mobili (luglio 2021 - giugno 2022) siamo già arrivati a quota 572, aggiungendo di fatto ogni mese una decina di miliardi in più.
In termini settoriali non si registra un solo segno negativo e l’unico comparto al palo è quello delle auto, che cresce solo del 3,3%.
Dal punto di vista geografico i progressi sono corali, sviluppati in modo quasi paritetico sia sui mercati extra-Ue che in Europa, a partire dai nostri due mercati chiave, Francia e Germania, entrambi in crescita di oltre il 15%.
Export da record: 572 miliardi in 12 mesi. Cosa spinge il made in Italy e perché - Il Sole 24 ORE
Read More
No comments:
Post a Comment