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Monday, February 7, 2022

Mps, a Bastianini tolte le deleghe. Luigi Lovaglio è il nuovo ceo - Corriere della Sera

Il consiglio di amministrazione di Mps ha deliberato lunedì 7 di ritirare le deleghe dell’amministratore delegato Guido Bastianini e lo ha rimosso dall’incarico di direttore generale. La decisione è stata assunta dal consiglio all’unanimità, sottolinea una nota della banca. Il Tesoro — azionista al 64% della banca senese dal primo salvataggio di Stato del 2017 (la «ricapitalizzazione da 8,1 miliardi, dei quali 5,4 soldi pubblici) — ha scelto come successore alla guida dell’istituto Luigi Lovaglio, 66enne banchiere di lungo corso con una carriera tutta interna a Unicredit, di cui ha guidato la controllata polacca Bank Pekao, per poi approdare alla testa del Creval, di cui ha curato con successo aumento di capitale e ristrutturazione fino all’opa del credit Agricole.

Il bilancio 2021

Bastianini lascia dopo aver presentato in consiglio un utile netto per l’intero 2021 di 310 milioni di euro, «il miglior risultato che la banca abbia realizzato dal 2015 e uno dei migliori dell’ultimo decennio nel quale l’istituto senese ha inanellato complessivamente 23,5 miliardi di euro di perdite», è specificato nella nota sui conti. Lo scorso esercizio si era chiuso con un rosso di 1,69 miliardi di euro. Oltre al bilancio 2021 da approvare, l’ordine del giorno della seduta del consiglio presieduto da Patrizia Grieco, integrato mercoledì, prevedeva appunto «una verifica di corporate governance» sulla figura del ceo e direttore generale.

La carenza di patrimonio e le interlocuzioni con la DgComp

Rispetto alla carenza di patrimonio che nel bilancio 2020 era attesa per fine 2021 a 1,5 miliardi di euro la situazione è migliorata, dato che a fine anno non sono stati registrati «shortfall» di capitale. I problemi non sono stati superati: a fine 2022 la stima di una carenza di 150 milioni, che saliranno a 500 milioni nel primo trimestre 2023 anche per alcune modifiche regolamentari di bilancio. Ma c’è un altro «temporaneo» shortfall che emerge dalla nota del bilancio a partire dal 2022, relativa a un altro parametro importante, il «Mrel» ( cioè le passività soggette al bail in per assorbire le perdite in caso di dissesto e ripristinare i coefficienti patrimoniali). Per questo motivo da gennaio il Single Resolution Board chiede un report mensile di monitoraggio. «Alla luce di tali elementi, tenendo conto dei significativi miglioramenti registrati dal gruppo nel corso del 2021 sotto il profilo patrimoniale e di riduzione dei rischi, nonché delle interlocuzioni finora tenute con le autorità, si ritiene che lo shortfall patrimoniale potrà essere superato attraverso un’operazione di rafforzamento patrimoniale su base stand alone, previa approvazione da parte di DG Comp del nuovo business plan 2022 – 2026». Che però è ancora pendente. A questo proposito, il direttore finanziario Domenico Sica in conference call ha detto che «il dialogo di Mps con l’Unione europea procede in un clima di collaborazione, e aggiorneremo tempestivamente il mercato una volta che saranno fatti passi concreti».

La cooptazione

Lovaglio è stato cooptato in consiglio, grazie al posto lasciato libero dalla dirigente del Tesoro, Olga Cuccurullo, e ha ricevuto le deleghe di amministratore delegato e nominato direttore generale. Il consiglio, è scritto in una nota, «è giunto all’unanimità alla conclusione che il dott. Luigi Lovaglio, in virtù della sua rilevante esperienza anche a livello internazionale, unita alla profonda conoscenza del settore bancario italiano, sia il profilo più idoneo a ricoprire il ruolo di amministratore delegato e direttore generale della banca».

Lo scontro in consiglio

Bastianini resterà in consiglio quale semplice amministratore, e già si preannunciano ripercussioni legali contro la decisione del consiglio. La rimozione di Bastianini non è stata motivata dalla banca, anche se da indiscrezioni è stata motivata con il venir meno del rapporto fiduciario con il consiglio di amministrazione. A sfiduciarlo sarebbe stato il Tesoro, durante un’incontro tenuto circa due settimane fa con il direttore generale, Alessandro Rivera. La nota della banca diffusa mercoledì pomeriggio precisa che «la sostituzione» è «regolata da un piano per la successione adottato dalla banca, con il coinvolgimento del Comitato Nomine e del Comitato Remunerazione» e che «il collegio sindacale ha approvato la cooptazione». La nomina di Lovaglio «sarà soggetta alla valutazione da parte della Banca Centrale Europea».

La sfiducia del Tesoro

Bastianini — che ai tempi della sua nomina nell’aprile 2020 era stato sostenuto dal Movimento Cinquestelle — ha mantenuto in questi due anni una linea distinta da quella dell’azionista Tesoro che puntava alla vendita della banca per rispettare gli accordi presi con la Commissione europea nel luglio 2017 quando autorizzò l’intervento dello Stato in Mps. Bastianini ha preparato a dicembre 2020 un piano industriale «stand alone» che non ha mai ricevuto il via libera da Bruxelles e dalla Bce e che è stato sostituito da un nuovo piano, lo scorso dicembre, tutt’ora sotto esame da parte della Direzione Concorrenza della Commissione Ue (DgComp), della Bce e del Single Resolution Board. Mps deve portare avanti un aumento di capitale da 2,5 miliardi, come indicato dalle autorità, a condizioni di mercato — ha precisato più volte il Tesoro — ossia trovando anche investitori privati accanto allo Stato. L’azionista pubblico — secondo le ricostruzioni di questi giorni, non commentate dal Tesoro — affida ora l’aumento di capitale a un banchiere come Lovaglio, considerato più in sintonia con i mercati.

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