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Saturday, August 20, 2022

Inflazione: Axios, segnali che sta rallentando - La Stampa

L’inflazione galoppa ma in realtà i prezzi di molte materie prime - legname, petrolio, benzina, immobili, acciaio, cobalto, cereali, uova - sono in calo e le catene di approvvigionamento stanno iniziando a normalizzarsi. È l’analisi di Axios Markets, secondo cui «i prezzi elevati e le strozzature dei prodotti non sono scomparsi, ma stanno migliorando molto».

L’impennata dei prezzi del legno - viene spiegato - è stata la punta di diamante della corsa all'inflazione del 2021, e anche all'inizio di quest’anno i prezzi erano ancora in crescita. Da marzo sono scesi di circa il 60%. I prezzi dei veicoli usati, trainati dal blocco della produzione a causa del Covid, sono stati un fattore chiave dell'inflazione nel 2021. Quest'anno sono sostanzialmente fermi, con gli indicatori anticipatori che suggeriscono un calo relativamente forte dei prezzi da luglio ad agosto. Per quanto riguarda il petrolio, anche prima che la guerra in Ucraina innescasse una crisi energetica globale, i prezzi del greggio e della benzina erano in netto aumento. Ma da quando le quotazioni hanno superato i 120 dollari al barile a marzo, sono scesi di oltre il 25%.

Una categoria chiave per l’inflazione è poi quella degli alloggi, che rappresenta una quota massiccia dell'indice dei prezzi al consumo. Anche in questo caso, ha iniziato a delinearsi una marcata tendenza al ribasso dei prezzi. E anche i rallentamenti della catena di approvvigionamento si stanno attenuando, in quanto i vincoli sul trasporto stanno rapidamente tornando ai livelli pre-crisi. Per i mercati finanziari, l'inflazione inarrestabile è stata il rischio principale dell'ultimo anno, in quanto potrebbe portare a un forte aumento dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve e alla possibilità molto concreta di una recessione, entrambi fattori che potrebbero schiacciare i prezzi delle azioni. Ma «solo perché i prezzi sono in calo, non significa che le cose siano a buon mercato», viene fatto notare.

«I prezzi complessivi sono molto più alti rispetto a prima dell'inflazione dell’era Covid. In linea di massima, i prezzi non torneranno a essere quelli di prima. Mai». La conclusione è che dal punto di vista del mercato azionario, il calo dei prezzi e' un'ottima notizia, se continua ad esserlo, perchè significa che la Fed potrebbe non dover generare uno shock dei tassi. «Naturalmente - è la conclusione - c’è sempre la possibilità che emerga una mutazione demoniaca del Covid e che si torni al punto di partenza. Ma incrociamo le dita».

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