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Monday, January 31, 2022

Acciai Speciali Terni, firmato il passaggio da Thyssenkrupp al Gruppo Arvedi - La Provincia di Cremona e Crema

ESSEN/CREMONA - Il Gruppo Arvedi ha acquisito da Thyssenkrupp la società Acciai Speciali Terni (AST) e le controllate commerciali in Germania, Italia e Turchia. Il contratto è stato firmato oggi a Essen da Giovanni Arvedi e Mario Arvedi Caldonazzo, presidente e amministratore delegato del Gruppo Arvedi, e da Volkmar Dinstuhl, CEO Multi Tracks, in rappresentanza di Thyssenkrupp. Al closing dell’operazione, dopo il signing del 15 settembre 2021, si è arrivati a seguito del via libera dell’Antitrust europeo del 21 dicembre scorso e di quello dell’Antitrust turco. Con questo passaggio si conclude positivamente una trattativa complessa avvenuta in piena collaborazione con Thyssenkrupp e condotta con spirito costruttivo e leale. Thyssenkrupp manterrà una quota del 15 per cento in AST in segno di continuità e fiducia.

La firma sul closing di Mario Caldonazzo e Giovanni Arvedi

IL GRUPPO ARVEDI SI RAFFORZA

AST è uno dei quattro produttori europei di laminati piani di acciaio inossidabile, con una produzione di circa 1 milione di tonnellate e l’impiego di 2300 dipendenti.

Il Gruppo Arvedi, controllato dalla omonima famiglia, è attivo nella produzione e nella lavorazione di acciaio al carbonio e inossidabile, con oltre 4,5 milioni di tonnellate di prodotti siderurgici e 4300 dipendenti. Grazie a questa acquisizione, si consolida tra i principali players siderurgici europei, raggiungendo 7,5 miliardi di euro di fatturato e contando su 6600 dipendenti in Italia.

L’operazione rappresenta un rafforzamento del Gruppo in quanto ne completa, in una sinergia industriale, il mix produttivo.

ARVEDI PRESIDENTE, CALDONAZZO AD

Nella giornata di oggi si sono tenute le assemblee di AST e delle società controllate Terninox (Ceriano Laghetto), TK Stainless GmbH (Germania) e TK Turkey che hanno rinnovato gli organi sociali. Il Cavaliere Giovanni Arvedi è da oggi presidente di Acciai Speciali Terni e il dottor Mario Arvedi Caldonazzo amministratore delegato. Amministratori Giancarlo Stringhini, presidente delle società inox del Gruppo Arvedi, ed i “ternani” Mariano Pizzorno, confermato CFO, e Dimitri Menicali, direttore di stabilimento.

"IMPEGNO PER LA DECARBONIZZAZIONE"

Il fondatore e presidente del Gruppo Arvedi, Cavaliere Giovanni Arvedi, ha dichiarato: “Acciai Speciali Terni ha una storia importante che s’intreccia con l’interesse del nostro paese; con umiltà faremo tutto il possibile per darle il futuro che merita. Con l’acquisizione di AST, il Gruppo Arvedi si conferma un asset strategico del sistema industriale italiano e uno fra i principali operatori siderurgici europei. Il nostro impegno per AST si concentrerà sulla competitività e la sostenibilità ambientale, attraverso un piano di investimenti concentrato su impianti all’avanguardia, tecnologie innovative, ricerca e sviluppo. Continua il nostro impegno, come nei siti di Cremona e Trieste, per la decarbonizzazione anche attraverso l’impiego di idrogeno verde”.

Il CEO Multi Tracks di thyssenkrupp, Volkmar Dinstuhl, ha dichiarato: “Siamo lieti di aver trovato nel Gruppo Arvedi un nuovo proprietario per AST. Il Gruppo Arvedi guiderà lo sviluppo dell'azienda con investimenti e innovazioni e darà ai dipendenti prospettive interessanti. Questo è stato molto importante per noi durante le negoziazioni per la vendita. Auguriamo ad AST e Arvedi ogni successo per il futuro”.

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Arvedi-Ast: c'è la firma. Ad Caldonazzo, Burelli out. Nel cda Stringhini, Pizzorno e Menecali - umbriaON

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  1. Arvedi-Ast: c'è la firma. Ad Caldonazzo, Burelli out. Nel cda Stringhini, Pizzorno e Menecali  umbriaON
  2. Arvedi acquisisce la Acciai speciali Terni - Umbria  Agenzia ANSA
  3. Terni: Arvedi ha acquisito l'Ast, nasce così un Gruppo da 7,5 miliardi di euro  Terni in rete
  4. Ast passa ad Arvedi: è il giorno della firma  umbriaON
  5. Arvedi acquisisce la Acciai speciali Terni, il ministro Giorgetti plaude l'intesa  TGCOM
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Benzina: Qe, prezzo self supera 1,8 euro al litro - Agenzia ANSA

Nuovo aumento dei prezzi dei carburanti: in base all'elaborazione di Quotidiano Energia sui comunicati dai gestori all'Osservaprezzi carburanti del Mise, il prezzo medio nazionale praticato della benzina in modalità self sale a 1,802 euro al litro (venerdì era 1,788), con i diversi marchi compresi tra 1,790 e 1,822 euro al litro (no logo 1,778). Il prezzo medio praticato del diesel self raggiunge 1,676 euro al litro (venerdì 1,661) con le compagnie posizionate tra 1,667 e 1,688 euro al litro (no logo 1,659). Quanto al servito, per la benzina il prezzo medio praticato va a 1,933 euro al litro (venerdì 1,918). 
   

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Sunday, January 30, 2022

Nuovo diesel Euro 7 Stellantis: come e dove potrebbe essere utilizzato - Quattroruote.it - Quattroruote

In un’epoca in cui si parla prevalentemente di lanci d’inediti modelli a corrente, fa notizia l’annuncio di un nuovo motore diesel omologato Euro 7, italiano, da realizzare nello stabilimento di Pratola Serra (Avellino). A svelarlo è stato il gran capo di Stellantis in persona, Carlos Tavares, in occasione di una visita presso l’impianto campano. Un progetto tecnico che vedrà la luce nel giro di 14-15 mesi e potrebbe aprire tutta una serie di prospettive commerciali inaspettate in quest’era di programmi quasi interamente incentrati sulla propulsione elettrica. Siamo nel campo delle ipotesi, perché non è ancora trapelato nulla di ufficiale da parte di Stellantis circa le opportunità d’impiego di questo Euro 7 sulle auto del gruppo. Ma resta il fatto che il tanto (da alcuni) vituperato diesel, in versione rinnovata e ancora più pulita, può tornare sotto i riflettori e dare il suo contributo alla riduzione delle emissioni nocive, “allungando” così la vita dell’intero comparto “tradizionale”. La notizia qui implica un cambio di strategia non tanto nella pianificazione prodotto, perché questo propulsore è stato evidentemente deliberato tempo fa, quanto nella comunicazione: il diesel può uscire dal limbo, può tornare ad avere un ruolo nell’agenda dei grandi gruppi, senza vergogna e senza censura. Il resto lo dirà il mercato.

Diesel, strada aperta. Detto ciò, cerchiamo di capire qualcosa in più di questo motore a gasolio Euro 7 in arrivo nel corso del 2023. Lo ripetiamo: non è stato ancora confermato ufficialmente il possibile utilizzo di questa unità nel comparto automobilistico del gruppo franco-italiano. Dunque, possiamo solo fare dei ragionamenti, che andranno poi sottoposti alla prova dei fatti. Intanto, però, il progetto c’è, e potrebbe far ben sperare chi, nel frattempo, continua a macinare tanta strada ogni giorno, senza aver trovato sul mercato nessuna alternativa al caro, “vecchio” diesel.

Minori emissioni. Il nuovo “Euro 7” avrà, di base, alcuni punti di convergenza con l’attuale, doppia produzione di Pratola Serra: ci riferiamo ai recentissimi 2.2 a gasolio omologati Euro 6d-Final destinati ai veicoli commerciali e a quelli di analoga cilindrata, ma diversi per struttura e alcuni particolari, in dotazione alle Alfa Romeo Giulia e Stelvio. In comune con tutti questi propulsori, la nuova unità avrebbe alcune caratteristiche di fondo, come il tipo di frazionamento a quattro cilindri, la cubatura di 2.2 litri (anche se leggermente più elevata da quella di oggi: cioè, 2.184 cm3 contro 2.143), mentre le parti in movimento e gli accessori dovrebbero essere nuovi o profondamente evoluti. Una serie di modifiche e un aggiornamento così corposo, da far parlare, sì, di discendenza, come pure di un’unità completamente nuova.

Dal Ducato in avanti. Il motore con cui l’inedito Euro 7 condividerebbe più cose, comunque, dovrebbe essere il recentissimo propulsore a gasolio che equipaggia l’ultima evoluzione del Fiat Ducato: il 2.2 Multijet3, di 2.184 cm3 appunto, che si presenta come un bel passo avanti rispetto al precedente 2.3, continuamente evoluto, ma ormai di origine lontana (Sofim/Fpt). Il 2.2 commerciale viene offerto con diversi livelli di potenza (120, 140, 160 e 180 CV) e alcune soluzioni interessanti, come la doppia iniezione di AdBlue, la valvola Low pressure Egr e il Wcac (Water charge air cooler). Ricordiamolo, questa nuova famiglia di motori a gasolio è dotata di basamento di ghisa, mentre i 2.2 che equipaggiano le Alfa Romeo Giulia e Stelvio presentano quello di alluminio. Insomma, nello stabilimento di Pratola Serra sono già presenti tutti gli “elementi” e il know-how per realizzare, se così sarà deciso, un’unità rinnovata Euro 7 che potrebbe essere destinata anche alle vetture. Forte di misure simili, nel campo delle dimensioni e dell’interasse cilindri, che lo renderebbero “compatibile” alla produzione sulle stesse linee in cui ora vengono assemblati i propulsori del furgone Fiat Ducato e delle vetture Alfa Romeo.

