Il marchio Alitalia tornerà a volare dopo qualche mese di interruzione mentre Ita Airways nei primi due mesi e mezzo di attività ha chiuso con -170 milioni di euro di Ebit. È quasi un colpo di scena, il ritorno del nome, che sarà previsto nel nuovo piano industriale di Ita Airways, la compagnia pubblica che ha preso il posto di quella vecchia e ha comprato lo storico brand per 90 milioni di euro lo scorso ottobre. A confermarlo è il presidente della newco Alfredo Altavilla durante l’audizione alla Commissione Trasporti della Camera assieme all’amministratore delegato Fabio Lazzerini. Non è ancora chiaro come verrà riportata alla luce la livrea tricolore. Fonti spiegano al Corriere che si discute sull’utilizzo sui voli intercontinentali o su quelli nazionali/europei. In ogni caso la decisione finale sarà presa nel Consiglio di amministrazione del 31 gennaio.
Il cambio di piano
«Abbiamo acquistato il brand Alitalia il 14 ottobre 2021 per assicurare l’avvio operativo della compagnia il giorno dopo e il proseguimento delle attività nel 2022, utilizzando le stesse divise, materiali di bordo e spazi aeroportuali», esordisce Altavilla rispondendo a una domanda dell’onorevole Maurizio Lupi. Il nome, però, è stato messo nel cassetto perché l’aviolinea ha preferito presentarsi con un nuovo brand — Ita Airways — anche per una maggiore discontinuità con il passato. Ma, prosegue Altavilla, «nel nuovo piano industriale il marchio è destinato a essere utilizzato in analogia a quanto accade nelle altre compagnie tradizionali che hanno più marchi all’interno del loro portafoglio come Transavia per Klm o Eurowings per Lufthansa». Il presidente ha citato delle low cost, ma a quanto apprende il Corriere in realtà non ci sarebbe l’intenzione di creare una divisione a basso costo con il nome di Alitalia. Certo, come ha detto Altavilla, c’è l’intenzione di avere accesso agli incentivi aeroportuali italiani (in audizione sono state citate più volte le diverse inchieste del Corriere).
I conti
Altavilla non fornisce maggiori dettagli. Ribadisce però che «abbiamo una missione chiara per il brand Alitalia che sarà utilizzato». Il presidente ricorda che il prezzo — 90 milioni di euro — è «corretto», mentre i 290 milioni chiesti dall’amministrazione straordinaria sono stati ritenuti «esagerati». «Il marchio abbiamo sempre avuto intenzione di utilizzarlo per integrarlo all’offerta commerciale», ha sottolineato Altavilla. Sul fronte economico, rispondendo a una domanda dell’onorevole Stefano Fassina, Ita Airways dall’avvio delle operazioni (15 ottobre) alla fine dell’anno ha registrato un Ebit negativo pari a -170 milioni di euro, «in linea con quanto previsto dal piano industriale e pur in presenza di ricavi dimezzati e dell’aumento del costo del carburante». Nei due mesi e mezzo del 2021 i ricavi di Ita sono stati pari a 86 milioni di euro: 76,6 milioni dal trasporto passeggeri, 9,4 milioni di euro dal cargo.
Le alleanze
Resta aperto il tema delle partnership industriali. L’obiettivo è trovare l’accordo entro il 30 giugno 2022. Per questo — come anticipato dal Corriere — Ita Airways agli inizi di febbraio aprirà una data room nella quale far accedere i potenziali interessati. «Un’alleanza è necessaria per consentire a Ita Airways di stare sul mercato, ma non potrà essere di facciata e basata su finti accordi commerciali: deve sostanziarsi in una posizione di capitale», ha detto Altavilla. Il presidente ha smentito si sia mai parlato di scambio azionario. «È ben presto per parlare di quote azionarie: eventuali speculazioni su questo punto sono completamente destituite di ogni fondamento, non essendo conclusa l’elaborazione del piano industriale che determinerà il valore prospettico della compagnia».
Handling e manutenzione
Ita Airways ha avuto l’accesso alle data room di Alitalia per i bandi dell’handling e della manutenzione. Ma, ha chiarito Altavilla, «l’obiettivo è garantire tariffe di mercato e livelli di servizio competitivi per i nostri aerei: non intendiamo andare a competere con i giganti stranieri nel campo dell’handling e della manutenzione, mettendo a rischio capitale e lavoratori». Nei due bandi — come chiesto dalla Commissione europea — Ita potrà presentarsi come socio di maggioranza (handling) o minoranza (manutenzione). La società sta già discutendo con alcuni operatori che hanno presentato la domanda di accesso alle rispettive data room. Al Corriere risultano contatti con Swissport (per l’handling) e Atitech (manutenzione). «Una volta che avremo guardato bene i numeri in data room saremo nella condizione di strutturare l’eventuale accordo con questi soggetti, oppure, qualora non sussistessero condizioni di economicità, prenderemo altre decisioni», ha sottolineato il presidente.
I collegamenti
Uno dei temi toccati riguarda il ruolo dell’aeroporto di Milano Malpensa lasciata per ora fuori dal piano industriale. «Le dimensioni di Ita Airways legate alle dimensioni di mercato ci spingono a concentrarci sull’hub di Roma Fiumicino e a non disperdere le energie», ha spiegato l’amministratore delegato Fabio Lazzerini. «Stiamo già facendo poche rotte intercontinentali e bisogna alimentarli», ha proseguito ricordando che in primavera partirà comunque la tratta Milano Malpensa-New York JFK «e stiamo prevedendo eventuali altre evoluzioni prevalentemente verso il Nord America, ma non in questo momento».
La nuova livrea
Si è discusso anche del peso degli aerei con la nuova livrea azzurra di Ita Airways. Alcune indiscrezioni delle settimane precedenti sostenevano che il nuovo rivestimento era più pesante e quindi costringeva a un maggiore consumo di kerosene con ricadute anche sulle emissioni di anidride carbonica. Su questo punto Altavilla ha replicato che Ita Airways aveva preventivato «un aumento di peso di 16 chilogrammi per velivolo con la nuova livrea», ma che dopo un’analisi dettagliata «c’è stato un risparmio di peso, rispetto alla vecchia livrea, nei due velivoli ridipinti rispettivamente di 10 e 15 chilogrammi».
Ita Airways, torna il marchio Alitalia. Nel 2021 Ebit a -170 milioni di euro - Corriere della Sera
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