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Monday, January 30, 2023

Alleanza Renault Nissan: ecco cosa cambia - AlVolante

UNO SCOSSONE DOPO DECENNI - La notizia ha del clamoroso: l’assetto societario dell’alleanza tra Renault e Nissan vedrà a breve un profondo cambiamento che interesserà i due partner più grandi. L'annuncio è arrivato dopo quasi quattro mesi di intensi colloqui che, secondo fonti della Reuters, sono stati piuttosto travagliati soprattutto per questioni legate alla condivisione della proprietà intellettuale anche perché Renault si è attivata per costruire una serie di accordi con società esterne a quelle che formano l’Alleanza. Un segno di queste difficoltà traspariva dalle parole di Luca De Meo che parlava di “treno in partenza e di viaggiatori che dovevano decidere se salire a bordo” (qui la notizia). Dal comunicato stampa leggiamo che “l’ambizioso obiettivo è quello di rafforzare ulteriormente i legami dell’Alleanza e accentuare al massimo la creazione di valore per tutti gli stakeholder con un approccio in tre fasi”. La prima prevede un rilancio della partnership con progetti operativi a forte creazione di valore basati in America Latina, India ed Europa e che si svilupperanno lungo le direttrici dei mercati, dei veicoli e delle tecnologie. Non c’è molto di rivoluzionario in questa parte dell’accordo, ma le cose cambiano già leggendo della seconda fase.

TURBINIO DI AZIONI - Nel secondo punto si parla infatti di come “Nissan investirebbe in Ampere, la società del settore elettrico e del software fondata dal Gruppo Renault, per diventarne un azionista strategico”. Sappiamo che Ampere (il fisico francese che ha introdotto il concetto di intensità della corrente si chiamava André-Marie Ampère) è il nome di una delle nuove divisioni del Groupe Renault che potrebbe essere quotata in borsa già da quest’anno (qui per saperne di più). 

La dichiarazione non ha dettagliato la consistenza di questa quota, ma una persona che ha familiarità con i negoziati, citata da Automotive News, ha affermato che Nissan è pronta a investire fino al 15%. Il business legato al motore a scoppio vedrebbe come azionisti Renault al 40%, Geely al 40% mentre una compagnia petrolifera avrebbe il 20%, con quest’ultima che conferirebbe expertise nello sviluppo dell'idrogeno verde e dell'infrastruttura necessaria a distribuirlo per rendere le auto a celle a combustibile a idrogeno più accessibili. Secondo Reuters la compagnia in questione sarebbe la potentissima Aramco, il produttore petrolifero statale dell'Arabia Saudita che è ovviamente interessato anche nei motori a scoppio. 

Ancor più dirompente è la terza fase, al termine della quale “Il Gruppo Renault e Nissan manterrebbero una partecipazione incrociata del 15%, con un impegno di lock-up (impegno a non vendere prima di un periodo prestabilito) e un obbligo di massimale delle partecipazioni. Sarebbero entrambe in grado di esercitare liberamente i diritti di voto connessi alla partecipazione diretta del 15%, con un tetto massimo del 15%”.

RIVOLUZIONE SOCIETARIA - Questa semplice frase segna in realtà un cambiamento profondo nelle partecipazioni incrociate tra Renault e Nissan, che sono state a lungo fonte di tensione e frustrazione all'interno di Nissan perché molto sbilanciate a favore dei francesi (la Renault detiene oggi il 43% della Nissan e quest'ultima il 15% della Renault). Quest’ineguaglianza era un ‘residuo’ del salvataggio che Renault ha svolto a favore di Nissan: l’azienda giapponese nel 1999 era sull’orlo di una bancarotta e la casa francese l’ha recuperata acquisendo una quota azionaria di controllo che gode inoltre di sostanziosi privilegi in termini di diritti di voto.

A complicare i rapporti l'arresto in Giappone nel 2018, per mai chiariti fino in fondo motivi fiscali e finanziari, dell'ex presidente dell'Alleanza Carlos Ghosn, espressione di Renault. Il top manager, dopo esser fuggito in Libano, si è dichiarato ‘vittima di un complotto’ e si è tolto vari sassolini dalle scarpe (qui per saperne di più). Questo ribilanciamento azionario sarebbe distensivo nei rapporti fra Renault e Nissan perché anche la revisione dei rapporti societari nota con il nome Restated Alliance Master Agreement è stato anch’esso oggetta di discussioni.

UN TRUST PER VENDERE - Per scendere al 15% dell’azionariato “Il Gruppo Renault trasferirebbe il 28,4% delle sue azioni Nissan in un fondo fiduciario francese, in cui i diritti di voto sarebbero ‘neutralizzati’ per la maggior parte delle decisioni ma in cui i diritti economici (dividendi e proventi dalla vendita delle azioni) andrebbero sempre interamente a vantaggio del Gruppo Renault fino alla vendita delle azioni stesse. Il Gruppo Renault impartirebbe al fondo fiduciario l’ordine di vendere le azioni Nissan con un processo ordinato e organizzato, se le condizioni economiche risultassero ragionevoli per il Gruppo Renault, ma non avrebbe l’obbligo di venderle entro un lasso di tempo specifico e predeterminato”. Questo sostanzioso pacchetto di azioni continuerebbe quindi a portare vantaggi economici per Renault, ma non avrebbe un potere decisionale perché depositato in un trust. L’Alliance Operating Board continuerebbe ad essere l’organo di coordinamento e l’accordo sarà sottoposto ai consigli di amministrazione del Gruppo Renault e di Nissan per l’approvazione definitiva.

NEL NOME DEGLI EV (CONNESSI) - Anche la grande società attiva nei semiconduttori, Qualcomm, dovrebbe entrare in Ampere, che si concentrerà principalmente sullo sviluppo e la vendita di veicoli elettrici e quindi conformi alle prossime rigide normative europee sulle emissioni, che culminerà nello stop totale delle vendite di veicoli con motori termici nel 2035, salvo revisioni nel 2026. In effetti Qualcomm ha già importanti patnership con Renault e LG per l’infotainment di bordo OpenR Link (qui la notizia) e i legami si stringeranno ancora. 

Nissan e la sua controllata Mitsubishi Motors avranno accesso alla tecnologie di Ampere per le loro gamme europee anche se Nissan dovrebbe continuare lavorare sulle proprie tecnologie EV, secondo una fonte anonima. Il filo di questo accordo, che potrebbe essere esplicitato già a febbraio, è che la transizione elettrica procede (per proprio conto rispetto al business tradizionale), ma è costosa e quindi occorrono nuovi finanziamenti. I nuovi partner tecnologici curano inoltre la parte elettronica e infotelematica, ‘componenti’ ormai alla pari con quelli meccanici, e questo fa capire quanto le automobili della Renault saranno informatizzate e connesse.

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