Soluzione ancora valida. Dicevamo del diesel pulito. Lo è già oggi, come non mai, anche perché l’evoluzione di questo tipo di motore non si è mai fermata e il livello di efficienza raggiunto (oltre che di prestazioni) è davvero elevato (sul tema, vi consigliamo il seguente articolo Q Premium). Le Case lo sanno bene e infatti alcune di esse hanno continuato a investire molti denari sui motori a gasolio (nonostante la campagna denigratoria di cui è oggetto e le iniziative di bando alla circolazione di alcune metropoli europee). Senza fare, però, pubblicità alla cosa. Insomma, se fino a oggi le Case hanno sottolineato il loro impegno sul fronte dell’elettrificazione, adesso i riscontri tiepidi del mercato e i prolungati effetti della pandemia sommati a quelli della crisi dei microchip hanno indotto i quartieri generali dell’automotive a rivedere le proprie strategie di comunicazione, troppo incentrate su un’unica strada: il full electric. In un mercato che vedrà, con ogni probabilità, uno slittamento dei piani di diffusione di massa delle vetture a corrente – perché quello delle Bev resta comunque l’obiettivo finale, unico per tutti – non si possono più escludere dal tavolo quelle alimentazioni endotermiche, ulteriormente rinnovate, che il mercato ancora chiede.

Più indizi... Insomma, quello del diesel Euro 7 di Pratola Serra potrebbe essere un segnale forte che si somma ad altri – come quello, per esempio, che viene della Volkswagen sull’utilizzo di carburanti sintetici sui motori TDI di ultima generazione –, indicando una cosa: c’è ancora vita per le motorizzazioni tradizionali, in tante forme. Staremo a vedere. Senza dimenticare una cosa: se si deciderà, per esempio, di destinare questo diesel Euro 7 anche alle vetture del gruppo Stellantis, si confermerà una risposta adeguata a un’esigenza di mercato ancora consistente in Italia e in alcuni Paesi del Vecchio Continente, seppur in forte calo rispetto agli anni d’oro.

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Fiat B-Suv 2022, la nuova punta di diamante. Ecco quello che sappiamo - Business Online

Le intenzione di Fiat, oggi assorbita nel gruppo Stellantis, sono quelle di farsi largo nel mercato dei B-Suv 2022. E non potrebbe essere diversamente, considerando che si tratta del segmento di auto in maggiore crescita ovvero quello in cui si stanno concentrando gli interessi gli automobilisti.

Prima di entrare nei dettagli delle strategie del costruttore, ricordiamo che B-Suv è il termine usato per comprendere i crossover compatti.

Anche se va ricordato che i Suv coprono diversi segmenti di veicoli. Proprio quelle del segmento B o compatte sono quelle che stanno avendo la maggior richiesta. Calendario alla mano, la presentazione di Fiat B-Suv 2022 è attesa proprio entro la fine dell'anno con l'avvio delle vendite nei primi mesi dell'anno successivo. Approfondiamo quindi

  • La nuova punta di diamante sul mercato è il nuovo Fiat B-Suv 2022
  • Perché scegliere il nuovo Fiat B-Suv 2022 come prossimo modello

La nuova punta di diamante sul mercato è il nuovo Fiat B-Suv 2022

Le idee del gruppo Stellantis sono quindi chiare: creare una corsia preferenziale per i modelli B-Suv con Fiat destinata a ricavare una quota di mercato in Italia. Restano naturalmente tantissimi dettagli da scoprire di quello che sarà la nuova punta di diamante del marchio, ma è atteso un Fiat B-Suv 2022 con dimensioni aumentate rispetto ai modelli fin qui prodotti e con una maggiore altezza da terra.

Sarà quindi un veicolo multiuso con un carattere sia familiare e sua campestre ma senza rinunciare (seppure in misura leggera) a qualche proprietà tipiche di un fuoristrada. Fiat B-Suv 2022 potrebbe avere una lunghezza di 4,25 metri con motori a tre o a quattro cilindri con una cilindrata di due litri. Tuttavia, l'ampia gamma di modelli SUV fa sì che il confine tra B-SUV e C-SUV non sia sempre facile da definire.

Perché scegliere il nuovo Fiat B-Suv 2022 come prossimo modello

Ci sono diversi motivi per cui il nuovo Fiat B-Suv 2022 è particolarmente attese come prossimo modello. I motivi principali sono l'immagine robusta, la maggiore sicurezza al volante, il carattere sportivo e giovanile di questo tipo di veicolo, le sue dimensioni compatte, l'abitabilità e i suoi benefici, la sua tecnologia, la dotazione, la possibilità di personalizzazione, la combinazione di colori e il prezzo solitamente interessante per i veicoli a firma Fiat.

Il marchio che ha avviato lo sviluppo del segmento dei suv è stato Toyota con la sua R4V4. All'epoca nessuno poteva prevedere il travolgente successo di questo tipo di veicolo. Negli anni '90 chi decise di acquistare un Suv fu per l'immagine, per la maggiore maneggevolezza e per le sue dimensioni pratiche. La cosa divertente è che se dovesse essere classificata oggi, la Toyota R4V4 apparterrebbe al segmento B-Suv.

In altre parole, è il segmento di mercato in cui si trovano i Suv di tipo più urbano e di dimensioni più ridotte . Inoltre, contro tutte le previsioni iniziali, i B-Suv hanno attualmente accelerato le vendite ed è uno dei segmenti che incorpora più novità. Infatti è diventato il veicolo preferito dei più giovani. Sarà così anche il nuovo Fiat B-Suv 2022?

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Tutte le monete in lire che valgono un occhio alla fronte. Le possiedi anche tu? - ultimaparola.com

Sono cadute in disuso con l’avvento dell’Euro nel 2002, ma occhio a perderle o sottovalutarle. Oggi alcune hanno un valore di tutto rispetto. Ecco le monete da custodire.

Monete lire (Facebook)
Monete da 100 lire (Facebook)

Meglio stare attenti a cosa si conserva nel salvadanaio. Oggi, ormai in disuso da 20 anni, le vecchie e care Lire possono valere un tesoretto. Occhio quindi alle familiari monete argentate, soprattutto quella da 100 e 50 lire, che i collezionisti potrebbero valutare con molta attenzione.

Se i primi anni del passaggio tra Lira e Euro c’era ancora la possibilità del duplice utilizzo, ormai da anni non è più possibile e a tutti gli effetti il vecchio conio è diventato praticamente d’epoca. Una notizia certamente ottima per chi vuole guadagnare sulla valuta italiana.

Oggi il mercato del genere è più florido che mai, e i possessori di vecchie monte possono guadagnare non poco, ovviamente sempre che ci siano determinati requisiti da non sottovalutare. Scorpiamo assieme quali sono.

Al momento le monetine più “gettonate” sono quelle minori, rilasciate negli anni Cinquanta. Non è così impossibile esserne in possesso, visto e considerato che solo di quelle da 100 ne furono emesse qualcosa come 8,6 milioni di pezzi. Non male, non è vero?

Vecchie lire: le monete da guardare con cura

Discorso a parte per le rare monete da 10 Lire. Oggi un collezionista potrebbe pagarvele addirittura 70 Euro. Non male, per un pezzo risalente al 1954.

Attenzione inoltre ai pezzi da 5 Lire, oggi, in condizioni ottimali possono valere fino a 1500 Euro. Una cifra non certo da sottovalutare e che potrebbe aiutare notelvolmente. Insomma, conviene riservare un occhio di riguardo a questa valuta tanto vituperata e allo stesso tempo amata. Oggi potrebbe dare grande soddisfazione. E’ il caso di controllare quindi tra vecchi portafogli e “porcellini” alla ricerca di una rarità.

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Bisogna infatti considerare che un esemplare di 50 Lire del 1958, del quale ne furono stampati poco più di 800.000 esemplari, oggi potrebbe valere fino a 2000 Euro, se perfettamente conservato. Mica male, no?

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La nuova Nissan Micra sarà elettrica e arriverà nel 2024. Le prime immagini - La Gazzetta dello Sport

L’Alleanza mette sul piatto 23 miliardi per 35 modelli elettrici che arriveranno dal 2024. Tra loro c’è la Micra elettrica, protagonista di un video teaser che ne anticipa parte del look

L’erede della Nissan Micra sarà una compatta elettrica attesa nel mercato europeo non prima del 2024. Lo hanno annunciato i vertici della casa giapponese a margine della conferenza stampa on-line tenuta dall'Alleanza Renault-Nissan-Mitsubishi, nella quale è stato annunciato lo stanziamento di 23 miliardi di euro per sostenere il lancio di 35 nuovi modelli elettrici. Tra loro ci sarà la nuova Nissan Micra, basata sulla piattaforma Cmf-Bev condivisa con la nuova R5 concept vista al salone di Monaco. L'Alleanza la definisce come la più competitiva per vetture compatte, destinata al debutto nel 2024 e capace di fornire una autonomia di percorrenza in modalità zero emissioni fino a 400 km. In aggiunta, garantisce una riduzione dei costi del 33% e di aumentare le prestazioni del 10% rispetto alla attuale segmento B elettrica di riferimento di Renault, cioè la Zoe. La piattaforma Cmf-Bev è destinata a fare da base ad oltre 250.000 veicoli l'anno a marchio Renault, Alpine, Dacia e Nissan. Tra loro proprio l'erede naturale di Nissan Micra, che verrà costruita nel nord della Francia.

