Sempre peggio. Prosegue la discesa dei consumi delle famiglie italiane strette tra prezzi che corrono e stipendi immobili. L’Istat segnala oggi che in settembre le vendite al dettaglio sono scese dello 0,3% in valore rispetto ad agosto e dello 0,6% in volume. Rispetto al settembre 2022 invece si è speso l’1,3% in più ma si è comprato il 4,4% in mendo in quantità. L’Istat spiega che la flessione congiunturale (ossia rispetto al mese prima) delle vendite al dettaglio a settembre è “determinata da entrambi i settori merceologici“, beni alimentari (-0,2% in valore e -0,6% in volume) e non alimentari (rispettivamente -0,5% e -0,6%). “A livello tendenziale (cioè in confronto allo stesso mede dell’anno prima, ndr), si continua a registrare un aumento delle vendite in valore, sebbene in progressivo rallentamento, che si contrappone ad una diminuzione di quelle in volume“, continua l’istituto di statistica. Le vendite dei beni alimentari crescono del 5,5% in valore e diminuiscono del 3,1% in volume, su base annua; quelle dei beni non alimentari calano sia in valore (-1,8%) sia in volume (5,2%).
Tra i beni non alimentari, l’aumento maggiore in valore riguarda i prodotti di profumeria e cura della persona (+5,3%), mentre elettrodomestici, radio, tv e registratori registrano il calo più consistente (-7,9%), seguiti dalle dotazioni per informatica, telecomunicazioni e telefonia e abbigliamento. Per una volta i dati mensili peggiori interessano il commercio elettronico i cui ricavi scendono del 2,6% rispetto all’anno prima. Soffrono comunque anche i piccoli negozi con incassi giù dell’1,2%. Per l’e-commerce si tratta della prima contrazione da oltre un anno, a partire da giugno 2022, mentre per le imprese operanti su piccole superfici è il terzo calo consecutivo. Le vendite al dettaglio crescono invece nella grande distribuzione (+4% a settembre) e al di fuori dei negozi, per esempio del commercio ambulante (+1,6%). I supermercati, per questo mese, battono i discount alimentari con un incremento degli scontrini del 6,8% contro uno del 6,3%.
“I dati di settembre confermano ancora una situazione di debolezza dei consumi, mentre nel mese di ottobre si registrano i primi segnali positivi, da 12 mesi, sull’andamento dei volumi nel comparto alimentare”, questa l’analisi dei dati fatta da Federdistribuzione. Per Assoutenti i dati “dimostrano ancora una volta come l’emergenza prezzi stia modificando profondamente le abitudini delle famiglie italiane, determinando non solo un drastico taglio della spesa, ma anche un cambiamento nei comportamenti dei cittadini”.
Cinghia sempre più stretta per gli italiani. Consumi, alimentari e non, in calo anche a settembre - Il Fatto Quotidiano
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