L’amministratore delegato di Tim, Luigi Gubitosi, è pronto a rinunciare al controllo della rete di Telecom Italia, un asset che vale miliardi di euro, per rilanciare l’accordo con Open Fiber sulla creazione di una società per la rete unica. Lo scrive Bloomberg spiegando che il piano di fusione rivisto arriva sulla scia delle pressioni del governo, che ha finora fermato il progetto, dato che la versione precedente dell’accordo avrebbe riportato le tlc a un quasi monopolio. La nuova versione del piano messo a punto da Tim ha anche lo scopo di affrontare preoccupazioni della Commissione Ue sul fatto che l’integrazione con Open Fiber potrebbe ostacolare la concorrenza.
Nei piani, Tim conserverebbe una partecipazione di minoranza nella nuova società che nascerebbe dal matrimonio tra FiberCop (rete secondaria) e Open Fiber. Secondo le case di investimento, tale sviluppo sarebbe positivo per Tim perché aumenterebbe la probabilità di un accordo sull’asset e consentirebbe a Tim di deconsolidare FiberCop con un beneficio sia in termini di debito che di capex e faciliterebbe un ulteriore accordo che contemplerebbe il conferimento di tutta la rete fissa nella nuova entità.
Il cambio di posizione di Tim, che finora ha sempre ribadito la volontà di mantenere il controllo dell’infrastruttura, potrebbe anche modificare lo scenario in vista del cda dell’11 novembre chiesto da Vivendi e da alcuni consiglieri indipendenti per mettere mano a una riorganizzazione del business. Vivendi, dopo la trimestrale, aveva lasciato trapelare la sua insoddisfazione per i numeri aziendali.
Immediata la precisazione di Tim: «Con riferimento alle indiscrezioni di stampa odierne circa possibili assetti societari relativi alla rete, Tim precisa che l’argomento non è stato oggetto di discussione nel Consiglio di Amministrazione né tanto meno sono state prese decisioni al riguardo».
Tim rinuncia al controllo della rete per rilanciare l’accordo con Open Fiber - La Stampa
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