Nuova Nissan Micra: caratteristiche

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Linee tondeggianti riflettono un design che appare ispirato alla terza serie di Nissan Micra (la K12) almeno nel frontale e nella coda, entrambe caratterizzate da gruppi ottici arrotondati. La fiancata presenta sbalzi ridotti al minimo che sottolineano la compattezza della carrozzeria, oltre ai tratti più decisi della linea del tetto. Nissan ha specificato che ulteriori dettagli tecnici verranno annunciati nei prossimi mesi, verosimilmente con l’arrivo su strada dei primi prototipi. "Questo nuovissimo modello sarà progettato da Nissan e prodotto da Renault, utilizzando la nostra nuova piattaforma comune, massimizzando l'uso delle nostre risorse dell'Alleanza pur mantenendo la sua Nissan-ness - ha dichiarato Ashwani Gupta, Chief Operating Officer di Nissan - Questo è un ottimo esempio dell'approccio di 'differenziazione intelligente' dell'Alleanza. Succedendo alla nostra iconica Micra, sono sicuro che questo nuovo modello fornirà ulteriore entusiasmo ai nostri clienti in Europa".

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Saturday, January 29, 2022

Bonus facciate 2022, cessione del credito: sempre obbligatorio il visto di conformità - I-Dome.com

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  1. Bonus facciate 2022, cessione del credito: sempre obbligatorio il visto di conformità  I-Dome.com
  2. Bonus facciate, che succede coi lavori incompleti: conseguenze pesanti  INRAN
  3. Visto di conformità e asseverazione per i bonus edilizi: come si applicano le novità della legge di Bilancio  Ipsoa
  4. Cessione del credito 2022, comunicazione sbloccata dal 4 febbraio e nuove FAQ delle Entrate  Informazione Fiscale
  5. Bonus facciate, cosa si rischia se non si effettuano i lavori?  Sky Tg24
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Bonus facciate 2022, cessione del credito: sempre obbligatorio il visto di conformità - I-Dome.com
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Domanda bonus bici e monopattini 2022: come risparmiare fino a 750 euro - Money.it

Torna il bonus bici e monopattini nel 2022: l’Agenzia delle Entrate ha pubblicato il provvedimento con le istruzioni per fare domanda il 28 gennaio. Il bonus può essere richiesto solo da chi ha acquistato dei mezzi con determinati requisiti dopo aver rottamato un vecchio veicolo. Il bonus si può usare solo in dichiarazione dei redditi, e consente un risparmio sulle imposte dovute fino a 750 euro.

L’agevolazione viene finanziata con 5 milioni di euro, e la percentuale del credito d’imposta spettante verrà resa nota entro 10 giorni dalla scadenza per presentare domanda.

Il bonus è stato introdotto nel 2020 dal decreto Rilancio, che ne ha previsto il cambiamento da sconto per l’acquisto di biciclette e monopattini a credito d’imposta per la rottamazione di un veicolo inquinante. Il credito si può usare solo in dichiarazione dei redditi ed esclusivamente per l’anno di imposta 2022.

Bonus bici e monopattini 2022: i requisiti per risparmiare fino a 750 euro

Il provvedimento dell’Agenzia delle Entrate del 28 gennaio stabilisce le regole per usufruire del nuovo bonus bici e monopattini, l’incentivo per la mobilità sostenibile per l’acquisto di biciclette, monopattini elettrici, e-bike, abbonamenti al trasporto pubblico, servizi di mobilità elettrica in condivisione.

Provvedimento Agenzia delle Entrate del 28 gennaio 2022
Definizione delle modalità, dei termini di presentazione e del contenuto dell’istanza per il riconoscimento del credito d’imposta di cui all’articolo 44, comma 1-septies, del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2020, n. 77, per le spese sostenute dal 1° agosto 2020 al 31 dicembre 2020 per l’acquisto di monopattini elettrici, biciclette elettriche o muscolari, abbonamenti al trasporto pubblico, servizi di mobilità elettrica in condivisione o sostenibile

Il bonus può essere richiesto solo dalle persone fisiche che hanno sostenuto spese per l’acquisto di biciclette, monopattini elettrici, biciclette elettriche o muscolari, abbonamenti al trasporto pubblico, servizi di mobilità elettrica in condivisione (sharing) o sostenibile nel periodo compreso tra il 1° agosto e il 31 dicembre 2020.

Insieme all’acquisto di un veicolo, anche usato, con emissioni di CO2 comprese tra 0 e 110 g/km, il richiedente deve anche aver consegnato per la rottamazione un secondo veicolo di categoria M1 rientrante tra quelli previsti dalla legge di bilancio 2019, all’articolo 1, comma 1032.

Domanda bonus bici e monopattini al via dal 13 aprile 2022: scadenza e istruzioni

La domanda per ottenere il credito d’imposta va presentata usando il modello approvato con il provvedimento delle Entrate del 28 gennaio. L’istanza può essere inviata direttamente dal contribuente oppure da un incaricato abilitato alla trasmissione delle dichiarazioni.

ISTANZA PER IL RICONOSCIMENTO DEL CREDITO D’IMPOSTA PER LE SPESE SOSTENUTE PER L’ACQUISTO DI MEZZI E SERVIZI DI MOBILITÀ SOSTENIBILE
Clicca qui per scaricare il file.

L’invio della domanda va fatto online attraverso il servizio web nell’area riservata o i canali telematici dell’Agenzia delle entrate, seguendo le istruzioni, a partire dal 13 aprile e fino alla scadenza del 13 maggio.

Istruzioni per la compilazione della domanda per il bonus bici e monopattini
Clicca qui per scaricare il file.

Il bonus viene riconosciuto come credito d’imposta da usare unicamente nella dichiarazione dei redditi, in diminuzione delle imposte dovute, e fruito non oltre il periodo d’imposta 2022 (quindi verrà usato per il modello 730/2023).

Il credito d’imposta può arrivare fino a un massimo di 750 euro, ma per sapere l’importo effettivo spettante bisognerà attendere la scadenza del termine di presentazione delle domande. Entro dieci giorni dal 13 maggio verrà resa nota la percentuale di bonus effettivamente spettante, stabilita in base alle richieste ricevute rapportate ai 5 milioni di euro stanziati per coprire la misura.

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Cessione del credito 2022, comunicazione sbloccata dal 4 febbraio e nuove FAQ delle Entrate - Informazione Fiscale

Cessione del credito 2022, comunicazioni relative ai bonus edilizi sbloccate a partire dal prossimo 4 febbraio, data di aggiornamento del canale alle novità della Legge di Bilancio 2022. Niente obbligo di visto di conformità per gli interventi sotto i 10 mila euro e di edilizia libera, con esclusione del bonus facciate: conta la data di comunicazione dell'opzione, come indicato nelle FAQ aggiornate.

Cessione del credito 2022, la ripresa dell’invio delle comunicazioni all’Agenzia delle Entrate è prevista per il 4 febbraio 2022.

Lo fa sapere la stessa Amministrazione finanziaria nel comunicato stampa del 28 gennaio: nella data indicata è previsto l’aggiornamento del canale di comunicazione, per recepire le novità introdotte dalla Legge di Bilancio 2022 in merito alla cessione del credito e allo sconto in fattura dei bonus edilizi.

Lo stesso comunicato stampa rende noto l’aggiornamento delle FAQ relative alle agevolazioni.

Tra i chiarimenti anche quelli relativi alle deroghe a favore dell’edilizia libera e degli interventi di importo inferiore a 10 mila euro, con esclusione del bonus facciate.

Non c’è obbligo di visto di conformità per le cessioni la cui comunicazione viene inviata a partire dal 1° gennaio 2022: non rileva la data di effettuazione delle spese ma quella della comunicazione.

Cessione del credito 2022, comunicazione sbloccata dal 4 febbraio e nuove FAQ delle Entrate

Sulla cessione del credito 2022 per i bonus edilizi dall’Agenzia delle Entrate arriva un pieno di novità.

La prima, attesa da qualche giorno, riguarda la ripresa dell’operatività del portale per le comunicazioni all’Amministrazione finanziaria.

La procedura è infatti bloccata perché il modello deve essere adeguato alle novità normative introdotte dalla Legge di Bilancio 2022 e in vigore dal 1° gennaio scorso.

L’aggiornamento del canale di comunicazione sarà effettuato nella giornata del 4 febbraio 2022 e, da tale data, potranno riprendere le comunicazioni della cessione dei credito e dello sconto in fattura dei bonus edilizi.

Dopo gli adeguamenti effettuati dal partner tecnologico Sogei, la procedura è implementata per permettere di comunicare le opzioni esercitate per gli interventi di importo complessivo non superiore a 10 mila euro e per i lavori in edilizia libera, senza necessità del visto di conformità.

