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Saturday, November 27, 2021

Confindustria: nel 2021 forte rimbalzo del Pil italiano, frenata a fine anno per caro prezzi e Covid - Il Sole 24 ORE

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I consumi trainano il rimbalzo

I consumi privati sono stimati in ulteriore risalita nel 3° e 4° trimestre. I margini di recupero sono ampi: la spesa in servizi è ancora compressa; così come le immatricolazioni di automobili, che stanno recuperando, ma in misura parziale rispetto al crollo del 2020 (+12,8% fino a ottobre, dopo -30,9%). Resta da spendere una parte dell'extra-risparmio accumulato nel 2020. Inoltre, la fiducia dei consumatori a ottobre-novembre è diminuita poco, rimanendo alta; e gli ordini dei produttori di beni di consumo hanno recuperato ancora. Viceversa, gli alti prezzi dell’energia fanno da freno.

Il caro-energia penalizza imprese e famiglie italiane

A preoccupare le imprese sono proprio i prezzi dell’energia. Il prezzo del gas naturale, che fino ai primi mesi del 2021 era rimasto contenuto, si è progressivamente impennato a partire da maggio. Ora è la commodity che mostra il rincaro maggiore: +430% nel corso di quest'anno, cioè prezzo quintuplicato. Il balzo del prezzo del gas ha determinato un forte effetto di spillover sul petrolio, salito in ottobre da 75 a 84 dollari al barile, dopo una quasi-stabilizzazione che durava da alcuni mesi.

Mix italiano delle fonti di energia basato sul gas

Tra i principali paesi europei, l’Italia è quello più esposto al rincaro del gas naturale. Il mix energetico del nostro paese privilegia questa fonte: 42% del consumo totale di energia in Italia nel 2020 (cui si somma il 36% di petrolio), contro il 38% nel Regno Unito, lontano dal 26% in Germania (che usa molto carbone), dal 23% in Spagna (che si affida di più al petrolio) e dal 17% in Francia (che conta sul nucleare; dati BP). Il significativo livello a cui sono giunte le rinnovabili in Italia (sole, vento, etc.), pari all’11% del consumo energetico, meglio dell’8% in Francia, non è abbastanza per contenere il ruolo di gas e petrolio. Altri paesi Ue sono più avanti sul fronte delle rinnovabili (Germania 18%, Uk 17%, Spagna 15%), con valori che ne fanno i leader mondiali.

Cresce la bolletta energetica pagata dall'Italia

Per valutare l’impatto del caro energia, va considerata anche l’elevata dipendenza dall’estero del nostro paese riguardo alle fonti fossili. Pur essendo l’Italia un produttore non trascurabile di petrolio e gas, risulta importato l’89% del petrolio, il 94% del gas, il 100% del carbone. Su questo fronte, siamo allineati agli altri grandi paesi Ue: per il gas, in Germania la dipendenza dall’estero è del 95%, in Francia è del 100%. Alto consumo e alta dipendenza dall’estero, inoltre, determinano un’enorme fattura energetica pagata ogni anno dall’Italia. Nel 2020 l’import netto di energia è stato pari a 23,4 miliardi di euro, di cui 14,0 per il petrolio e 8,9 per il gas naturale (dati Unem). Nel 2021 il balzo dei prezzi lo ha sicuramente peggiorato in misura marcata. L’anno peggiore, finora, è stato il 2012, al culmine del precedente picco dei prezzi delle commodity: la bolletta energetica era arrivata a 64,9 miliardi.

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