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Wednesday, February 9, 2022

Crisi auto, il governo studia un piano: risorse per incentivi e spinta ad auto meno inquinanti - Il Sole 24 ORE

I punti chiave

3' di lettura

Nuovi incentivi per acquistare vetture elettriche. Ma anche contratti di sviluppo e accordi di innovazione. Il governo prepara il piano per l’auto. La questione è centrale nell’agenda dell’esecutivo. Lo dimostra l’incontro, che si è tenuto nella mattinata di mercoledì 9 febbraio a Palazzo Chigi. L’esecutivo sarebbe impegnato a cercare le risorse per sostenere il comparto. Un decreto potrebbe arrivare la prossima settimana sul tavolo del Consiglio dei ministri.

A presiedere l’incontro in mattinata è stato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei Ministri, Roberto Garofoli. Hanno partecipato il ministro dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti, il ministro dell’Economia, Daniele Franco, il ministro delle Infrastrutture e della mobilita’ sostenibili, Enrico Giovannini, e il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani. La riunione convocata per discutere in modo coordinato e collegiale sugli interventi necessari per accompagnare la transizione verso l’elettrico ed evitare gravi conseguenze sociali e occupazionali è durata circa un’ora e mezza.

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Incentivi per i redditi più bassi

Risorse per gli incentivi per l’acquisto di auto e per sostenere la ripartenza del settore automotive e, al tempo stesso, per favorire la transizione ai mezzi meno inquinanti, in una “strategia comune” che tenga conto delle fasce più deboli. Sarebbe questa l’intenzione del Governo. Una nuova riunione sarà fissata “entro una decina di giorni”, riferiscono alcune fonti governative per elaborare una “strategia comune”. Al tavolo, dal lato più industriale, le richieste di risorse per gli incentivi auto per far ripartire la produzione e sostenere il settore, per una disponibilità attorno a 1,5 miliardi. Ma la discussione non si è focalizzata solo sulle risorse. L’intenzione, in particolare dei ministeri che seguono la transizione, è di agevolare lo smaltimento delle auto più inquinanti e sostenere la transizione verso l’ibrido e l’elettrico. Questo, però, con incentivi all'acquisto e alla rottamazione che tengano conto delle famiglie e dei redditi più bassi.

Gli appelli dei protagonisti della filiera

Non sono caduti nel vuoto gli appelli delle associazioni della filiera auto e le sollecitazioni, sempre più forti, degli industriali e dei sindacati, che stimano una perdita di 73.000 posti di lavoro, a causa dello stop nel 2035, deciso dall’Unione Europea, alla vendita di nuove auto che producono emissioni di carbonio.

Microchip e infrastrutture di ricarica, i due nodi

Il tema auto anche in Europa è sempre più caldo. L’8 febbraio, nel giorno in cui l’European Chips Act ha affrontato la questione della dipendenza dai fornitori esteri per i microchip, cruciale anche per l’industria dell’automotive, l’’associazione europea dei costruttori di automobili Acea ha lanciato l’allarme sul grave ritardo nel ritmo di sviluppo delle infrastrutture di ricarica. «Il ritmo attuale di crescita è in ritardo rispetto alla domanda dei consumatori di auto a ricarica elettrica. Negli ultimi cinque anni, le vendite di auto elettriche sono cresciute quattro volte più velocemente rispetto all’accumulo di punti di ricarica. Le vendite di auto elettriche sono aumentate di oltre 10 volte tra il 2017 e il 2021, mentre il numero di caricabatterie pubblici nell’Ue è cresciuto di meno di 2,5 volte nello stesso periodo” spiega il presidente e ceo Oliver Zipse.

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