Vaccini da somministrare ai bambini, arriva l'ok negli Stati Uniti ma i dubbi tra gli scienziati persistono. La Commissione consultiva della FDA ha votato a favore della raccomandazione dei vaccini pediatrici ai bambini di 5-11 anni sulla base di analisi fornite dalla Pfizer-BioNTech. Il colosso ha fornito i dati di due studi che hanno coinvolto circa 3mila bambini. Un campione in realtà molto piccolo, non sufficiente a registrare possibili eventi avversi gravi come l'infiammazione del cuore.
A confermare questa allarmante tesi, Leslie Ball, un ufficiale medico della FDA, che ha ribadito proprio questo concetto, sostenendo che gli studi non erano abbastanza ampi da raccogliere necessariamente un effetto collaterale non comune come la miocardite. Ball ha anche affermato che nell'analisi della FDA, l'agenzia non è stata in grado di determinare se ci fosse un impatto della vaccinazione sulla “diffusione” del virus (insomma, se e come il vaccino blocca i contagi).
James Hildreth, membro del comitato consultivo FDA e anche presidente del Meharry Medical College di Nashville, Tennessee, alla fine ha votato per autorizzare il vaccino, ma ha affermato che si trattava di una "decisione impegnativa". Hildreth si è detto sorpreso di apprendere i dati della CDC (autorità sanitaria americana) secondo cui fino al 40% dei bambini in questa fascia di età è stato finora infettato dal coronavirus, il che, secondo lui, potrebbe significare che fino a 30 milioni di bambini potrebbero già avere una qualche forma di immunità negli Stati Uniti.
"Mi sembra in qualche modo che stiamo vaccinando i bambini per proteggere gli adulti. Dovrebbe essere il contrario", ha detto Hildreth. L'attenzione dovrebbe essere rivolta sugli adulti che si vaccinano per proteggere i bambini. Ha motivato il suo assenso al voto "perché voglio assicurarmi che i bambini che hanno davvero bisogno del vaccino - principalmente i bambini neri nel nostro paese - lo ricevano".
Anche Eric Rubin, membro della Commissione consultiva FDA, e professore di immunologia alla Harvard T. H. Chan School of Public Health e al Brigham and Women's Hospital, ha ammesso che "abbiamo deciso di votarlo con la coscienza pesante", secondo quanto riportato dal Time. Mentre, Michael Kurilla, che dirige una divisione all’interno del National Institutes of Health, è stato l'unico membro a non votare a favore delle vaccinazioni pediatriche. Alla votazione si è astenuto, mentre tutti gli altri 17 membri hanno votato sì.
Kurilla ha espresso preoccupazione per il fatto che Pfizer-BioNTech non ha fornito dati dettagliati su ciò che accade agli anticorpi contro il virus che i bambini generano dopo essere stati vaccinati, e se questi diminuiscono come fanno negli adulti. Si è anche preoccupato della possibilità di vaccinare bambini che potrebbero essere già stati infettati naturalmente dal virus e potrebbero non aver bisogno di ulteriore protezione da un'iniezione.
È importante capire quali siano i rischi reali per i bambini che contraggono il COVID, e per farlo si può citare un estratto del documento ufficiale del Board sui vaccini della Gran Bretagna (JCVI): “I sintomi che si osservano nei bambini e nei giovani, sono tipicamente lievi e poco diversi dalle altre infezioni virali respiratorie lievi che circolano ogni anno. I bambini si riprendono rapidamente da queste infezioni e, secondo molti studi, sviluppano una robusta immunità ad ampio spettro".
Vaccino Pfizer ai bambini, i dubbi degli scienziati: "A loro non serve e il rischio miocardite non va sottovalutato" - Il Tempo
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