A renderlo noto è il comunicato stampa del 28 gennaio 2022, che mette al corrente anche dell’aggiornamento delle FAQ relative alle agevolazioni edilizie.

In merito all’aggiornamento del 4 febbraio, il comunicato stampa spiega inoltre quanto segue:

Successivamente, la procedura sarà adeguata anche per consentire la trasmissione delle comunicazioni delle opzioni relative alle spese sostenute nel 2022 per gli interventi finalizzati al superamento e all’eliminazione di barriere architettoniche in edifici già esistenti.

Agenzia delle Entrate - Comunicato stampa del 28 gennaio 2022
Bonus edilizi. Dal 4 febbraio aggiornato il canale per la comunicazione dell’opzione. Alcune Faq forniscono primi chiarimenti in merito alle novità introdotte dalla legge di Bilancio.

Cessione del credito 2022: nessun obbligo di visto di conformità per l’edilizia libera

Oltre all’atteso sblocco del canale di comunicazione della cessione del credito e dello sconto in fattura relativi ai bonus edilizi, l’Agenzia delle Entrate fornisce i primi chiarimenti sulle novità introdotte dalla Legge di Bilancio 2022.

Le delucidazioni sono sintetizzate nelle apposite FAQ aggiornate, presenti sul sito dell’Amministrazione finanziaria.

La prima risposta alle domande più frequenti riguarda gli interventi di edilizia libera o di importo complessivo non superiore ai 10 mila euro, per i quali i contribuenti intendono scegliere la cessione del credito o lo sconto in fattura.

In estrema sintesi, per l’obbligo di visto di conformità non si deve fare riferimento alla data in cui sono state sostenute le spese ma a quella in cui avviene la comunicazione dell’esercizio dell’opzione di fruizione indiretta dell’agevolazione.

Niente visto, quindi, per le spese relative a comunicazioni effettuate nel 2022.

Per chiarire, l’esempio riportato dall’Agenzia delle Entrate è quello di un contribuente che ha effettuato i lavori all’inizio del 2021 e intende esercitare l’opzione. Se lo stesso effettua la comunicazione a partire dal 3 gennaio 2022 non sussiste l’obbligo di visto di conformità e attestazione della congruità delle spese.

Viene quindi limitato l’effetto del decreto antifrodi, in vigore dal 12 novembre 2021 e confluito nel testo della Legge di Bilancio 2022.

A partire dal 1° gennaio, infatti, nel caso di opzione per lo sconto in fattura o la cessione del credito l’obbligo di visto di conformità o dell’asseverazione di congruità delle spese non si applica a interventi di importo inferiore a 10 mila euro e in edilizia libera.

Fa eccezione il bonus facciate: gli interventi rientranti nell’agevolazione non beneficiano della semplificazione.

In ogni caso si deve fare riferimento alla data di comunicazione dell’opzione, come sottolineato nella parte finale della risposta dell’Agenzia delle Entrate al caso portato come esempio:

“Considerato che tale disposizione normativa entra in vigore il 1° gennaio 2022 si ritiene che la stessa trovi applicazione con riferimento alle comunicazioni di opzione per lo sconto in fattura o per la cessione del credito trasmesse all’Agenzia delle entrate a decorrere da tale data.

Ne deriva che per la spesa sostenuta, anche mediante lo sconto in fattura, il 1° dicembre 2021 per i sopra citati interventi agevolabili in edilizia libera o di importo complessivo non superiore a 10.000 euro (come detto, fatta eccezione per gli interventi ammessi al Bonus facciate), non ricorre l’obbligo del visto di conformità e dell’attestazione della congruità delle spese se la comunicazione di cessione è trasmessa all’Agenzia delle entrate a decorrere dal 1° gennaio 2022.”

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Cessione del credito 2022, comunicazione sbloccata dal 4 febbraio e nuove FAQ delle Entrate - Informazione Fiscale
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Friday, January 28, 2022

Gazzetta Ufficiale: pubblicato il Decreto Legge Sostegni ter - Lavori Pubblici

Pubblicato sulla Gazzetta ufficiale n. 21 di ieri 27 gennaio 2022 il Decreto-legge 27 gennaio 2022, n. 4 recante “Misure urgenti in materia di sostegno alle i mprese e agli operatori economici, di lavoro, salute e servizi territoriali, connesse all’emergenza da COVID-19, nonché per il contenimento degli effetti degli aumenti dei prezzi nel settore elettrico” (cosiddetto “Sostegni ter”).

L'articolato del decreto

Il decreto è costituito dai seguenti 33 articoli suddivisi in 5 titoli e con un allegato.

  • Titolo I - Sostegno alle imprese e all’economia in relazione all’emergenza covid-19
    • Art. 1 - Misure di sostegno per le attività chiuse
    • Art. 2 - Fondo per il rilancio delle attività economiche di commercio al dettaglio
    • Art. 3 - Ulteriori misure di sostegno per attività economiche particolarmente colpite dall’emergenza epidemiologica
    • Art. 4 - Fondo Unico Nazionale Turismo
    • Art. 5 - Credito d’imposta in favore di imprese turistiche per canoni di locazione di immobili
    • Art. 6 - Buoni per servizi termali
    • Art. 7 - Disposizioni in materia di trattamenti di integrazione salariale
    • Art. 8 - Misure urgenti di sostegno per il settore della cultura
    • Art. 9 - Disposizioni urgenti in materia di sport
    • Art. 10 - Piano transizione 4.0
  • Titolo II – Regioni ed Enti territoriali
    • Art. 11 - Contributo statale alle spese sanitarie collegate all’emergenza COVID-19 sostenute dalle regioni e dalle province autonome
    • Art. 12 - Incremento contributo mancato incasso imposta di soggiorno
    • Art. 13 - Utilizzo nell’anno 2022 delle risorse assegnate agli Enti locali negli anni 2020 e 2021
  • Titolo III – Misure urgenti per il contenimento dei costi dell’energia elettrica
    • Art. 14 - Riduzione oneri di sistema per il primo trimestre 2022 per le utenze con potenza disponibile pari o superiore a 16,5 kW
    • Art. 15 - Contributo straordinario, sotto forma di credito d’imposta, a favore delle imprese energivore
    • Art. 16 - Interventi sull’elettricità prodotta da impianti a fonti rinnovabili
    • Art. 17 - Modifiche alla disciplina della Commissione Tecnica PNRR-PNIEC
    • Art. 18 - Riduzione dei sussidi ambientalmente dannosi
  • Titolo IV – Altre misure urgenti
    • Art. 19 - Misure urgenti per la scuola, l’università e la famiglia
    • Art. 20 - Disposizioni in materia di vaccini anti Sars-CoV2 e misure per assicurare la continuità delle prestazioni connesse alla diagnostica molecolare
    • Art. 21 - Misure in materia di fascicolo sanitario elettronico e governo della sanità digitale0
    • Art. 22 - Proroga del trattamento di integrazione salariale in favore di imprese di rilevante interesse strategico nazionale e della sospensione dei mutui nei comuni del cratere Centro Italia
    • Art. 23 - Modifiche al decreto legislativo 14 settembre 2015, n. 148 in materia di ammortizzatori sociali in costanza di rapporto di lavoro
    • Art. 24 - Disposizioni urgenti in materia di trasporto pubblico locale e di trasporto di persone su strada
    • Art. 25 - Misure urgenti per il settore ferroviario
    • Art. 26 - Misure urgenti a sostegno del settore suinicolo
    • Art. 27 - Disposizioni urgenti di adeguamento alla normativa europea
    • Art. 28 - Misure di contrasto alle frodi nel settore delle agevolazioni fiscali ed economiche
    • Art. 29 - Disposizioni urgenti in materia di contratti pubblici
    • Art. 30 - Ulteriori disposizioni urgenti per la gestione dei contagi da SARS-CoV-2 a scuola
    • Art. 31 - Commissario straordinario per le celebrazioni del Giubileo della Chiesa cattolica per il 2025 nella città di Roma
  • Titolo V – Disposizioni finali e finanziarie
    • Art. 32 – Disposizioni finanziarie
    • Art. 33 – Entrata in vigore   

Contrasto alle frodi nella cessione dei  crediti

L’articolo 28 rubricato Misure di contrasto alle frodi nel settore delle agevolazioni fiscali ed economiche” del decreto legge interviene con il comma 1 con alcume modifiche agli articoli 121 e 122 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34 comvertito dalla legge 17 luglio 2020, n. 7. In dettaglio non saranno più possibili ulteriori cessioni di credito oltre la prima ed in questo spiritosono modificati:

  • nell’articolo 121, comma 1:
    • la lettera a) in cui le parole «con facoltà di successiva cessione del credito» sono sostituite dalle seguenti: «cedibile dai medesimi» e dopo le parole «gli altri intermediari finanziari» sono inserite le seguenti: «, senza facoltà di successiva cessione»;
    • la lettera b) in cui le parole «, con facoltà di successiva cessione» sono soppresse e dopo le parole «gli altri intermediari finanziari» sono inserite le seguenti: «, senzafacoltà di successiva cessione»;
  • nell’articolo 122, comma 1 in cui dopo le parole «altri intermediari finanziari» sono inserite le seguenti: «, senza facoltà di successiva cessione».

