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Wednesday, July 26, 2023

Stellantis, Tavares: «Un milione di veicoli in Italia, presto accordo con il governo. Ue non sia autofobica» - Corriere della Sera

Stellantis e il governo italiano sono vicini a chiudere un accordo sull’auto. «Entro poche settimane sono convinto troveremo un’intesa sul piano per raggiungere l’obiettivo di produrre un milione di veicoli all’anno nel Paese», ha anticipato l’amministratore delegato del gruppo, Carlos Tavares, nel corso di una conferenza stampa. Poiché fra auto e furgoni il gruppo nato dalla fusione fra Fiat-Chrysler e Peugeot ha fabbricato in Italia circa 685 mila unità nel 2022, la sua produzione dovrebbe aumentare di circa un terzo, impresa non facile in un mercato ancora lontano dai numeri pre-pandemia e minacciato dalla concorrenza cinese. «Credo che la soglia del milione sia raggiungibile, ma l’equazione ha due termini: la nostra quota di mercato in Italia e la dimensione del mercato domestico», ha avvertito il manager portoghese.

Ricavi per quasi 100 miliardi

Sotto il primo profilo, Tavares ha ostentato fiducia, rinfrancata dai risultati record ottenuti da Stellantis nei primi sei mesi dell’anno: 98,4 miliardi di ricavi (+12%) e quasi 11 miliardi di utile (+37%). «Abbiamo la capacità produttiva per arrivare a un milione di auto in Italia e stiamo costruendo i vantaggi competitivi necessari ad accrescere la nostra quota di mercato mantenendo un’elevata redditività», ha rimarcato. «Il nostro margine di profitto nel primo semestre è stato superiore a quello di Tesla (14,1 contro 10,2%) e le nostre vendite mondiali di auto elettriche sono cresciute del 24% a 169 mila unità: dobbiamo fare ancora meglio, ma abbiamo tutte le risorse e le competenze necessarie per accelerare nello sviluppo dei software e nell’elettrificazione della flotta».

I rischi per la Panda

La preoccupazione di Tavares riguarda invece il secondo termine dell’equazione del milione di auto, la dimensione del mercato domestico. «Non siamo in grado di influenzare la quantità di immatricolazioni, è compito dei governi sostenere la domanda e garantire la libertà della mobilità». Secondo il manager, l’Unione europea non si è mossa sinora in questa direzione. «Se si vuole proteggere la produzione nazionale, non si può essere autofobici, imponendo per esempio restrizioni alla circolazione nelle grandi città», ha avvertito, ribadendo la richiesta al governo italiano di bloccare l’applicazione dei nuovi standard di emissione Euro 7 per i veicoli diesel e benzina. «Sono regolamenti molto costosi per i costruttori ma con un beneficio marginale per l’ambiente: rischiano di uccidere la Panda, una vettura molto importante per il sistema industriali italiano».

Gli incentivi alla domanda

L’accordo fra Stellantis e governo dovrebbe però vertere soprattutto sugli incentivi alla domanda di auto elettriche e a basse emissioni. «In Italia e in Germania si è visto che, non appena vengono ritirati i sussidi, il mercato collassa», ha ricordato. «Occorre consentire alla classe media l’acquisto di vetture a prezzi accessibili, altrimenti non sarà possibile incrementare i volumi degli impianti nazionali». Sul punto Tavares ha sottolineato che la discussione con il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, è costruttiva. Non è da escludere che il piano per l’auto possa contemplare una qualche forma di privilegio nell’accesso agli incentivi alla produzione sul territorio europeo, secondo un modello già sperimentato dall’Inflation Reduction Act americano.

La concorrenza cinese

La concorrenza cinese sta del resto diventando più incalzante. «I costruttori cinesi incontrano problemi di crescita nel mercato domestico e stanno quindi puntando sulle esportazioni per saturare la capacità produttiva», ha avvertito Tavares. «L’Unione europea ha deciso di approvare un regolamento che è ideale per l’industria dell’auto cinese che sull’elettrico ha un vantaggio di costo del 25% rispetto ai concorrenti occidentali». Questo significa che le case orientali sono in grado di vendere a un prezzo inferiore, movente tuttora determinante nelle scelte d’acquisto dei consumatori. Anche perché l’Ue non ha adottato dazi sulle importazioni dalla Cina. «Avevo avvertito del pericolo già sei anni fa, ma non mi hanno ascoltato: ora gli Stati europei sono preoccupati per la produzione nazionale, ma è troppo tardi per adottare contromisure», ha concluso Tavares. «Questa concorrenza sui prezzi metterà in crisi alcune case occidentali, sarà una selezione darwiniana: noi siamo una scuderia da corsa, siamo competitivi, profittevoli e pronti a combattere».

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