Torneranno gli incentivi per le auto elettriche (e quelle a basse enisisoni) e arriveranno fondi per sostenere la transizione elettrica della filiera automotive. Con il fondo di un miliardo di euro stanziato dal Consiglio dei ministri nel Decreto bollette nasce così uno strumento di politica industriale della durata di 8 anni, preparando lo stop ai motori termici previsto per il 2035. (qui il comunicato stampa).
I dettagli e i criteri di erogazione saranno perfezionati nei prossimi giorni, ma il “fondone” come è stato battezzato, soddisfa già i desiderata dell’industria italiana dell’auto che con ANFIA ha già ringraziato il Governo Draghi per il provvedimento. Per l’anno in corso il Fondo unico per l’auto sarà di 800 milioni, che saliranno a un miliardo dal 2023. Fa parte dei 7,5 miliardi trovati da Draghi senza scostamenti di bilancio, cioè senza nuovo debito, approfittando delle maggiori entrate fiscali stimate per quest’anno. La gran parte andrà invece alla politica energetica sui due fronti: il taglio alle bollette delle famiglie e delle imprese e l’aumento dell’indipendenza energetica italiana con più rinnovabili, più gas estratto e sviluppo dell’idrogeno.
Un miliardo all’anno, per 8 anni, alla filiera
La filiera automotive ringrazia “il Presidente del Consiglio Mario Draghi, il Ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti e tutto il Governo per le misure settoriali definite nel Consiglio dei Ministri” scrive prontamente l’associazione dei costruttori Anfia.
Le risorse stanziate dal Governo, prosegue il comunicato “sono il segnale che la filiera industriale automotive attendeva da tempo per affrontare con maggior convinzione e con le necessarie misure di accompagnamento la transizione produttiva verso la mobilità a bassissime emissioni“.
Il fondo di sostegno al settore automobilistico prevede circa un miliardo di euro l’anno su un periodo di otto anni «per accompagnare il processo di transizione» ha detto in conferenza stampa il ministro dello sviluppo economico Giancarlo Giorgetti. Ha aggiunto che «insieme al ministro Cingolani a breve intendiamo presentare un decreto incentivi per l’acquisto di auto ecologicamente compatibili, non solo elettriche». Il governo insiste infatti su una transizione che «deve considerare anche altre fonti, come l’ibrido».
“Lo Stato vicino alle aziende nella transizione”
Giorgetti ha poi spigato che l’intervento riguarda sia i costruttori, sia l’indotto. Intende «soprattutto convincere i soggetti della filiera a investire e affrontare questa sfida con a fianco lo Stato». Per il viceministro allo Sviluppo economico Gilberto Pichetto infatti «è in gioco una parte importante della ricchezza e della forza lavoro di questo Paese: e’ un settore che non possiamo abbandonare».
Sono «misure molto incisive» anche per Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor che ne apprezza sia la durata di 8 anni, sia l’entità.
Sono i primi fondamentali provvedimenti per sostenere la transizione all’elettrico e neutralizzare gli impatti negativi sulla componentistica».
Un colpo di acceleratore al fotovoltaico
Il decreto include un poderoso programma di accelerazione sul fronte delle fonti rinnovabili. In particolare per il fotovoltaico, con la semplificazione per l’installazione sui tetti di edifici pubblici e privati e in aree agricole e industriali.
Gli incentivi saranno così, a scalare
Per quanto riguarda gli incentivi, potrebbe essere confermato lo schema degli ecobonus degli anni scorsi. La cifra però scenderebbe, andando da un minimo di 1.250 euro a un massimo di 6.000 euro. I diversi livelli di incentivo saranno in base alle emissioni di CO2 e alla presenza o meno di un veicolo da rottamare. Il tutto con un livello di prezzo massimo.
Una rimodulazione “a scalare” degli incentivi era stata ipotizzata giovedì da tutte le associazioni di settore, Anfia in testa, durante il webinar “Transizione della filiera automotive e politiche industriali, tra presente e futuro” moderato dal co fondatore di Vaielettrico Massimo Degli Esposti.
In particolare è emersa la necessità di dare tempi e durata certa ai programmi di incentivazione, riducendone progressivamente l’ampiezza. Sia Anfia, sia MOTUS-E, hanno ipotizzato un triennio di sostegni al mercato. Si accompagnerebbe così la fisiologica discesa dei prezzi dei veicoli elettrici verso la parità con quelli termici.
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