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Monday, June 13, 2022

Crollano le Borse in Asia, lo spread vola a 228 - Economia - Agenzia ANSA

Affondano le banche a Piazza Affari, da Intesa Sanpaolo a Banco Bpm i cali in avvio di seduta sono di oltre il 3% e Saipem, maglia nera, non riesce a fare prezzo con un calo teorico del 6 per cento. Tutto questo pesa sull'indice guida della Borsa di Milano, il Ftse Mib, che in avvio di seduta affonda in calo del 2,02% a 22.090 punti.

Si preannuncia un lunedì nero per le Borse in Europa. La chiusura pesante dei listini in Asia lascia intendere quale sarà il 'mood' degli investitori e il nervosismo si riflette a partire dai futures, i contratti sugli indici, con quello sull'Eurostoxx 50 che cede oltre il 2 per cento. I futures FTSE 100 sono scesi dell'1% e quelli statunitensi dell'1,9%, mentre l'indice MSCI Asia-Pacific è sceso del 2,7%.

Si allarga ancora lo spread tra Btp e Bund, ora a 228 punti e il rendimento del titolo di Stato italiano ritocca il record già visto venerdì, salendo al 3,79% sempre ai massimi dal 2014. 

Crollano le Borse in Asia, intimorite dall'inflazione USA superiore alle attese e con le rinnovate restrizioni Covid-19 in Cina che pesano sulla propensione al rischio degli investitori. L'indice MSCI Asia Pacifico scende fino a -2,4%, i listini di Hong Kong (-3,6% in corso), Giappone (-3%) e Corea del Sud (-3,4%) sono stati tra i maggiori ribassisti. I titoli nel sud-est asiatico sono stati relativamente resilienti, con i benchmark a Singapore e nelle Filippine in calo di meno dell'1%. Contengono le perdite anche Shanghai (-1,2%) e Shenzhen (-0,8%). Gli occhi sono puntati sulle prossime mosse della Fed. 

Lo yen prosegue la fase di indebolimento sul dollaro, aggiornando il record ai minimi in 23 anni, a quota 135,20, sulle aspettative di un ulteriore allargamento del differenziale dei tassi di interesse tra Stati Uniti e Giappone. Entrambe le decisioni della Federal Reserve Usa e la Bank of Japan (Boj) sono attese questa settimana, ma in direzioni opposte: con l'attesa di un aumento del costo del denaro in America per contenere l'inflazione e la conferma della politica monetaria ultra espansiva da parte del governatore Haruhiko Kuroda. La discesa dello yen, ai minimi dall'ottobre '98 al cambio col dollaro, ha prodotto le prime reazioni delle autorità finanziarie in Giappone. In una audizione parlamentare il governatore della Bank of Japan, Kuroda, ha affermato che il repentino declino della valuta ha effetti negativi e non desiderabili sull'economia del Paese, perché aumenta l'incertezza, complicando i piani delle aziende.
Il numero uno dell'istituto ha anche detto che la Boj continuerà a monitorare gli sviluppi sui mercati monetari e il loro impatto sull'economia e sui prezzi, coordinandosi con il governo di Tokyo.
Sebbene in linea di principio uno yen debole faciliti le esportazioni, comporta anche un aumento dei costi all'importazione, in un periodo delicato della congiuntura economica in Giappone, che si traduce in rialzi delle bollette energetiche e più in generale dei prezzi al consumo, erodendo il potere di spesa dei consumatori.

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