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Tuesday, November 2, 2021

Ottobre nero per l’auto in Italia, immatricolazioni in calo del 35% sul 2020 - Il Sole 24 ORE

3' di lettura

Un ottobre nero per l’auto, con poco più di centomila immatricolazioni in Italia, il 35,7% in meno rispetto a ottobre 2020. Una contrazione pesante, con una perdita di oltre un terzo del mercato, dovuta in prevalenza alla crisi nelle forniture di semiconduttori e alla carenza di modelli disponibili, con rallentamenti nelle consegne di autovetture ai concessionari che vanno avanti da mesi. «Se nei prossimi due mesi si determinasse, come è altamente
probabile, un calo analogo a quello di ottobre, il mercato italiano delle autovetture chiuderebbe il 2021 con 1,4 milioni di immatricolazioni, il 25,3% in meno sul 2019» è la previsione del Centro Studi Promotor diretto da Gian Primo Quagliano.

La quasi totalità dei concessionari, come rileva l’ultima inchiesta congiunturale di Promotor, ha dichiarato di avere giacenze di auto nuove assolutamente insufficienti a soddisfare la domanda, con in prospettiva risultati negativi nei prossimi mesi per l’80% degli interpellati. La perdita globale, fa notare l’Unrae, è pari a quasi 360mila vetture nei primi dieci mesi dell’anno rispetto allo stesso periodo del 2019.

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In questo contesto molto complicato, tutti i principali brand dell’auto segnano il passo a ottobre con cali consistenti a fronte di qualche eccezione rappresentata ad esempio da Hyunday che cresce nel mese del 7,2% o Dr, dai volumi costanti di Smart fino alle percentuali a due cifre di brand lusso come Tesla. Contengono i danni Porche, Kia e Dacia. A considerare i risultati dell’intero periodo, da gennaio a ottobre, i segni meno sono pochi. Tra questi la perdita di un terzo dei volumi da parte di Alfa Romeo, .. Fiat se la cava con un aumento delle immatricolazioni del 14%, Peugeot del 12% a fronte di un calo di immatricolazioni del 5,8% registrato da Renault rispetto all’anno nero del Covid. In forte recupero rispetto all’anno scorso le vendite di modelli Smart e brand di nicchia come Tesla e Dr.

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Tra gli effetti secondari di questa situazione, come evidenziano gli operatori, ci sono le ricadute sui prezzi effettivi di vendita, che vengono visti in crescita dal 54% dei concessionari, oltre all’impatto significativo anche sulla domanda di auto usate, scelte da una parte dei potenziali acquirenti di auto che non hanno trovato vetture nuove sul mercato. Nel primo semestre le vendite di usato avevano avuto un andamento positivo, poi a partire da luglio le giacenze si sono rivelate insufficienti per far fronte alla domanda in crescita.

La carenza di autovetture nuove ha di fatto contenuto anche la pressione sugli incentivi, sia per le auto “alla spina” che per i modelli tradizionali con emissioni comprese tra 61 e 135 grammi di CO2 al chilometro. Alla data del 2 novembre, la situazione dei fondi residui per le vetture green registrava una disponibilità di 9,1 milioni e di 9,3 milioni per le auto tradizionali. Restano fondi per 38,9 milioni per sostenere il mercato dell'usato.

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