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Sunday, January 23, 2022

Diesel Euro7, nuovo capitolo a Pratola Serra - FormulaPassion.it

Una delle notizie più importanti della settimana per il mondo automotive italiano è relativa all’impianto di produzione Stellantis di Pratola Serra, in provincia di Avellino. Qui, secondo quanto detto dall’amministratore delegato del gruppo automobilistico multinazionale, Carlos Tavares, nascerà un nuovo motore diesel Euro7, più pulito dei suoi predecessori in termini di emissioni e presumibilmente uno degli ultimi della sua generazione.

In vista dell’abbandono dei motori termici, salvo ripensamenti frutto di nuove scoperte tecnologiche, Stellantis vuole coprirsi le spalle con i futuri obiettivi sulle emissioni rendendo meno inquinanti i suoi motori ‘a gasolio’, grazie al progetto B.B2. Il propulsore sarà pronto tra poco più di un anno e la sua produzione dovrebbe accompagnare per qualche anno il momento di transizione dall’industria motoristica ‘termica’ a quella elettrica. Almeno a Pratola Serra, dunque, i lavoratori del diesel dovrebbero avere ancora molto lavoro da fare prima della fatidica ora x, che scatterà nel 2035 quando la vendita di nuovi veicoli alimentati da derivati del petrolio dovrebbe essere messa al bando.

Tavares ha inoltre espresso apprezzamenti per i lavoratori dello stabilimento irpino, sottolineando “la competenza, l’efficienza, la partecipazione e la disponibilità alla flessibilità” dimostrate di recente. Dunque, almeno a parole, tira aria buona per il diesel italiano. Ma al contempo si comprende che Pratola Serra avvierà comunque un piano trasformativo verso la produzione di componentistica per l’auto elettrica.

Come detto diverse volte dallo stesso Tavares, il futuro elettrico di Stellantis non è scolpito nella pietra. Certo, le auto a batteria del gruppo aumenteranno sempre di più, in termini numerici e di influenza, ma i marchi ex FCA e ex PSA continuano a stare alla finestra in attesa di qualcosa che salvi i loro marchi più legati al concetto di motore a combustione. Sicuramente c’è l’idrogeno su cui contare, almeno per i veicoli commerciali, e infatti il programma produttivo dei furgoni fuel cell è già ben avviato. Ma se si riuscisse a utilizzarlo anche come carburante per i vecchi propulsori, come sta provando a fare Toyota, allora improvvisamente un impianto come Pratola Serra potrebbe avere la chance di cambiare volto rimanendo ancor più fedele alla transizione. Fantamercato dei motori, ma in questo periodo storico non sarebbe una sorpresa così folle.

Pochissimi costruttori tra quelli europei, giapponesi, coreani e americani (salvo Tesla e imitazioni/ispirazioni varie) stanno puntando tutto, senza remore, sull’elettrico: la maggioranza è in attesa di far scattare di nuovo la scintilla dell’endotermico, se possibile. Gli studi continuano, e la sfida dell’Euro7 si prospetta affascinante per tecnici e ingegneri. Dall’altra parte della barricata, c’è la Cina, forte della supremazia commerciale sulla produzione delle batterie e dell’elettronica: è ovvio che ai marchi della Grande Muraglia interessi maggiormente uno sviluppo in chiave elettrica, avendo inoltre quella tipica freschezza degli ultimi arrivati, giovani e brillanti.

FP | Samuele Prosino

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