Il tema dei pagamenti digitali resta centrale in Italia. Per due motivi: la difficoltà ad accrescere l'utilizzo di moneta elettronica; e la difficoltà a trovare un compromesso al prezzo delle commissioni, con cui si pagano i vari intermediari - da chi ha emesso la carta fino a chi convalida la transazione - che intervengono quando una persona paga con carta di credito o di debito in un negozio.
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È in fase di valutazione, quindi, un compromesso: niente commissioni per i pagamenti fino a 10 euro e commissioni più basse di quelle attuali fra 11 e 30 euro, secondo quanto ha riportato Reuters. Ciò si applicherebbe a tutti gli esercizi commerciali con un fatturato annuale massimo di 400.000 euro.
A opporsi a una simile soluzione sarebbero le imprese direttamente coinvolte, in primis Nexi, perché minerebbe alla loro fonte di profitti. Un nuovo incontro è attualmente fissato per il 20 aprile, ma in ogni caso, l'accordo fra le parti viene definito difficile, per ora.
A giugno 2022 sono state introdotte le sanzioni per gli esercenti che non accettano pagamenti con moneta elettronica. Una norma, in realtà, già presente da tempo, ma per cui non erano previste le sanzioni.
Successivamente, il governo guidato da Giorgia Meloni, che si è insediato lo scorso autunno, aveva scelto di inserire un tetto minimo ai pagamenti attraverso il POS prima di far scattare la sanzione: novità che è poi stata tolta a seguito dei rilievi della Commissione Europea.
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La maggior attenzione verso la lotta all'evasione fiscale è infatti uno dei capisaldi dell'accordo per ottenere i soldi per finanziari i progetti che fanno parte del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).
L'intenzione del Governo, quindi, è quella di proseguire con l'approccio più favorevole nei confronti degli esercenti, ma trovando un quadro normativo che sia compatibile con le norme europee.
Il Governo vorrebbe tagliare le commissioni sui piccoli pagamenti con carta. Le banche non sono d'accordo - DDay.it
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