Con il comma 2 dello stesso articolo 27 del decreto-legge è inserito un periodo transitorio per i crediti che alla data del 7 febbraio 2022 sono stati precedentemente oggetto di una delle opzioni di cui al comma 1 dell’articolo 121 del decreto-legge n. 34 del 2020, ovvero dell’opzione di cui al comma 1 dell’articolo 122 del medesimo decreto-legge n. 34 del 2020 ed è precisato che gli stessi possono costituire oggetto esclusivamente di una ulteriore cessione ad altri soggetti, compresi gli istituti di credito e gli altri intermediari finanziari, nei termini ivi previsti.

Per ultimo con il comma 3 del citato articolo 27 diventano nulli:

  • i contratti di cessione conclusi in violazione delle disposizioni di cui all’articolo 121, comma 1, del decreto-legge n. 34 del 2020, come modificato dal comma 1, lettera a) , dell’articolo 28 del decreto-legge n. 4/2022;
  • i contratti di cessione conclusi in violazione delle disposizioni di cui all’articolo 122, comma 1, del decreto-legge n. 34 del 2020, come modificato dal comma 1, lettera b), del decreto-legge n. 4/2022;
  • i contratti di cessione conclusi in violazione delle disposizioni di cui al comma 2, sempre,del decreto-legge n. 4/2022.

Revisione prezzi

Fino al 31 dicembre 202 nelle procedure di affidamento dei contratti pubblici, i cui bandi o avvisi con cui si indice la procedura di scelta del contraente siano pubblicati successivamente alla data del 28  gennaio 2022, nonché, in caso di contratti senza pubblicazione di bandi o di avvisi, qualora l’invio degli inviti a presentare le offerte sia effettuato successivamente del 28 gennaio 2022, si applicano le seguenti disposizioni:

  • è obbligatorio l’inserimento, nei documenti di gara iniziali, delle clausole di revisione dei prezzi previste dall’articolo 106, comma 1, lettera a) , primo periodo, del Codice dei contratto di cui al d.lgs. n. 50/2016, fermo restando quanto previsto dal secondo e dal terzo periodo del medesimo comma 1;
  • per i contratti relativi ai lavori, in deroga all’articolo 106, comma 1, lettera a) , quarto periodo, del Codice dei contratti (d.lgs. n. 50/2016), le variazioni di prezzo dei singoli materiali da costruzione, in aumento o in diminuzione, sono valutate dalla stazione appaltante soltanto se tali variazioni risultano superiori al cinque per cento rispetto al prezzo, rilevato nell’anno di presentazione dell’offerta, anche tenendo conto di quanto previsto dal decreto del Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili di cui al comma 2, secondo periodo dell’articolo 29 del decreto-legge n. 4/2022. In tal caso si procede a compensazione, in aumento o in diminuzione, per la percentuale eccedente il cinque per cento e comunque in misura pari all’80 per cento di detta eccedenza.

La compensazione non è soggetta al ribasso d’asta ed è al netto delle eventuali compensazioni precedentemente accordate e per la compensazone stessa possono essere utilizzate le somme appositamente accantonate per imprevisti, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, nel quadro economico di ogni intervento, in misura non inferiore all’1 per cento del totale dell’importo dei lavori, fatte salve le somme relative agli impegni contrattuali già assunti, nonché le eventuali ulteriori somme a disposizione della stazione appaltante per lo stesso intervento nei limiti della relativa autorizzazione annuale di spesa.

Settori in difficoltà

Il decreto interviene a sostegno dei settori che sono stati chiusi a seguito della pandemia o ne sono stati fortemente danneggiato. Tra essi i seguenti settori:

  • parchi tematici, acquari, parchi geologici e giardini zoologici. 
  • attività di organizzazione di feste e cerimonie, wedding, hotellerie, ristorazione, catering, bar-caffè e gestione di piscine
  • commercio dei prodotti tessili, della moda, del calzaturiero e della pelletteria, articoli di abbigliamento, calzature e articoli in pelle.
  • turismo, alloggi turistici, agenzie e tour operator, parchi divertimenti e parchi tematici, stabilimenti termali
  • discoteche, sale giochi e biliardi, sale Bingo, musei e gestioni di stazioni per autobus, funicolari e seggiovie 
  • spettacolo, cinema e audiovisivo
  • sport

Interventi sull'elettricità prodotta da impianti a fonti rinnovabili

Il decreto interviene anche per far fronte al caro bollette. L’esecutivo era già intervenuto sul primo trimestre 2022 stanziando 3,8 miliardi al fine di mitigare il rincaro del costo dell’energia, in particolar modo per le famiglie. Con il provvedimento di oggi, il governo interviene nuovamente con un ulteriore 1,7 miliardi, un totale nel periodo gennaio/marzo 2022 di 5,5 miliardi. Questo intervento odierno è maggiormente mirato a sostenere il mondo delle imprese.

Azzeramento oneri di sistema

La disposizione prevede che l’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente – ARERA, al fine di ridurre ulteriormente gli effetti degli aumenti dei prezzi nel settore elettrico, provveda ad annullare, per il primo trimestre 2022, le aliquote relative agli oneri generali di sistema applicate alle utenze con potenza disponibile pari o superiore a 16,5 Kw, anche connesse in media e alta/altissima tensione o per usi di illuminazione pubblica o di ricarica di veicoli elettrici in luoghi accessibili al pubblico. 

Contributo d’imposta per energivori

La norma è volta a garantire alle imprese energivore una parziale compensazione degli extra costi per l’eccezionale innalzamento dei costi dell’energia. A quelle che hanno subito un incremento del costo per KWh superiore al 30 per cento al medesimo periodo dell’anno 2019, derivante dalla particolare contingenza dovuta dall’innalzamento dei costi dell’energia in questione, è riconosciuto un contributo straordinario, sotto forma di credito di imposta, a parziale compensazione dei maggiori oneri sostenuti. Il beneficio è quantificato in misura pari al 20 per cento delle spese sostenute per la componente energetica acquistata ed effettivamente utilizzata nel primo trimestre 2022.

Extraprofitti rinnovabili

La norma vincola gli operatori che stanno producendo energia senza sopportare gli effetti dell’eccezionale aumento del prezzo dell’energia versino una differenza calcolata tenendo conto di prezzi equi ante-crisi. Data la logica emergenziale a cui è ispirato, l’intervento ha una durata limitata. A partire dal 1° febbraio 2022 e fino al 31 dicembre 2022, sull’energia elettrica prodotta da impianti fotovoltaici di potenza superiore a 20 kW che beneficiano di tariffe fisse derivanti dal meccanismo del Conto Energia, non dipendenti dai prezzi di mercato, nonché sull’energia elettrica prodotta da impianti alimentati da fonte idroelettrica, geotermoelettrica ed eolica che non accedono a meccanismi di incentivazione tariffaria per differenza, è applicato un meccanismo di compensazione a due vie sul prezzo dell’energia affidato al GSE, il Gestore dei Servizi Energetici. 

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Generali, Caltagirone esce dal patto e presenta una lista propria per il cda - Corriere della Sera

Le società del gruppo Caltagirone aderenti al patto parasociale di consultazione su Generali con Delfin, holding lussemburghese della famiglia Del Vecchio, e Fondazione Crt, fondazione di origine bancaria che oggi raccoglie oltre il 16% del capitale del Leone, ha comunicato ai due soggetti il recesso «unilaterale e immediato», come si legge nella nota, dall’accordo.

Una propria lista per il rinnovo del cda

In una lettera inviata all’amministratore delegato di Delfin, Romolo Bardin, e al presidente di Fondazione Crt, Giovanni Quaglia - le società con le quali Francesco Gaetano Caltagirone è primo azionista privato di Generali, il gruppo Caltagirone spiega di ritenere «ormai superata la funzione cui il patto era preordinato», per si intende «favorire la consultazione delle parti in vista delle determinazioni da assumere in occasione della prossima assemblea di Generali». Riguardo alla presentazione di liste di maggioranza o di minoranza non era stato preso nessun impegno, né in merito al voto nell’assemblea del Leone. A questo proposito, il gruppo Caltagirone ha deciso di presentare una propria lista per il rinnovo del consiglio di amministrazione. Nella nota si legge: «Le società del gruppo Caltagirone hanno maturato la decisione di presentare una propria lista per il rinnovo del cda di Assicurazioni Generali, sebbene non sia stata ancora assunta una univoca determinazione circa la promozione di una lista cosiddetta “lunga” oppure “corta”». Questi i motivi alla base della decisione da sciogliersi dagli impegni di consultazione.

La volontà di perseguire le proprie strategie del gruppo Caltagirone

La finalità espressa nel patto, si legge ancora nella lettera, riguardava più una stretta collaborazione informativa - anche attraverso il costruttivo confronto con gli organi della compagnia e i soci strategici della stessa - nell’ottica di una più profittevole ed efficace gestione della società. Non è mai emersa da parte della compagnia «alcuna effettiva disponibilità al confronto rispetto alle finalità condivisa dai pattisti». Un esempio è la volontà di confermare il ceo Philippe Donnet, che «è stata resa nota prima e a prescindere da alcuna adeguata interlocuzione e per di più prima dell’approvazione della procedura, assai censurabile nei contenuti, per la presentazione di una lista del consiglio, scelta che non è sorretta da alcuna giustificata motivazione». Si sottolinea, inoltre, che Generali «ignora le istanze di cambiamento condivise dagli aderenti al patto e ha presentato un piano nel solco della gestione sino ad ora portata avanti» e dal patto stesso ritenuta «insoddisfacente». Nonostante questo, «continuano a essere diffuse dalla stampa illazioni circa diversi e ulteriori obiettivi che i paciscenti avrebbero inteso perseguire». Ecco perché la decisione di recedere immediatamente dal patto: da parte del gruppo Caltagirone per «perseguire le proprie strategie e prescegliere le proprie politiche di voto e di esercizio delle prerogative di azionista in modo aperto al confronto con il mercato e la generalità degli investitori».

