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Sunday, June 25, 2023

Bernard Arnault al suo mega yacht vietato l'ingresso nel porto di Napoli. E il miliardario se ne va - Corriere della Sera

di Anna Paola Merone

All'imbarcazione  del patron di Lvmh (che controlla Dior, Bulgari, Fendi, Givenchy, Louis Vuitton, Tiffany e Moët & Chandon) non è stato concesso di attraccare a Mergellina

Il Simphony è rimasto all’àncora per tutta la giornata di venerdì al largo di via Caracciolo, a poca distanza da Castel dell’Ovo. Al super yacht di Bernard Arnault non è stato concesso di attraccare a Mergellina, unico porto di riferimento a Napoli per le grandi barche. E così il patron di Lvmh — multinazionale cui fanno capo aziende del lusso fra cui Christian Dior, Bulgari, Fendi, Givenchy, Louis Vuitton, Tiffany, Moët & Chandon, Veuve Clicquot — dopo uno sguardo lanciato verso Capri e il Golfo si è diretto verso altri porti. Dove attraccare e scendere a terra non è un problema.
Anche Barry Diller, ad di una società attiva nel campo del cinema e dei media cui fanno capo Expedia e Tripadvisor, ha rinunciato a Napoli. Con il suo Eos — una goletta tre alberi che il miliardario, marito della stilista Diane von Fürstenberg ha acquisito nel 2009 — si è diretto altrove. Neanche il suo veliero — uno dei più grandi yacht a vela privati al mondo, lungo 90 metri — secondo il Regolamento che la Capitaneria di Porto ha introdotto da quest’anno, per motivi di sicurezza non può entrare nel porto di Mergellina. 

La regola

Una disposizione contro la quale ha tuonato il leader degli industriali partenopei Costanzo Jannotti Pecci, puntando il dito contro una norma che impedisce al turismo di lusso di fare rotta su Napoli. Una regola che impone lo stop alle barche lunghe più di 75 metri alle quali è vietato entrare nel porto turistico. Massimo Luise è uno degli amministratori del molo di Mergellina, quello dei vip. Ed è sempre restio a commentare le ordinanze. «Ci sono le regole e noi le rispettiamo, ma in questo caso non si può non rilevare che le ripercussioni di questa disposizione sono notevoli. Da quest’anno l’impossibilità di accogliere una categoria di imbarcazioni di enorme prestigio comporterà la perdita per il nostro territorio in termini economici di cifre importanti: solo per l’indotto dai 50 ai 100mila euro al giorno. In una stagione decine e decine di milioni».

Gli altri scali

Le barche che non si fermano a Napoli vanno lontano. Luise racconta che in tanti restano nel Mediterraneo, ma fanno rotta su Malta, Spagna e Francia. «È un peccato per Napoli, che è una città speciale piena di cultura e tradizione e con un aeroporto di riferimento, non poter più accogliere ospiti del calibro di Leonardo Di Caprio, Johnny Depp, Jeff Bezos e Jennifer Lopez che negli anni scorsi sono stati qui. Confido che gli organi competenti, che hanno sempre supportato l’industria turistica di eccellenza, anche questa volta trovino una soluzione che possa coniugare la sicurezza con i benefici economici e di immagine di cui la nostra città necessita. Il turismo è il nostro petrolio — aggiunge Luise —. E non si può dimenticare che ciò che si muove al seguito di un maxi yacht è notevole. Con ogni barca ne viaggiano almeno altre dieci e gli occupanti arrivano con aerei privati e hanno bisogno di servizi che fino ad ora Napoli ha saputo dare: è stata accogliente e propositiva sotto diversi punti di vista. È una città senza limiti con bellezze naturali, artistiche, archeologiche, grande appeal. Che offre davvero molto». 

Le restrizioni

Il danno anche relativo al business dal momento che c’è chi ha fatto base in città per fare affari e valutare investimenti sul territorio. Con le nuove regole, per essere chiarissimi, non potranno approdare con la nuova barca neanche i fedelissimi Dolce e Gabbana. Nè pensare di fare qui una festa come quella che organizzarono pochi anni fa che portò a Napoli decine di navi oltre i 30 piedi e in pochi giorni movimentò milioni, soldi di cui beneficiò tutto il Golfo.


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25 giugno 2023 ( modifica il 25 giugno 2023 | 09:37)

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