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Wednesday, October 20, 2021

Weidmann, dimissioni dalla Bundesbank (a sorpresa) del «falco» che si oppose a Draghi nella Bce - Corriere della Sera

Cambio a sorpresa alla guida della Bundesbank. Il presidente Jens Weidmann, che guida la banca centrale tedesca dal maggio 2011 si dimette per motivi personali, come precisato in una nota dalla stessa Bundesbank. «Sono giunto alla conclusione che più di 10 anni sono una buona misura di tempo per voltare pagina — per la Bundesbank, ma anche per me personalmente», ha scritto Weidmann in una lettera al personale della banca. Il banchiere centrale ha chiesto al presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier di rimuoverlo dal suo incarico dal 31 dicembre 2021. Le dimissioni arrivano in una fase cruciale dell‘eurozona, con la Bce che deve decidere come riscrivere i programmi di acquisto di obbligazioni nel dopo-pandemia, dopo l’uscita dal programma di emergenza di acquisto di titoli, Pepp. Weidmann parteciperà comunque alla riunione Bce di dicembre che dovrebbe decidere sulla linea futura da seguire.

Il «falco» nella Bce contro la linea Draghi

Cinquantatre anni, economista, all’interno del consiglio dei governatori della Bce di cui fa parte di diritto, Weidmann è stato a lungo considerato un «falco», sostenitore della linea del rigore e oppositore dell’allora presidente della Bce Mario Draghi sulla linea dell’acquisto dei titoli che salvò l’euro durante la crisi del debito sovrano (dei Paesi del sud Europa, a cominciare dall’Italia), il famoso «whatever it takes» del 2012. Weidmann è stato contrario fra l’altro al piano OMT che ha dato alla Bce poteri di prestatore di ultima istanza per i Paesi che ne facessero richiesta e al Quantitative Easing. Nel 2019 fu in corsa per succedere a Draghi come presidente della banca centrale dell’eurozona ma le posizioni troppo rigide, sebbene attenuate nei mesi precedenti, non gli fecero avere effettive chance di successo. Gli fu preferita la francese Christine Lagarde, che lasciò anticipatamente la guida dell’Fmi.

La stabilità perno centrale della Bundesbank

Il richiamo alla stabilità è presente anche nella lettera di saluto inviata ai colleghi della Bundesbank: «La crisi finanziaria, la crisi del debito sovrano e, più recentemente, la pandemia hanno portato a decisioni nella politica e nella politica monetaria che avranno effetti duraturi. È sempre stato importante per me che la voce chiara e orientata alla stabilità della Bundesbank rimanesse chiaramente udibile», scrive Weidmann nella lettera pubblicata sul sito della banca centrale.

L’ultma battaglia: la strategia sull’inflazione

L’ultima battaglia è stata sulla revisione della strategia che la Bce deve adottare relativamente al controllo dell’inflazione, da sempre un tema cardine dell’ortodossia della banca centrale tedesca. La Bundesbank stima un aumento dei prezzi fino al 5% alla fine dell’anno, per poi scendere dal prossimo anno mentre la Bce considera questo rialzo temporaneo. Nella sua lettera Weidmann ringrazia i colleghi del Consiglio direttivo Bce sotto la guida di Christine Lagarde «per l’atmosfera aperta e costruttiva nelle discussioni a volte difficili degli ultimi anni» e sottolinea l’importante ruolo stabilizzatore della politica monetaria durante la pandemia, e la positiva conclusione della revisione della strategia come pietra miliare nella politica monetaria europea, cui la Bundesbank — rivendica — ha contribuito: «È stato concordato un obiettivo di inflazione simmetrico e più chiaro. Occorre prestare maggiore attenzione agli effetti collaterali e in particolare ai rischi per la stabilità finanziaria. È stato rifiutato un superamento mirato del tasso di inflazione».

«La politica monetaria non entri nel campo di quella di bilancio»

«In questo contesto sarà fondamentale non guardare unilateralmente ai rischi deflazionistici, ma nemmeno perdere di vista i potenziali pericoli inflazionistici», afferma Weidmann, perché «le misure anti-crisi con la loro straordinaria flessibilità sono proporzionate solo alla situazione di emergenza per la quale sono state create. Una politica monetaria orientata alla stabilità sarà possibile solo a lungo termine se il quadro normativo dell’Unione monetaria continuerà a garantire l’unità di azione e responsabilità, la politica monetaria rispetterà il suo mandato ristretto e non si farà catturare dalla politica fiscale o dai mercati finanziari. Questa rimane la mia ferma convinzione personale, così come il grande importanza dell’indipendenza della politica monetaria».

Il saluto di Christine Lagarde

«Rispetto la decisione di Jens Weidmann ma me ne rammarico anche immensamente. Jens è un buon amico personale sulla cui lealtà ho sempre potuto contare», dichiara in una nota la presidente della Bce Christine Lagarde. «Essendo il membro più longevo del Consiglio direttivo aveva un’esperienza senza pari che era sempre pronto a condividere. Negli ultimi due anni abbiamo costruito una relazione molto forte e produttiva basata sul nostro impegno congiunto a promuovere l’unità europea, adempiere al mandato di stabilità dei prezzi della Bce, aiutare l’economia dell’area dell’euro durante la crisi senza precedenti causata dal coronavirus e stabilizzare l’economia globale scossa dagli effetti della pandemia». Continua Lagarde: «Sebbene Jens avesse opinioni chiare sulla politica monetaria, sono sempre rimasto colpita dalla sua ricerca di un terreno comune nel Consiglio direttivo, dalla sua empatia per i suoi colleghi dell’Eurosistema e dalla sua volontà di trovare un compromesso», da ultimo «durante il nostro lavoro sulla revisione della strategia, dove ha contribuito in modo significativo al successo dell’accordo unanime in seno al Consiglio direttivo. Mi mancherà Jens e il suo approccio sempre costruttivo e di buon umore in tutte le nostre discussioni».

La carriera

Weidmann è stato ricercatore presso l’Institute for International Economic Policy dell’Università di Bonn (1994-97) ed economista al Fondo monetario internazionale (Washington D.C., 1997-99). Segretario generale del Consiglio tedesco degli esperti economici (1999-2003), successivamente Weidmann è stato a capo della Divisione analisi e politica monetaria della Deutsche Bundesbank (2003-2006) e ha guidato il Dipartimento per la politica economica e fiscale presso l’ufficio del Cancelliere federale (2006-2011). Dal maggio del 2011 è governatore della Banca centrale tedesca e membro del Comitato direttivo della BCE.

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