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(Il Sole 24 Ore Radiocor) - I timori della recessione, amplificati dalla corsa senza sosta dei prezzi del gas, mandano al tappeto i listini europei nella prima seduta di una settimana che sarà segnata dall’attesa per il simposio dei banchieri centrali a Jackson Hole negli Usa, in calendario da giovedì. Gli investitori temono che il presidente della Fed, Jerome Powell, in versione “falco”, confermi un atteggiamento aggressivo in politica monetaria per contrastare l'inflazione (mossa considerata necessaria anche dal numero uno della Bundesbank, Joachim Nagel, che in un'intervista ha ribadito la necessità di continuare ad alzare i tassi dell'eurozona nonostante la probabile recessione in Germania). A pesare sui mercati sono così le prospettive di una rallentamento della domanda globale, con il “super dollaro” che ha raggiunto la parità con l’euro a 0,995 (ai massimi dall'autunno 2002) e un doppio effetto sul fronte energetico: il netto calo del petrolio (-4%) e l’impennata del gas sopra i 270 euro al MWh, innescata dall'annuncio dello stop delle consegne russe attraverso il gasdotto Nord Stream 1 per tre giorni da fine agosto. In questo clima di tensione, il FTSE MIB a Milano chiude in territorio negativo, ma sopra i minimi di seduta, zavorrato dalle vendite sui titoli più ciclici, a partire da auto e banche. Tra le peggiori Saipem, Stellantis, Telecom Italia, e Unicredit. Tra le poche in controtendenza Recordati ed Eni grazie anche all'annuncio della scoperta di un mega-giacimento di gas al largo di Cipro
Wall Street in calo, clima nervoso in attesa Jackson Hole
In calo anche Wall Street, in scia ai mercati europei. A incidere sono le prospettive di rallentamento dell'economia globale, rese più preoccupanti dall'atteggiamento aggressivo delle Banche centrali, che prevedono altri decisi rialzi dei tassi d'interesse per frenare l'inflazione. C'è attesa per il simposio di Jackson Hole: venerdì, il presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, rafforzerà probabilmente il messaggio 'hawkish' della Banca centrale statunitense per combattere l'inflazione. I mercati hanno già anticipato un atteggiamento aggressivo della Fed, con il rendimento del titolo del Tesoro a dieci anni tornato a circa il 3%, dopo essere sceso fino al 2,5% all'inizio di agosto. Di conseguenza, si è rafforzato il dollaro, tornato alla parità con l'euro.
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I timori di frenata dell'economia zavorrano le banche
Sul FTSE MIB milanese, le prospettive di rallentamento dell'economia globale hanno penalizzato per tutta la seduta i titoli bancari. La corsa dei prezzi al consumo e l'allargamento dello spread tra i rendimenti dei titoli di Stato complicano inoltre la situazione del nostro Paese, come notato nel week end dal capo economista di Moody’s Analytics, Mark Zandi. Gli investitori sembrano così privilegiare al momento l'impatto di un ciclo economico negativo sui bilanci degli istituti di credito, tralasciando l'effetto positivo dell'incremento dei tassi sul margine di interesse, fattore del resto già scontato dalle quotazioni con i rialzi seguiti alla pubblicazione dei conti semestrali. Perdono così quota anche Banco Bpm, Bper e Mediobanca.
Titoli oil sotto i riflettori, greggio volatile
Dopo un avvio in "rosso" è invece passata in territorio positivo Eni, seguendo il dietro-front del prezzo del petrolio e dopo l'annuncio della scoperta di un giacimento di gas al largo di Cipro. Resta invece pesante Saipem. Per quanto riguarda il greggio, il mercato è dominato dai timori per la tenuta della domanda di energia a fronte del rallentamento dell'economia globale, colpita dalla stretta di politica monetaria. Parallelamente, il conseguente rafforzamento del dollaro contribuisce ad alimentare la pressione sulle quotazioni del barile. Sullo sfondo resta inoltre la possibilità di un incremento delle esportazioni iraniane dopo che ieri il presidente americano Joe Biden ha parlato con i leader di Francia, Germania e Regno Unito di un possibile accordo sul nucleare di Teheran.
Continua intanto il rally dei prezzi del gas naturale in Europa in seguito all'annuncio dello stop alle consegne dalla Russia attraverso il gasdotto Nord Stream 1 per tre giorni, dal 31 agosto al 2 settembre, ufficialmente per «manutenzione». Il future settembre sulla piattaforma Ttf di Amsterdam guadagna il 19,6% a 292,5 euro per megawattora dopo il nuovo record di chiusura fatto segnare venerdì a 244,5. Il massimo storico intraday è stato toccato il 7 marzo scorso a 345 euro.
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