PALERMO – «Qual è il ragionamento del governo, siamo in continua crisi, con quale logica a Roma pensano che possiamo pagare? Non ci resta che consegnare le chiavi della nostre attività», dice Giovanni Mangano, titolare di un noto ristorante sul lungomare di Ognina, a Catania.
La macchina del fisco è ripartita
Da oggi lui come altri milioni di italiani deve fare i conti con le cartelle esattoriali. L’ora X è arrivata. La macchina dell’Agenzia delle Entrate è ripartita con l’invio delle cartelle di pagamento e il recupero coattivo delle somme. Ieri è scaduto il “congelamento” dell’attività di riscossione, durato 18 mesi e prorogato per nove volte da una serie di decreti: dal “Cura Italia” al “Sostegni-bis”.
Si tratta di circa 20-25 milioni di atti che si riferiscono prevalentemente ai ruoli che gli enti creditori avevano mandato in riscossione a marzo dell’anno scorso, il cui pagamento era stato sospeso per il Covid.
Pochissimi sostegni, tante tasse
«Se mi hai dato quattro lire di sostegni, una miseria di fronte alle perdite che sono inimmaginabili – aggiunge Mangano – con quale coraggio vieni a chiederci i soldi. Se vuoi recuperare il pregresso devi consentire di fare una ristrutturazione del debito, togliendo una parte a titolo di risarcimento per i danni che abbiamo subito in questi due anni».
«Noi siamo il motore del Paese, le tasse le pagano i piccoli e medi imprenditori – prosegue – i grandi hanno tutti o quasi sedi all’estero. Le pare corretto il trattamento che subiamo?».
Le date delle scadenze
Da oggi riprende l’invio dei ruoli per il versamento di tutte le entrate tributarie e non tributarie derivanti da cartelle di pagamento, avvisi di addebito e avvisi di accertamento. I contribuenti avranno un mese di tempo (entro il 30 settembre) per saldare le rate relative agli atti ‘congelati’ a partire dal 21 febbraio 2020 per le zone rosse e dall’8 marzo 2020 per il resto d’Italia.
Il direttore dell’Agenzia, Ettore Maria Ruffini, nei giorni scorsi ha parlato di ripresa graduale. Si stima che i ruoli sospesi siano tra 20 e 25 milioni e la prima tranche, circa 4 milioni, doverebbe essere notificata entro dicembre. Questo per quanto riguarda i debiti pregressi, a cui vanno aggiunte le nuove cartelle in attesa di essere notificate. Si parla di qualcosa come 60 milioni di atti.
Cosa si rischia non pagando
Il decreto legge “sostegni bis” ha concesso ai contribuenti la facoltà di effettuare i pagamenti delle rate scadute lo scorso anno ripartendoli nei mesi di luglio, agosto, settembre e ottobre 2021 e mantenere così i benefici previsti dalla definizione agevolata. La stessa legge di conversione prevede inoltre che il pagamento delle rate in scadenza nel 2021 sia invece effettuato integralmente entro il prossimo 30 novembre. In caso di pagamenti oltre i termini previsti o per importi parziali, verranno meno i benefici della definizione agevolata e i versamenti già effettuati saranno considerati a titolo di acconto sulle somme dovute.
“Così si fanno morire le aziende”
Una scure, la definisce il presidente della Confedercontribuenti Carmelo Finocchiaro: «L’Agenzia delle Entrate riparte alla carica con le cartelle esattoriali, pignoramenti e ganasce fiscali. Intanto il fisco non cancella il prescritto e la classe politica è silente, esce fuori di tanto in tanto per pura propaganda, ma il rischio vero è quello di fare morire le aziende che invece vogliono riprendere la loro attività con entusiasmo. Le sanzioni e gli interessi usurai applicate nelle cartelle esattoriali, portano soltanto un massacro alle aziende e famiglie. Ancora una volta senza guardare a recuperare imposte e tasse nei grandi patrimoni – aggiunge – serve una nuova rottamazione con un piano di rientro cadenzato con rate non oltre il quinto del reddito – conclude Finocchiaro – e poi ripartire con il corrente dal 2022 alla verifica di una ripresa duratura».
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"Il funerale delle imprese": ora X, 60 milioni di cartelle esattoriali - Livesicilia.it
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