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È ora che la Federal reserve, la banca centrale americana, smetta di parlare di inflazione «transitoria». Lo ha detto il presidente dell’istituto, Jerome Powell, durante la testimonianza di fronte alla commissione bancaria del Senato Usa. «Per molti, transitorio è associato a ’breve termine’, ma per noi è associato a un’inflazione che non lasci un segno permanente sui prezzi - ha spiegato - Credo sia probabilmente il momento giusto per ritirate il termine ’transitorio’». Powell ha aperto a una riduzione anticipata dell’acquisto di titoli di Stato: «Non abbiamo ancora preso una decisione sulla riduzione degli acquisti ma i dati di novembre su inflazione, salari, consumi mostrano che a questo punto l’economia americana è molto forte e le pressioni inflazionistiche molto alte - ha detto - Perciò, secondo me, sarebbe appropriato valutare una riduzione dei nostri acquisti di titoli, cosa che abbiamo già annunciato, con qualche mese di anticipo».
L’impatto di Omicron sulla ripresa
Il chairman della Fed, fresco di nuova nomina alla guida della Banca centrale da parte di Joe Biden, si è espresso in precedenza anche sui rischi della nuova variante Omicron per la ripresa dell’economia. L’impatto dell’ultima mutazione, afferma esplicitamente, pone “rischi per l’occupazione e l’attività economica e che aumenta l’incertezza per l’inflazione”. Il Segretario al Tesoro Janet Yellen, che testimonia il 30 novembre a fianco di Powell al Senato, a sua volta cita il perseverare dell’incognita virus.
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Da Biden a Powell
Il Presidente Biden, nello sforzo di inviare un messaggio assieme serio e rassicurante, nelle ultime ore ha affermato che la nuova variate è “ragione di preoccupazione ma non di panico”. Powell, alla pari di Yellen, ha poco dopo rilasciato in anticipo le sue dichiarazioni introduttive preparate per i parlamentari prendendo a sua volta di petto quello che definisce il “recente aumento nei casi di Covid-19 e l’emergere della variante Omicron”.
A rischio i progressi sul mercato del lavoro
Powell, nel suo intervento, afferma che “maggiori preoccupazioni per il virus potrebbero ridurre la propensione al lavoro in presenza, che a sua volta frenerebbe i progressi nel mercato del lavoro e intensificherebbe i traumi nella catena di forniture”.
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Inflazione più duratura
Per quanto riguarda l’inflazione aggiunge in particolare di prevedere che a questo punto “i fattori che la spingono al rialzo rimarranno in azione ben addentro il prossimo anno”. Anche se ha aggiunto che “è difficile pronosticare la persistenza e gli effetti delle strozzature nella supply chain”, che potrebbero essere aggravate da Omicron. Tra i fattori che possono sospingere i prezzi Powell ha citato inoltre gli aumenti dei salari “a passo robusto”.
Powell e Yellen: da Omicron una nuova sfida all’economia - Il Sole 24 ORE
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