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Generali, il gruppo Caltagirone recede dal patto - ANSA Nuova Europa

Il patto su Generali stretto fra Francesco Gaetano Caltagirone e Leonardo Del Vecchio, cui ha aderito anche Fondazione Crt, va in soffitta. Il costruttore romano esce dall'accordo di consultazione, siglato lo scorso settembre in vista dell'assemblea di aprile per il rinnovo del cda, e si prepara a presentare una propria lista, che potrebbe anche essere 'corta', quindi in grado di portare un numero di consiglieri inferiore alla maggioranza del consiglio, sebbene resti sul tavolo l'opzione di una lista 'lunga'. Non è quindi chiaro se si tratta della fine di un progetto comune o di una mossa che modifica solo l'assetto dell'alleanza in modo da non andare incontro a rischi legali oppure dal rischio di uscire non vincenti all'assemblea contro la lista del cda uscente appoggiata da Mediobanca. Dagli ambienti vicini a Delfin si conferma infatti il clima di sintonia. Le società attraverso le quali Caltagirone è il primo azionista privato di Generali (all'ultimo aggiornamento era già oltre l'8%) hanno comunicato a Delfin, la holding di Del Vecchio, e a Crt il proprio recesso dal patto stretto su Generali. Hanno inoltre "maturato la decisione di presentare una propria lista per il rinnovo del cda" "sebbene non sia stata ancora assunta una univoca determinazione circa la promozione di una lista cosiddetta 'lunga' oppure 'corta'". In quest'ottica ritengono "oramai superata la funzione cui il patto era preordinato". Nella lettera di tre pagine indirizzata all'amministratore delegato di Delfin Romolo Bardin e al presidente dell'ente torinese, Giovanni Quaglia, il gruppo Caltagirone premette che "il patto è stato sottoscritto essenzialmente per favorire la consultazione delle parti in vista delle determinazioni da assumere in occasione della prossima assemblea" e sottolinea che nessun impegno era stato assunto riguardo "alla presentazione di liste di maggioranza o di minoranza, né tantomeno con riguardo al voto nella assemblea" del prossimo 29 aprile.

   

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Thursday, January 27, 2022

Piazza Affari positiva: FTSEMib +1% - SoldiOnline.it

Spicca il progresso di STM, in scia ai dati finanziari del 2021 e alle stime per il primo trimestre del 2022. In rialzo i titoli del settore bancario. Bene Leonardo e d Hera

mercato-positivo_3I maggiori indici di Borsa Italiana e per le principali piazze finanziarie europee hanno chiuso in territorio positivo una seduta ancora caratterizzata da forte incertezza, dopo le indicazioni della FED in materia di politica monetaria e le dichiarazioni di Jerome Powell nella successiva conferenza stampa: gli operatori temono una politica monetaria più aggressiva dalla banca centrale statunitense.

Il FTSEMib ha guadagnato lo 0,99% a 26.882 punti, dopo aver oscillato tra un minimo a 26.258 punti e un massimo di 27.040 punti. Il FTSE Italia All Share ha messo a segno un rialzo dello 0,96%. Segno più anche per il FTSE Italia Mid Cap (+0,7%), mentre il FTSE Italia Star ha ceduto lo 0,13%. Nella seduta del 27 gennaio 2022 il controvalore degli scambi è salito a 3,29 miliardi di euro, rispetto ai 2,89 miliardi di mercoledì.

Alle 17.30 il bitcoin si era riportato a 36.500 dollari (poco meno di 33.000 euro).

Lo spread Btp-Bund si è avvicinato ai 140 punti.

L’euro è sceso a 1,115 dollari.

STM ha guadagnato l'1,93% a 40,61 euro, dopo la diffusione dei risultati finanziari del 2021 e delle stime per il primo trimestre del 2022. Il gruppo italofrancese ha terminato l’esercizio con un incremento dei ricavi e della redditività, superiore anche alle attese del management. La società ha fornito anche alcune indicazioni per l’esercizio in corso: STM punta a chiudere il 2022 con ricavi compresi tra 14,8 miliardi e 15,3 miliardi di dollari e prevede di investire tra 3,4 e 3,6 miliardi di dollari in spese in conto capitale.

In rialzo i titoli del settore bancario.

Sotto i riflettori UniCredit (+0,88% a 13,772 euro). In giornata si è riunito il consiglio di amministrazione dell’istituto per l’esame dei risultati finanziari del 2021; i dati saranno comunicati il 27 gennaio, prima dell’apertura di Piazza Affari.

Performance migliori per BancoBPM (+1,6%), BPER Banca (+2,35%) e IntesaSanpaolo (+1,87%).

In generale rialzo i titoli del settore petrolifero, dopo che il prezzo del greggio a New York (contratto con scadenza a marzo 2022) è arrivato a toccare gli 88,5 dollari al barile.

ENI è salita del 2,43% a 13,812 euro.

Leonardo ha guadagnato lo 0,98% a 6,398 euro. In merito ai rumor riguardanti la potenziale vendita di una linea di business di Leonardo DRS, la società aerospaziale ha precisato che, come di consueto, valuta costantemente diverse opzioni in un’ottica di creazione di valore per i propri azionisti, tra cui la possibilità di procedere alla valorizzazione di alcune linee di business, compresa quella in esame. Tuttavia, al momento Leonardo non ha adottato alcune decisione formale al riguardo.

Hera ha registrato un progresso del 2,28% a 3,589 euro. La società ha approvato il nuovo piano industriale al 2025 e ha fornito la nuova politica dei dividendi. Hera ha anticipato che proporrà al consiglio di amministrazione un dividendo 2022 (relativo all’esercizio 2021) di 0,12 euro per azione rispetto agli 0,11 euro del dividendo 2021 (relativo all'esercizio 2020)

In rosso Telecom Italia TIM (-0,37% a 0,4081 euro). Il neo amministratore delegato della compagnia telefonica, Pietro Labriola, ha illustrato le linee guida del piano industriale 2022-2024 che sarà presentato al CdA il prossimo 2 marzo. In particolare, il manager ha evidenziato come sia necessario intraprendere un percorso di trasformazione delle offerte e dei servizi alle persone e alle famiglie e sviluppare i servizi alle imprese nell’ambito del Cloud, IoT, Cybersecurity, oltre che sul lo stretto controllo dei costi e dei risultati operativi. A questo proposito, Pietro Labriola potrà esplorare possibili opzioni strategiche mirate a massimizzare la creazione di valore per gli azionisti, con specifico riferimento agli asset infrastrutturali del gruppo, anche attraverso soluzioni che comportino il superamento dell’integrazione verticale.

Stellantis è salita dello 0,79% a 17,542 euro. Il colosso automobilistico ha annunciato il progetto per aumentare la partecipazione azionaria in GAC-Stellantis dal 50% al 75%. L’annuncio è un elemento fondamentale del piano di Stellantis per la costruzione di nuove basi per la sua attività in Cina. GAC-Stellantis è una joint venture formata nel marzo 2010 tra il gruppo cinese Guangzhou Automobile Group e Stellantis. Il colosso automobilistico ha precisato che ulteriori dettagli sui progetti per il mercato cinese verranno annunciati all’interno del piano strategico globale il 1° marzo 2022.

Al MidCap è proseguito il trend positivo di Tod's (+1,98%).

Tra le società a minore capitalizzazione riflettori sempre accesi su ePrice. Il titolo ha registrato un balzo del 15% a 0,0299 euro, dopo essere rimasto sospeso per eccesso di rialzo per gran parte della giornata.

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Fed, dollaro, Tesla e Apple - Cosa sta succedendo sui mercati Da Investing.com - Investing.com

Fed, dollaro, Tesla e Apple - Cosa sta succedendo sui mercati © Reuters

Di Geoffrey Smith

Investing.com - Ecco le principali notizie sui mercato finanziari di questo giovedì 17 gennaio:

1. Rendimenti rispondono alla Fed

I hanno raggiunto nuovi massimi annuali dopo che il presidente della Federal Reserve Jerome Powell ha accennato alla conferenza stampa di mercoledì che la banca centrale inasprirà la politica monetaria quest'anno più rapidamente di quanto ipotizzato in precedenza. Il rendimento del titolo a 2 anni USA, molto sensibile ai tassi di interesse, è schizzato al massimo di due anni oltre l’1,20%.

"Con un'inflazione ben al di sopra del 2 per cento e un mercato del lavoro forte, il Comitato (FOMC) prevede che presto sarà opportuno aumentare l'intervallo dei tassi sui fondi federali", si legge nella nota diffusa a margine della decisione. Il programma di acquisti verrà terminato "all'inizio di marzo", mentre la riduzione della dimensione del bilancio comincerà "dopo l'inizio del processo di aumento dei tassi d'interesse". Il roll-off, precisa la banca in uno statement separato, verrà attuato "in modo prevedibile" e "adeguato".

