Bonus 100 euro anche nel 2024, ma per il riconoscimento del trattamento integrativo arrivano nuove regole di calcolo. Le novità, previste per raccordare la misura alle nuove aliquote IRPEF e detrazioni sui redditi da lavoro dipendente, modificano le regole per determinare l'imposta lorda e conseguentemente il diritto all'erogazione delle somme in busta paga. Confermata la platea dei beneficiari
Il bonus di 100 euro per i redditi fino a 15.000 euro sarà riconosciuto anche nel 2024, ma con nuove regole per il calcolo dei requisiti d’accesso.
Parte del disegno di riforma dell’IRPEF, che nel 2024 sarà strutturata su tre aliquote per effetto dell’accorpamento dei primi due livelli di tassazione, è anche la revisione delle regole relative al trattamento integrativo.
Avranno diritto al bonus di 100 euro in busta paga, pari in totale a 1.200 euro, i lavoratori dipendenti la cui imposta lorda sia di importo superiore alle detrazioni per lavoro dipendente, ma da queste dovrà essere sottratto un importo pari a 75 euro.
Una modifica necessaria alla luce del ritocco alla no tax area che non cambia la platea dei soggetti beneficiari, ma bisognerà tenere a mente le novità ai fini della gestione delle procedure operative di erogazione del bonus in busta paga.
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Bonus 100 euro 2024, nuove regole per il trattamento integrativo IRPEF
Nel primo decreto legge attuativo della riforma fiscale trovano spazio diverse novità relative all’IRPEF.
Accanto all’accorpamento delle prime due aliquote, con l’applicazione della percentuale di tassazione del 23 per cento fino a 28.000 euro di reddito, viene rimodulato l’importo delle detrazioni per lavoro dipendente.
L’importo viene equiparato a quello già ad oggi riconosciuto ai pensionati, pari a 1.955 euro, con un conseguente rialzo della no tax area a 8.500 euro.
Novità che si affiancano alla conseguente revisione delle regole per il riconoscimento del bonus di 100 euro al mese riconosciuto in busta paga, ossia il trattamento integrativo che ha preso il posto del meglio noto bonus Renzi.
È nella bozza del decreto IRPEF, non ancora disponibile in versione ufficiale, che vengono delineate le novità previste per i lavoratori dipendenti. I tre commi dell’articolo 1 in materia di revisione della disciplina dell’imposta sul reddito delle persone fisiche stabiliscono le novità previste per il 2024.
Ad essere ridisegnate sono le regole previste dall’articolo 11 del TUIR in materia di aliquote e scaglioni IRPEF, dall’articolo 13 in materia di detrazioni sui redditi da lavoro dipendente e quindi dall’articolo 1, comma 1 del decreto legge n. 3 del 5 febbraio 2020, relativo per l’appunto al trattamento integrativo.
Nella bozza si legge quanto segue:
“3. Per l’anno 2024 la somma a titolo di trattamento integrativo, di cui all’articolo 1, comma 1, primo periodo, del decreto-legge 5 febbraio 2020, n. 3, convertito, con modificazioni, dalla legge 2 aprile 2020, n. 21, è riconosciuta a favore dei contribuenti con reddito complessivo non superiore a 15.000 euro qualora l’imposta lorda determinata sui redditi di cui agli articoli 49, con esclusione di quelli indicati nel comma 2, lettera a), e 50, comma 1, lettere a), b), c), c-bis), d), h-bis) e l), del testo unico delle imposte sui redditi, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, sia di importo superiore a quello della detrazione spettante ai sensi dell’articolo 13, comma 1, del citato testo unico delle imposte sui redditi diminuita dell’importo di 75 euro rapportato al periodo di lavoro nell’anno.”
A partire dal 1° gennaio 2024 quindi, il diritto al bonus di 100 euro al mese in busta paga sarà garantito ai dipendenti con redditi fino a 15.000 euro, qualora l’imposta lorda dovuta sia di importo superiore alle detrazioni IRPEF spettanti, pari a 1.955 euro per periodo d’imposta, ma da queste bisognerà sottrarre l’importo di 75 euro rapportato al periodo di lavoro nell’anno.
Bonus 100 euro 2024, come cambia il trattamento integrativo
Quella prevista dalla bozza del decreto attuativo della riforma fiscale in materia di IRPEF è quindi una modifica di raccordo, necessaria per evitare penalizzazioni nel passaggio al nuovo sistema di aliquote e scaglioni operativo dal 1° gennaio 2024.
Dal punto di vista pratico quindi non cambia la platea dei lavoratori beneficiari del trattamento integrativo, riconosciuto in misura piena ai titolari di redditi fino a 15.000 euro e, a specifiche condizioni, fino alla soglia dei 28.000 euro.
Per quanto concerne il calcolo del valore delle detrazioni IRPEF sui redditi da lavoro dipendente, per la verifica della “capienza” dell’imposta e conseguentemente dei casi in cui spetta il bonus di 100 euro, la previsione di una riduzione di 75 euro all’importo di 1.955 euro porta la soglia ai 1.880 euro previsti attualmente.
Una misura, quella prevista dal decreto di riforma dell’IRPEF, che quindi conferma le regole già vigenti ma che dovrà essere tenuta in conto da parte di chi si occupa della gestione operativa delle procedure di erogazione del trattamento integrativo riconosciuto ai lavoratori dipendenti.
Resta quindi la regola che prevede il riconoscimento del bonus di 1.200 euro in caso di reddito fino a 15.000 euro qualora vi sia capienza dell’IRPEF lorda rispetto alle detrazioni per lavoro dipendente.
Confermate anche le regole previste per il riconoscimento del trattamento integrativo per i titolari di redditi fino a 28.000 euro, che continueranno a beneficiare del bonus in busta paga se l’importo di specifiche detrazioni per oneri (per carichi di famiglia, per reddito da lavoro dipendente e assimilati, per interessi passivi su prestiti o mutui contratti entro il 2021, per le rate relative alle spese sostenute fino al 31 dicembre 2021 riferite a spese sanitarie, interventi di recupero del patrimonio edilizio e di riqualificazione energetica degli edifici, nonché a detrazioni previste da altre disposizioni normative) sia superiore all’IRPEF lorda dovuta.
In tal caso tuttavia l’importo del trattamento integrativo continuerà ad essere determinato sulla base della differenza tra la somma delle detrazioni di cui sopra e l’imposta lorda.
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