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Monday, April 24, 2023

Credit Suisse, continua la fuga dei clienti: addio a 68 miliardi di dollari di depositi in tre mesi - Corriere della Sera

Il passaggio di mano non ha convinto i clienti del Credit Suisse che restano poco fiduciosi sul futuro della banca e continuano a scappare. I correntisti dell’istituto di credito svizzero, salvato in marzo da Ubs che sta completandone l’acquisizione per risolvere la potenziale crisi di liquidità, stanno continuando a togliere i loro soldi dai depositi. Lo dice la stessa Credit Suisse, che in una nota diffusa il 24 aprile a corredo dei risultati finanziari rivela due notizie: a) nel primo trimestre di quest’anno il gruppo elvetico ha registrato «significativi deflussi netti di asset», cioè una fuga di depositi pari a 61,2 miliardi di franchi svizzeri (68 miliardi di dollari al cambio di 0,8920 franchi per un dollaro e circa 62 miliardi di euro al cambio del 24 aprile), il 5% degli asset in gestione a fine 2022; b) la fuga di denaro dai depositi «ha rallentato ma non si è ancora invertita».

L’altalena dei deflussi
Sergio Ermotti, ceo di Ubs
Sergio Ermotti, ceo di Ubs

Nel comunicato si legge che i deflussi «sono stati più acuti nei giorni immediatamente precedenti e seguenti l’annuncio della fusione» con l’Ubs guidata dal ceo Sergio Ermotti. Poi «si sono stabilizzati a livelli molto più bassi ma non hanno ancora invertito la tendenza del 24 aprile».

L’utile con Ubs

I risultati finanziari di Credit Suiss nel primo trimestre, grazie al passaggio a Ubs, sono positivi: l’utile è balzato a 12,4 miliardi di franchi, contro una perdita di 1,39 miliardi nello stesso periodo del 2022, in seguito alla svalutazione di 15 miliardi di franchi dei titoli subordinati At1, deciso per favorire la transazione con Ubs, spinta dal governo elvetico. I deflussi di capitali avevano raggiunto i 123,2 miliardi di franchi nel 2022, di cui 110,5 miliardi nel solo quarto trimestre. Alla fine dello scorso anno, il patrimonio gestito dall’istituto di credito era di circa 1.290 miliardi di franchi, quello di Ubs ammontava invece a 3.960 miliardi, nota l’Adnkronos.

La nuova poltrona per il controllo dei rischi

È stato anche annunciato che Christan Blum, il chief risk officer di Ubs, continuerà a ricoprire il ruolo «per il prossimo futuro, benché avesse annunciato in novembre che avrebbe lasciato, e rimarrà membro della direzione generale. Secondo osservatori, questo ritarderebbe il passaggio di consegne, inizialmente previsto per il primo maggio, a Damian Vogel, che sta assumendo il nuovo ruolo di responsabile dell’integrazione fra i due istituti di credito. «L’impegno attivo di questi due esperti del rischio garantirà che saremo ben preparati e adeguatamente posizionati in quest’area, cosa fondamentale per il nostro successo futuro», ha detto Ermotti, in chiave di rassicurazione dei mercati. In Borsa il titolo Credit Suisse saliva alle ore 10 dell’1,52% (-1,91% dal 18 aprile) e Ubs dell’1,30%, riducendo al -3,34% la perdita degli ultimi cinque giorni.

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