Dopo la decisione, i futures sui tassi di interesse calcolati da CME, implicano un rischio del 12% di un aumento di 50 punti base nella riunione del 16 marzo, mentre un rialzo di 25 bps è visto all'88% di possibilità. Intanto, con i dati sul in arrivo nel pomeriggio, i futures indicano un avvio di +24 punti per il , di -4 punti per lo S&P 500 e un ribasso di 90 punti per il .

2. Tesla (NASDAQ:) da record, ma attenzione

L’avvertimento sui problemi di approvvigionamento di Tesla hanno fatto passare in secondo piano le sue proiezioni rialziste sulle consegne, nonostante il +760% degli utili nel Q4 e il +65% dei ricavi totali.

"Non introdurremo nuovi modelli di veicoli quest’anno, non avrebbe senso, perché ci saranno ancora delle limitazioni per quanto riguarda i componenti”, ha riferito in conference call l'Ad Elon Musk, aggiungendo che i modelli Cybertruck, Semi e Roadster verranno presentati nel 2023.

La società ha reso noto che sta aumentando la produzione nelle nuove fabbriche ad Austin e Berlino, nonché a Fremont e Shanghai. I veicoli completamente a guida autonoma restano una priorità per l’azienda, ha detto Musk, nonostante la società spesso non sia riuscita ad essere all’altezza delle previsioni annunciate dal suo fondatore. L’azienda punta a consegnare il 50% di veicoli in più nel 2022, cioè più di 1,4 milioni di unità quest’anno, in salita dalle 936.222 del 2021.

3. in corsa

Nuovi massimi 2022 per il biglietto verde che, dopo l'accelerazione da falco della Fed, è tornata sui valori di metà 2020. Con l' sotto l'1,12, il bene rifugio ha accertato dopo che Jerome Powell, in conferenza stampa, ha evitato di rispondere ad una domanda circa l’eventualità che la Fed alzi i tassi nei prossimi vertici di quest’anno, lasciando aperta la possibilità di più di tre aumenti entro la fine del 2022.

“Pur ammettendo che stiamo attraversando un periodo burrascoso per gli asset di rischio, pensiamo che sia troppo presto per concludere che l’inasprimento della Fed o i prezzi alti dell’energia soffocheranno gravemente la crescita, e preferiremmo il primo scenario della forza del dollaro contro i rivali a basso rendimento”, scrivono in una nota gli analisti di ING.

4. E' il giorno di Apple

Altro giro di importanti trimestrali a Wall Street, con Apple (NASDAQ:) che aggiornerà il mercato dopo la chiusura odierna. Gli analisti si aspettano che gli utili per azione del Q4 siano aumentati del 12% su base annua fa a $ 1,89, con ricavi record di 119 miliardi di dollari. Numeri di questo tipo potrebbe portare il rapporto P/E a 31x.

Secondo, Counterpoint Research, la società di Cupertino è il maggior venditore di smartphone in Cina, il mercato più importante per questo tipo di dispositivi. Apple ha ottenuto una fetta del 23% in Cina nel trimestre terminato a dicembre, il massimo mai registrato. L’ultima volta che il produttore di iPhone era risultato il maggior venditore nel paese in un trimestre era stato nel quarto del 2015.

Tra le altre società che rilasceranno i numeri del quarto trimestre, ci sono anche Visa (NYSE:V) Mastercard (NYSE:MA), Comcast (NASDAQ:CMCSA), McDonald's (NYSE:MCD), Mondelez (NASDAQ:MDLZ), Altria (NYSE:MO) , Northrop-Grumman, Southwest Airlines (NYSE:LUV) e Dow.

5. Profit sull'oro nero

Prese di profitto sul questo giovedì dopo il 2% della seduta precedente sulla scia della notizia che la Federal Reserve ha indicato un “imminente” aumento dei tassi di interesse, innescando una correzione tecnica sui mercati energetici che stavano andando alle stelle.

I future del scendono dello 0,83% ad 88 dollari per barile dopo essere rimbalzati di circa il 2% toccando il livello di 90 dollari per la prima volta in sette anni, mentre i future WTI sono in calo dello 0,85% ad 86,61 dollari.

“Il persistere dei problemi delle forniture e l’intensificarsi delle tensioni Russia-Ucraina continuano a supportare i prezzi del petrolio. È leggermente sceso oggi, ma penso che sia solo una mossa tecnica”, ha riferito a Reuters l’economista di OCBC Howie Lee. Sebbene le tensioni Russia-Ucraina stiano avendo un ruolo nel rialzo dei prezzi petroliferi, “i problemi reali delle forniture, sia all’interno dell’Organizzazione dei Paesi Esportatori di petrolio (OPEC) che negli Stati Uniti … sono i principali fattori che stanno facendo salire il mercato”, ha aggiunto.

Intanto, l’aumento delle scorte petrolifere statunitensi ha alleviato in parte i timori per le forniture: i dati di ieri della U.S. Energy Information Administration hanno rivelato un incremento di 2,377 milioni di barili nella settimana terminata il 21 gennaio. Le previsioni di Investing.com indicavano una riduzione di 728.000 barili. Nella settimana precedente si era registrato un aumento di 515.000 barili.

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Nissan Micra, la nuova generazione sarà elettrica. Ecco i primi teaser - HDmotori

Nissan Micra avrà un'erede che sarà 100% elettrica. Il nome non è ancora stato confermato ma la casa automobilistica ha comunicato questa importante novità durante la presentazione del nuovo piano di elettrificazione dell'Alleanza. Un modello che sarà costruito a partire dalla piattaforma CMF-BEV, la stessa su cui nascerà la futura nuova Renault 5 elettrica. Questo significa che non arriverà prima del 2024. Subito dopo la presentazione del nuovo piano, il costruttore giapponese ha dato qualche dettaglio in più sull'erede della Micra e ha condiviso i primi teaser.

Questa nuova vettura a batteria sarà costruita in Francia da Renault e precisamente presso lo stabilimento ElectriCity. Il design sarà ovviamente frutto del lavoro di Nissan. L'erede della Micra sarà commercializzata in Europa. Ovviamente, la casa automobilistica giapponese non è entrata nel dettagli nel raccontare come sarà questo suo nuovo modello elettrico. Tuttavia, visto che poggerà sulla piattaforma CMF-BEV si possono già ipotizzare alcune sue caratteristiche chiave.

Tale piattaforma, infatti, può essere utilizzata per vetture lunghe circa 4 metri che disporranno di un'autonomia fino a 400 km. Ovviamente, Nissan precisa che tutte le caratteristiche saranno comunicate a tempo debito. Visto che si parla almeno del 2024, ci sarà tempo per saperne molto di più.

Per quanto riguarda i teaser, spiccano, in particolar modo, le rotondità delle luci anteriori e dei fari posteriori che ricordano un po' il design visto sulla terza generazione di questa vettura. Un progetto che sarà dunque molto interessante seguire. Sarà importante capire anche se Nissan intenderà anticipare le forme della futura Micra elettrica attraverso una concept car che magari potrebbe arrivare già nel corso del 2023.

Il veicolo elettrico annunciato oggi si aggiunge al portafoglio di modelli Nissan prodotti da Renault in Francia come la nuova Nissan Townstar.

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Usa, Pil mai così bene dal 1984. Q4 oltre le attese +6,9% Da Investing.com - Investing.com

Usa, Pil mai così bene dal 1984. Q4 oltre le attese +6,9% © Reuters.

Di Alessandro Albano 

Investing.com - Gli Stati Uniti hanno messo a segno il loro anno migliore in 28 anni dopo la recessione causata dalla pandemia. Secondo il Bureau of Economic Analysis, il è aumentato a un tasso annuo del 6,9% nell'ultimo trimestre (il più ampi in cinque trimestre) dal +2,3% registrato nei tre mesi precedenti, rispetto ad un consenso raccolto da Investing.com del 5.5%. 

Nei 12 mesi del 2021, l'economia Usa è aumentata ad un tasso del 5,7%, il più forte dal 1984, invertendo la contrazione del -3,4% registrato nel 2020, il calo più grande in 74 anni (1946).

L'accelerazione, spiega in nota il Bureau, "è stata guidata da una ripresa delle esportazioni, e da un'accelerazione degli investimenti in scorte e dei consumi", mentre nel quarto trimestre i casi Omciron hanno comportato "continue restrizioni e interruzioni nelle operazioni". Inoltre, sono "diminuiti gradualmente" o "terminati" i programmi di sostegno a famiglie e imprese. 

Il contributo maggiore alla crescita è arrivato dall'aumento degli stoccaggi (4,9 punti percentuali), consumi personali (+3,3%), e investimenti fissi (1,3%),mentre le esportazioni sono aumentate del 24,5% guidate "da beni di consumo e forniture industriali".

Il dato di oggi rafforza la narrativa raccontata da Jerome Powell nella conferenza stampa di ieri sera, secondo cui l'economia statunitense è "pronta" per un aumento del target dei fondi federali e ad una graduale riduzione del bilancio della banca (che ormai ha raggiunto circa $8,8 trilioni). 

Con più di 3 aumenti previsti nel corso dell'anno, con Powell che non ha risposto alla domanda se ci sarà un aumento ogni meeting, Wall Street è tornata in positivo dopo le montagne russe delle scorse sessioni: il è in rialzo dell'1,2%, il guadagna l'1,3% mentre lo avanza al +1,4%. In calo il titolo a 10 anni all'1,81% di rendimento. 

