L'interesse verso le misurazioni
Questa edizione dei Best workplaces è stata caratterizzata da una netta crescita di organizzazioni che hanno partecipato. Sono state infatti 303, dalle 210 del 2021, «a riprova del crescente interesse verso metodi di misurazione oggettivi e l'apprezzamento verso i feedback dei propri collaboratori sulla loro esperienza lavorativa», dice il ceo di Great place to work, Alessandro Zollo.
I dipendenti intervistati sono stati 163mila, con un tasso di risposta pari a circa l'84%. Tra i motivi di questa crescita ci sono «sicuramente l'effetto post-pandemico, la trappola dell'azienda-commodity, l'evoluzione dell'Italia manageriale, tant'è che oggi 31 aziende su 60 in classifica sono italiane (il 52%), mentre 10 anni fa erano 8 su 35 (23%). Ma anche il costo delle dimissioni che riporta in ruoli centrali la retention e l'attraction delle persone, e poi il tema delle persone felici che rendono felice il business», continua Zollo. Il Trust index tiene conto di diversi fattori e mostra un miglioramento del 2%, così come anche la overall satisfaction.
La classifica
Entrando nel dettaglio della classifica dei Best workplaces, come ci spiega il presidente di Great place to work, Beniamino Bedusa, tra i temi importanti c'è sicuramente quello occupazionale, ma anche quello motivazionale. «Le migliori aziende - dice Bedusa - aumentano in media del 15% la loro forza lavoro rispetto allo scorso anno, hanno il 95% di fiducia nella propria leadership e riescono a raggiungere risultati importanti su temi difficili da affrontare come la meritocrazia, con il +23% rispetto al panel delle 303 aziende analizzate, e la correttezza, con il +19%. Risultati che hanno un peso ancora più importante perché raggiunti dopo anni di importanti scossoni organizzativi».
Così, se prendiamo Bending Spoons, l'amministratore delegato, Luca Ferrari, ci racconta che «la flessibilità negli orari di lavoro, una retribuzione competitiva e il nostro ritiro aziendale annuale sono tutti aspetti apprezzati ma non c'è benefit più grande che lavorare con persone straordinariamente appassionate, creative, collaborative e ambiziose. Sono convinto che l'enorme investimento e la sofisticazione nel selezionare i nostri colleghi siano fra i nostri principali punti di forza». La società che nel 2022, prima dell'acquisizione di Evernote, ha fatturato 158 milioni di dollari, ha molte ambizioni di crescita. Come i suoi collaboratori che sono 350, in prevalenza ingegneri del software, ricercatori in Ai, scienziati dei dati.
Chi è in ritardo
Secondo la ricerca di Great place to work in ritardo sull'ascolto delle persone ci sono ancora tante aziende di settori strategici. Un esempio è il commercio all'ingrosso e al dettaglio, alberghi e ristorazione, sanità e assistenza sociale. Zollo, osserva che «la grande distanza tra le aziende eccellenti ed il panorama medio italiano è ancora molto sconfortante. Da uno studio della John Hopkins University su un campione di 2.000 lavoratori italiani a cui è stato sottoposto il questionario Trust Index©, emergono distanze preoccupanti: 50 punti percentuali sul riconoscimento dei benefit con l'83% per le best contro il 33% per la media italiana. O 42 punti rispetto al work-life balance con l'86% contro il 44%. E poi 38 punti percentuali rispetto alla meritocrazia con 79% contro il 41%, solo per citarne alcuni».
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