Il governo italiano avvia l’iter che porterà alla privatizzazione di Ita Airways, la compagnia aerea di bandiera decollata lo scorso 15 ottobre subentrando ad Alitalia. Al consiglio dei ministri è stato presentato il dpcm che autorizza l’azionista unico — il ministero dell’Economia e delle finanze — a procedere all’ingresso nell’aviolinea di investitori privati. Si avvierebbe così — dopo quasi tre settimane dall’invio della proposta del gigante dei mari Msc assieme al partner industriale Lufthansa — quel processo di privatizzazione che l’esecutivo Draghi ha sempre avuto in mente.
La conferma
«Abbiamo illustrato il dpcm al consiglio dei ministri che dovrebbe avviare il processo di ricerca di un partner per Ita», ha spiegato il ministro del Tesoro Daniele Franco durante la conferenza stampa. «Seguiremo le usuali procedure — ha chiarito —: offerta pubblica o vendita diretta». «Non abbiamo un programma con i tempi e abbiamo dei soggetti interessati a questa operazione». Il ministro non ha fatto i nomi dei candidati, ma ha aggiunto che «il dpcm fissa le quote azionarie»: «In una prima fase il Mef manterrà una quota minoritaria, non di controllo, che poi potrà successivamente essere venduta». La proposta di Msc prevede proprio una quota minoritaria dello Stato.
Il nodo data room
La manifestazione di interesse di Msc — come anticipato dal Corriere — ha un valore che si aggira tra gli 1,2 e 1,4 miliardi di euro. In parallelo, però ha chiesto l’accesso alla data room in esclusiva per 90 giorni lavorativi. Vuol dire per tre mesi potere dare un’occhiata ai dati più sensibili di Ita e quindi studiarne il perimetro e le potenzialità. Ma questa esclusiva probabilmente non verrà concessa perché il governo ha deciso di tenere aperta la procedura della privatizzazione anche ad altri soggetti potenzialmente interessati.
I parametri
Ma il valore della proposta di Msc, spiegano le fonti, viene ritenuto un elemento molto positivo da diversi esponenti del governo perché si tratterebbe di cedere una compagnia aerea a un valore superiore all’investimento finora effettuato dalle casse pubbliche (720 milioni di euro di cui circa 400 milioni ancora nelle casse di Ita). Ma allo stesso tempo, avvertono, il governo dovrà valutare attentamente l’impatto che la privatizzazione potrebbe avere sull’occupazione, sull’indotto e soprattutto sul tasso di connettività del Paese. Elementi che andranno valutati non soltanto dal Tesoro, ma anche dai ministeri delle Infrastrutture e mobilità sostenibili e dello Sviluppo economico.
Le tappe
La privatizzazione, confermano le fonti governative, avverrebbe attraverso l’ingresso di Msc nell’azionariato, mentre in parallelo ci sarebbe il supporto logistico, commerciale e strategico di Lufthansa. Questo perché il colosso tedesco dei cieli — che ha al suo interno anche Swiss, Austrian Airlines, Brussels Airlines, Eurowings, Air Dolomiti — ha bisogno di diverse settimane prima di valutare l’ingresso nel capitale di Ita Airways dovendo ottenere gli ok dai diversi board che lo compongono. Ingresso nell’equity che i tedeschi escludono in un primo momento.
Il piano industriale 2022-2026
Ita Airways si è portata avanti aggiornando il piano industriale 2022-2026 al cda del 31 gennaio nel quale sono state confermate le prospettive economiche con il pareggio operativo stimato nel 2° trimestre del prossimo anno. Durante la riunione del board si è discusso il conferimento dell’incarico di advisor legale e finanziario «per l’operazione relativa alla futura alleanza strategica». Per la parte finanziaria sono stati scelti J.P. Morgan e Mediobanca, per quella legale Grande Stevens e Sullivan & Cromwell.
Ita Airways, il governo dà il via libera alla privatizzazione: in pole c’è Msc - Corriere della Sera
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