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Stellantis pronta a restituire in anticipo il prestito con garanzia Sace - Il Fatto Quotidiano

Borse europee in calo dopo annuncio Fed su aumento tassi Da Investing.com - Investing.com

Borse europee in calo dopo annuncio Fed su aumento tassi © Reuters.

Di Alessandro Albano

Investing.com - Borse europee in netto calo in scia a Wall Street, dopo la conferma di un imminente aumento dei tassi d'interesse da parte della Federal Reserve mercoledì sera, che sarà seguito subito dopo dalla riduzione del bilancio della banca.

Al momento, il perde lo 0,6% (-164 punti) con UniCredit (MI:) in riunione per approvare i conti trimestrali, il cede l'1,4%, il Cac cala al -0,9%, mentre l' registra il -1,3%.

In Usa, lo S&P 500 ha invertito la rotta positiva e ha perso lo 0,2%, il ha perso lo 0,4%, mentre il ha chiuso sulla parità. Andamento negativo anche per le borse asiatiche, con in calo del 3,1%, ASX 200 in rosso dell'1,8%, al -2,4% e al -1,8%.

Si segnala il movimento del titolo decennale, attestatosi intorno all’1,85% dopo l'annuncio del Marriner S.Eccles Building, mentre lo tra i rendimenti dei titoli a cinque e 30 anni si è abbassato ai minimi dal 2019.

La banca centrale statunitense ha annunciato ieri sera di essere "pronta ad alzare i tassi" nel mese di marzo, e subito dopo, con la fine degli acquisti obbligazionari ad inizio mese, darà inizio al processo di riduzione del bilancio, un segnale della fine delle politiche ultra-espansive che hanno contraddistinto il biennio pandemico.

"Con un'inflazione ben al di sopra del 2 per cento e un mercato del lavoro forte, il Comitato (FOMC) prevede che presto sarà opportuno aumentare l'intervallo dei tassi sui fondi federali", si legge nella nota diffusa a margine della decisione. Il programma di acquisti verrà terminato "all'inizio di marzo", mentre la riduzione della dimensione del bilancio comincerà "dopo l'inizio del processo di aumento dei tassi d'interesse". Il roll-off, precisa la banca in uno statement separato, verrà attuato "in modo prevedibile" e "adeguato".

La parola più usata da Powell durante la conferenza stampa , afferma in una nota di ricerca Antonio Tognoli, head of research di Integrae SIM, "è stata flessibilità". "L’azione della FED nei prossimi mesi non è quindi preordinata, ma sarà guidata dal flusso di dati. In sostanza non è possibile prevedere quanti rialzi dei tassi ci saranno nel 2022", afferma l'esperto, ma la Fed "è consapevole di trovarsi tra l’incudine dell’inflazione e il martello della crescita economica".

Nel mercato FX, l' rompe il supporto di 1,12, perde lo 0,3% a 1,3415, mentre avanza al +0,3% una rea 115, con in aumento dello 0,9% a 96,83 ai massimi di un anno e mezzo.

Tra le materie prime, il arretra dello 0,1% a $88,63$ per barile, mentre il è pressoché fermo a $87,60, con l'oro a $1.812 l'oncia dai $1.850 di due giorni fa.

"Non è il 2015, certo. Il debito degli stati è esploso e i debiti qualcuno li deve pagare Powell ha però tenuto a ribadire che l’andamento economico attuale è molto più forte rispetto a quello del 2015, il mercato del lavoro è più solido, ma l’inflazione è decisamente più alta. Grazie alla forza dei fondamentali economici, l’aumento dei tassi non dovrebbe tuttavia danneggiare in modo grave la crescita del PIL e il mercato del lavoro, anche se le differenze tra i due periodi avranno ovviamente un peso nelle decisioni", ha aggiunto Tognoli di Integrae SIM.

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Le Borse di oggi, 27 gennaio 2022. Pil Usa oltre le attese: +6,9% nel quarto trimestre, crescita record dal 1… - La Repubblica

MILANO -  Le Borse europee accelerano sulla scia dei dati incoraggianti arrivati dell'ecnomia Usa, con il Pil cresciuto del 6,9% del quarto trimestre, oltre le attese, portando il dato complessivo sul 2021 a quota 5,7%, record dal 1984. Una spinta al rialzo dopo una partenza fiacca all'indomani delle decisioni della Fed. La banca centrale Usa ha confermato di fatto l'imminente aumento dei tassi e lo stop agli acquisti del programma straordinario per risollevare l'economia e i mercati hanno letto le parole del governatore Powell come un posizionamento da "falco". I listini terminano così tutti in in buon rialzo Milano cresce dello 0,99%, Londra sale dell'1,16%, Parigi avanza delo 0,6%, Francoforte lo 0,4% Anche Wall Street procede in buon spolvero, con il Dow Jones che sale dell'1,46% e il Nasdaq che cresce dello 0,79%

Powell ha rafforzato la determinazione della Fed a combattere l'inflazione, che ormai è ben sopra il 2% da molto tempo, e ribadito che la ripresa economica in atto lo consente, visto che - ed è un nuovo segnale nella dialettica della Fed - anche il mondo del lavoro ha compiuto il suo recupero. E così la banca centrale Usa è pronta ad alzare i tassi nel mese di marzo e subito dopo, con la fine degli acquisti obbligazionari a inizio mese, avvierà il processo di riduzione del bilancio. Luca Tobagi, investment strategist di Invesco, rimarca che "il pregio principale delle comunicazioni di Powell è stata la chiarezza: si è aperta la strada a un primo rialzo per marzo, come largamente atteso, ed è stato chiarito a un mondo in cui la gestione dei tassi è lo strumento principale per la politica monetaria". Ma il "messaggio più importante" è arrivato sulle politiche non convenzionali: "La Fed ha chiarito che la riduzione della dimensione del bilancio non avverrà attraverso vendita diretta dei titoli nel portafoglio ma attraverso i non reinvestimenti dei titoli che andranno a scadenza". Il processo sarà dunque graduale.

I rendimenti dei titoli di Stato americani a due anni sono balzati ai massimi dall'inizio della pandemia, durante il suo discorso, e la curva dei rendimenti americani si è appiattita (ovvero si sono ridotte le distanze tra i rendimenti a breve e lungo termine): un segnale che le aspettative di crescita sono intaccate dalla posizione della Fed. Come notano gli analisti a Bloomberg, il messaggio che i trader hanno raccolto dalla conferenza di ieri è che i mercati sono sostanzialmente lasciati a loro stessi dalla Banca centrale, che non vede la necessità di addolcire i propri messaggi e le proprie azioni per evitare particolari reazioni nelle sale operative.

In mattinata, le Borse asiatiche hanno trattato in calo sulla scia della chiusura negativa negli Usa: l'indice Hang Seng è crollato dell'1,99% a 23.807 puntiu, recuperando qualcosa rispetto ai minimi di giornata. In Cina lo Shanghai Composite Index è sceso dell'1,78% a 3.394,25 punti, mentre lo Shenzhen Composite Index sulla seconda borsa del paese ha perso il 2,87% a 2.262,41 punti. Ancora peggio Seul con l'indice Kospi a -3,50%, mentre a Mumbai il Bse Sensex segna ora un -1,51%. Il Nikkei a Tokyo termina in calo del 3,11% a 26.170,30 punti.

Attenzione alta nel mondo bancario. Ieri sera è emerso che la Bce ha avvertito gli istituti di credito europei con una significativa esposizione in Russia di prepararsi all'imposizione di sanzioni internazionali contro Mosca nel caso in cui dovesse invadere l'Ucraina. L'avvertimento della Bce, scrive il Financial Times, che supervisiona 115 delle più grandi banche della zona euro, arriva il giorno dopo l'avvertimento Usa di "conseguenze enormi" se la Russia dovesse invadere l'Ucraina. Le sanzioni aumenterebbero i rischi per le banche internazionali con un'ampia esposizione in Russia come la statunitense Citi, la francese Sociètè Gènèrale, l'austriaca Raiffeisen e l'italiana UniCredit. I funzionari della Bce hanno chiesto dettagli su come le banche gestirebbero i diversi scenari e su come impedire alle banche russe di accedere al sistema di pagamenti internazionali Swift.

Tra le materie prime, il petrolio continua ad avabzare nel corso della giornata. I future sul greggio Wti avanzano dello 0,42% a 87,72 dollari e quelli sul Brent salgono dell'0,30% a 90,23 dollari

Il dollaro si rafforza sui mercati valutari dopo le indicazioni sui prossimi rialzi dei tassi arrivate ieri sera dalla Fed. L'euro ha terminato la giornata debole, in zona 1,1145 dollari sui minimi da inizio giugno 2020. Si allenta la tensione della prima parte della mattinata sui titoli di Stato del Vecchio continente e in particolare sui bond italiani: lo spread Btp-Bund, dopo aver raggiunto un massimo di giornata a quota 142 ritoccando i record da settembre segnati ieri, si è fermato sui 134 punti base. Il rendimento del prodotto del Tesoro è sceso all'1,28%.

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Le Borse di oggi, 27 gennaio 2022. Pil Usa oltre le attese: +6,9% nel quarto trimestre, crescita record dal 1… - La Repubblica
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Tim in Borsa chiude a +2,2% in attesa offerta Kkr su Sparkle - Ultima ora - Ansa.it - Agenzia ANSA

Tim chiude tonica in Borsa e indossa la maglia rosa nel listino principale, in attesa dell'offerta di Kkr per Sparkle e il dossier su N...