Aumentano quest’anno le imposte di Imu e Tari sui rifiuti per i cittadini di tantissimi Comuni e in molti casi si tratta di aumenti ancora nascosti e che solo verso la fine dell’anno si dovranno effettivamente pagare e aumentano, contestualmente, in moltissime regioni anche le imposte locali, con il risultato di un importante peso fiscale nelle tasche dei cittadini.
- Aumenti Imu e Tari 2023 ancora non si vedono ma ci sono
- Importanti aumenti anche di imposte locali e regionali
Aumenti Imu e Tari 2023 ancora non si vedono ma ci sono
Secondo quanto riportano le ultime notizie, sono previsti aumenti quest’anno sia dell’Imu che dell’imposta Tari sui rifiuti, e si tratta di aumenti che non sempre sono già visibili e da pagare. Ci sono ma non si vedono, come si svuol dire, soprattutto per l’Imu.
Il motivo di rialzo di Imu e Tari sui rifiuti è da ricercare nella facoltà che ogni singolo Comune ha nella definizione delle relative aliquote di pagamento delle imposte. I Comuni possono, infatti, prevedere per l’Imu, tramite Decreto del Mef, modifiche e aumenti delle aliquote Imu ed è stato stabilito che, in mancanza di una delibera approvata e pubblicata tempestivamente entro il 28 ottobre dell’anno di riferimento, si applicano le aliquote di base Imu e non più quelle vigenti nell’anno precedente, come prima accadeva.
Per permettere al Mef di pubblicare entro il 28 ottobre di ogni anno le nuove aliquote di pagamento Imu, i Comuni devono trasmetterle entro il termine del 14 ottobre dello stesso anno ein via telematica, ciò significa che c’è tempo fino al prossimo mese di ottobre per fissare nuovi aumenti Imu, che certamente in quasi tutti i Comuni ci saranno, per poi procedere al ricalcolo dell’imposta a dicembre per il pagamento del saldo in programma il 16 dicembre, dopo il primo acconto del 16 giugno.
Anche per la Tari sui rifiuti spetta ai Comuni stabilire le aliquote di pagamento dell’imposta e anche in tal caso sono molti i Comuni che hanno già deciso di aumentarle mentre altri sono ancora in fase di delibera. A differenza dell’Imu, infatti, per il pagamento della Tari non sono fissate scadenza universali e uguali in tutti i Comuni ma ognuno decide i tempi di pagamento dell’imposta, che possono essere in due o anche tre rate nell’anno.
Per verificare i pagamenti Tari richiesti dal proprio Comune, si dovrebbe in realtà ricevere apposito bollettino precompilato. In caso contrario si può effettuare il pagamento dell’imposta con modello F24, con bollettino postale, o con Mav.
Importanti aumenti anche di imposte locali e regionali
Agli aumenti di Imu e Tari sui rifiuti che in moltissimi casi ancora non si vedono ma che si preparano a pesare sulle tasche degli italiani si aggiungono anche gli aumenti di imposte locali e regionali già decisi quest’anno e che in tantissimi Comuni sono elevati.
Ogni Comune e regione ha, infatti, avuto la possibilità di definire le aliquote di pagamento dell’Irpef locale con possibilità di aumenti o anche ribassi, in base alle condizioni economiche e finanziarie locali, e molte regioni e Comuni hanno rivisto le aliquote Irpef locali con grandi aumenti.
Tra le prime realtà locali dove è aumentata l’Irpef regionali c’è il Lazio, che ha deciso di mantenere l’aliquota dell’1,73%, (1,23, aliquota base, più 0,50 aliquota sanità) per il primo scaglione di reddito fino a 15 mila euro, mentre per tutti gli altri, 15-28 mila, 28-50 mila e oltre 50 mila, ha applicato la maggiorazione dell’1,60, arrivando così al 3,33%, il massimo permesso dalla normativa nazionale.
Irpef locale più alta anche nel Comune di Napoli, dove è aumentata dello 0,1% e da cui sono esenti solo i contribuenti con redditi fino 12mila euro.
Anche la Lombardia ha rivisto le aliquote Irpef regionali ma solo per i redditi sopra i 75 mila euro, per cui gli scaglioni di reddito e le attuali relative aliquote delle tasse regionale sono le seguenti:
- per i redditi fino a 15 mila euro, l’aliquota è dell’1,23%;
- per i redditi tra 15 mila e 28 mila euro, l’aliquota è dell’1,58%;
- per i redditi tra i 28 mila e i 50 mila euro, l’aliquota è dell’1,72%;
- per i redditi oltre i 50 mila euro, l’aliquota è dell’1,73%.
- per i redditi fino a 15mila euro, una maggiorazione dello 0,39%
- per i redditi oltre i 15mila e fino a 28mila euro, dello 0,90%
- per i redditi oltre 28mila e fino a 50mila euro, dell’1,52%
- per i redditi oltre 50mila, del 2,10%.
Sono aumentate le imposte locali anche in Liguria, Marche e Umbria, che hanno previsto esenzioni per coloro che hanno redditi fino a 15mila euro. In particolare, nelle tre regioni le novità approvate sono le seguenti:
- per redditi tra 15mila e 28mila euro, in Liguria la maggiorazione Irpef decisa è dello 0,58%, nelle Marche dello 0,30% e in Umbria dello 0,39%;
- per redditi tra 28mila e 50mila euro, in Liguria la maggiorazione Irpef stabilita è dell’1,8%, nelle Marche dello 0,47% e in Umbria dello 0,44%;
- per redditi oltre 50mila, in Liguria la maggiorazione Irpef fissata è dell’1,10%, nelle Marche dello 0,50% e in Umbria dello 0,60%.
Ad aumenti Imu e Tari (che non si vedono ma ci sono) si affianca aumento imposte locali e regionali per tutti - Business Online
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